Heaven IV - Seatiger Island
06/09/2398, ore 17:52
Dewey Finn sentì il peso di tutti quegli sguardi come se qualcuno avesse appena scaricato un container di tritanio sulla sua schiena.
Il Capitano Kenar - l'uomo che li aveva guidati attraverso l'inferno, che aveva affrontato Borg, Rettiliani e uova assassine senza mai vacillare - era ora in ginocchio sulla sabbia, singhiozzando come un bambino che aveva perso il suo giocattolo preferito. Tranne che il "giocattolo" era un simbionte secolare che, secondo il tricorder di Althea, stava perfettamente bene nel suo addome.
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"Io?" disse Dewey ad alta voce, prima di rendersi conto che stava rispondendo alla vocina nella sua testa. "Cioè... io nel senso... cosa dovrei...?"
Si guardò intorno. Jason lo fissava con quello sguardo vuoto che non gli aveva mai visto prima. Althea sembrava persa in un sogno ad occhi aperti. Anna aveva una mano sul phaser con un'espressione che diceva chiaramente "se qualcosa si muove nel modo sbagliato, sparo prima e faccio domande poi". Anena lo guardava con un misto di disperazione e... speranza?
Solo Amanda sembrava relativamente presente, anche se continuava a stringere nervosamente il disco del pianoforte olografico come se fosse un talismano.
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Dewey sentì il panico salire come bile in gola. Le sue mani iniziarono a tremare. Questa era esattamente la situazione che aveva sempre temuto. Il momento in cui tutti si sarebbero resi conto che lui era solo un impostore, un professore di musica che fingeva di essere un ufficiale della Flotta Stellare.
Iniziò a tamburellare nervosamente le dita sulla coscia. Un ritmo. Quattro quarti. Come quando doveva calmarsi prima di un'esibizione.
Tum-tum-tum-tum. Tum-tum-tum-tum.
"Comandante Finn," la voce di Anena era tesa ma controllata "deve concentrarsi. C'è qualcosa che sta attaccando le nostre menti. Una sorta di influenza esterna. Deve..."
"Lo so! Lo so! Ok? Lo sento anch'io!" esplose Dewey, le parole gli uscirono di bocca in un fiume incontrollato. "C'è questa... questa COSA che continua a dirmi quanto faccio schifo, il che, ok, non è esattamente una novità , ma di solito sono io a dirmelo da solo e non... aspettate."
Si fermò.
Le sue dita continuavano a tamburellare. E la vocina... era più debole. Non sparita, ma come se qualcuno avesse abbassato il volume.
Tum-tum-tum-tum.
"Comandante?" Amanda fece un passo avanti, gli occhi socchiusi. "Sta bene?"
"No. Sì. Forse?" Dewey si alzò in piedi, iniziando a camminare avanti e indietro sulla sabbia. "È solo che quando faccio questo," tamburellò di nuovo le dita, "la voce è meno... forte. È come se..."
Iniziò a fischiettare. Una melodia semplice, quasi infantile. "When the Saints Go Marching In". Non sapeva perché gli fosse venuta in mente quella, ma le sue dita la conoscevano bene.
La vocina si affievolì ancora di più.
...cosStaiFacendoStupidOstupido...
Ma era decisamente più debole.
"Tenente Kiss," disse improvvisamente, voltandosi verso Amanda "quando è stata colpita lei dalle... dalle visioni?"
Amanda sembrò sorpresa dalla domanda diretta. "Io... sono stata l'ultima. Stavo suonando il pianoforte con Leira e poi..."
"E poi ha smesso di suonare," la interruppe Dewey, l'eccitazione che iniziava a prendere il posto del panico. "È stata colpita quando ha SMESSO di fare musica!"
Jason sollevò lo sguardo apatico. "Comandante, non vedo la rilevanza..."
"Certo che non la vede! Perché sta cercando di PENSARE!" Dewey si voltò verso di lui, quasi saltellando per l'agitazione. "Ma la musica non è pensiero logico, è... è pattern, è ritmo, è frequenze! E se questa cosa, qualunque cosa sia, è anche lei una frequenza? Un suono che ci sta letteralmente suonando il cervello?"
...scioChezzEsCiocchezzenOnhaSensoNoNfunziOnerà ...
Ma la voce era ancora più debole ora che ci stava pensando in termini musicali.
Anena fece un passo avanti, gli occhi improvvisamente più lucidi. "Comandante, potrebbe avere ragione. È l'unico che ha senso. Ma come..."
"Aspettate, aspettate," Dewey si portò le mani alla testa, cercando di organizzare i pensieri. "Ok, quindi abbiamo... abbiamo questo pianeta che sembra un paradiso, giusto? Heaven IV. Con delle tribù primitive. E poi abbiamo Heaven III che è un deserto nucleare radioattivo con un satellite chiamato HADES. Cioè, dai, non serve essere un genio per capire che qualcosa di molto brutto è successo lì."
Si voltò verso il Capitano, che era ancora in ginocchio ma almeno aveva smesso di singhiozzare e lo stava guardando con occhi vitrei.
"Capitano, so che in questo momento pensa di aver perso Geran, ma le assicuro che è lì dentro. Il tricorder lo dice. Althea lo dice. E io... beh, io non sono un dottore ma sono abbastanza sicuro che se avesse davvero perso il simbionte sarebbe morto, non solo triste."
Kenar lo guardò senza rispondere, le lacrime che gli solcavano ancora le macchie trill.
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Dewey deglutì a fatica ma continuò, tamburellando le dita contro la gamba.
"Quello che sto cercando di dire è... e se qualcuno, molto tempo fa, ha piazzato qui dei... non so, degli amplificatori di paura? Dei generatori di angoscia? Tipo un sistema di difesa che prende le tue paure più profonde e le amplifica fino a farti impazzire?"
"Per quale motivo qualcuno dovrebbe fare una cosa del genere?" chiese Anna, la voce aspra. La sua mano era ancora pericolosamente vicina al phaser.
"Non lo so! Forse per tenere lontani gli invasori? O forse..." Dewey si fermò, gli ingranaggi che giravano nella sua testa "O forse per tenere soggiogata una popolazione che aveva già fatto qualcosa di terribile. Come... come una prigione mentale permanente."
Althea finalmente sembrò scuotersi dal suo torpore. "Comandante, sta suggerendo che gli abitanti di questo pianeta sono... prigionieri?"
"Sto suggerendo che non lo so!" disse Dewey, la frustrazione evidente nella voce. "Sto solo cercando di mettere insieme i pezzi mentre questa COSA nella mia testa continua a dirmi che sto facendo tutto sbagliato, il che, ok, probabile, ma almeno sto PROVANDO!"
Iniziò a camminare più velocemente, gesticolando selvaggiamente.
"Pensateci. Heaven III è distrutto. Anena ha detto di sentire 'echi di sofferenza' da lì. Heaven IV sembra un paradiso ma ha solo tribù primitive nonostante sia perfetto per una civiltà avanzata. E ora noi, con la nostra tecnologia, arriviamo qui e improvvisamente tutti iniziamo ad avere incubi a occhi aperti. Non vi sembra un po' troppo conveniente?"
Jason, che fino a quel momento era rimasto in silenzio, finalmente parlò con un filo di voce: "Sta ipotizzando un sistema di difesa automatico."
"Sì! Esattamente!" Dewey puntò il dito verso di lui con entusiasmo eccessivo. "Un sistema che rileva tecnologia avanzata e attiva qualcosa che... che suona una frequenza che amplifica le paure. Come un... un phaser sonico emotivo."
"Phaser sonico emotivo non è un termine tecnico," mormorò Jason, ma c'era una scintilla nei suoi occhi. Come se una parte della sua mente vulcaniana stesse iniziando a combattere contro l'apatia.
"Lo so! Me lo sono appena inventato! Ma funziona come spiegazione, no?" Dewey si voltò verso Amanda. "Tenente Kiss, lei ha il disco olografico del pianoforte?"
Amanda annuì, stringendolo ancora più forte.
"Bene. Lo faccia suonare. Qualsiasi cosa. Qualcosa di ritmico e forte."
"Comandante, non capisco..."
"Lo so! Neanch'io! Ma se la musica ha protetto lei e se ha aiutato me quando tamburello, allora forse... forse è come un rumore bianco. Qualcosa che interferisce con la frequenza che ci sta attaccando."
Amanda esitò, guardando il Capitano ancora in ginocchio. Ma poi, con decisione, posò il disco sulla sabbia e lo attivò.
Il pianoforte olografico si materializzò con il suo solito bagliore azzurro.
"Cosa vuole che suoni?" chiese Amanda.
"Qualcosa forte. Ritmico. Qualcosa che..." Dewey si fermò, poi sorrise per la prima volta da quando l'incubo era iniziato. "Qualcosa rock."
Amanda inarcò un sopracciglio ma si sedette davanti al pianoforte olografico. Le sue dita volarono sui tasti e le prime note di "Don't Stop Believin'" dei Journey riempirono l'aria della spiaggia.
Per un momento non successe nulla.
Poi Dewey sentì la vocina... vacillare.
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Si affievolì. Non sparì, ma si affievolì decisamente.
Guardò gli altri. Kenar aveva smesso di piangere e stava guardando le sue mani con espressione confusa. Althea si stava massaggiando le tempie come se si stesse svegliando da un lungo sonno. Jason aveva già tirato fuori il tricorder e stava facendo scansioni frenetiche. Anche Anna sembrava meno tesa, anche se la sua mano non aveva ancora lasciato il phaser.
"Sta... sta funzionando?" chiese Anena, la voce carica di incredulità .
"Non lo so," ammise Dewey "ma è meglio di niente, giusto?"
Si avvicinò al Capitano e gli tese una mano.
"Capitano? Kenar è ancora lì. Lo prometto. Ora per favore si alzi perché, e lo dico con tutto il rispetto possibile, io NON sono assolutamente pronto ad assumere il comando di questa nave."
Kenar lo guardò. Per un lungo momento non si mosse. Poi, lentamente, afferrò la mano di Dewey e si lasciò tirare in piedi.
"Il simbionte..." mormorò, la voce roca.
"È lì. Controlli. Lo senta," disse Dewey con fermezza inaspettata.
Kenar chiuse gli occhi. Dopo qualche secondo, un respiro tremante gli sfuggì dalle labbra. "È... è vero. È lì. Io... cosa mi è successo?"
"La stessa cosa che è successa a tutti noi," disse Anena, avvicinandosi. "Qualcosa ci ha attaccato. Qualcosa che amplifica le nostre paure peggiori."
"E il Comandante Finn pensa sia un suono," aggiunse Amanda, le sue dita che continuavano a danzare sui tasti olografici.
Jason finalmente parlò, la sua voce che recuperava un po' della solita precisione clinica: "Le scansioni mostrano onde sonore a bassissima frequenza. Infrasuoni. Sotto la soglia dell'udito cosciente ma... c'è qualcosa di anomalo nel pattern. Come se fossero... modulati. Artificialmente."
"Dove ha origine?" chiese Kenar, la sua voce che recuperava lentamente autorevolezza.
Jason regolò il tricorder. "È difficile triangolare con precisione ma... sembra provenire da più punti. Come se ci fossero emettitori distribuiti su tutta l'isola. No, aspetti..." scrutò i dati "Su tutto il pianeta."
"Un sistema planetario," mormorò Anena. "Proprio come ipotizzato dal Comandante."
Dewey sentì un misto di orgoglio e terrore. "Quindi... ho ragione? Cioè, davvero? Perché di solito quando ho ragione è per puro caso e poi scopriamo che in realtà avevo capito tutto male e..."
"Comandante," Kenar posò una mano sulla sua spalla, fermando il fiume di parole. I suoi occhi erano ancora arrossati ma erano di nuovo lucidi. Presenti. "Ha fatto un ottimo lavoro."
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La vocina era ancora lì, ma così debole che Dewey poteva quasi ignorarla. Quasi.
"Signor Queen," disse Kenar, la sua voce che tornava al tono di comando "voglio una scansione completa del pianeta. Localizzi tutti gli emettitori. Tenente Sheva, continui i controlli medici su tutti. Tenente Calvi, il perimetro rimane attivo. Nessuno dentro, nessuno fuori finché non capiamo con cosa abbiamo a che fare."
Si voltò verso Dewey. "Comandante Finn, lei e il Consigliere Lawtoein dovete capire PERCHÉ questo sistema esiste. C'è stata una guerra tra Heaven III e IV? È un sistema difensivo? Punitivo? Dobbiamo saperlo prima di decidere il da farsi."
Dewey annuì, cercando di sembrare più sicuro di quanto si sentisse.
"E tenente Kiss," Kenar si rivolse ad Amanda che continuava a suonare "continui così. Se la musica interferisce con il segnale, allora la usiamo. Appena tornati a bordo useremo gli altoparlanti interni per diffondere musica in tutta la nave."
"Capitano," intervenne Anna, la voce ancora tesa "e se questo sistema reagisce? Se attacca più forte?"
"Allora faremo quello che abbiamo sempre fatto, tenente," rispose Kenar, un accenno di sorriso sulle labbra. "Affronteremo anche quello."
La musica di Amanda riempiva ancora l'aria mentre il sole di Heaven IV iniziava lentamente a scendere verso l'orizzonte, tingendo il cielo di sfumature arancioni e viola.
Dewey guardò i suoi compagni. Erano ancora scossi, ancora segnati da quello che avevano vissuto. Ma erano di nuovo presenti. Di nuovo loro stessi.
Almeno per ora.
...èSoloUnaTreguaTreGuaprEstotornerà piùFortePiùforte...
Sì, pensò Dewey tamburellando nervosamente le dita. Probabilmente tornerà . Ma almeno ora sappiamo che c'è.
E questa, per quanto poco fosse, era pur sempre una vittoria.
Una piccola, fragile, terrificante vittoria.
"Comandante Finn," la voce di Anena lo scosse dai suoi pensieri "pronto ad andare a caccia di risposte?"
Dewey lo guardò, poi guardò il resto della squadra che si stava riorganizzando, poi il sole che calava all'orizzonte.
"No," disse onestamente. "Ma quando mai lo sono stato?"
E con quello, si incamminò verso l'interno dell'isola, dove gli emettitori aspettavano silenziosi, continuando a cantare la loro canzone di paura e disperazione.
Una canzone che, ora lo sapevano, qualcuno aveva composto molto tempo prima.
Rimaneva solo da scoprire perché.
E, cosa ancora più importante, se potevano - o dovevano - spegnerla.