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USS SEATIGER - MISSIONE 07 RSS USS SEATIGER - Missione 07

07.00 "L'importanza della memoria"

di Anna Maria Calvi, Pubblicato il 21-07-2020

Uss Seatiger - Ufficio Capo Sicurezza
07/07/2397 - ore 22,10


La giornata stava per giungere al termine, ed era stata densa di emozioni, oltre che d'intenso lavoro. Il Capitano Kenar l'aveva convocata nel suo ufficio e lì, insieme al Comandante T'Kar, le aveva comunicato che le avrebbe affidato la guida della Sezione Sicurezza al posto del vulcaniano, il quale come Tattico, aveva già anche troppe incombenze. E adesso, a fine turno, era la prima volta, da quando era stata promossa, che il Tenente Calvi poteva sedersi alla scrivania del Capo Sicurezza. Per intenderci, non che ci fosse mai stata seduta, ma sempre dall'altra parte, per ricevere ordini o discutere col superiore di turno su eventuali migliorie da apportare alla Sezione.

Visto da questa prospettiva l'ufficio sembrava più grande, come le responsabilità che erano aumentate proporzionalmente.

Guardò il monitor del computer alla sua sinistra, fece per attivarlo, ma ritrasse la mano, conscia che quel semplice gesto rendeva reale, alla sua mente, l'inaspettata promozione conferitegli da Kenar.

Non riusciva a capire se, per lei, questo rappresentasse un premio per la dedizione e passione che metteva nel suo lavoro o, al contrario, un ostacolo a ciò che più le piaceva fare, in altre parole le operazioni sul campo!

Era così presa da questi pensieri che l'ingresso, come il solito, appariscente e rumoroso del Consigliere la fece sobbalzare sulla sedia.

"Anna, che ci fai ancora lì seduta? Dobbiamo festeggiare il tuo nuovo incarico!" Disse Anena entrando in una nuvola di colori e profumi cui ormai Anna si era abituata.

"Accidenti Anena, mi hai preso di sprovvista e la cosa non mi piace!"

"Questo perché io non sono una minaccia per te e con me, il tuo sesto senso non funziona. " disse sedendosi sull'angolo della scrivania alla destra di Anna. "Ho organizzato una serata all'insegna della spensieratezza e del divertimento, perché d'ora in poi avrai poco tempo per entrambe le cose."

Inerpicato sulla scrivania, le gambe accavallate ricoperte da un paio di pantaloni viola iniziò ad agitare uno dei piedi in aria. Nervosamente attendeva la reazione di Anna. Ogni saltello del piede faceva vibrare tutti i pizzi della camicia, candida e aperta sul petto ricoperto di glitter.

"Sei abbacinante."

"Sono meraviglioso. Quindi? Annina lo sai che ti voglio un bene dell'anima ma, ragazza mia, devi imparare a divertirti."

"Sono appena stata promossa capo sezione. Non sono certa che sia esattamente quello che ci si aspetta da me una notte spesa a gozzovigliare."

Anena saltò giù dal tavolo elegante per andare a piazzarsi alle spalle del nuovo Capo della Sicurezza. Si abbassò per abbracciarla posando la guancia contro la sua.

"Ti prego ti prego ti prego..."

"Anena..."

"Dai, fallo per me! Ti giuro che non sarà niente di eccessivo. Ti prometto di comportarmi bene. Non andrò a caccia, sarò tutto a tua disposizione. Ci beviamo qualcosa, gustiamo qualcosa che di solito non mangi ... impara a peccare un pochino ... e poi quello che vuoi. Un'oloproiezione, un concerto, un'avventura olografica... qualunque cosa tu voglia, prometto. Però tutto questo può succedere solo se esci da qui dentro!"

Anna assaporò con avidità il piacere che il contatto fisico tra di loro le procurava: Anena era un'esperienza olfattiva, oltre che visiva, che andava assaporato poco alla volta se non volevi fartene travolgere e adesso era completamente avvolta dalle spire dell'amico. Non le restò altro da fare che arrendersi alla sua volontà, cercando comunque di mettere dei paletti, perché ben conosceva il concetto di serata tranquilla per lui!

"Ok, vada per la cena. È tardi e non ho ancora mangiato nulla."

"Evvivaaa!!" urlò raggiante il Consigliere staccandosi da lei e prendendole una mano per aiutarla galantemente ad alzarsi. "Prima però passiamo dal tuo alloggio."

"Perché scusa?" chiese Anna perplessa.

"Mia cara, che domanda, per aggiustare un po' il tuo aspetto. Non vorrai mica venire alla tua festa conciata così?" disse Anena squadrandola dalla testa ai piedi con aria disgustata.

"Guarda che io mi trovo bene con la divisa e..." Anna cercò di ribattere, ma Anena non la lasciò finire.

"Sì anche col pigiama ci si sta comodi, ma non ti permetterò di mortificare il mio outfit! Forza andiamo." disse trascinando fuori dall'Ufficio la recalcitrante amica.

"Ehi! Dove mi porti? Il mio alloggio è dall'alta parte!" Anna quasi si fermò, costringendo Anena ad aumentare la forza con cui la tirava.

"Senti, so già cosa contiene il tuo guardaroba: niente! A parte quel vestitino rosso, che modestamente ti ho regalato io."

"E cos'ha che non va? Mi veste molto bene, stando a quello che mi hanno detto alcuni membri dell'equipaggio!" rispose piccata Anna.

"Appunto. Te l'hanno già visto miliardi di volte. Per fortuna abbiamo una corporatura simile e ho già in mente qualcosa da prestarti che ti farà brillare, non come me ovviamente, ma almeno non stoneremo vicini!" e girandosi le fece il suo più bel sorriso a trentadue denti.

*Ecco, ora sono in trappola!Una bambola da vestire e truccare a suo piacimento!* pensò Anna, ma sotto sotto, non vedeva l'ora di scoprire come l'amico l'avrebbe trasformata.
Nessuno diede loro realmente bada lungo i corridoi della nave, erano abituati a vederli girovagare insieme. All'inizio le illazioni si erano sprecate. Semplicemente perché Anena era Anena. Nessuno in realtà capiva come potesse essere possibile un qualsiasi tipo di rapporto che andasse oltre il cameratismo tra colleghi, alla superficiale conoscenza che portava a serate folli e allegre.

Poi c'era da considerare anche la controparte, che non per niente era un ufficiale della Sicurezza. Quelli erano noti per essere i più marziali tra tutti loro della Flotta, come potevano andare d'accordo, nessuno lo capiva. Molti non volevano nemmeno capirlo in realtà e questa era una cosa che faceva imbestialire Anna. Non rimpiangeva nemmeno per un istante essersi avvicinata a quell'uomo, quasi...
"Vieni Annina, ho pensato a questo per te."

Non si era nemmeno resa conto di essere arrivata nell'alloggio del Consigliere.

"Anena..."

Era letteralmente senza fiato.

Dall'armadio era uscito un meraviglioso completo. Pantaloni palazzo in una calda tonalità di marrone abbinati a una camicetta rossa, sbracciata. Lo scollo non era ampio, meno male la conosceva abbastanza, tutto contornato da piccoli cristalli bianchi che, pregò sinceramente, essere pietre senza valore.

Mentre con una mano Anena reggeva gli abiti, con l'altra teneva sollevato il suo necessaire per il trucco.

"No... il trucco no, non se ne parla."

Lo osservò mettere il broncio. Lo odiava quando si comportava così. Sembrava un bambino che fa i capricci, eppure lei intuiva quanto ci fosse dietro quel broncio. In primis il terrore di un rifiuto.

Alzò le mani in segno di resa.

"Okay okay."

"Non te ne pentirai, Annina."

Quindici minuti scarsi e la fece alzare e girare verso l'enorme specchio a parete che fino a quel momento era stato alle sue spalle.

Ma era lei? i pantaloni le scivolavano addosso stretti in vita, allargandosi talmente tanto da sembrare quasi una gonna, senza esserlo. La camicetta, nonostante non fosse provocante come quella di Anena, metteva in risalto la linea del collo e la serie di pietre sembrava illuminarle il viso.

Il trucco poi le faceva apparire gli occhi immensi sulla pelle chiara.

Rimase senza fiato già così.

Anena si mise al suo fianco, gli outfit si compensavano tra loro ed erano perfettamente intonati come colori.

Le posò le mani sulle braccia, stando leggermente dietro di lei.

"Sono un artista. Ci manca poco che tu risplenda più di me. Sarebbe quasi inaccettabile, se non fosse che sei un'opera d'arte."

Il tono era stranamente serio, troppo serio per lui, al punto che Anna si voltò di scatto per capire meglio, ma niente. Ecco un altro di quei momenti in cui lo odiava e per i quali stava ancora lì a farsi imbellettare, quei rari momenti in cui cascava tutto il mascherone che indossava e riusciva per una frazione infinitesimale a percepirlo davvero.

Ripreso il controllo, Anena le porse il braccio con un gesto fin troppo accentuato.

"Andiamo ad abbagliare un po' di gente?"



Uss Seatiger - Bar di Prua
07/07/2397 - ore 22.50


Anna e Anena avevano trovato un tavolo esattamente al centro della sala, con vista a 360° su tutti gli altri tavoli. L'esigenza di Anena di mettersi in mostra lo portava a occupare sempre il centro del palcoscenico, qualunque esso fosse, anche se, sapendo quanto la cosa infastidisse l'amica, aveva mantenuto un comportamento assolutamente irreprensibile. Si era occupato lui della scelta del menu, tutti piatti estremamente ricchi di sapori e con impiattamenti che erano opere d'arte: una delizia sia per gli occhi sia per il palato.
Anna, abituata a una dieta molto salutista, fu travolta da questa esplosione di sapori e odori e dovette ammettere che tuffarsi nel mondo di Anena era davvero piacevole: certo, andava preso a piccole dosi, altrimenti c'era il rischio di non uscirne più, ma si chiese se sarebbe stato poi così brutto restarci imprigionati in quel mondo!
Sorrise tra sé, mentre trangugiava avidamente una forchettata della torta ai tre cioccolati che terminava la loro cena, e non si accorse che il suo sguardo era intento a guardare il Tenente Quinn, seduto in un angolo in disparte della sala.
"Che hai da sorridere?" chiese Anena, poi seguendo la direzione del suo sguardo disse "Ahah!! Birichina!"
"Che? Che cosa intendi?" rispose Anna senza capire al momento l'allusione dell'amico.
"Ho visto come guardi Quinn. Ammetti che ti fionderesti su di lui, come hai fatto con quella torta!" disse puntandole contro la forchetta da dessert come un'arma.
"Tu sei pazzo! " rispose Anna con una nota d'indignazione nella voce. "Stavo solo osservando quanto sia maledettamente in forma!" disse. I due si guardarono negli occhi, per un istante seri, poi scoppiarono a ridere all'unisono così forte, da attirare gli sguardi dei presenti su di loro, mentre Quinn alzò leggermente il sopracciglio destro, curioso di sapere quale strana unione si era instaurata tra due persone così diverse tra loro.

Con un'ultima forchettata Anena terminò il dolce, poi con volto angelico strizzò l'occhio.
"Devo mantenere fede alla mia promessa di concedermi a te, oppure hai intenzione di andare a caccia per conto tuo?"
Le guance di Anna virarono pericolosamente al porpora, sia per la libertà con cui lui affrontava quei discorsi sia per tutta una serie d'immagini che si erano accese come lampi nel cervello. Non che fosse eccessivamente pudica, ma lui era davvero troppo esplicito in alcuni momenti.
Accortosi dell'imbarazzo suscitato Anena, stava cambiando espressione in modo brusco. Stava per chiudersi di nuovo a riccio. Non sopportava di vederlo chiudersi.
"Non se ne parla, caro mio. Non puoi illudere così una ragazza e poi tirarti indietro. Sei già stufo di fare le cose a modo mio?"
"Ma che dici? Non ho mai det... - si fermò quando la vide sogghignare - ...stai scherzando. Mi hai preso in giro!"
"Solo in parte. Non ho intenzione di andare in caccia ora, come non avevo intenzione di farlo prima. Quali erano le proposte per il dopo cena?"
Vestendo l'espressione di un banditore d'aste, alzando un dito alla volta, elencò tutte le proposte che le aveva fatto per quella serata.
"Primo: un'oloproiezione. - su l'indice - Due: un concerto - su il medio - Tre: un'avventura olografica - su l'anulare - Quattro: qualunque cosa tu voglia - su il mignolo."
Iniziò ad agitarle le dita davanti al viso.
"Faccia la sua scelta, signora."
Il Tenente Rooney della Sezione Ingegneria, seduto con altri ufficiali al tavolo proprio davanti in linea d'aria a quello di Quinn e che, probabilmente mal interpretandole, aveva intercettato le occhiate di Anna verso l'ufficiale vulcaniano,apparve al limite del loro campo visivo.
"Buonasera, mi domandavo se aveste piacere di venire a bere qualcosa al nostro tavolo."
La domanda era chiaramente diretta solo ad Anna, giacché tutta l'attenzione dell'uomo era diretta a lei, ignorando del fatto la presenza di Anena.
"Grazie per il gentilissimo invito ma credo che mi prenderò l'opzione mignolo."
Davanti alla perplessità dell'altro sorrise afferrando il dito che rappresentava l'opzione quattro di Anena, la cui mano era rimasta appesa in aria come se il tempo per lui si fosse congelato. Da quel momento non gli rivolse più nemmeno uno sguardo.
"Non capisco..."
"Non si preoccupi, è normale. Le spiego. Il Consigliere, per festeggiare la mia promozione, mi ha permesso di scegliere tra quattro possibilità per il dopo cena. Sono tutte veramente interessanti, devo ammetterlo. La quarta m'intriga più delle altre."
"Beh, se avete già dei programmi, magari possiamo unirci a voi per quest'opzione quattro."
Quel voi era scivolato pesante fuori dalle labbra dell'uomo. Si vedeva che faceva chiaramente fatica a includerlo nella conversazione.

"La quattro dà a me la scelta, è un piccolo extra rispetto alle idee del Consigliere. Credo proprio sceglierò quella sì."
Anena passava con lo sguardo dall'uno all'altra con attenzione. Rooney guardava Anna, Anna guardava lui e lui guardava entrambi loro.
"Basta organizzarsi. Dove ci si diverte in sei, - disse riferendosi alla sua tavolata - ci si diverte anche in otto."
"La ringrazio, ma devo declinare l'invito. Per certe cose sono una tradizionalista e il Consigliere ha promesso di concedersi a me per tutta la serata."
Detto questo, si alzò trascinando con sé un Anena perplesso, con il mignolo infilato agganciato al suo indice.



Uss Seatiger - Sala ologrammi 3
07/07/2397 - ore 23,20


Anna stava armeggiando con i comandi della sala ologrammi da qualche minuto, doveva apportare qualche piccola modifica al suo programma e non essendo il suo campo, ci impiegava un po', tanto più che aveva dietro le spalle una voce che continuava a chiedere "Hai finito? Ma cosa vuoi fare? Avevi detto no a un'oloproiezione! Perché siamo qui?"Lei cercava di ignorare quella voce petulante, provando a concentrarsi su quello che doveva fare.

"Ecco. Ho finito. Dai vieni!" e prendendogli la mano gli fece varcare la soglia e si ritrovarono su di un viale acciottolato, che portava all'entrata di una casa in stile rustico, tutta rivestita di mattoncini rossi, con uno splendido porticato davanti, le cui colonne erano ricoperte di rigogliose piante rampicanti. La casa era adagiata su di un lieve pendio e già dalla loro posizione, si poteva intravvedere il panorama dietro, formato da dolci colline baciate dal sole che tramontava. Avvicinandosi all'ingresso, i loro passi disturbarono un gatto siamese che dormiva su di un dondolo in vimini posto sotto il portico di fianco alla porta: Questi si stirò facendosi le unghie sul cuscino su cui dormiva e guardò con fastidio i due esseri che avevano disturbato il suo sonno. Anna allungò una mano per farsi riconoscere: il gatto la annusò leggero e riconosciutola, si strofinò contro, rimettendosi poi immediatamente a dormire. Anena si guardava intorno, meravigliato dalla natura da cui era circondata la casa, sicuramente antica ma curata nei minimi dettagli per armonizzarsi con l'esterno. Si respiravano pace e serenità.

"Che bel posto! Ma dove siamo?"

"È la nostra casa di famiglia: è sulla Terra nella regione del Chianti, se ci torneremo, ti ci porto!" rispose Anna suonando il campanello accanto alla porta. Da dentro la casa si sentivano provenire voci e risate di diverse persone, riunite per festeggiare qualcosa e dopo alcuni secondi la porta fu aperta da una Signora sull'ottantina, non molto alta di statura e leggermente sovrappeso, i capelli candidi raccolti in uno chignon morbido e un sorriso accogliente sul volto, che divenne ancora più ampio quando vide chi è che suonava alla porta.

"Anna! Che sorpresa!" disse l'anziana donna allargando le braccia per ricevere l'abbraccio di Anna che non aveva esitato nel lanciarsi nel caro abbraccio.

"Mamma! Non sai quanto mi sei mancata!" Anena rimase due passi dietro per lasciare all'amica la giusta intimità che il momento richiedeva. Quando le due donne si sciolsero dall'abbraccio, fece un passo avanti, lasciando che Anna lo presentasse.

"Anena, questa è mia madre Silvia e lui, mamma, è il mio più caro amico!" Silvia prese immediatamente Anena sottobraccio e lo fece accomodare in un enorme zona giorno, dove a quanto pareva, l'intera famiglia Calvi era riunita a festeggiare. Il padre di Anna quasi si commosse vedendo la figlia e dopo averla stritolata in un caldo abbraccio, la allontanò per guardarla meglio." Fatti vedere: c'è qualcosa di diverso in te. Sei più bella del solito!" Anena di fianco gongolò in silenzio, conscio del perfetto lavoro di trucco che aveva svolto su di lei. Voleva dire qualcosa, ma furono travolti dai quattro fratelli di Anna e da un nugolo di bambini urlanti, probabilmente i loro figli e passò le due ore seguenti rispondendo alle mille curiosità della famiglia, bevendo e ridendo degli aneddoti che a turno i fratelli raccontavano, facendo a gara per mettere in imbarazzo Anna nei confronti dell'amico, mentre lei, accoccolata sul divano tra le braccia della madre, osservava compiaciuta la scena. Quando finalmente riuscirono a uscire e ad accomiatarsi dalla famiglia Calvi e si ritrovarono soli sul vialetto illuminato da una rifulgente luna piena, Anna si fermò un momento a guardare la casa dove aveva passato, non molto tempo, ma quel poco le aveva lasciato segni indelebili e sospirò malinconica. Anena la abbracciò, cingendole le spalle da dietro e le sfiorò la guancia con un lieve bacio.

"Sei triste adesso?"

"Un po'! Sai mi manca la mia famiglia, però quando hai detto che potevo fare qualunque cosa io volessi, ho pensato che l'unica cosa che davvero volevo era festeggiare questo momento con la mia famiglia ...e con te!" quindi si girò e ricambiò l'abbraccio e gli sussurrò all'orecchio "Grazie Anena, è stata una magnifica serata!"



USS Seatiger - Alloggio Consigliere Lawtoein
08/07/2397 - ore 7.30


Anena si svegliò prima del suono della sveglia. Si stirò voluttuoso e si mise a sedere, ripensando alla piacevole serata appena trascorsa. Il tempo passato con la famiglia di Anna lo aveva fatto sentire stranamente bene, in pace con se stesso e accettato per quello che era, senza pregiudizi. Sapeva che era solo un programma olografico ma, era certo che se fossero riusciti a tornare a casa, sarebbe stato accolto così dalla famiglia Calvi!

Si alzò quindi con un bel sorriso sulle labbra e si preparò per la giornata, senza provare il solito disgusto per la misera divisa che doveva indossare. Dopo una buona mezz'oretta, passata a truccarsi, in maniera sobria per i suoi standard, Anena decise che l'immagine che gli restituiva lo specchio era perfetta ed era quindi pronto a uscire.

Non appena ebbe però varcato la soglia del suo alloggio e fatto qualche passo in direzione del turbo ascensore più vicino, quella bella sensazione di benessere svanì all'improvviso, lasciando posto a un qualcosa d'indefinito, come se ci fosse qualcosa fuori posto, ma che non riusciva a decifrare.

Si fermò davanti al turbo ascensore senza incontrare nessuno, e dopo pochi attimi, le porte del suo passaggio per la plancia, si aprirono per lasciarlo entrare. Fu quando salì sull'ascensore vuoto che capì che quello che gli sembrava strano, era proprio il fatto che non ci fosse nessuno in giro. Certo aveva percorso pochi metri, ma era l'orario del cambio turno, e di solito i corridoi erano pieni di giovani ufficiali che si affrettavano per raggiungere le loro postazioni o che tornavano, stanchi ai loro alloggi.

*Bah.. sarà una coincidenza!* pensò il Consigliere.



Uss Seatiger - Plancia
08/07/2397 - ore 8.05


Lawtoein arrivato in plancia si fermò sconcertato sulla soglia: tutti gli ufficiali del turno di notte erano riversi sulle loro postazioni, immobili. Il Consigliere fu quasi colto dal panico, temendo che i suoi colleghi potessero essere tutti morti. Si avvicinò allora alla postazione più vicina a lui, dove una giovane guardiamarina, di cui non ricordava il nome, era riversa sul pannello delle comunicazioni. Delicatamente le posò due dita sul collo a cercare le pulsazioni: subito avvertì il leggero pulsare che denotava che la vita era presente in quell'esile corpo. Tranquillizatosi fece la stessa operazione con altri due ufficiali.

"Per fortuna stanno solo dormendo, o qualcosa di simile!" disse ad alta voce, come per rassicurarsi che almeno lui fosse sveglio.

"Consigliere a Capitano!" disse attivando il comunicatore e sperando di ricevere una qualche risposta.

Niente.

"Dottor Bruce, mi sente?"

Niente, neanche stavolta.

"Computer voglio comunicare con tutta la nave.." disse Lawtoein sperando di usare la procedura corretta, infondo lui era un Consigliere, non un ufficiale di plancia!

La voce atona del computer gli rispose =^= Proceda pure =^=

"Qui parla il Consigliere Lawtoein: se qualcuno è in grado di sentire questo messaggio è pregato di rispondere immediatamente." Sperando che il tono della sua voce non trasmettesse la preoccupazione che in realtà provava.

Aspettò qualche minuto e poi ripeté il messaggio, senza ottenere risposta.

"Computer, sai dirmi se qualcuno su questa nave è sveglio, oltre a me?"

=^=Non rilevo nessun tipo di movimento su tutti i ponti della nave=^=

"Andiamo bene!" disse Anena " e adesso cosa faccio?" voleva provare a svegliare qualcuno degli ufficiali in plancia, ma temeva di poter causare dei danni. Decise quindi che il primo che avrebbe provato a svegliare sarebbe stato il Dottor Bruce e uscì di gran carriera dalla plancia diretto all'alloggio del medico.



Uss Seatiger - Alloggio di Symon Bruce
08/07/2397 - ore 8.15


Il Consigliere per entrare era dovuto ricorrere al teletrasporto, perché non avendo i codici di sblocco delle porte, il computer non ne aveva voluto sapere di farlo entrare nell'alloggio del Dottore dalla porta.

Symon dormiva apparentemente tranquillo nel suo letto: Anena si avvicinò e cominciò a chiamarlo, senza ottenere risposta.

Si sedette sul bordo del letto e iniziò a scuoterlo delicatamente, ma niente il dottore non si svegliava. Esasperato, lo prese per le spalle e cominciò a scrollarlo con forza urlando il suo nome "SYMON SVEGLIATI!"

Dopo qualche secondo di quella cura, Bruce aprì gli occhi e, quasi infastidito, disse:

"Che modi sono questi di svegliare qualcuno! E poi: lei chi è?E cosa ci fa sul mio letto?"

"Accidenti Symon, l'equipaggio è tutto in catalessi ed io sono l'unico che per qualche motivo non ha subito gli influssi di qualunque cosa sia stata a causare questa situazione, e qualcosa è stata, credimi, perché non c'è niente di naturale in tutto ciò. E quindi scusami se sono stato un po' violento nel cercare di svegliare l'unico che forse è in grado di capirci qualcosa e di aiutarmi a svegliare tutti senza ucciderli!" disse tutto di un fiato il Consigliere, sollevato di poter finalmente parlare con qualcuno!

Il Dottore lo guardò stranito, come se non capisse.

"Symon, stai Bene?" chiese Anena accorgendosi dell'espressione stranita sul volto di Bruce.

"Non ne sono sicuro. Come mi ha chiamato?"

"Symon. Perché come dovrei chiamarti?" rispose allarmato il Consigliere.

"A dire il vero non lo so. Io non mi ricordo né di lei né di cosa ci faccia su di una nave e soprattutto non so chi io sia!"