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USS SEATIGER - MISSIONE 06 RSS USS SEATIGER - Missione 06

06.03 "Donne e guai"

di Anena Lawtoein, Pubblicato il 23-09-2018


Gisa, Palazzo Reale, Sala del trono
30/07/2396 ore 11:00 - D.S. 73577.75


Il Capitano era stato invitato a sedere 'accanto' alla Principessa. Il che significava essenzialmente a distanza di sicurezza su una specie di trespolo con tre gambe, cosa che rendeva il suddetto non molto stabile, e un paio di scalini al di sotto dell'effettiva posizione della donna che teoricamente avrebbe dovuto conquistare.
Tholos si era premurato di avvisare il Guardiamarina Lawtoein che la sua discesa sul pianeta era stata autorizzata.
Dopo aver perorato la sua causa, osservando la giovane davanti a lui, si era oggettivamente preoccupato.
Aveva imparato a conoscere l'el-auriano sotto il suo comando e sapeva che era ben conscio di quanto lasciarsi andare e quando no al suo concetto di moda. Ciò nonostante era pensoso.

"Ci troviamo in una situazione di imbarazzo essendo per noi la prima occasione di incontro con le razze con voi rappresentate. Un buon inizio sarebbe per lei spiegarmi come ci debba riferire a voi."

Definire Kenar interdetto non avrebbe chiarito la sua sensazione di fastidio relativamente a quella frase. In parte lo stupiva l'uso del plurale ove in precedenza la Principessa aveva serenamente usato la prima persona singolare nel riferirsi a sé.
Qualche cosa stava solleticando la sua attenzione. Un pensiero che non riusciva a cogliere. Come i giochi di luce ai bordi del campo visivo che non erano reali eppure lo erano. Come una presenza che si aggirasse nella luce/non luce del crepuscolo, poco illuminata per essere vista con chiarezza eppure percepita.
A toglierlo dall'imbarazzo il mormorio della folla attorno a lui stava chiaramente ad indicare che Anena Lawtoein stava facendo il suo trionfale ingresso. Il mormorio lo fece temere per il peggio e si voltò pronto a redarguire l'ufficiale, eppure ciò che vide non giustificava in alcun modo le reazioni attorno.

Il Guardiamarina Lawtoein indossava impeccabilmente l'uniforme. I capelli non erano ribelli e sparati in mille direzioni diverse come i pensieri del proprietario normalmente erano.
La definizione più appropriata sarebbe stata di eleganza probabilmente.
Un velo di trucco delicato come si addiceva a qualunque ufficiale di sesso femminile in servizio, acconciatura sobria, uno smalto colorato ma non chiassoso.
Anena quel giorno si sentiva di essere in sintonia con le regole più stringenti della Flotta per quanto riguardava l'abbigliamento. Perché quindi quel mormorio? Si erano forse messi nei guai?
Erano un popolo rigido riguardo la differenziazione sociale tra sessi?

Ecco di nuovo quel pensiero fastidioso dentro la sua testa che non riusciva a venire alla luce.

Pochi istanti ed Anena fu al cospetto della Principessa. Si fermò, fluido ed elegante, accennò un lieve inchino con il capo portandosi una mano al petto ed attese.

"Benvenuto. Lei deve essere lo studioso dell'animo che stavamo attendendo. Benvenuto." un gesto della mano fece comparire dal nulla un paggio con un altro trespolo "Si accomodi. Come ci dobbiamo riferire a voi. Quale è la sua razza di appartenenza giovane visitatore?"

Anena si appollaiò con apparente facilità sul trespolo che tanti problemi stava dando al Capitano.

"Oso ringraziare Vostra Grazia per avermi definito giovane, ma sono invero il più anziano dei presenti. Non appartengo ad una sola razza, Leggiadra Signora, ma dal ramo paterno El-Auriano ho acquisito questa longevità che i Terrestri come mia madre non posseggono. Il tempo mi è amico. Ugualmente ringrazio Vostra Grazia per avermi consentito di scendere sul pianeta. Dopo un certo numero di decadi gli spunti di interesse per uno studioso sono così pochi. Non desidero offendere il suo popolo dicendo che siete per me una fonte di gioia inestimabile."

Il Capitano Kenar poté da quel momento giurare di aver visto negli occhi della Principessa esplodere una luce difficilmente confondibile con altre.

Siamo nei guai, siamo dannatamente nei guai!

Gisa, Palazzo Reale, Parco
30/07/2396 ore 11:20 - D.S. 73577.79


La Principessa in incognito seguiva con lo sguardo il visitatore vulcaniano totalmente concentrato sull'esame della natura che li circondava.
Non comprendeva.
Sapeva di non essere una donna di rara bellezza e che la maggior parte dei suoi pretendenti era lì con ben altre motivazioni che arrivare al suo cuore. Ciò nonostante era perfettamente conscia di non essere nemmeno brutta, al contrario era abbastanza piacevole.
La figura snella, i capelli leggermente mossi portati quasi sempre dietro le orecchie per scoprire la lieve curva che portava alla punta. Il viso dai lineamenti delicati...
Se da una parte era oggettivamente incuriosita da quell'uomo, dall'altra si era pentita di averlo seguito.
Non riusciva a strappargli altro se non qualche breve frase.
Inizialmente aveva pensato lo scopo ultimo fosse zittirla, poi aveva capito che semplicemente non rivestiva per lui alcun interesse scientifico.
Era certa che se fosse sparita in quel momento in una qualche forma di energia solo allora quello scienziato si sarebbe forse dimostrato interessato.
Girò su sé stessa tornando verso la Sala del Trono. Gli altri sembravano più interessanti.

Jason si rese immediatamente conto che l'ancella si era allontanata.
Finalmente poteva lavorare senza essere disturbato. Aveva cercato da subito di dire al Capitano che non era interessato a socializzare. Non quel giorno quanto meno.
Voltò leggermente la testa per osservarla mentre se ne andava ed un pensiero rapido si fece strada nella sua mente.

Strano che un'ancella si senta frustrata dalla mancanza di attenzione.

Inarcò le sopracciglia, scosse la testa e riprese il suo lavoro.

Gisa, Palazzo Reale, Sala del trono
30/07/2396, ore 11:40 - D.S. 73577.83


Il Capitano iniziava a sentirsi vagamente come il terzo incomodo.
La Principessa era persa nella sua conversazione con Anena che a sua volta, Kenar doveva ammetterlo, si stava comportando da perfetto gentiluomo e scienziato.
Peccato solo che quella parte di lui stesse semplicemente soggiogando la donna che invece avrebbe dovuto impalmare lui.
Volse lo sguardo verso Tholos che si teneva leggermente in disparte.
L'andoriano sembrava più interessato alla tecnologia del sistema di sicurezza, che doveva chiaramente esserci ma che non era assolutamente percepibile in alcun modo, che non a quello che succedeva tra il Consigliere e Sua Grazia.

"Quindi lei ha più di ottant'anni. Davvero intrigante. Una vita intera vissuta da giovani è davvero intrigante."
"Vostra Grazia molto dipende da coloro che riempiono la nostra vita. Nei decenni della mia esistenza ho scoperto che il lato più interessante del vivere sono le interazioni umane. La scienza delle cose che tanto affascina alcuni tra i miei colleghi non ha su di me nessuna attrattiva. L'universo stesso per me è ammantato di prevedibilità. Al contrario la mente degli essere senzienti è la vera realtà infinita."

Kenar alzò gli occhi al cielo.
Questo sembrava un corteggiamento in piena regola, possibile che il Guardiamarina non se ne stesse assolutamente avvedendo? Eppure così sembrava.
Tossicchiò per attrarre l'attenzione e Anena sembrò comprendere immediatamente la situazione.

"Prendete ad esempio il Capitano Kenar qui presente. Pensereste forse che una parte di lui è più anziana di me?" allo stupore della donna l'ufficiale riprese "Eppure è vero. Il Capitano appartiene ad una razza simbiotica. Quello che lei ed io vediamo non è 'tutto' ciò che il Capitano è. In lui c'è molto altro."

Lo sguardo di Sua Grazia si concentrò, opportunamente avrebbe detto l'Imperatore, su di lui.

"Capitano questo è interessante. Un simbionte. Lei ha un simbionte o è lei il simbionte?"

Riavuta l'attenzione della Principessa non si avvide che la giovane ancella, rientrata nella sala e fino a pochi istanti prima rimasta silenziosamente alle sue spalle, si era avvicinata ad Anena con aperta curiosità.

"Se la mente è la cosa veramente affascinante perché perdiamo tutti tempo ad abbellirci e mascherarci?"

Anena si voltò ad osservare la fanciulla che vedeva per la prima volta.
Gli succedeva a volte che le pieghe del tempo aprissero davanti ai suoi occhi finestre che altri non avrebbero mai potuto vedere. Il suo sguardo saettò brevemente verso la Principessa e poi di nuovo verso l'ancella.
Poi un lieve sorriso gli inarcò le labbra arrivando fino agli occhi, accendendoli di un misto di ilarità e sorpresa.

Si chinò lentamente in avanti azzerando lo spazio tra loro. Quando le labbra furono vicine all'orecchio della giovane sussurrò lievemente "Perché a volte sono le maschere a renderci liberi. Non crede anche lei Gentilissima Lynea?"
Lentamente si rialzò osservando la reazione della donna dinnanzi a lui.

Il labbro inferiore di Lynea stava leggermente tremando. Non si sarebbe aspettata di essere scoperta, né tanto meno che un totale estraneo le concedesse tanta considerazione da non smascherarla pubblicamente.
Lynea osservò Gega conversare con il Capitano Kenar. Si stava comportando in maniera eccellente. Nessuno che non fosse fine conoscitore della casa reale e dei suoi rituali avrebbe potuto sospettare alcunché.
Come aveva fatto quindi quello straniero?!
Gli occhi tornarono su Anena scrutandolo intensamente. Il Consigliere reggeva lo sguardo senza sottrarsi all'esame della vera Principessa di Gisa.
Sapeva perfettamente che scontrarsi con la sua capacità di strappare i veli poteva essere mentalmente impegnativo.

"Come...?"

La voce della Principessa era talmente bassa che nessuno avrebbe potuto sentirla. Anena stesso più che sentire le parole percepì la domanda dallo sguardo.
Leggere le labbra di un essere che parlava una lingua diversa sarebbe stato inutile. A volte non ci si rendeva pienamente conto dell'utilità e al contempo della pericolosità insita in un traduttore.
Già, come? Come poteva spiegare ad altri che non fossero della sua razza quegli stralci su altre linee temporali che a volte gli facevano comprendere la realtà della propria?

"Come si respira? Come si vede? Ogni razza ha le sue peculiarità. Questa è la mia."

L'ancella si schiarì la gola. "Come ha intenzione di spendere il suo tempo con noi, Signor..."
"Guardiamarina Lawtoein, per servirla." sorrise chinando il capo in modo appena accennato facendolo passare per un gesto di normale galanteria nei confronti di una donna "Io non spendo il mio tempo perché il tempo non è di nessuno, Mia Signora. La cosa che più dà gioia alla mia esistenza è conoscere. Posso chiederle di condividere con me le sue conoscenze e io farò lo stesso con lei, Mia Signora."

Lo disse con il tono lieve e senza la formalità che sarebbe stata dovuta ad un reale.
Lo disse come se stesse davvero conversando con un'ancella alla quale stava semplicemente dimostrando un rispetto cavalleresco un po' fuori moda.
Lo disse in un modo per cui Lynea distolse lo sguardo rapidamente girando su sé stessa.

"Venga Guardiamarina Lawtoein, sono certa che alcune delle cose nella biblioteca di Palazzo saranno di suo interesse..." si incamminò senza guardarlo.

Anena occhieggiò il Capitano, distratto dalla copia della Principessa. Quindi si volse verso Tholos facendogli un rapido cenno. L'andoriano rispose flettendo appena le antenne per assentire. Quindi si alzò e seguì la vera Principessa.

Se il Capitano avesse visto gli occhi di Lynea, avrebbe capito che ora sì erano in guai seri.