USS Seatiger, Plancia
02/01/2395, Ore 21:19 - D.S. 72005.17
Interminabile l'attesa.
Insopportabile l'idea di abbandonare colleghi ed amici.
Sacrificare una quarantina di uomini e donne, fra Seatiger ed Indifatigable, per salvare quell'universo dai Borg?
Chi era lui per poter decidere questo?
La testa martellava.
Tic tic tic.
Il cuore galoppava nervosamente.
Toc toc toc.
Ogni rumore della plancia era amplificato.
Gli occhi iniziavano a velarsi.
Kenar sbatté le palpebre una volta.
Due volte.
Alla terza, tutto iniziò a girare vorticosamente.
Arjian vedeva volti attorno a sé.
Sfumati come in un sogno confuso.
Sapeva riconoscerne qualcuno.
Vedeva le loro labbra muoversi.
Notava i loro visi contrarsi.
Scrutava chiaramente rughe di preoccupazione nelle loro espressioni.
Voleva tranquillizzarli, ma non riusciva a parlare.
All'improvviso vide una luce.
Abbagliante, accecante, azzurrissima.
Poi un'ombra vestita di bianco.
Qualche ricordo del suo simbionte filosofo riaffiorò alla mente.
Molte credenze religiose si basavano sul bianco catarifrangente della divinità.
Quella, però, aveva qualcosa di strano.
Kenar era certo di riconoscere qualcosa.
L'ombra bianca si allungò su di lui.
Sembrava infinitamente alta.
Bianchissima alla base si scuriva sulla sommità.
L'ombra agì su di lui.
Sentì come una serie di punture di spillo sul collo.
Patì una sequenza di scariche elettriche.
Alla fine, la vista smise di essere annebbiata, ma non vedeva altro che buio.
Le orecchie smisero di ronzare.
La testa di martellare.
Tentò di alzarsi in piedi, ma cedettero le gambe.
L'ombra dinnanzi a lui lo sorresse.
Un attimo, solo un attimo.
Poi si sentì buttare pesantemente all'indietro su qualcosa di morbido.
Riconobbe la sua poltrona.
La poltrona della sua nave.
La nave di cui era Capitano.
Kenar sbatté le palpebre nuovamente.
La vista tornò così com'era andata via.
Di fronte a lui, furibondo, c'era il medico di bordo.
"Dottore io.."
"Lei doveva stare a riposo!"
"Ma.."
"Le ho salvato la pellaccia due volte!"
"Sì ok, ma..."
"Non ci sarà una terza volta! Ha bisogno di riposare!"
"Non posso ... i Borg ... la Indifatigable ... l'away team ..."
"Certo, certo! La pace nel mondo, la salvezza di tutti gli universi.. tutto dipende da Arjian Kenar!"
"In questo momento sì.."
"NO!" Sbraitò Bruce tacitando la timida protesta dello stremato Trill.
"E ora se permette... Tenente Comandante Tholos?!"
L'Andoriano non rispose al dottore. Vi si avvicinò, incerto se dare manforte al proprio Capitano o se supportare il Dottore. Non ebbe tempo di riflettere.
"In qualità di responsabile medico, sollevo temporaneamente dal comando il Capitano Kenar! In assenza del Primo Ufficiale, il facente funzione sarà lei Tenente Comandante Tholos! Tale responsabilità sarà in capo a lei fino a quando non dichiarerò la piena idoneità del Capitano al servizio attivo."
La plancia calò in un silenzio irreale.
Anche Anari era scioccata e stranamente in silenzio.
Il silenzio regnava ancora sovrano quando una nuvola azzurrina circondò il Capitano Kenar teletrasportandolo in infermeria.
Tholos, Anari, Carelli, tutti fissavano Bruce.
Il dottore di bordo, dall'alto dei suoi centonovantatre centimetri di altezza, sostenne gli sguardi dei colleghi, a lungo ed in silenzio.
Il rientro di McAllan fu la goccia che fece debordare il vaso.
Ci fu una sequela di serrate accuse e scambi di opinione.
La tensione, l'adrenalina, il nervoso.
Tutto si amalgamò e scapparono frasi anche pesanti.
Nei limiti regolamentari, ma fu uno scambio acceso.
Come in una tempesta perfetta, però, gli animi si placarono rapidamente così come s'erano accesi.
USS Indefatigable, Zona di controllo 4T
02/01/2395, Ore 21:44 - D.S. 72005.22
I superstiti della nave erano dispersi un po' ovunque.
Tutti alla ricerca di un modo per comunicare con la Seatiger.
Nessuno, nemmeno la coriacea Barrett, ormai pensava di poter salvare la Indifatigable.
Lo sfasamento dimensionale, quello temporale ... i danni già ingenti.
Un Borg solitario, stranamente legato ad un Comandante particolare, e una regina Borg pronta ad assimilare chiunque le si presentasse a tiro. L'input inviato da quest'ultima attraverso la corteccia cerebrale al suo drone aveva causato disfunzioni in quest'ultimo.
Si era accasciato su sé stesso, soccorso prontamente da Finn.
L'umano era però stato scacciato dal Borg a malo modo.
Lo spintone che ricevette per poco non lo fece sbattere contro una paratia che già stava sù per puro miracolo, come se un genio dispettoso della tecnica ingegneristica si volesse divertire a mantenerla in piedi nonostante fosse quasi del tutto divelta dai suoi cardini.
"La resistenza è inutile. La vostra vita, come è stata, è finita"
"Ultimo?" chiamò Finn
"Id drone 11402949625732940011. Designazione locale undici di undici.."
"Di nuovo? Non avevamo superato quella fase?"
"Noi siamo i Borg! Da questo momento voi sarete al nostro servizio"
"Eh no! Non fare scherzi tu e le nanocose! Avevamo un patto!"
"La resistenza è inutile!"
"Ahaaa, ma sei un disco rotto! Che ti ho detto a fare di potenziare i tuoi apparati cognitivi? Tu sei Ultimo! Io ti ho salvato, abbiamo un patto e tu ora lo rispetti!" strepitò Finn terrorizzato
"Id drone 11402949625732940011... bzzz.... regina risvegliata.. ordine assimilazione in atto.. riparazione circuiti in corso .. riparazione circuiti non possibile ... impianto danneggiato irreparabilmente.. assimilazione Finn non possibile ... prova dolore ... Ultimo ha male ... Ultimo chiede aiuto ..."
Un urlo lancinante proveniente dal drone si propagò ovunque per i corridoi della Indifatigable.
Un grido di dolore e di disperazione.
Un grido di aiuto.