USS Seatiger, Alloggio del Capo Ingegnere
03/01/2395, Ore 00:42 - Data Stellare 72005.56
Droxine aprì gli occhi assonnati. Lanciò un'occhiata all'ora sul display sul comodino accanto a lei ed imprecò.
Era andata a stendersi un'oretta ed invece ne erano passate tre.
"La vecchiaia. Non hai più la resistenza di un tempo, eh?
Data la crisi in corso non voleva assentarsi troppo dal suo posto, ma aveva avuto proprio bisogno di riposarsi un po'. E pensare che le sembrava di aver puntato la sveglia.
"Memoria che se ne va... altro segno di vecchiaia."
Si alzò. Se fosse successo qualcosa di grave l'avrebbero chiamata.
"A questo punto concediamoci il lusso di una bella doccia."
Si spogliò ed entrò nella doccia sonica.
Mentre le vibrazioni sgretolavano lo sporco sulla sua pelle riconsiderò le ultime ore.
"Eppure sono praticamente sicura di aver creato un sveglia prima di mettermi a dormire."
Decise di indagare.
"Computer? Controlla il mio calendario per le ultime quattro ore."
Attese. Nulla.
"Ma che...? "
"Computer?"
Nulla.
Uscì dalla doccia.
"E dai computer, rispondi. che figura ci fa il capo ingegnere se proprio nel suo alloggio non funziona l'input vocale?"
Si avvicinò al terminale sulla sua scrivania e tentò di accenderlo. L'apparecchio rimase ostinatamente spento.
"Ora sto cominciando a preoccuparmi... ma non può essere nulla di così grave. Mi avrebbero chiamato... "
Visto che il terminale era morto non rimaneva che il comunicatore personale.
Prese dal comodino la familiare spilletta e la toccò con un dito. Trillò.
"Almeno tu mi dai soddisfazione."
"Carelli sala macchine. Sto riscontrando avarie nel mio alloggio. Ci sono problemi?"
Aspettò.
Nessuna risposta.
"DeRossi? Zimmer? Qualcuno risponda."
Toccò di nuovo la spilletta.
"Carelli a plancia. Rispondete per favore."
Niente da fare.
Deglutì. Cosa stava succedendo?
"Forse sto ancora dormendo e questo è un sogno..."
Provò la forte tentazione di darsi un pizzicotto. Invece si vestì in tutta fretta, appuntò la spilla al petto ed uscì. Il corridoio era vuoto. Strano ma non troppo, data l'ora.
Poi sentì un rumore di passi che si avvicinavano.
"Bene, temevo di essere finita in uno di quegli horror che piacciono tanto a Lebowsky. Tipo l'ultima donna sulla nave o simili..."
Due figure girarono l'angolo. Erano Alec Bremmer ed Esther Williams. Droxine li riconobbe appena, dati i corpi coperti di impianti e la pelle pallida da cadavere. I due borg la videro e si fermarono. E si diressero verso di lei estraendo dalle mani i microtubuli assimilatori.
Droxine rimase agghiacciata per un attimo, poi si girò e corse con tutta la foga che le permetteva il suo corpo pingue.
"No no no NONONO..."
Girò l'angolo solo per trovarsi davanti un altro borg. Brin, dell'idroponica. Che estroflesse dalla mano destra i microtubuli e tentò di infilarli nella sua carne.
Droxine si tuffò sotto le sue braccia e riuscì a superarlo. Ma già sentiva il rumore di passi cadenzati in arrivo. La stavano circondando. Presto non avrebbe più avuto un posto in cui scappare.
Maledisse il proprio corpo fuori forma.
Aveva già il fiato corto.
Doveva trovare un posto in cui riposarsi. E pensare. E fare un piano.
Un altro borg le si parò davanti. DeMarco. Cartografia stellare.
"Computer! Attivare campo di forza da sedici a diciotto!"
Nulla. Ovviamente.
Strappò un pannello dalla parete ed armeggiò con i condotti energetici. Una fiammata le bruciacchiò le mani, ma non sentì nemmeno il dolore.
Un ronzio le indicò che una provvidenziale barriera di energia si era alzata tra lei ed il fu collega.
Fu seguita da un lampo ed il rumore di un oggetto che rimbalzava vicino ad i suoi piedi. Era il braccio cibernetico di DeMarco, tranciato di netto.
Si muoveva ancora, con gli assimilatori minacciosamente estratti.
Droxine in preda al panico scalciò cercando di fare presa sul pavimento nel tentativo di allontanarsi da quella cosa. Poi la ragione riebbe il sopravvento. Non riuscì a mettersi subito in piedi. Le gambe le tremavano troppo.
Guardò Demarco. Saggiava il campo di forza con il braccio residuo. Dall'altro lato del corridoio Brin, Bremmer e Williams facevano la stessa cosa.
"Presto si adatteranno ed oltrepasseranno i campi di forza."
Si guardò intorno. Era in un corridoio senza uscite. Era spacciata.
Strinse i denti.
"No! Questa è la mia nave. Il mio regno. Io non muoio qui."
Si alzò in piedi faticosamente e fece mente locale. Nella sua testa quel corridoio era parte di una mappa tridimensionale. Poteva vedere attraverso le pareti come se non ci fossero.
Rabbrividendo raccolse il braccio di DeMar... del borg. Se si fosse anche solo graffiata con gli assimilatori le nanomacchine avrebbero decretato la sua fine.
Non era esperta di cibernetica borg, ma se non ricordava male quell'affare conteneva anche una minitorcia al plasma. Riandò al pannello che aveva aperto e collegò con infinita cautela una linea energetica al braccio. Se avesse sbagliato ed avesse sottratto energia ai campi di forza...
In pochi minuti ebbe tra le mani un'improvvisata torcia al plasma.
Si mise subito al lavoro sulla parete. Tagliò un piccolo buco appena quanto bastava per passarci. Lanciò un gridolino quando la parete cadde per rivelare un passaggio di servizio. Si era ricordata bene.
"Non mettetevi con me, bastardi. Sono un ingegnere!"
Mentre di inoltrava nel condotto rifletté sulla sua prossima mossa. Arrivò alla conclusione che la sua miglior possibilità era arrivare alla plancia. Se c'era un luogo da cui ripartire a combattere era quello. Il capitano avrebbe saputo cosa fare. Sarebbe stata dura arrivarci con i condotti di servizio però.
"Allora farò bene a darmi da fare..."
Ed iniziò a gattonare nel condotto.
Procedeva in questo modo da un po' di tempo quando avvertì un picchiettio dietro di lei.
Si fermò terrorizzata per ascoltare. Se l'avevano seguita anche lì sarebbe stato terribile. I borg non brillavano per agilità e quegli impianti non erano fatti per strisciare, ma se le avessero tagliato la strada...
Era come un rumore di zampette.
Tek... tetetetek... tak tak.
"Cosa c'è adesso..."
Da dietro la curva a gomito dietro di lei si affacciò un essere orripilante.
Era grande come un grosso topo con un grosso addome da ragno e zampette artigliate.
Droxine vide che l'esoscheletro aveva chiaramente fattura borg.
Aveva una testa tozza con un grosso singolo occhio che si appuntò subito su di lei.
Aprì una bocca irta di denti ed emise un verso stridulo.
Si buttò al suo inseguimento.
Droxine si lanciò in avanti più velocemente che poté, muovendo freneticamente gambe e braccia. Dimenticando qualsiasi parvenza di piano si mosse a casaccio, fino a trovarsi di fronte ad un piccolo pannello di accesso.
Colpì il pulsante di apertura, ma il display rispose con un divieto di accesso.
Digitò con le mani tremanti il suo codice di override quando sentì qualcosa che le artigliava le scarpe.
Una decompressione esplosiva sputò lei ed il suo aggressore in uno spazio buio, privo di aria e senza peso. Il portello si richiuse immediatamente dopo il loro passaggio.
Si rese conto si essere entrata in un condotto del turboascensore.
I timpani le scoppiarono quasi subito. Colpì parete opposta scompostamente ma riuscì in qualche maniera a mantenersi cosciente.
Il suo aggressore era ancora attaccato al suo piede.
Scalciò.
Sentì la massa che si staccava. Si guardò intorno disperatamente mentre i bulbi oculari le si stavano congelando.
Doveva ritrovare il portello di accesso.
Ma l'unica luce nell'oscurità altrimenti totale si stava inesorabilmente allontanando. E lei continuò a rimbalzare da una parete all'altra priva di peso e senza appigli.
Con gli occhi ormai appannati vide un'altra luce che si avvicinava a velocità vertiginosa.
Un turboascensore, si rese conto. Se i dispositivi di sicurezza non si fossero attivati l'avrebbe trasformata in una frittella di carne. Cosa probabilmente preferibile a morire nel vuoto.
La luce si fermò. Lei no. Colpì la cabina. Prima che il rimbalzo la allontanasse di nuovo afferrò la maniglia dell'accesso e tirò. Giustamente questo si rifiutò di aprirsi. Digitò ancora una volta il suo codice di override. Le sue mani si muovevano lentamente, come in un sogno.
Tirò ancora la maniglia. Un flusso di aria per lei rovente la investì e cercò di ricacciarla nel condotto.
Si aggrappò all'apertura con la sue ultime forze. Appena l'aria fu uscita tutta si tirò dentro. La gravità locale della cabina la afferrò.
Le era capitato il tetto e non il pavimento. Questo la aiutò ad entrare ma implicò una rovinosa caduta. Il pannello di accesso si richiuse non appena rilevò che l'occlusione, lei, era sparita. Subito dopo iniziò la repressurizzazione. Mano mano che la sensibilità le tornava cominciò a stare peggio.
Timpani scoppiati, capillari rotti, congelamento, polmoni semicollassati. Si sentiva vicina alla morte come non mai.
Cercò di emettere suoni intellegibili.
"Com...puter. Plancia. Avv... avv... avviare."
Nulla.
"Sistema... emergenza..."
Fu costretta ad interrompersi per un eccesso di tosse.
"Sistema di emergenza... Attivare."
Si accese una scritta 'Online' su un display. Sapeva una voce sintetica la stava dicendo la stessa cosa, ma lei non poteva sentirla.
"Trasporto emergenza a plancia. Disattivare... disattivare impostazioni di sicurezza. Autorizzazione Carelli 379... Att... attivare."
La cabina si mise in moto. Dopo qualche secondo avvertì la vibrazione di un piccolo impatto. Non poté sentirne il suono ma fu sufficiente ad indicarle che il suo piccolo compagno di disavventura aveva trovato la sua fine. Una fine ad alta energia cinetica.
Poco dopo la porta del turboascensore si aprì. Droxine si trascinò verso la porta.
"Aiuto..."
Tutto il personale di plancia si girò verso di lei. C'erano Il capitano, Finn, Anari e tutti gli altri. I mirini laser dei loro impianti la illuminarono accecandola.
"No..."
Fu Anari a farsi avanti. Il capo ingegnere non si ritrasse nemmeno. Non aveva più nulla da dare.
Anari estroflesse gli assimilatori dalla mano sinistra. E glieli infilò nel collo.
...
Droxine aprì gli occhi. Stava bene. Veramente bene.
Era sdraiata ed una brezza piacevole la accarezzava.
Si stiracchiò languidamente.
Non stava così bene da... da...
Da quando Anari l'aveva trasformata in un borg.
Si mise seduta di scatto. Si ispezionò freneticamente il corpo. Sembrava tutto a posto.
Si guardò intorno. Era seduta in mezzo ad un prato. Ed era in uniforme. Uniforme in perfette condizioni. Lavata e stirata.
Il cielo era di un azzurro perfetto, appena striato di nubi. Alle sue narici arrivava un delizioso profumo d'erba.
Eppure... tutto l'ambiente aveva un che di strano.
"Computer? Arco."
Nulla.
Si alzò.
"Be'... se sono morta e questo è il paradiso non è il caso di lamentarsi..."
Vide una struttura in lontananza. Ci si diresse.
Un palco, si trattava di un palco. Di legno.
Passò vicino ad un poster appiccicato alla meglio ad una palizzata.
Stampata con tecniche primitive ritraeva una mano che reggeva una chitarra con un uccello appollaiato sopra. C'erano poi delle scritte:' Woodstock Music & Art Fair ' e poi ' 3 Days of Peace and Music '
"Se questo è il paradiso non è il mio. Di Finn forse."
Come evocato da quel pensiero il primo ufficiale del Seatiger sbucò da dietro la base del palco.
"Tenente! Che piacere vederla! Venga, mancava solo lei. Benvenuta nell'unimatrice Rock and Roll! doveva vedere come era all'inizio. Poi ho riarredato. Le piace?"
Droxine salì le scalette laterali. Non era nemmeno troppo stupita. Quando c'era di mezzo Finn poteva succedere di tutto.
Non si era sbagliata.
Dietro il palco c'era... una folla. Alcuni si voltarono a guardarla.
Erano i membri dell'equipaggio.
Forse tutto l'equipaggio.
Il capitano Kenar le si fece incontro per unirsi a lei e Finn.
"Salve, tenente. Mi spiace per il metodo brusco, ma era necessario."
Droxine allargò le braccia ammutolita. Poi inspirò a pieni polmoni.
"Qualcuno mi può spiegare cosa succede?"
Finn fece uno dei suoi sorrisi sghembi.
"Be'..."
USS Indefatigable, Hangar 2
Tre ore prima
Un Finn chiaramente confuso scrutò il giovane imbellettato piegarsi a terra grugnendo accanto a lui.
TKar al suo fianco teneva ancora il phaser puntato verso lo squarcio attraverso il quale si era ritirato il gigantesco essere.
"TKar mi dica che ci capisce qualcosa lei perché io sono completamente al buio."
"Temo di non poterla favorire, signor Finn. Sospetto però che quest'uomo sia la persona che siamo venuti a prendere. E visto lo scarso effetto della mia arma, suggerirei di ritirarci. In fretta."
"Concordo ed approvo."
Si rivolse al nuovo arrivato.
"Tu. Sei in grado di camminare? Dobbiamo andarcene prima che ci arrivi un invito a cena che non possiamo rifiutare. A proposito hai un nome?"
Anena si tirò su faticosamente.
Rispose alla domanda con voce tremante ma stizzita.
"Certo che che ce l'ho. Ed anche uno carino."
"E...?"
"E cosa?"
"Quale è questo nome!"
"Ah ecco! Mi avevi chiesto se avevo un nome, non quale."
Finn digrignò i denti.
"Come. Diavolo. Ti. Chiami."
"Guardiamarina Anena Lawtoein. Per servirla. Ah, ma chi voglio prendere in giro? Non ho il più piccolo barlume di desiderio di servirti!"
Un TKar alquanto stizzito li spintonò nel corridoio. Ultimo li seguiva barcollante.
"Non è il momento di fare conversazione. Meglio ricongiungersi con il capitano Barrett."
"Sì. Se quella cosa si rifà avanti sarà meglio avere un po' più di potenza di fuoco a disposizione. Chissà poi cosa era. Un'arma borg?"
Anena, che si stava riprendendo dall'esperienza di poco prima, interloquì.
"Questo credo di potervelo dire io. Quella è, od era, la regina borg."
"Coma sarebbe 'era'?"
"Poco fa le nostre menti si sono unite. Probabilmente grazie alle mie facoltà empatiche ed al fatto che siamo rimasti intrappolati entrambi nel Nexus, non lo so..."
Anena fece un sospiro prima di continuare.
"Il Nexus è un posto strano. In esso puoi essere tutto quello che vuoi. Vivere la vita che vuoi. Quando la regina vi è penetrata... Be'... Regine, Locutus, mantengono sempre la personalità originale del corpo che hanno assimilato. Per utilizzarne l'intelligenza e l'esperienza. Potete comprendere l'orrore di essere intrappolati nel proprio corpo? Nel Nexus conta solo ciò che si desidera. La povera regina borg non aveva possibilità."
"Ma... allora possiamo parlarci. Trovare un accordo. Suppongo che i borg non le stiano troppo simpatici..."
"Non credo. Posso sentire ancora la sua mente... è pazza, completamente pazza. Vuole una cosa sola. Distruggere e..."
Anena si bloccò.
"Oh no... lo ha fatto..."
"Cosa?! Cosa!?"
Ma il nuovo arrivato guardava fisso in direzione da cui stavano venendo.
Tek... tetetek tektektek...
"Non vorrei essere disfattista ma questo rumore non mi piace per nulla..."
Poi sbucarono da dietro l'angolo.
Erano tre miniature dell'ex regina borg.
Appena li videro si gettarono subito verso di loro.
TKar centrò il primo il secondo ed il terzo attaccarono Finn e Anena. Affondarono le loro zampette si agganciarono alle loro braccia mentre le fauci piene di dentini affilati si preparavano a colpire. TKar li staccò con un calcio e li finì con il phaser.
Finn si rialzò massaggiandosi il braccio dove le zampette erano penetrate nella pelle.
"Fiuuu... grazie TKar. Ci è mancato poco. "
Il capo della sicurezza stava esaminando i resto degli esseri.
"Sono molto simili alla regina. Non sono biologici, non completamente. Sembrano una specie di ibrido tecno-organico..."
Anche Anena stava esaminandosi i graffi sul braccio.
"Li genera lei... sono i suoi figli. Anche se non è più borg il suo corpo non è cambiato. Consumerà la nave e continuerà a produrli."
Finn scosse la testa.
"Si comporta sempre da borg allora..."
"I borg assimilano. Lei mangia. Si mangerà questa nave e tutti quelli che la occupano. Poi troverà il modo di spostarsi e comincerà a diffondersi di pianeta."
"Non è troppo rassicurante e..."
Tektektek...
"...e direi che faremo meglio a muoverci."
I quattro si affrettarono.
Poco dopo raggiunsero il facente funzione di capitano Barrett e gli altri superstiti della Indefatigable.
TKar aveva appena cominciato a metterli al corrente che cominciò a sentirsi raspare alla porta.
Finn deglutì.
"È troppo sperare che qualcuno abbia lasciato fuori il gatto eh?"
Barret si mise subito all'opera.
"Stabiliamo un perimetro! Armi su letale! Tenete sotto tiro ogni apertura!"
Anena si fece vicino. A Finn e TKar e parlò sottovoce.
"Non voglio seminare pessimismo... ma non servirà a nulla. C'è un intero sciame là fuori. Se sfondano, la battaglia durerà pochi secondi."
"Non possiamo farci teletraportare dalla Seatiger?" Bisbigliò Finn.
TKar scosse la testa.
"Il campo di sfasamento è scomparso quando la regina si è risvegliata, ma il subspazio è ancora pesantemente danneggiato."
"Forse dovremmo rischiarcela..." Disse Finn rabbrividendo. Poi si rivolse ad Ultimo. "E tu non hai suggerimenti? Dovresti essere tu l'esperto qua... Vuoi farci sapere cosa ti passa per la testa?"
L'ex drone borg sembrò uscire dall'apatia che lo aveva colto dal risveglio della regina.
"Attivo output vocale:
Unimatrice compromessa. Azione: distacco. Eseguito.
Azione: relink a collettività: fallito.
Azione: creazione nuovo collettivo borg: Attivazione.
Azione: assimilazione forme di vita animali intelligenti: errore irreversibile.
Azione: riparazione impianti danneggiati: errore: database corrotto.
Azione: relink a collettività: fallito.
Azione: creazione nuovo collettivo borg: Attivazione.
..."
"È in loop..."
TKar lo chiamò.
"Signor Finn, stia lontano da quel borg..."
"Tranquillo, tenente. Ha sentito? È innocuo. Non può assimilare nessuno."
Poi si rivolse di nuovo a Ultimo.
"Quanto a te smettila di piangerti addosso. Non sei un computer. Hai un cervello in quella testa. Usalo e dacci una mano! "
"...impianti danneggiati: errore: database...
Richiesta azione individuale.
Azione: formattazione database: fallito.
Azione: accesso database unimatrice corrotta: fallito..."
"Bravo, così mi piaci. Spremi quei neuroni. Chip. Qualunque cosa siano."
"Azione: reset database da backup: backup corrotto.
Azione: riparazione backup: fallito.
Notifica: trovato database nascosto.
Azione: accesso: successo.
Azione: lettura database: successo.
Notifica: trovato protocollo di emergenza 'reggente' classe queen.
Valutazione tattica: positiva.
Azione: attivazione protocollo 'reggente'.
Azione: riprogrammazione naniti: successo.
Azione: designazione reggente.
Azione: assimilazione."
Il borg estroflesse gli assimilatori dalla mano destra e li conficcò nel collo di Finn."
"ULTIMO?! Machecc..."
Poi su Finn calò il buio.
... che fu seguito da una luce abbagliante.
Finn aprì gli occhi. Si trovava in uno spazio bianco. Il pavimento era bianco e non c'erano pareti. Solo un chiarore uniforme in qualsiasi direzione.
"Ecco lo sapevo. Sono morto e questo è il paradiso. Ma come faccio ad esserci finito? Ci deve essere un errore. Tra l'altro ho anche un'immagine di rocker maledetto da mantenere..."
"Drone attivo ed in attesa di ordini."
Finn si girò di scatto.
Ultimo era dietro di lui.
"Eccoti qua! Si può sapere cosa ti è preso?! E dove siamo."
"Questo drone ha attivato il protocollo di emergenza 'reggente'. Questo è un ambiente di incontro virtuale del collettivo borg."
"Mi hai assimilato?!"
"Affermativo."
"Bell'amico. Io mi fidavo di te."
"Negazione: unità Finn ha richiesto assistenza."
"Hai uno strano concetto di 'assistenza', sai?"
"Valutazione tattica: in attacco dello sciame contro gruppo questo drone è stato ignorato. Ipotesi: lo sciame mantiene parte della programmazione borg. Borg non assimila borg."
"Furbo... ma non avevi detto che non potevi assimilare nessuno?"
"Questo drone ha utilizzato database nascosto per programmare i naniti per creare entità classe 'reggente'. Questo drone rimane incapace di creare nuovi borg ma il reggente può farlo."
"Cioè io sarei un borg tipo Locutus?"
"Negativo. Designazione: 'reggente'. Il reggente ha discrezione assoluta di azione fino al ricongiungimento alla collettività borg."
"Assoluto? Quindi sono una regina... anzi un re borg!"
"Negativo: designazione: 'reggente'"
"È che suona così male... vuoi mettere 'Re Borg'? O anche Locutus è fighissimo. Senti? LoooCuuuTuuuuss... fa gelare il sangue..."
"Negativo: designazione: 'reggente'"
"Va bene, va bene... Vai a spiegare l'estetica ad un borg... Ma poi perché non hai usato i nuovi naniti su di te e sei diventato tu reggente?"
"Tatticamente e logicamente svantaggioso: il drone crea nuova unità e la protegge. Inoltre la nuova unimatrice parte già con due unità. Inoltre: questo drone è inadatto alla designazione 'reggente' in quanto manchevole di capacità decisionali ed operative."
"E così hai pensato a me, ma grazie!"
"Negativo. Questo drone ha scelto l'unità 'Finn' in quanto la più vicina."
"Ah ecco."
"Dovendo selezionare in base fruibilità e con i dati parziali sui presenti l'unità 'Finn' si colloca al 53° posto."
"Va bene, va bene, quanto sei pedante..."
"Questo drone andrà ora in sospensione."
"Cosa? Perché?"
"Questo drone è stato danneggiato dall'unità designata 'TKar' dopo l'assimilazione dell'unità designata 'Finn' ora designata 'reggente'"
"Cosa?!"
"L'unità designata 'TKar' si appresta ora a terminare l'unità designata 'reggente'. Si consiglia di prendere misure."
"Come?!"
Ma Ultimo era già scomparso nel nulla.
...
Finn riaprì gli occhi nella dura realtà. Solo per fissare il lato sbagliato di un phaser. Retto da TKar.
Finn sgranò gli occhi e scosse le mani per fermare il capo della sicurezza.
"Fermo fermo fermo! Sono io sono io! Non spari!"
TKar lo guardò con sguardo duro.
"Mi dispiace, signor Finn. Le avevo detto di stare lontano da quel borg."
Finn seguì lo sguardo verso il corpo riverso di Ultimo da cui si levava un filo di fumo.
"Sì sì ma io sto bene, senta mi lasci spiegare..."
TKar scosse la testa e sparò.
Finn urlò. Il raggio del phaser si disperse ad un centimetro dalla sua pelle (su cui stavano già cominciando a fiorire circuiti, notò).
"Ma guarda. Mi sa che mi sono adattato. Figo."
TKar gli lanciò un'occhiataccia ed armeggiò con i controlli del phaser.
"No! Non cambi frequenza! Mi dia un attimo!"
Ma TKar stava già ripuntando l'arma verso di lui.
"èstataunideadiultimolosciamenonattaccaiborgpossotrasformaretuttimantenedolacoscienzacosìguadagnamotempolapregolapregononmiuccidalaprego!"
TKar rimase fermo ancora un po' con il phaser puntato. Poi ripiegò il braccio.
Si rivolse al capitano Barrett e le porse l'arma.
"Prenda questo e cambi la frequenza senza dirmela. Se faccio qualcosa di strano spari prima a me e poi al signor Finn. Io sarò il più pericoloso."
Poi si rivolse a Finn.
"Proceda."
"Davvero?"
"Sì. È la cosa più logica."
Finn si guardò la mano destra ormai semicoperta di impianti. Stranamente non sentiva dolore. Flesse le dita. Le chiuse a pugno. Diede qualche colpetto al dorso."
"Signor Finn..."
"E un attimo! Non ho mai 'borghizzato' nessuno prima. Non so come si fa. Consideri anche l'ansia da prestazione. Poi sono stanco. Può capitare di fare cilecca..."
"Le ricordo che non abbiamo molto tempo."
"Grazie per la pressione... oh ecco!"
L'ago di un assimilatore era uscito finalmente dal dorso della mano destra.
"Allora vado... con permesso... prometto che sarò delicato..."
Anena, lì accanto, alzò gli occhi al cielo.
Finn infilò l'assimilatore nel collo di TKar.
Il vulcaniano rimase impassibile controllando le linee scure che cominciavano a formarsi sulla sua pelle.
Nell'attesa Finn usò i suoi nuovi artigli su Ultimo. Sperava che i nuovi naniti potessero ripararlo. Era un tentativo. Ultimo se lo meritava.
Dopo un paio di minuti TKar sembrò soddisfatto. Tornò dal capitano Barrett e si fece restituire il phaser.
"A quanto pare ho mantenuto la mia coscienza. Procederemo alla trasformazione dei superstiti, se permette."
Barrett lo guardò fisso degli occhi.
"Dovrei permettere la trasformazione dei miei uomini in macchine? Senta ho notato del terrore negli occhi dei suoi uomini quando parlate di questi 'borg'..."
"Capisco ma è l'unica via percorribile che abbia un minimo di possibilità di riuscita."
"Dovremo rimanere così per sempre?"
"Gli impianti possono essere eliminati in seguito. Avendo il controllo della collettività dovrebbe essere possibile disattivare le direttive di sicurezza che rendono il processo letale."
"'Dovrebbero'?"
"Sì."
Il facente funzione di capitano della Indefatigable sospirò.
"Proceda."
TKar e Finn si misero al lavoro, istruendo ogni nuovo borg ad assimilarne altri.
Quando lo sciame irruppe avevano appena finito. Tutti rimasero bloccati mentre le creature zampettavano attorno ai loro piedi.
"Sembra stia funzionando..." Azzardò Finn.
Per essere contraddetto da un urlo.
Le creature stavano aggredendo alcuni superstiti.
Barret fece per estrarre la sua arma ma TKar la fermò.
"No! Se ne colpisce uno potrebbero diventare ostili."
"Sono già ostili!"
"Sono quelli trasformati per ultimi. Probabilmente gli impianti non sono ancora abbastanza sviluppati."
"Non posso lasciarli morire così."
"Non può fare altro. E poi guardi: è già troppo tardi."
Lo sciame aveva infatti consumato in pochi secondi i corpi di sei malcapitati.
Sembrarono poi disinteressarsi ai novelli borg e si ritirarono. Ne rimasero solo alcuni ad erodere apparecchiature e pareti. Nuovo materiale da portare alla loro regina.
TKar lasciò il capitano Barrett ai suoi cupi pensieri e tornò da Finn.
"Be', ha funzionato... quasi."
"Sono stare perdite accettabili."
"Lo dica a Barrett..."
"È un ufficiale della Flotta Stellare. Reagirà."
Finn le lanciò uno sguardo triste.
"Forse. Ed ora cosa facciamo?"
"Torniamo sulla Seatiger."
"E come? Ha detto lei che il teletrasporto non è possibile."
"Esiste una cosa chiamata teletrasporto sub-quantico, ne ho perlato con l'ufficiale scientifico della Indefatigable. Ho controllato il database borg. Ne hanno gli schemi e li sto inviando a tutti nell'unimatrice. Con quello potremo teletrasportaci sulla Seatiger."
"Grande TKar! Ma se esiste un simile teletrasporto perché non lo usiamo sempre?"
"Perché è inefficiente e inaffidabile. La materia viene inviata in stato di fluttuazione quantica che si degrada facilmente."
"Ah. Quindi usandolo rischiamo di morire."
"Sì."
"perdite accettabili?"
"Sì"
"Scusate..."
I due si girarono verso Anena.
"... ma se lei ha trovato gli schemi nel database borg non significa che ce l'ha anche la regina? Credo che stia iniziando a costruirlo adesso..."
TKar lo guardò duramente.
"Guardiamarina. È possibile che il suo collegamento con la regina sia bidirezionale?"
"Err... è possibile..."
"E non ha pensato di riferircelo?"
"Senta, non lo sapevo va bene?"
"D'accordo inutile recriminare. Ora siamo in corsa contro il tempo. Sto informando tutti nell'unimatrice di tenere il guardiamarina Lawtoein all'oscuro di tutto."
TKar stava per allontanarsi, ma Finn lo bloccò.
"Una cosa. Perché non abbiamo avvertito il capitano Kenar di quello che sta succedendo?"
TKar lo guardò come soppesandolo poi disse:
"Perché prevedo scenari in cui fornire quest'informazione potrebbe essere deleterio."
"E questo cosa dovrebbe significare?"
Ma TKar si era già allontanato.
"Lei mi sembra un po' troppo a suo agio con questa storia dell'unimatrice, sa?" Disse Finn inascoltato.
USS Seatiger - Plancia
un'ora dopo
Arjian stava ricevendo rapporti da tutti i ponti. Malfunzionamenti di tutti i sistemi.
"Cosa diavolo sta succedendo. Ed esattamente nel momento peggiore. Non può essere una coincidenza."
Tholos richiamò la sua attenzione.
"Capitano! Stiamo perdendo il contatto con varie sezioni della nave."
Arjian attivò il comunicatore.
"Kenar a Carelli."
"Le comunicazioni interne non funzionano, capitano. Ed abbiamo appena perso anche il computer."
Il capitano della Seatiger imprecò tra sé e sé.
Erano ciechi e sordi. E paralizzati. Era un attacco in piena regola.
In quel momento di fronte a lui si materializzarono delle forme.
Quando si solidificarono vide che si trattava di Finn, TKar ed altri due uomini.
Tutti borg.
Scattò dalla sedia, ma Finn fu più veloce.
Gli fece il suo caratteristico sorriso sghembo.
"Scusi capitano, ma ora non ho tempo di spiegare."
E gli infilò qualcosa nel collo.
Spazio virtuale di collegamento Unimatrice 7480946
Contemporaneamente
"Ed è così che è andata." Terminò di raccontare Finn.
Il viso di Droxine era corrucciato.
"Mi spiace per non essere stata al mio posto durante la crisi, capitano."
"Non si preoccupi, tenente. Non avrebbe potuto fare nulla in ogni caso."
"Non capisco però. Se l'equipaggio della Indefatigable si è teletrasportato qui, perché non distruggere semplicemente la loro nave con un siluro?"
TKar si fece avanti.
"La regina ci ha battuti sul tempo. Quando siamo stati pronti lei aveva già cominciato a trasportare il suo sciame sulla Seatiger. Temevamo che attaccasse l'equipaggio, invece ha disabilitato la nave. Il che è tatticamente giusto. La prima cosa che avremmo fatto appena messo in salvo i superstiti sarebbe stato distruggere la Indefatigable."
Il capitano della Seatiger si rivolse irato al suo capo della sicurezza.
"Se ci avesse avvertito avrei potuto prendere delle misure."
"Capitano, ne abbiamo già parlato. I membri della Flotta Stellare contemporanea soffrono di un terrore assoluto nei confronti dei borg. Sapevo che c'era la possibilità di dover assimilare anche l'equipaggio della Seatiger, come poi è successo. Avrebbero resistito con forza."
"Non era una decisione sua da prendere. Avrei persino potuto prendere la decisione di sacrificare voi e la Indefatigable non ci ha pensato?"
"Sì, signore, ma la priorità era salvare l'equipaggio della Indefatigable. Ho preso le mie decisionie e ne subirò le conseguenze."
"Ci conti. Ma adesso non è il momento."
Finn si fece avanti.
"Bravi. Non mi piacciono le discussioni in famiglia. Quindi adesso quale è il piano?"
"Il piano è, signor Finn il seguente: troviamo il modo di distruggere la regina, sciogliamo il collettivo. E ci togliamo di dosso i maledetti impianti borg."
"Bel programma. Sapessimo come attuarlo... "
"Abbiamo ancora tre assi nella manica, signor Finn."
"Parli pure. Il guardiamarina Lawtoein è offline."
"Uno: appunto il guardiamarina Lawtoein. Due: i profeti. Tre: Il signor McAllan a bordo del workbee."
"Ah bene. Cosa può andare storto?"