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USS SEATIGER - MISSIONE 04 RSS USS SEATIGER - Missione 04

04.09 " Godot, uno di noi "

di Arjian Kenar Geran, Pubblicato il 01-11-2017


In qualche luogo, in qualche tempo
Contemporaneamente


Il torpore che avvolgeva la sua coscienza allentò gradualmente la morsa lasciandogli percepire un fioco barlume di luminosità.
Kenar dischiuse lentamente gli occhi e la prima cosa che notò fu una luce tremolante che illuminava l'ambiente circostante. Gli ci volle un po' per cominciare ad avere qualcosa a fuoco, ma sin da subito ebbe la fastidiosa sensazione di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Provò a muoversi, ma le sue membra - anch'esse ancora intorpidite - parvero non volerne assecondare il volere.
Gli occhi, quelli sì, fortunatamente guizzavano tutto intorno ansiosi di carpire maggiori informazioni.
Cercò di accedere alla memoria a breve termine per carpire la sua ultima collocazione nello spazio e nel tempo, ma la sua mente era ancora talmente torbida da non riuscire a discernere quale tra la precedente situazione e quella attuale fosse reale.

"È un sogno?!"

Udì uno scoppiettio.
Allertato, fece appello a tutte le sue forze per tirarsi su e inaspettatamente questa volta trovò più collaborazione da parte delle sue membra.
Si mise seduto.
Non era a bordo della sua nave, ma questo l'aveva già intuito.
Era dentro una tenda. Una luce tremolante proveniente dall'esterno proiettava due ombre silenziose.

"Un accampamento di fortuna o un luogo di prigionia?"

Controllò se avesse dei vincoli, ma sia mani che piedi erano liberi. Decise quindi di alzarsi e scoprire dove si trovasse.
Appena fuori vide Finn e TKar in uniforme, davanti al fuoco e intenti ad arrostire dei marshmallow nel più completo silenzio.

"Finn, TKar ... cosa ci facciamo qui!?"
Finn si voltò verso Kenar e con fare estremamente serafico rispose: "Aspettiamo."
"Aspettiamo cosa, Dewey!?"
"Di riprendere il nostro viaggio." Rispose stavolta TKar e porgendo lo spiedino con un marshmallow cotto a puntino, aggiunse "Inganni l'attesa con questa delizia..."

Il Trill cominciò ad irritarsi davanti a quel atteggiamento stranamente così lassista.

"Eravamo in piena emergenza e voi due a bordo della Indefatigable a fare il vostro dovere ..." Allargò le braccia e rivolse lo sguardo alla volta stellata come a voler sottolineare ai suoi compagni l'evidente stranezza di quella situazione, e aggiunse "... ora ce ne stiamo qui a campeggiare, ad arrostire marshmallow e ad aspettare Godot. Ora, di grazia, volete spiegarmi cosa diavolo sta succedendo!?!"

TKar inarcò un sopracciglio alla sua maniera e si rivolse a Finn con una faccia interlocutoria, il quale a sua volta rispose senza pensarci troppo: "Godot?! Uno di noi."

Kenar fu sul punto di inveire, ma l'ultimo scambio tra i due ufficiali lo spiazzarono...

"Deve essere un modo 'lineare' di riferirsi alla nostra entità ..."
"O vi state prendendo gioco di me, oppure è solo incubo da cui a breve mi sveglierò."
Improvvisamente un urlo bestiale squarciò il silenzio circostante.
"Cosa è stato?"
"Sappia che non è stata nostra intenzione portarlo fin qui..."
"Come del resto l'Indefatigable." Aggiunse TKar "Un fortuito errore."
"Non ho intenzione di rimanere qui ad aspettare, devo tornare alla mia nave ... con o senza il vostro aiuto!"
"Ci dispiace..." Rispose Finn "Noi non possiamo aiutarla, Arjian... anche noi siamo bloccati qui ..." e imbracciando la chitarra classica poggiata per terra le sfiorò le corde facendone uscire un Re Minore.
Kenar non capiva il significato di ciò che gli stava accadendo, ma decise di abbandonare l'accampamento e si inoltrò nella boscaglia risoluto a trovare una via d'uscita.
Dopo qualche minuto di cammino nel buio una possibile spiegazione gli balenò in mente... ma la scartò quasi subito.

"Ma cosa vado pensando!?!"

Ma in cotanta assurdità, avrebbe potuto essere un'opzione verosimile, così decise di recuperarla.

"Computer, arco!"

Nessun arco si materializzò davanti a lui.

"Computer, terminare programma!"

Tutto ciò che lo circondava era ancora lì: il silenzio assordante, la fitta boscaglia e le ignote costellazioni che pigolavano sulla volta celeste.

"Valeva la pena provarci..." Cercò di giustificarsi con sé stesso.

Improvvisamente udì il fruscio di qualcosa che correva per il sottobosco.
Si stava dirigendo verso di lui.
Provò a cercare qualcosa intorno da utilizzare come arma di difesa, ma la luce cinerea non rivelò nulla utile al suo scopo.
Il fruscio si avvicinava sempre più ed improvvisamente si ritrovò a terra assieme a quella cosa che lo aveva travolto.
Kenar si rialzò il più velocemente possibile e assunta una posizione di difesa, aguzzò la vista cercando di capire cosa gli fosse venuto addosso. Nell'oscurità gli parve di intravedere una figura umanoide ma con del piumaggio addosso. Si avvicinò leggermente e non appena l'essere rivolse il suo volto a favore della luce fioca emanata dagli astri, notò un dei marcati disegni di tipo tribale.

"Ehi, tu ... mi capisci?"

Kenar tentò un primo contatto con l'umanoide, sperando che il traduttore universale funzionasse.

"Sì, ti capisco."
"Io sono Arjian Kenar della Federazione dei Pianeti Uniti."

L'umanoide gli parve sorridere a quella frase.

"Anena Lawtoein ... della Federazione dei Pianeti Uniti, anche io."

Arjian abbandonò lentamente la posizione di difesa e gli si avvicinò con cautela.

"Dove ci troviamo? Lo sai?"
"In un luogo non 'lineare'."
"Anche tu con questo 'lineare'!? Deve essere per forza un incubo ... dannazione!"
"No, non è un incubo ... ci troviamo veramente in un altro piano esistenziale ... non 'lineare'"
"Senti, la Seatiger ha bisogno di me, non posso rimanere qui! Come ne usciamo?!"
"Io non ne voglio uscire!"
"E perché mai?!?"
"Sono intrappolato assieme ad un bestione alieno che potrebbe svegliarsi da un momento all'atro...e sto cercando di fuggire..."
"Non intendo darti lezioni di vita ...A-Anena, giusto!?"
"Giusto."
" ... ma lascia che ti dica che non è scappando dalla realtà che potrai risolvere la tua situazione. La devi affrontare! Dimmi, come possiamo uscire da qui e ti aiuterò io."
"Semplice: basta volerlo!"
"Ok, ok ... mi stai prendendo in giro..."
"No, per niente! Pensalo, e ne sarai fuori."