Luogo e Ora : Sistema Sithicus Pianeta BlackHeart Bleeding Rose - Ore 23:30 locali
Data Stellare : Da definire
Non ci sono insegne, sulla porta del Bleeding Rose: il locale non è posto per ignari passanti. Al proprietario è sufficiente essere conosciuto dai suoi frequentatori abituali: persone di mille nazionalità, che non amano attirare l'attenzione su d i sè, e che sanno apprezzare la discrezione, ricompensandola con oro sonante.
Seduta in una piccola stanza al secondo piano del locale, T'eyan controlla la strada, servendosi dei monitor del circuito di sorveglianza, messi gentilmente a sua disposizione dal proprietario del Bleeding Rose : è un uomo prudente, che comprende che tenere sotto controllo quanto li circonda può significare la vita o la morte per lui come per tutti i suoi avventori.
Per esempio, se la Confraternita di Orione fosse riuscita ad arrivare fino a lì...
Ma adesso, il problema di T'eyan non è Orione, né la Federazione, né il Dominio, ma l'equipaggio. La loro vecchia nave, la Raven, è esplosa dopo uno scontro con i Romulani, portando con sé nella gloria di Sha-Ka-Ri la maggior parte dei membri del suo equipaggio. Jolar'Nat, Aldea Ajdar, e lei stessa si sono salvati a stento, assieme a pochi membri della bassa forza. Debbono trovare in fretta una nuova nave, e gente per governarla, adesso, con le navi di Orione e agenti nemici dappertutto!
Sul monitor di sinistra appare una figura avvolta in un mantello. Un uomo si guarda intorno, esitando. Prende un foglio da una tasca, e lo consulta, illuminandolo con una piccola torcia. Mette il foglio in tasca, e riprende a camminare. Esce dalla visuale del monitor di sinistra, ma adesso lo sta inquadrando la telecamera centrale. Si avvicina alla porta del locale.
T'eyan preme un pulsante, con un breve ronzio le telecamere inquadrano la sala centrale del Bleeding Rose. Manovrando sulla pulsantiera, stringe l'inquadratura sull'ingresso, e l'uomo riappare sui monitor, ripreso in varie angolazioni. Il cappuccio del mantello scende sulle spalle, e la vulcan nota il suo cranio lucido. Lo sguardo dell'umano si fissa sulla ragazza di Orione che sta danzando nuda sulla pedana al centro della sala, al suono sussurrato di un flauto di Pan. Lui vede la luce brillante dei riflettori indugiare sulle spalle di lei, disegnare le vertebre scivolando verso la curva dei fianchi. Le mani dorate di tatuaggi segnano il tempo, oscillando lungo il corpo, risalendo, avvolgendosi ai capelli per poi ridiscendere, trattenendosi mollemente sui seni...
L'uomo si riscuote. Si guarda intorno, poi si siede accanto ad uno dei tavolini di malapchite, che si accende di una luce fioca, fluorescente. Dal cappuccio del suo mantello spunta uno strano animale dall'aspetto esotico, che si aggrappa al braccio dell'uomo. Lui lo posa sul tavolino, delicatamente, mentre T'eyan segue attentamente i suoi movimenti.
Un rumore. T'eyan non si volta. Sa di chi si tratta. A voce alta, dice:
"Dovresti stare più attenta, Celeste: ti ho sentito fin dal corridoio"
"Non mi avresti sentito, nemmeno con quelle tue orecchie a punta vulcaniane, se avessi voluto entrare di soppiatto" - ribatte la donna, raggiungendola accanto ai monitor. "Su Raynor III, prima di essere catturata da quella nave di schiavisti orioniani, ero la migliore ladra della Gilda..."
A dispetto della sua attuale grassezza, che la fa assomigliare ad una tranquilla matrona terrestre, Celeste è stata effettivamente una ladra eccezionale, in gioventù... Ed anche una valorosa combattente nella ribellione degli schiavi contro la Confederazione di Orione, a quanto
Jolar'Nat ha raccontato a T'eyan... Peccato, pensa T'eyan, che si sia lasciata andare così, una volta abbandonate le armi per quel lavoro di barista del Bleeding Rose...
T'eyan punta il dito sulla figura inquadrata. - "Quello deve essere il medico di cui ci ha parlato Akhar. La descrizione corrisponde".
Amplia la visuale, fino ad inquadrare l'intera sala. Celeste non ha nessuna difficoltà ad identificare fra gli avventori le facce nuove degli uomini che sono venuti lì per la prima volta.
Sui monitor appare anche Aldea Ajdar, seduta ad un tavolo insieme ad un Klingon che lei usa chiamare Liam.
T'eyan riprende: "Adesso ci sono tutti quelli che ci hanno segnalato, giù nella sala centrale. Sono sette persone, di varie razze. Due motoristi, due addetti alla consolle scientifica, un cuoco, un pilota, un medico. Tutti di sesso maschile. E' possibile che fra di loro si nascondano una o più spie, purtroppo... Secondo i sensori, tutti hanno addosso almeno un'arma ad energia. E probabilmente hanno anche armi bianche, nascoste addosso."
"Puoi usare la stanza accanto a questa per i tuoi... interrogatori." - le suggerisce Celeste - "E' insonorizzata, e tu conosci le sue possibilità, in caso di... incidenti"
T'eyan scrolla il capo:
"Spero che non sia necessario. Io ed Aldea Ajdar ci siamo divise il compito: lei si sta occupando di trovare il cuoco, ed i motoristi per la nostra nave io debbo pensare al medico, al pilota e ai due analisti scientifici"
Si alza in piedi:
"E' il momento di muoversi" - dice - "Celeste, tu continua a tenere d'occhio quei monitor... Non vogliamo sorprese, per stasera. Io vado a dare un'occhiata agli uomini che ci ha mandato Akar"
Pochi minuti dopo, entra nella sala centrale del Bleeding Rose. Appostato vicino alla porta, il grosso Klingon che Jolar'Nat chiama Babel sorveglia la sala.
Il flauto di Pan spegne le sue ultime note e la ragazza di Orione si inchina verso il pubblico, poi sparisce dietro una tenda che funge da sipario, inseguita dai fiochi applausi degli astanti.
T'eyan si siede a cavalcioni su una sedia accanto al tavolino dell'umano che ha visto entrare per ultimo.
L'umano per un istante fissa la vulcan, sorpreso, poi abbozza un sorriso:
"Spiacente, ragazza, non ho soldi con me. Va a cercarti un altro cliente, io sto aspettando una persona."
"E' me che stai aspettando, umano." - dice T'eyan.
Un lampo, nei suoi occhi. T'eyan lo fissa, impassibile come solo i vulcan sanno essere. L'umano si passa la lingua sulle labbra:
"Tante scuse, non immaginavo. La persona che mi ha indirizzato qui non mi ha detto chi avrei incontrato. Mi ha detto solo che avrei avuto un passaggio per Togartu. E che c'era parecchio denaro da guadagnare. Quello che non mi ha detto è: quanto."
T'eyan: "Quanto basta da metterla a riposo definitivamente in un anno o due, se sarà sufficientemente in gamba."
"Io *sono* in gamba" - risponde lui - "Il mio nome è Herbert G. West. Sono stato un medico della Flotta Stellare. Poi ho lavorato con i Ferengi. Conosco la fisiologia Klingon come pochi. Conosco anche i metodi dei guaritori del tuo pianeta, se ti piacciono le loro erbe e stregonerie. Ho girato per tutto il Quadrante, come medico di bordo di tante navi. Sono pronto a ricucire ferite come a curare le malattie veneree, se la paga è buona. E non faccio mai domande stupide come
"
T'eyan: "Nel nostro ambiente i rischi sono forti, ma vengono ricompensati bene. C'è una base di 10 pezzi d'oro all'ingaggio, che poi viene incrementata ad ogni affare che mandiamo in porto: gli introiti sono divisi in maniera proporzionale fra i membri dell'equipaggio."
West: "Voglio 30 pezzi d'oro all'ingaggio."
"Nessuno di noi ne ha avuti tanti, all'ingaggio." - risponde la vulcan, mentendo - "Posso offrirgliene 15, al massimo"
West: "25"
T'eyan fa per alzarsi: "Niente da fare!"
West la ferma con un gesto.
"20. Non uno di meno!"
T'eyan sembra riflettere un istante, poi torna a sedersi accanto all'uomo.
"Vada per venti." - dice, senza lasciar trapelare la sua soddisfazione. Era esattamente quanto aveva in mente di offrire all'inizio. E' facile prevedere le mosse di chi ha avuto a lungo che fare con i Ferengi, riflette la donna.
In questo, l'umano non ha sicuramente mentito.
Lo sguardo della donna si posa sullo strano animale portato dall'umano, che si è accovacciato sul tavolino. Allunga la sinistra, per accarezzarlo.
L'animale si ritrae, a scatti, poi annusa la mano che si avvicina.
L'umano sorride:
"Lui è Kashit. E viene con me. Non appartiene a nessuna razza. L'ho creato io, in laboratorio, incrociando i DNA di tre razze differenti. Mi è costato il licenziamento dalla Flotta Stellare, ma è il mio pupillo. Vedo che lei gli piace: avrebbe già morso la sua mano, altrimenti. Il bimbo ha buon gusto. Anche a me, tu piaci molto."
Sotto il tavolo, la sua mano sfiora le gambe della vulcan.
T'eyan gli blocca la mano. Di fronte all'espressione di lui, che si chiede se si è spinto troppo oltre, abbozza un lieve stiramento di labbra che assomiglia ad un sorriso. Si alza in piedi. Fa cenno all'uomo di seguirla dietro una tenda. L'uomo sorride, trionfante. Fa risalire Kashit sulla sua spalla, poi si alza.
Celeste, dalla stanza dei monitor, segue con lo sguardo i due che si allontanano. Dipinta sul suo volto, c'è la smorfia ironica con cui usa nascondere la sua preoccupazione, mentre si chiede se quell'umano sopravviverà fino all'indomani.
T'eyan guida West dietro la tenda che funge da sipario. Salgono una scala, dove incrociano la ragazza di Orione, che sta tornando in scena per il prossimo numero. A West non sfugge un cenno d'intesa fra le due donne. La vulcan sfiora con la mano un sensore e apre una porta. West si accosta, sospettoso. Dalla porta vede una piccola stanza imbiancata a calce. Il pavimento è occupato da un futon aperto.
"Entra" - dice lei.
West sogghigna:
"Personalmente preferisco i letti.Ma anche questo andrà bene, se è quello che vuoi."
Posa Kashit per terra. L'animale corre nella stanza, sistemandosi vicino alla finestra. Le si avvicina, la stringe contro lo stipite della porta, poi la bacia. Lei risponde al suo bacio, preme il suo corpo contro il suo, le sue mani lo accarezzano, risalgono verso il collo di lui.
Dolore!
Il dolore lo invade. Lancinante.
Lo sguardo si annebbia, sente le gambe piegarsi.
Lui capisce: La mano di lei sta stringendolo alla base del collo.
fa in tempo a pensare, mentre le tenebre si precipitano su di lui.
E' disteso sul futon, quando si risveglia. Dalla finestra viene una luce rosata che anticipa l'alba. La testa gli fa male, sente la lingua impastata come dopo una sbornia. Quante ore sono passate?
Kashit viene a leccargli la faccia. West lo accarezza, meccanicamente. Si alza. I suoi abiti sono nell'angolo, ben piegati. Non trova il faser, e la cosa non lo sorprende.
La porta si apre.
La vulcan!
Infuriato, fa un passo nella sua direzione. La donna lo ferma con un gesto:
"West, tu hai fatto parte della Flotta Stellare. Dovevo essere sicura di non avere a che fare con una spia. Per questo ti ho portato qui."
West:
"Tu. Brutta p. Tu mi hai sondato! Ha fatto su di me la fusione mentale!" - la testa gli fa male - "Questo non era nei patti! Io me ne vado, e se ci tieni alla pelle non provare a fermarmi, donna!"
Prende gli abiti e comincia a vestirsi, mugugnando:
"Averlo saputo prima. Io non sono venuto qui per farmi sondare"
Si china per infilarsi le scarpe. Un capogiro lo costringe a fermarsi, appoggiandosi alla parete.
La donna gli si avvicina:
"Questi effetti collaterali spariranno fra poco." - sporge una mano, che l'umano scosta con un gesto rabbioso.
La vulcan lo afferra per il mento, obbligandolo a guardarla negli occhi:
"Io sono T'eyan, ex membro della Resistenza maquis. Ho ucciso più uomini di quanti tu possa averne curati in tutta la tua vita. Se avessi voluto ucciderti non ti saresti svegliato, stamattina, come è successo ad altri che Akhar ci ha spedito qui ieri sera!" - lo lascia. Sul volto di lui rimane la traccia rossa delle sue dita - "C'è qualcosa che ho visto nella tua mente, ed è il fatto che tu non hai alternative la tua passione per l'ingegneria genetica è costosa, e spendi più di quello che riesci a guadagnare anche con i tuoi traffici. Sei un buon medico, ma non c'è più nessuno che ti darà una mano a risalire la china. Nessuno tranne noi. Puoi lavorare per la Fratellanza, dottor West, oppure uscire da quella porta.Ma non troverai, da nessuna parte, una occasione come questa per rifarti di tutti gli sputi in faccia che la vita ti ha riservato!"
Lui sa che è vero. Ha un disperato bisogno di denaro, se vuole mantenere il suo laboratorio, nascosto su un planetoide vicino a Darsit VII. I suoi esperimenti sono fermi da mesi, ormai, perché il laboratorio manca di alcune attrezzature indispensabili per il loro proseguimento. Oltretutto, il suo ultimo ingaggio è terminato bruscamente: lo hanno sbattuto fuori dalla sua ultima nave troppo in fretta per permettergli di prendere la sua cassetta di pezzi d'oro, che è rimasta a bordo, con tutta la sua roba. Tutto perduto, per una dannata lite con un dannato Klingon!
Chiude gli occhi, per un istante. La testa ha smesso di dolergli, ma gli rimane un fastidioso senso di spossatezza nelle ossa.
Non ha alternative. E' l'unica cosa di sé che vede con chiarezza: forse un giorno riuscirà a venirne fuori, riuscirà a trovare la chiave per ritornare ai suoi esperimenti di genetica. Ma per il momento, il suo futuro è là, su Togartu, con quella donna e i suoi pirati.
Riapre gli occhi, e li fissa dritto nelle pupille dell'altra:
"Un giorno o l'altro avrai bisogno di me, T'eyan. Saprò ricordarmi di questo, allora!"
T'eyan risponde:
"Quel giorno, forse, mi ringrazierai."
West raccoglie il suo mantello. Il piccolo Kashit corre a rifugiarsi nel suo cappuccio.