00.07 " Imbarco Najiro Okuda "
di Najiro Okuda, Pubblicato il 01-12-2014
Sol III - GHQ Starfleet
04/04/2381 - ore14:29 - DS:58235.60
Relax. Ci voleva relax.
Gli serviva, e da molto tempo,più di quanto non ammettesse in realtà, neanche con se stesso, gli mancava.
Era ora di abbandonare almeno per un pò, chissà, forse per sempre?, il vecchio compito, le vecchie responsabilità a cui da tanto tempo era abituato, e conosceva un solo modo veramente, pragmaticamente efficace per farlo.
Aveva rubato tre intere ore del suo tempo per sé stesso, una cosa che non faceva da tantissimo tempo, tanto di più di quella mezz'ora che rubava tutti i giorni dalla sua pausa pranzo per tenersi in allenamento. da un'ora e 45 minuti era fermo immobile nel centro della saletta di allenamento del dojo dell'Accademia della Flotta, a pochi minuti a piedi dal suo ufficio.
Fermo. I piedi sono radici, e sprofondano nella terra. Da essa traggono forza e stabilità.
Respirare: il suo fiato era il vento dell'universo, ogni ispirazione portava dentro di lui le stelle e ogni espirazione eliminava la sua ansia.
Ogni muscolo ha la sua funzione, per ognuno di essi esiste l'uguale e il contrario, come tutto nell'universo. E per ognuno bisognava trovare la giusta proporzione tra tensione e rilassamento.
Occhio... mano... tatto... valutazione. Lama estrarre colpire fermare rinfoderare: "KIAI".
Per un attimo ai quattro bamboo da tre pollici ed alla mela sospesa su un foglio di carta velina non sembrò essere successo niente, nonostante un lampo azzurro acciaio.... poi, la forza di gravità si accorse di avere dei nuovi diritti nei loro confronti, e quattro mezzi bamboo e mezza mela caddero per terra. Il foglio di carta non aveva neanche vibrato. I tagli erano nettissimi.
Respiro.Cambiamento.Cambiare era giusto.
Tutto cambiava costantemente per rimanere uguale.
Tempo fa aveva restaurato una vecchia pellicola cinematografica del periodo intorno al 1980, e gli era piaciuta molto una frase di quel vecchio spettacolo:"Senza cambiamento qualcosa dentro di noi si addormenta..."
Era ora di svegliare il dormiente.
Espirò.
L'esercizio basilare del katado, come sempre, l'aveva lasciato tranquillo, rilassato e ritemprato. Una volta un giovane ufficiale della Flotta gli aveva chiesto "che cintura era" aveva riso finché non aveva capito che l'altro parlava sul serio, al che gli aveva chiesto che cintura era lui nell'arte di vivere.
L'altro non aveva capito bene, ma si era avvicinato allo zen. Sperava di aver fatto del bene a quel giovane ufficiale.Estrasse la sua katana e la pezza di lino oleata, pulì la lama e la ripose inspirando profondamente. Fu in quel momento che il suo allievo interruppe la sua concentrazione.
"Si?"
"Sensei, deve presentarsi all'imbarco. ha ancora 120 minuti"
"Grazie, Shòa"
"Si figuri Sensei, è un piacere." sorrise.
Chissà fra quanto tempo qualcuno lo avrebbe di nuovo chiamato sensei. Ora sarebbe stato "comandante". Dopo tanto tempo che non sentiva gente rivolgersi a lui con quell'appellativo, la cosa presentava un suo certo lato umoristico e sorridere di sé stesso era quasi dovuto.
Uscì dal dojo e si recò negli spogliatoi, dove l'attendeva la sua borsa. Poche cose rispetto a poche ore prima, ma la semplicità era sicurezza e praticità. A volte anche nel bagaglio.
Si immerse nella profonda vasca del bagno giapponese, quindi si pulì e si sciacquò con l'acqua del secchio.
Si asciugò velocemente ed indossò la divisa della Flotta nuova di pacca che lo aspettava nello spogliatoio. Fuori pioveva e quindi si buttò addosso una mantella da gala con cappuccio di una vecchissima uniforme della Flotta, di quando ancora ci si vestiva in rosso e bianco e non con le odierne tutine in nero, sicuramente molto più pratiche a bordo di una nave ma con meno "ki", meno anima. a parte il suo katagi e la sua katana (del 1769... ottima lama, ottima anima... un modo per ricordarsi dei kami) ed una scatolina con due gioielli in oro e diamanti da cui non si separava mai era più o meno l'unica cosa nella sacca che avesse più di 24 ore di vita.
Cambiamento.
Uscì dal complesso e fermò un taxi.
"Stazione di teletrasporto 15, Los Angeles". il tassista lo guardò stralunato."Mi scusi, lo sa che esiste una stazione di teletrasporto a 500 metri da qui? Col traffico di oggi non ci metteremo meno di tre quarti d'ora ad arrivare laggiù"
"Lo so , ma ho ordini precisi. Per favore, mi porti dove le ho chiesto..."
"Ma.."
Il tassista intravide i suoi occhi nello specchietto retrovisore. Tanto gli bastò.
"Certo signore, come desidera..."
Il dormiente stava per svegliarsi.
Betazed - Accademia Militare Federale
Dock / spazioporto adiacente alla struttura
17/05/2381 - ore 05:34 - DS:58372.99
A bordo del runabout di trasferimento, staccatosi dalla nave che lo aveva portato lì, passò di fianco ad una nave. Piccola, bella e nuova. Di fianco ad una nave di classe Sovereign sembrava scomparire, ma era la realizzazione di anni di fatiche, ed ora stava lì, placido delfino degli spazi, come addormentata in attesa del suo equipaggio. Mentre la fiancheggiavano, i tecnici dello scalo accesero le luci di navigazione e comparve la scritta NX 51259 NORN sul disco frontale. Sorrise. Ben pochi oltre a lui, forse neppure il capitano ancora, sapevano che quella scritta era falsa e che le prime lettere avrebbero dovute essere UTS. D'altra parte che cavolo di incarico sarebbe stato "Primo Ufficiale Storico" su una nave normale della Flotta??? Da quando le navi avevano bisogno di un'ufficiale "storico"? Infatti per chiunque non facesse parte delle trenta selezionatissime persone componenti l'equipaggio e veramente pochissime persone al di fuori di quelle, lui sarebbe stato un "normale" specialista di missione.
Sempre più ironico.
Betazed - Accademia Militare Federale
Ufficio dell'Ammiraglio James Aubrey
17/05/2381 - ore 07:34 - DS:58372.99
"Signore, c'è qua una persona in divisa da comandante che chiede di vederla. Ha detto di chiamarsi Najiro Okuda"
"Come????? doveva essere già all'imbarco... lo faccia passare di corsa."
La porta dell'ufficio dell'ammiraglio si aprì e lui entrò, sbattendosi sull'attenti come e meglio di un cadetto del terzo anno.
"Comandante Najiro Okuda a rapporto, come da ordini ricevuti."
"Per favore, piantala e siediti, sta storia dell'UTS mi fa già stare coi nervi a fior di pelle e tu avresti già dovuto essere alla sala di imbarco... vuoi qualcosa da bere?"
Si sedette comodamente nella poltrona di fronte alla scrivania dell'ammiraglio che conosceva da anni e col quale aveva a lungo lavorato al progetto della realizzazione di un ufficio temporale che oggi nasceva.
"Un the verde, niente zucchero grazie. E pensavi che dopo 4 giorni nell'isolamento di quel "barattolo spaziale" con cui mi hai fatto trasferire non sarei passato a sentire le ultime novità prima del go?"
"Me lo dovevo aspettare, hai ragione. ovviamente il the in tazza alla giapponese in porcellana, vero? Quando ti deciderai a bere in un modo un pò meno cerimoniale?"
"Le cerimonie sono simboli Jack, e i senzienti vivono immersi in un mare di simboli. Senza simboli non esistono senzienti né civiltà, e non capirli significa rimanere ciechi rispetto a quella civiltà. Ed io sono sempre stato e sempre resterò uno storico, cioe' un lettore di simboli. Piuttosto non credi di dover essere un pò più distaccato e formale coi tuoi sottoposti? In fondo potrei approfittare di tutta questa familiarità per chiederti qualche trattamento di favore..." Sorrise.
Aubrey si mise a ridere, ancora un pò strafogandosi col suo the.
"Comandante Okuda, vada a dar via i piedi!! E sono fine.... ti rendi conto che se qualcosa in sta storia va storta sarà il mio culo a finire su una graticola? O credi che il Grande Capo Raistlin o la supercapa Suffritti ci metteranno il loro al posto del mio? O pensi di metterci il tuo??? Tu te ne starai rintanato sulla Norn e non credo che se qualcosa non funzionerà per il suo verso riuscirò a fare passare che la colpa era tua o di Shorek... Oltretutto spero che quest'equipaggio selezionato dall'uffpers riesca davvero ad integrarsi bene come dicono i numeri, basta uno che faccia una cazzata e ci giochiamo la nostra civiltà."
"Non è per questo che mi imbarco?"
"Certo, ma non conosco tutti gli altri di persona. Su Shorek posso mettere la mano sul fuoco, ed a dire la verità lo sto facendo, ma avrei preferito conoscerli tutti di persona. E poi tutti loro pensano che questa sia una nave normale, e chissà quanto ti staranno ad ascoltare se dirai un no."
"Non ti fidi più di me Jack? Vuoi imbarcarti tu al posto di Shorek? Pensi che abbia perso il mio mordente? Sono vecchio, ma non rimbecillito."
"Sì, idea geniale.... poi mi spieghi come facciamo a spiegare la mia sparizione così d'an bleu .... no, ormai i giochi sono fatti e che tutti gli dei conosciuti dell'universo me la mandino buona."
"Dovresti provare il katado Jack, saresti più rilassato."
"Bah, lasciamo stare va.... l'unica novità sarà che il grande telone sul baraccone lo scopriranno direttamente Raistlin e la Suffritti durante un secondo briefing in spazio aperto."
"COSA??? E chi ce li porterà là???"
"La sovereign."
"Speriamo solo che a Riker o a Blackband non venga in mente di farci una visita di cortesia. Lo sai che Blackband è un esperto di informatica?? Se quello sale a bordo e vede un monitor siamo nei guai."
"Non sono scemi, e se Raistlin gli dice di farsi una manicata di affaracci loro quei due se la faranno, tranquillo."
"Speriamo.... sarà ora che vada ad imbarcarmi ormai, non vorrei fare tardi."
"Dai che ti accompagno, tanto devo venire anche io là."
"Alt, fermo lì. Che cosa vuoi fare, delegittimare un capitano prima ancora che prenda il suo comando??? Sarà meglio che tu in quella sala ci entri con Shorek, non con me... e poi voglio conoscere i miei futuri colleghi"
"Mò ti metti a fare anche il consigliere?"
"Beh, che ci sarebbe di strano?"
"In effetti ne dovresti sapere più tu di psicologia di alcuni consiglieri imberbi che conosco... va bene, hai ragione. ci si vede dopo."
Okuda si alzò e salutò
"Signor ammiraglio..."
Aubrey ricambiò il saluto
"Signor Comandante.."
Quindi, giratosi sui tacchi, Okuda lasciò l'ufficio dell'Ammiraglio.
Betazed - Accademia Militare Federale
Ufficio dell'Ammiraglio James Aubrey
17/05/2381 - ore 08:44 - DS 58373.31
Entrò nella sala che c'erano ben in pochi, salutò cortesemente tutti i presenti che, uno alla volta si venivano a presentare e si presentò loro. Il difficile fu non spiegare loro cosà ci faceva lì un altro ufficiale con le mostrine da comandante che non era il Primo Ufficiale. Si presentò come specialista di missione e passò più tempo ad ascoltare che a parlare.
Poi dalla portà entrarono il Capitano Shorek e l'ammiraglio Aubrey...