USS Hope - Infermeria - 1 dicembre 2394 - ore 16.06
La situazione si stava facendo penosamente più imbarazzante di minuto in minuto.
L'Ammiraglio Lennox, in piedi di fronte a lei con il suo viso gentile e modi cortesi, stava assumendo lentamente un'espressione di composta noia. La punta di perplessità nei suoi occhi neri rivelava il suo continuo interrogarsi sul genere di turba mentale che stava spingendo il nuovo ufficiale medico capo a spiegare loro ogni minimo dettaglio del funzionamento dell'infermeria. Neanche non ne avessero mai vista una in vita loro.
Strauss, da parte sua, sembrava solo atterrito all'idea che lei potesse decidere di testare qualche procedura su di lui a scopo dimostrativo. Forse, oltre agli sbalzi d'umore, soffriva anche di una lieve ipocondria. Melanne prese nota mentalmente di accennarlo al consigliere. Poi si ricordò chi era il consigliere.
Xyr ascoltava la spiegazione, che già sicuramente conosceva, nella sua consueta posa plastica di riposo militare. La trill finora non l'aveva mai vista sedersi. Aveva dovuto reprimere l'impulso a controllare di nuovo la sua scheda medica per assicurarsi che non fosse presente alcuna lesione alla spina dorsale tale da impedirle qualunque postura al di fuori di quella rigida ed eretta che mostrava normalmente. Il primo ufficiale purtroppo non sapeva nulla -e come avrebbe potuto avvertirla?- di ciò che lei stava tentando di fare, né delle casse di birra andoriana che aspettavano nella stiva e che si augurava Lon stesse provvedendo a far sparire. La notizia le era giunta in gran segreto, più o meno, e con lo stesso tono in cui si annunciava il ritrovamento inaspettato di un ordigno bellico letale inesploso.
Forse un ordigno bellico inesploso sarebbe stato più sicuro, tutto sommato, per la salute psicofisica di tutti loro.
Il suo sproloquio durava da quasi venti minuti, quando Lennox alzò una mano, senza smettere di sorridere cortesemente.
"Dottoressa, la sua spiegazione è stata veramente... esaustiva..."
Strauss annuì con fervore, accanto a lei.
"...e sono certa che l'equipaggio sia in ottime mani, per quanto riguarda il versante medico. La lasciamo al suo lavoro e proseguiamo nel nostro giro..."
Per gli Spiriti, se ne stavano andando. Di certo ne avevano avuto abbastanza. Chiunque persona sana di mente ne avrebbe avuto abbastanza.
Ma lei doveva trattenerli, ancora per un po'. Solo per un po'.
Di fronte agli occhi di Melanne la scena prese scorrere al rallentatore.
Lennox la ringraziò. La voce di lei, normalmente piuttosto gradevole, le giunse fonda e deformata dall'effetto rallenty che la sua mente stava applicando all'intero siparietto. Strauss continuò ad annuire. Entrambi si voltarono per andare alla porta, scortati da Xyr a passo di marcia.
Il suo cervello passò in rassegna le diverse possibilità, edificando a velocità superluminare la possibile scena che avrebbe seguito, in un crescendo di orrore.
Offrire un caffè? Lei era un medico, non una barista. I replicatori in infermeria non erano ancora stati programmati. Avrebbe dovuto inserire personalmente i parametri. Lon sosteneva che il suo caffè era penoso. Xyr gliel'avrebbe di certo fatto notare. Se avesse bevuto qualcosa. Ammesso che avesse l'abitudine di bere.
Raccontare una storiella? Lei era un medico, non una comica. Non conosceva barzellette. Al massimo avrebbe potuto raccontare la scenetta di Bueller che, giunto in infermeria in anticipo per la sua visita di controllo, aveva chiesto all'infermiera che stava effettuando gli ultimi controlli su Caytlin se avesse per caso un titolo di studio in "astrofisiologia". Ma forse a Xyr sarebbe venuto un colpo apoplettico al sentirlo. No, doveva solo rallentarli, non ucciderli.
Fingere di svenire? Questo effettivamente avrebbe creato il giusto trambusto, sul momento. Ma poi sarebbe svenuto anche Strauss. Sarebbero tornati al problema precedente.
No. C'era solo un'altra opzione.
"Signori, non avete ancora visto l'obitorio. Naturalmente lo abbiamo, Può essere molto utile. Anche se speriamo ovviamente di non ... ehm, doverlo usare... mai."
L'occhiata che Xyr le gettò avrebbe gelato una supernova.
I due ufficiali la seguirono con riluttanza. Il giro turistico non durò molto ma diede il tempo al capitano di assumere una delicata sfumatura di verde. Melanne a quel punto si sentì in dovere di lasciarlo andare.
Alla fine il terzetto se ne andò. Non avrebbe potuto inventare altre scuse senza stenderli fisicamente. Quando furono usciti, La trill si accasciò sul primo sgabello a portata, quindi si portò la mano al comunicatore.
"Ho fatto del mio meglio. Arrivano."
USS Hope - 1 dicembre 2394 - ore 21.00
Melanne sbadigliò, ricordandosi all'ultimo secondo di coprirsi la bocca con la mano. Dopotutto, buona educazione a parte, ora era un ufficiale medico capo. Doveva mantenere un certo contegno.
La serata si era rivelata abbastanza noiosa, nonostante l'intrattenimento musicale non fosse del tutto malvagio. Il discorso di rito dell'ammiraglio, applausi e gente che si congratula per l'inaspettata botta di fortuna nel terminare gli studi facendo finta di essere ufficiali superiori a bordo di una vera nave della Flotta. Dopo di che tutti si erano dati alla baldoria. E a lei sarebbe toccato curare le sbronze di tutti i presenti, il giorno dopo.
Nel tentativo di darsi il tanto agognato contegno, si raddrizzò un poco sulla sedia, togliendo il gomito dal piano del tavolo. Aveva finito per accomodarsi tra Caytlin e Rodriguez.
Dai sorrisi di lui e da certi scambi con un paio di altri cadetti passati, in modo del tutto casuale, per il loro tavolo, si era convinta che la bisboccia comprendesse anche la birra caricata illegalmente, che tutti si guardavano bene dal nominare. In qualche modo andava fatta sparire, dopotutto.
Con lei aveva scambiato giusto qualche parola. Poi il consigliere era stata assalita da uno sciame di cadetti in piena crisi ormonale che le avevano oscurato la visuale.
Melanne aveva roteato gli occhi, bevuto un sorso di champagne e cercato con lo sguardo Lon. Per tutta la sera era rimasto seduto con il loro capo tattico dalla parte opposta del tavolo, sembrando ben poco interessato ai festeggiamenti. Quando infine lo vide, se ne stava andando.
La cosa non la stupiva, ma avrebbe preferito avere almeno un sostegno morale in mezzo alla folla dei giovani cadetti festaioli.
Si scambiarono un'occhiata. Fu sufficiente.
Le avrebbe raccontato i dettagli del pomeriggio più tardi.
Lui uscì, lei tornò a voltarsi. Poi dovette accettare l'invito di Strauss per un ballo.
USS Hope - Alloggio di Lon Basta - 1 dicembre 2394 - ore 23.43
"E come ti sei liberata di Strauss?"
"Francamente? E' stato più facile salvare il tenente Harrys da quella grotta... non è che non sia un bravo ballerino, ma la cosa stava diventando un po' imbarazzante. Alla fine credo che abbia deciso di raggiungere Bueller... "
Blu, calma, trill, striature violette, una punta di disagio.
Conosceva bene l'impronta di Melanne Graahn. La sottile calma che sentiva in lei aveva un effetto in qualche modo tranquillizzante. Una percezione che per tanti anni non aveva sentito da nessuno intorno a sé. Anche il disagio lo conosceva bene, e sapeva da cosa era causato. Melanne non riusciva mai a sentirsi completamente all'altezza, anche se con il tempo aveva imparato a nasconderlo piuttosto bene. Rimase in silenzio, mentre lei proseguiva. Le loro conversazioni erano semplici. Non era necessario che lui partecipasse con troppe parole. E lei non sembrava infastidita da questo suo aspetto, non pretendeva lunghe risposte né opinioni sviscerate. Andava bene così.
"... e non hai idea di cosa ho dovuto inventare per trattenerli. Davvero, non posso credere che tu sia rimasto lì mentre ispezionavano la stiva. Se ti avessero visto, lì appostato..."
"Non l'hanno fatto."
"No, certo che no. Sarebbe stato strano il contrario. Voglio dire, sei stato addestrato anche per questo. Ma se fosse successo..."
Melanne face una pausa, sorseggiando il suo raktajino, poi scosse la testa.
"Solo gli Spiriti sanno cosa avrebbero detto. E Xyr.... non voglio nemmeno pensare a come l'avrebbe presa. Già così deve essere stata una sorpresa... io non sono riuscita ad avvertirla, in infermeria..."
"Credo lo sapesse. Ho percepito la sua rabbia."
La trill annuì ancora, un altro sorso dalla sua tazza.
"Era prevedibile che non le avrebbe fatto piacere. Mi chiedo se il capitano ne sapesse qualcosa. O se lei crederà che ne sapesse qualcosa. Non si capisce mai bene, vedendola, ma non da l'impressione di essere una sua fan. Scommetto che ha una lista di violazioni già pronta, su di lui. O qualche altra cosa del genere."
"Immagino che fossero in competizione per il posto. E il capitano ha uno stile di comando... beh, libero nella migliore delle ipotesi..."
"Sì, credo anche io. Ma non sembra che il lui faccia troppo caso alle sue opinioni. Sembra più concentrato su qualcos'altro. O qualcun'altro..."
Lei strinse le labbra leggermente. Cambiò posizione sulla poltroncina e Lon percepì una punta di qualcos'altro, nel flusso costante delle sue emozioni. Non commentò il cambiamento. Non lo faceva mai.
"Alcuni membri dell'equipaggio sono abituati a tenere un comportamento un po'... infantile. Sono abituati alla vita in Accademia. Ma presumo che la cosa cambierà in fretta. Non siamo più a scuola."
"No, infatti. Penso che cresceremo tutti fin troppo in fretta, qui."
Melanne si fermò per un istante mentre quella punta di emozione svaniva. Poi sospirò.
"Oh, sono contenta che ci sia anche tu, davvero."
Lon non rispose. Non era necessario.