Starbase DS16 Gamma - Gancio d'attracco
D.T. 18/06/2404 - Ore 17.00
La creatura che l'archiscienziato aveva chiamato Silikya si affacciò alla porta del gancio d'attracco della sua navetta. Si piegò leggermente per non urtare con la fronte l'arco prima di avanzare. I suoi grandi occhi vagarono sulle persone che Rerin aveva convocato per accoglierla.
Bly Darien, in fila tra gli ufficiali superiori, ebbe il tempo di osservarla, mentre Rerin si faceva avanti per presentarsi. Dal monitor centrale non si era visto che il volto dell'aliena. Adesso, poteva notare quanto fosse alta e sottile. Indossava una tuta elastica di un colore tendente al grigio perla, che ne rivelava l'ossatura gracile.
Doveva essere alta circa due metri, e si muoveva con una agilità che lei sapeva tipica di esseri provenienti da pianeti a gravità leggermente più bassa di quella cui erano assuefatti gli abitanti di quella Base. In uno scontro, pensò, un klingon avrebbe potuto spezzarla con due dita. Nonostante sbarcasse da sola, visibilmente senza armi, in un luogo e fra alieni mai visti prima, non mostrava alcun timore, ma solo quello che pareva un garbato interesse.
Bly invece sarebbe scoppiata. Stava assistendo ad un primo contatto! Come ai tempi delle prime esplorazioni, quando le razze che adesso componevano la Federazione cominciavano appena ad affacciarsi alla Galassia!
La dottoressa si permise quindi di aprire la sua mente ai pensieri dei presenti, reprimendo il senso di colpa. In fondo, pensò, era sua responsabilità anche controllare i livelli di stress cui era esposto l'equipaggio! E se quella non era una situazione stressante...
Fu investita da una cacofonia di pensieri tra cui dovette districarsi.
Tara Keane aveva il pensiero fisso alla prima pagina del suo manuale, quella che recitava "non c'è momento più pericoloso di un primo contatto". Bly ricordava quel manuale. L'autore aveva ben presente il disastro del primo contatto degli umani con i Klingon, che aveva portato ad anni e anni di guerra e morte. Da quello che poteva vedere, l'aliena non mostrava alcun cenno di ostilità, ma Tara non era l'unica ad essere in guardia, di fronte alla nuova venuta.
"...Le presento Rogal Dothrak, ambasciatore del nobile Impero Klingon..." - stava dicendo Rerin. L'aliena piegò le mani in quello che doveva essere un gesto di saluto, ma non parve impressionata né
dall'uomo né dalle armature rosse delle sue guardie del corpo.
Bly aggrottò la fronte. Si rese conto che fra le molte emozioni e pensieri che la circondavano, non riusciva a percepire nulla che arrivasse dall'aliena. In fondo, pensò, non era strano. Ci sono varie razze nella Galassia ed i betazoidi non riescono a penetrare nei pensieri di tutte - per esempio, i Ferengi.
Rerin era arrivato di fronte all'ambasciatrice T'Lani. Sul volto della vulcaniana apparve come un'ombra, una rapidissima smorfia di dolore che fu subito repressa in una espressione di formale cortesia. Ma la dottoressa Bly Dorien riusciva a sentire che il pensiero della vulcaniana era concentrato su una parola. Una sola.
Sintetici.
Starbase DS16 Gamma - Passeggiata
D.T. 18/06/2404 - Ore 17:54
"Affascinante" - disse Silikya. I suoi grandi occhi bluastri spaziavano dal ponte sulla Passeggiata, come sempre affollata di persone.
Rerin si appoggiò alla balaustra, per ascoltare meglio l'aliena. Aveva deciso che il modo migliore per fare impressione sulla scienziata, era accompagnarla in una sorta di giro turistico per studiare le sue reazioni sia di fronte alla loro tecnologia, che di fronte alla varietà delle razze degli abitanti della Base. Forse, se lei fosse riuscita a comprendere la molteplicità in cui si manifesta la vita degli esseri senzienti, avrebbe potuto capire anche che Kiristalis non era una cavia.
"In questo universo, sono quindi dominanti le creature a base carbonio. - aggiunse Silikya - Finora, la nostra scienza considerava un'anomalia gli esseri come quello che avete chiamato Kiristalis. Una creatura che cresce nutrendosi e assorbendo materiale siliceo, ma costituita da uno scheletro e una natura a base carbone...Cercate di capire la nostra posizione: esseri come questi nel nostro universo sono quasi estinti, e quindi oggetto del nostro interesse scientifico. Sono il residuo ancora vivente di un remoto passato... Voi, invece..." - lo sguardo brillante dell'aliena fu attirato da un gruppo di mercanti che usciva da una bottega - Voi siete interamente composti di cellule organiche. Non sapevamo che potesse esistere nel nostro secolo una razza del genere... Meno che mai, centinaia di razze simili!"
"E' per questo che stavate inseguendo Kiristalis?" - domandò Rerin.
Silikya chinò il capo: "Siamo nello spazio da qualche settimana. Abbiamo tracciato quelle creature, cercando di capire come potessero ancora in esistenza, e cercando di catturarne qualche esemplare per poterli studiare."
Rerin si morse le labbra per non dire... Quello che aveva una gran voglia di dire.
"Avete detto: in questo secolo... - disse invece - Dobbiamo dedurre che, in passato, la vita del vostro pianeta di origine fosse di tipo differente?"
Gli occhi dell'aliena si spostarono: "Si...- rispose - Ma le unità di base carbonio del nostro pianeta si sono estinte da più di un millennio."
"Come mai?" - Si fece sentire, alle loro spalle, la voce dell'ambasciatrice T'Lani.
L'aliena si voltò, senza mostrare traccia di sorpresa: "Non posso rispondere con precisione a questa domanda - disse - La questione è tuttora controversa tra gli scienziati del mio pianeta."
Rerin fissò in tralice la vulcaniana. La donna l'aveva sorpreso accettando di far parte del piccolo gruppo che stava accompagnando la scienziata in giro per la Base. Sia i Klingon che i Romulani avevano declinato l'invito che era stato fatto loro per pura cortesia diplomatica. T'Lani invece aveva accettato e li aveva seguiti. Era rimasta tuttavia quasi sempre in silenzio, coperta dal suo lungo mantello vulcaniano cui aveva alzato il cappuccio. In qualche modo, gli ricordava certe immagini degli olofilm di cappa e spada che aveva visto quando era molto piccolo. Era inquietante, pensò.
"In passato, addirittura, si dubitava della stessa esistenza delle unità a base carbonio - stava completando Silikya - Queste tesi sono state smentite dall'esistenza di vari residui fossili, oltre che dalla scoperta dei zafiron..."
"Zafiron?"
"Le creature come quella che avete chiamato Kiristalis"
"Non siamo noi ad aver chiamato in questo modo Kiristalis - obiettò Rerin - Kiristalis ha detto di chiamarsi così."
"Come volete... - concesse Silikya - Gli zafiron sono animali strani. Appaiono sempre in prossimità di un tunnel spaziale, e sono stati osservati mentre sembrano immergersi e scomparire in essi. Il governo del mio pianeta ha autorizzato l'archiscienziato a fare ricerche nello spazio. Quello che vogliamo, è solo scoprire e conoscere. Per questo, dobbiamo chiedervi di consegnarci lo zafiron"
"Abbiamo delle leggi, prima ricercatrice - ribatté Rerin, con la maggiore calma di cui era capace - E le nostre leggi ci impongono di proteggere la vita, soprattutto se si tratta di un essere senziente che ha chiesto la nostra protezione."
"Mi dispiace molto per questa posizione, comandante - rispose Silikya - E' del tutto inconciliabile con la nostra prospettiva. Spero solo che in futuro non avremo, entrambi, a rimpiangere questo momento. Adesso, la prego di farmi riaccompagnare alla mia navetta"
Rerin fece cenno ad un giovane guardiamarina che li stava scortando, e rimase a guardare la scienziata che scompariva all'interno di un turboascensore.
Si rivolse all'ambasciatrice: "Secondo lei, avrei dovuto essere più accomodante? Non abbiamo ancora nessuna idea su come recuperare i nostri nell'altro universo, e Silikya non ci aiuterà se non le diamo Kiristalis... Avrei dovuto proporre di condividere la nostra tecnologia di comunicazione, in cambio della libertà di Kiristalis?"
"La posizione della prima ricercatrice era inconciliabile con la nostra, come ha detto lei stessa... Ma questo non importa"
"Non importa?"
La vulcaniana si avvicinò, scoprendo il capo di fronte a lui. Non si limitò al cappuccio: sotto gli occhi dell'andoriano tirò via la corta parrucca grigia, e girò la testa in modo da mettere in evidenza gli impianti borg sul suo capo: "Ricorda questi?"
"Si, certo" - non era più un segreto per nessuno che la donna avesse degli impianti Borg, benché lei continuasse a tenerli ben coperti. Sull'origine di quegli impianti, sulla Base circolavano fantasiose teorie - e Rerin lo sapeva, anche perché aveva fatto a gara con il capitano Aymane per inventare e diffondere le più strampalate.
"Lo scudo della Base è stato modificato in modo da isolare i miei impianti... Ma Silikya era al di sotto dello scudo. Era continuamente in contatto con l'archiscienziato Modenem. I miei impianti hanno intercettato quello che si dicevano... Possono non avere armi, ma siamo ugualmente in pericolo, comandante. Tutta la Base lo è"