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RIUNIFICAZIONI - PARTE I di Roberto Messora
24 luglio 2001

    USS Unicorn, Ufficio del Consigliere

    Lamarc se ne stava seduto nella penombra del suo ufficio, aveva provato a sedersi sulla poltrona di Knight in sala tattica, ma non era riuscito nemmeno ad oltrepassare la soglia della stanza: non era il Capitano e in fondo non voleva nemmeno esserlo, era "solo" il Consigliere della nave, un Consigliere fresco di nomina ed appena arrivato a bordo, si sentiva a disagio in quella situazione e aveva preferito il suo ufficio sperando che il Capo Kadra non fosse come al solito al suo posto, ma una volta entrato nell'ufficio buio si era reso conto dell'ora: almeno alle tre di notte Kadra dormiva. Uno dei vantaggi dell'essere un Ufficiale superiore era quello di vivere le giornate secondo i ritmi orari terrestri, come un qualsiasi altro lavoro planetario, erano lontani i tempi in cui non aveva orari per i suoi superiori.
    La Zona Neutrale incombeva sui suoi pensieri, non era solito violare una precisa direttiva federale, in genere era il suo ex-Capitano, Haiess, quello che disobbediva apertamente agli ordini, Marcel si limitava a ricordargli quali fossero i suoi doveri, il lavoro di qualsiasi Consigliere. Knight era diverso, aveva notato l'estremo disagio del suo Ufficiale Comandante nel seguire i dettami dell'Ammiraglio Fressen, era sicuro che alla fine di quella missione l'Ammiraglio Fressen avrebbe pagato in qualche modo lo scotto di aver costretto Knight ad obbedirgli. In qualche modo l'inglese avrebbe reso la pariglia al suo canuto superiore.
    Stava per scivolare in un sonno agitato, si era disteso sul divano sotto le vetrate dell'ufficio e contemplando le stelle si stava perdendo nell' immensità del cosmo, un breve sonno ristoratore prima di affrontare quella che si presentava come una missione difficile da gestire sotto ogni punto di vista.
    «[Comandante Lamarc.]»
    Il comunicatore di Marcel risuonò improvviso nel silenzio, il Consigliere della Unicorn si animò di soprassalto senza capire chi lo avesse chiamato.
    «Qui Lamarc, ripeta prego.»
    «[Consigliere, sono Turrel, avrei immediato bisogno della sua presenza qui in infermeria.]»
    «Qualche problema Tenente?»
    «[Temo di si, il gruppo dei vulcaniani sta molto male, sarebbe meglio che lei venisse qui.]»
    «Arrivo immediatamente.»
    Lamarc ebbe solo il tempo di guardare l'orologio digitale che segnava le 3:45 pensando che quella notte quasi sicuramente non avrebbe dormito affatto.

    USS Unicorn, Infermeria

    L'attività dell'infermeria della Unicorn era decisamente febbrile, tutto il personale disponibile era al lavoro, mancava solo la Dottoressa Selenjak solo perché si trovava in missione esterna. Nessuno prestò attenzione a Lamarc, in fondo la sua divisa era dello stesso colore di quella della maggior parte dei presenti in quelle stanze e nessuno distoglieva la propria attenzione dai compiti che gli erano stati assegnati solo per riconoscere un nuovo arrivato. Meglio così pensò il Consigliere e si avviò verso la figura snella con il camice che si trovava presso il lettino diagnostico principale al centro della sala.
    «Che sta succedendo Zeela?»
    la Dottoressa Turrell si voltò e per un attimo squadrò Lamarc come se non lo riconoscesse, sospirò profondamente rivelando tutta la sua stanchezza. «Non lo so davvero Marcel. Mezz'ora fa mi ha chiamato T'Aria pregandomi di raggiungerla negli alloggi in cui li abbiamo confinati, una volta giunta là ho trovato una situazione terribile: tutto il gruppo è nelle condizioni che vedi, l'unica in grado di parlare era T'Aria stessa. Non so cosa abbiano.»
    Lamarc solo in quel momento vide esattamente quale era la situazione, il gran movimento aveva distolto la sua attenzione dai degenti e dalle letture diagnostiche che campeggiavano sui lettini. La situazione era davvero grave: dovunque leggesse il responso era "coma".
    Marcel si rivolse nuovamente a Turrell con aria interrogativa.
    «Non lo so.», disse l'Ufficiale Medico scuotendo la testa.
    «. la loro attività sinaptica è elevatissima, non preoccupante per un vulcaniano, ma decisamente elevata, eppure tutte le letture danno lo stesso responso di stato comatoso e non mi spiego il perché.»
    «Nessuna teoria anche poco plausibile?»
    «Mi sto sforzando da mezz'ora di trovarne una, forse la Dottoressa Selenjak ne avrebbe una, in fondo si tratta del suo popolo.»
    Selenjak, all'unisono i due Ufficiali della Unicorn arrivarono alla stessa conclusione.
    «Selenjak. vieni con me nel mio ufficio Marcel.»
    Turrell ebbe accesso alla più recente registrazione medica della Dottoressa Selenjak controllandone i sintomi.
    «Decisamente inferiori nel complesso i sintomi della Dottoressa, ma se teniamo conto dei possibili effetti collaterali di una situazione generale peggiore, allora posso dire che sono stati colpiti dalla stessa malattia, se siamo di fronte ad una cosa del genere.»
    Marcel aveva sottoposto ad una seduta conoscitiva la Dottoressa Selenjak, ma non aveva capito quale fosse il problema, sia lui che Turrell avevano pensato agli effetti marginali del virus geneticamente modificato. Evidentemente la natura di quel tipo di attacchi era differente: sulla Unicorn non esisteva traccia del virus.
    «Non è stato il virus dunque.»
    Zeela allontanò la poltrona dal tavolo di lavoro con un gesto che sembrava di stizza.
    «No, non è il virus.»
    «Hai detto che T'Aria era in grado di parlare.»
    «Le ho dato un sedativo, stava molto male.»
    «Abbiamo assoluta necessità di parlarle Zeela, la situazione è sempre più difficile e non devo certo ricordarti dove siamo e dove stiamo andando.»
    Turrell guardò Lamarc, era sinceramente contrariata, ma si alzò e si diresse verso il lettino su cui era sdraiata la cugina di Newport.
    «Mi raccomando, pochi minuti e voce bassa, un sussurro.»
    L'ipospray fece effetto immediato, la vulcaniana gemette per qualche secondo prima di aprire gli occhi e vedere il viso di Turrell.
    «. che succede?»
    «Non ti preoccupare T'Aria, ci stiamo occupando di te e dei tuoi compagni.», disse Turrell.
    «Il Comandante Lamarc ti vuole parlare.»
    Zeela lasciò il posto a Marcel mentre gli occhi della giovane vulcaniana sembravano cercare qualcosa.
    «T'Aria, ho bisogno di sapere qualcosa di più su quello che vi è successo, se ancora non lo sapessi abbiamo violato la Zona Neutrale e ci stiamo dirigendo verso Romulus.»
    «. non. non siamo noi. non dipende da noi.»
    «Che significa T'Aria?
    La ragazza sembrò esitare, socchiuse gli occhi in una smorfia di sofferenza
    «.qualcosa da fuori. sono loro Consigliere. gli Antichi.»
    Lamarc e Turrel si guardarono preoccupati, la dottoressa si chinò su T'Aria e le somministrò un sedativo mentre la sua paziente scivolava in un sonno ristoratore.
    «Che cosa significa?»
    «Che il Capitano Knight e gli altri sono in pericolo.», Lamarc continuava ad osservare il volto teso di T'Aria.
    «Cosa pensi di fare?»
    «Visto che non posso prendere a calci l'Ammiraglio Fressen credo che l'unica cosa sensata da fare sia quella di andare a cercare l'Ardena.», Marcel guardò Zeela negli occhi senza dimostrare nessuna emozione apparente.
    «Stiamo per entrare in territorio romulano.», Turrel parve più preoccupata in quell'istante. Lamarc annuì gravemente.
    «E mi domando perché i romulani non abbiano ancora inviato un'intera squadra di Falchi da Guerra ad intercettarci.»

    USS Unicorn, Ponte Ologrammi 2

    Lamarc si guardava intorno nella vuota sala nera percorsa da linee gialle che formavano una griglia quadrata. Il ponte ologrammi era disattivo eppure prima di entrare aveva espressamente richiesto l'attivazione dell'interfaccia visibile di F'Rann. Il Consigliere cominciava a spazientirsi, non aveva tempo per i capricci della IA. Prima che potesse dire qualcosa l' aria parve percorsa da una scarica di energia appena avvertibile e si materializzò la figura andoriana di F'Rann.
    «Marcel, scusami per il ritardo, ma ci sono cose che non mi quadrano.»
    «F'Rann ti prego di renderti conto della situazione, fino a prova contraria tu sei a bordo di una nave della Flotta Stellare e se anche tu fossi solo un ospite temporaneo sei tenuta a comportarti come ci si aspetta che tu faccia, in questo momento io sono il facente funzione di Ufficiale Comandante della Unicorn e se ti dico che ho immediata necessità di parlarti, il tuo dovere è quello di presentarti con immediatezza a rapporto, qualsiasi cosa tu stia facendo.»
    F'Rann non aveva mai visto Lamarc in quel modo, ma in effetti lo conosceva solo da qualche giorno, si rese conto che oltre alla grande umanità e sensibilità del suo ruolo di Consigliere, era capace di grande freddezza e durezza.
    «Immagino tu sappia delle condizioni cliniche del gruppo di vulcaniani nostri ospiti.»
    F'Rann annuì in silenzio, conosceva bene le condizioni di T'Aria e dei suoi compagni, da quando erano caduti in quella condizione di stato comatoso non aveva fatto altro che registrare indicazioni anomale in tutti i sistemi.
    «Che puoi dirmi di loro.»
    F'Rann inclinò un poco la testa con aria pensierosa, sembrava più una bambina a cui era stata fatta una domanda troppo difficile che una potentissima entità computerizzata.
    «Niente che voi non sappiate già, ma ti posso dire quello che sta accadendo anche in questo preciso istante.»
    Lamarc sembrò seccato dall'interruzione della sua interlocutrice, si sarebbe aspettato un rapporto dettagliato senza che dovesse incitarla a continuare, ma non mosse un muscolo.
    F'Rann continuò:
    «La Unicorn è come se fosse avvolta da un non meglio identificato campo di energia che definirei di origine psichica, le registrazioni indicano chiaramente tracciati di tipo sinap tico. Credo tu sia pratico di onde alfa e teta prodotte dalla maggior parte dei cervelli umanoidi della galassia, si tratta di un campo di energia simile, ma miliardi di volte amplificato.»
    Lamarc notò quella che sembrava una nota di indecisione o piuttosto scetticismo nell'espressione olografica di F'Rann, il francese si limitò ad annuire.
    «Esegui una ricerca approfondita nel database della nave sulla parola "Gol" e tutto ciò che ad essa è relativo.»
    L'andoriana non disse niente e per qualche secondo si alienò mentre eseguiva la ricerca, al termine della stessa il suo viso si rianimò improvvisamente e il suo sguardo si fissò su Lamarc incredula.
    «Non ci avevo minimamente pensato: energia psionica.»
    «Avevo paura a chidertelo, ma temo che la causa delle condizioni dei nostri ospiti dipenda da questo. Voglio che tu sottoponga ad analisi approfondita questa teoria: è possibile che questo campo di energia psionica ci stia schermando od occultando in qualche modo ai sensori romulani? Da mezz'ora siamo usciti dalla Zona Neutrale e siamo in pieno territorio dell'Impero Stellare.»
    Trascorsero altri istanti in cui F'Rann sembrò assente.
    «Non posso essere precisa non conoscendo con precisione le caratteristiche di questa fonte di energia, ma è possibile che le emissioni energetiche della Unicorn siano assorbite dal campo e che all'esterno la "bolla" energetica in cui siamo avvolti venga rilevata solo come eco di distorsione di fondo. Tieni presente che i sensori sono tarati per rilevare emissioni energetiche artificiali coerenti, tipiche dei vettori a propulsione, solo sensori scientifici opportunamente modulati e calibrati sono in grado di rilevare con successo un campo come quello che ci sta accompagnando. Io stessa ho dovuto eseguire un'analisi approfondita ad ampio spettro per accorgermi di quanto stesse succedendo, tutto ciò partendo dall'osservazione delle anomale condizioni del gruppo dei vulcaniani, senza questa anomalia non credo che mi sarei accorta del campo. I sensori della nave hanno subito solo trascurabili variazioni che normalmente sono dovute al variare dell' intensità della radiazione di fondo, una quasar avrebbe indotto variazioni ben maggiori.»
    Lamarc ebbe chiara la situazione, ma aveva paura che la sua teoria potesse corrispondere a realtà.
    «Cosa c'è Marcel?»
    «Ho paura che il Capitano e gli altri siano in grave pericolo e forse in grave pericolo lo siamo tutti.»
    «Che vuoi dire?»
    «Ascolta F'Rann, immagina Vulcano nei tempi in cui era squassato da furiose lotte interne, Surak ancora lontano da venire, le armi psioniche potentissimi oggetti di offesa. Una leggenda vulcaniana narra di una fazione delle più feroci sull'orlo dell'annientamento che parte esule dal pianeta con la promessa di non fare più ritorno. Nel frattempo Vulcano evolve con l' avvento di Surak e della disciplina dell'IDIC, un gruppo di dissidenti parte per una nuova patria e in questo doloroso processo gli esuli più antichi vengono dimenticati come un po' tutto il passato del popolo vulcaniano viene lasciato nell'oblio. Ma un giorno gli esuli, gli "Antichi", tornano non si sa da dove, essi hanno protratto la cultura dell'antica popolazione vulcaniana: l'energia psionica, l'assenza della logica, l'aspetto marziale che ancora oggi riscontriamo nei romulani. Una minaccia terribile, non tanto per l'aspetto militare della faccenda quanto per i delicati equilibri fra vulcaniani e romulani ora che correnti sotterranee, ma nemmeno troppo, stanno cercando un timido dialogo fra mille difficoltà. Gli Antichi rappresentano le radici comuni, lo spettro di ciò che sono stati e ciò con cui devono necessariamente confrontarsi.»
    «Per non parlare degli equilibri militari fra Federazione e Impero Stellare.»
    Lamarc era dubbioso, la sua teoria era in qualche modo coerente, ma in effetti aveva attinto alla sua fantasia e alle ipotesi anche troppo. Aveva solo poche informazioni e troppe domande, una situazione che non gli piaceva: gli ricordava i giorni di Atrea IV quando si sapeva poco di quello che stava accadendo fino alla immane tragedia finale.
    «Cosa pensi di fare?»
    Il viso innocente di F'Rann sembrava avere la stessa espressione di quello di Zeela quando gli aveva posto la stessa domanda. Lamarc avrebbe voluto rispondere nello stesso modo, ma si limitò a scrollare le spalle.
    «Qualcosa mi inventerò.»
    Non era una risposta che si addiceva ad un Ufficiale Comandante, ma Marcel si disse che in fondo lui non lo era veramente.



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