L.R.S. ARDENA
Diario personale del Comandante Sloman
Data Stellare 57986.1 (26/12/2380, ore 22.14)
Non esiste nessun'altra sensazione che regga il confronto.
La mia piccola nave ha cavalcato la Zona Neutrale accanto a una delle
piu' blasonate navi della Federazione e l'ha domata facendo trionfale
ritorno nello spazio federale.
La Ardena e il suo equipaggio sono risultati fondamentali per la
riuscita della missione.
Fondamentali e indispensabili.
Sono estremamente orgoglioso del mio equipaggio e della sua capacità
di collaborare con i federali, ognuno dei quali incarna un passato che
ogni Leetahno di certo vorrebbe dimenticare.
Un passato fatto di sudditanza e di subalternità.
Oscuri periodi in cui il modo di vivere e di sentire di ogni cittadino
di Leetah si è dovuto piegare ai sacri vincoli della globalizzazione
culturale imposti dalla politica unionista della Federazione.
Ognuno è fatto a modo suo e ognuno ha il diritto di scegliere il
proprio destino. Alla fine anche i federali l'hanno accettato.
Accettato ma non capito.
Non importa: anche loro hanno diritto di compiere i propri errori e
non sarò certo io ad impormi sulla cattedra come troppi, in passato,
hanno fatto.
Ora le cose sono cambiate. Per fortuna e per ovvio e naturale destino.
Leetah è libera e indipendente.
Libera di fare le proprie scelte.
Libera di commettere i propri errori.
Vogliamo imparare a volare con le nostre ali e la crisi che abbiamo
appena affrontato al fianco degli alleati Federali ci ha dato la
possibilità di dimostrare ciò di cui siamo capaci a loro ma
soprattutto a noi stessi.
Nove uomini e un piccolo vascello che racchiude un grande segreto
hanno fatto la differenza.
Per noi, per la nostra flotta e per tutti i cittadini della Repubblica
le cose non saranno più le stesse.
Dopo avere ricevuto ringraziamenti e attestati di stima da parte
dell'equipaggio della Unicorn e dell'Ammiraglio Fressen, la nave
federale è ripartita verso una destinazione che non ci è dato
sapere. Ha riportato seri danni e credo che le occorreranno le
attenzioni di un bacino di riparazione.
Fressen ha messo in gioco molta della sua credibilità in questa
missione, assumendone il controllo diretto e scavalcando l'autorità
del Consiglio della Federazione.
Knight e i suoi uomini hanno riconosciuto l'autorevolezza e le
capacità dell'anziano Ammiraglio; so che il capitano si fida
ciecamente delle decisioni di Fressen ma ci vorrà parecchio tempo
prima che i malumori creati da questa crisi sbolliscano.
Probabilmente la storia gli darà ragione.
Sarà così anche per noi, in un futuro non troppo lontano?
Quando potrà succedere che una crisi interstellare venga risolta
dalle decisioni di un leetahno?
Fine registrazione
JAMETI IV
REPUBBLICA DI LEETAH
Il cielo purpureo di Jameti IV volgeva al viola scuro tipico delle
fredde nottate invernali.
La pioggia e il vento di poche ore prima avevano lasciato in eredità
un'aria gelida e un odore di muschio e di erba bagnata che penetrava
profondamente nelle narici.
Il comandante Sloman chiuse il proprio comunicatore personale,
attraverso il quale aveva dato le ultime disposizioni allo scalo
stellare orbitante che ospitata la sua Ardena, e percorse il grande
viale alberato che conduceva all'abitazione di una delle personalità
più importanti della Repubblica.
Attraversati i cancelli automatici che sbarravano il perimetro interno
della villa, Sloman osservò l'enorme giardino che abbracciava
l'edificio e i bellissimi abeti terrestri che qualcuno aveva piantato
ai tempi della colonizzazione federale.
Inspirò a pieni polmoni la corroborante aria gelata e giunse in
prossimità dell'enorme scalinata che dava accesso alla maestosa
magione di fronte a sé.
Un piccolo droide gli sbarrava la strada.
Era qualcosa a metà tra un bidone dei rifiuti e una piccola
automobile utilitaria, e esponeva al visitatore un pannello
retroilluminato sul quale era ben visibile l'obiettivo di una
microcamera.
Sloman si chinò leggermente e fissò la luce rossastra che sembrava
invitare il suo sguardo. La procedura di riconoscimento della retina
fu pressoché istantanea.
=[ Benvenuto, comandante Sloman, ]= disse il droide con una voce atona
e metallica tutt'altro che piacevole.
=[ Il governatore Wecem la sta aspettando. Salga pure e mi permetta di
augurarle una piacevole permanenza ]=
Nello stesso istante il portone a due ante di legno massiccio
riccamente intagliato iniziò lentamente ad aprirsi e quando Sloman
ebbe salito le scale ebbe modo di osservare la grande sala sfarzosa
che accoglieva i visitatori.
Il governatore Wecem era nel suo studio al piano superiore, intento a
sbrogliare una questione burocratica particolamente delicata che stava
impegnano non poco il suo consigliere personale.
In realtà si trattava di un'Intelligenza Artificiale di vecchia
concezione progettata per fornire dati e consulenze in maniera
accattivante ed amichevole. Il governatore le aveva dato le sembianze
di una ragazza giovane e piacente anche se non aveva mai voluto
installare nella propria abitazione i proiettori olografici che
l'avrebbero resa più reale della semplice immagine bidimensionale che
campeggiava sul grande schermo terminale che costituiva un'intera
parete dello studio.
Sloman salutò il proprio superiore mantenendo la formalità imposta
dal grado e dai ruoli, ma che certo avrebbe potuto evitare in virtù
dell'amicizia che li legava.
- Ho letto il tuo rapporto, Mark. Ottimo lavoro. Ottimo davvero, -
disse Wecem con un sorriso ampio e sincero.
- E' più che ottimo, governatore. E' qualcosa che non era mai
successo prima in tutta la storia della Repubblica indipendente: una
piena e totale collaborazione con la flotta della Federazione. So che
la Flotta Stellare non riconoscerà mai i nostri meriti dal momento
che questa missione si è svolta in clandestinità e con un mezzo
decisamente non convenzionale, - disse Sloman, - ma il fatto resta
nella sua decisiva importanza. -
Wecem annuì con il capo e si alzò in piedi in direzione della
vetrata. Il giardino era deliziosamente punteggiato da dozzine di luci
al neon che lo facevano sembrare un tappeto di lucciole luminose.
- Sono fiero di te e di tutto il tuo equipaggio. Non avrei potuto fare
scelta migliore quando ho deciso di affidare l'incarico a voi. -
- Che ne sarà della Ardena? - chiese Sloman con una punta di
apprensione.
Wecem respirò a fondo.
- La Ardena è stata un azzardo. Quando l'Ammiraglio Fressen si è
rivolto a me sapeva benissimo che qui avrebbe trovato ciò che
cercava, e che solo io avrei trovato la forza e le motivazioni per
concedergli l'unico prototipo a nostra disposizione dotato di un
dispositivo di occultamento. Era un rischio che dovevamo correre se
volevamo che Leetah potesse avere la possibilità di spiccare il balzo
decisivo verso l'assoluta indipendenza; un azzardo, si', e di quelli
belli grossi! Il governo non saprà mai che la Ardena è stata
impiegata in questo tipo di operazione; non avrebbe acconsentito e noi
sappiamo bene perche; ognuno ha le sue ragioni. Tu credi nel lieto
fine? -
- Ho cominciato a farlo, governatore. -
Wecem sorrise ancora una volta.
- Per noi è l'inizio di una nuova era. Un'era in cui potremo fare
cose che le nostre retrograde mentalità pensavano impossibili;
saranno giorni in cui smetteremo di tremare e cerchermo di rimanere in
piedi con le nostre forze. Abbiamo dimostrato di saperlo fare, e di
saperlo fare bene; l'impulso che tu e la Ardena avete dato ci
spingerà molto lontano, caro Mark. Saranno momenti di sudore e fatica
ma anche di conquiste esaltanti e imprese memorabili! -
- Su chi potremo contare veramente per dare una svolta ai nostri
programmi di sviluppo? -
- Su chi conta veramente, Mark -
Sloman gettò un'occhiata all'esterno e colse le luci di un areomobile
che sfrecciava nel cielo terso.
- Devo andare, governatore, ma credo che domattina sarà una buona
giornata per mettere a punto un discorso da proporre al Consiglio. -
- Ci puoi giurare! Vai pure e riposati a dovere perché le fatiche non
sono finite. -
Sloman si rituffò nell'aria gelida e per qualche attimo rabbrividì.
Mentre ripercorreva il vialetto si sorprese con la mente persa in una
spirale di pensieri infantili farciti di emozioni ingenue ed
eccitanti.
Nei minuti successivi non riuscì più a distogliere lo sguardo dal
cielo stellato fissando il punto in cui la Ardena giaceva ancorata, e
poi ancora oltre verso luoghi inesplorati ricchi di gloria e stupore,
di gioia e di orgoglio.
Era veramente ansioso di imparare a volare.
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