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LEARNING TO FLY di Paolo Maroncelli
17 dicembre 2001

    L.R.S. ARDENA

    Diario personale del Comandante Sloman
    Data Stellare 57986.1 (26/12/2380, ore 22.14)

    Non esiste nessun'altra sensazione che regga il confronto.

    La mia piccola nave ha cavalcato la Zona Neutrale accanto a una delle piu' blasonate navi della Federazione e l'ha domata facendo trionfale ritorno nello spazio federale.
    La Ardena e il suo equipaggio sono risultati fondamentali per la riuscita della missione.
    Fondamentali e indispensabili.
    Sono estremamente orgoglioso del mio equipaggio e della sua capacità di collaborare con i federali, ognuno dei quali incarna un passato che ogni Leetahno di certo vorrebbe dimenticare.
    Un passato fatto di sudditanza e di subalternità.
    Oscuri periodi in cui il modo di vivere e di sentire di ogni cittadino di Leetah si è dovuto piegare ai sacri vincoli della globalizzazione culturale imposti dalla politica unionista della Federazione. Ognuno è fatto a modo suo e ognuno ha il diritto di scegliere il proprio destino. Alla fine anche i federali l'hanno accettato.

    Accettato ma non capito.

    Non importa: anche loro hanno diritto di compiere i propri errori e non sarò certo io ad impormi sulla cattedra come troppi, in passato, hanno fatto.
    Ora le cose sono cambiate. Per fortuna e per ovvio e naturale destino.
    Leetah è libera e indipendente.
    Libera di fare le proprie scelte.
    Libera di commettere i propri errori.
    Vogliamo imparare a volare con le nostre ali e la crisi che abbiamo appena affrontato al fianco degli alleati Federali ci ha dato la possibilità di dimostrare ciò di cui siamo capaci a loro ma soprattutto a noi stessi.

    Nove uomini e un piccolo vascello che racchiude un grande segreto hanno fatto la differenza.
    Per noi, per la nostra flotta e per tutti i cittadini della Repubblica le cose non saranno più le stesse.

    Dopo avere ricevuto ringraziamenti e attestati di stima da parte dell'equipaggio della Unicorn e dell'Ammiraglio Fressen, la nave federale è ripartita verso una destinazione che non ci è dato sapere. Ha riportato seri danni e credo che le occorreranno le attenzioni di un bacino di riparazione.
    Fressen ha messo in gioco molta della sua credibilità in questa missione, assumendone il controllo diretto e scavalcando l'autorità del Consiglio della Federazione.
    Knight e i suoi uomini hanno riconosciuto l'autorevolezza e le capacità dell'anziano Ammiraglio; so che il capitano si fida ciecamente delle decisioni di Fressen ma ci vorrà parecchio tempo prima che i malumori creati da questa crisi sbolliscano. Probabilmente la storia gli darà ragione.

    Sarà così anche per noi, in un futuro non troppo lontano? Quando potrà succedere che una crisi interstellare venga risolta dalle decisioni di un leetahno?

    Fine registrazione

    JAMETI IV
    REPUBBLICA DI LEETAH

    Il cielo purpureo di Jameti IV volgeva al viola scuro tipico delle fredde nottate invernali.
    La pioggia e il vento di poche ore prima avevano lasciato in eredità un'aria gelida e un odore di muschio e di erba bagnata che penetrava profondamente nelle narici.
    Il comandante Sloman chiuse il proprio comunicatore personale, attraverso il quale aveva dato le ultime disposizioni allo scalo stellare orbitante che ospitata la sua Ardena, e percorse il grande viale alberato che conduceva all'abitazione di una delle personalità più importanti della Repubblica.

    Attraversati i cancelli automatici che sbarravano il perimetro interno della villa, Sloman osservò l'enorme giardino che abbracciava l'edificio e i bellissimi abeti terrestri che qualcuno aveva piantato ai tempi della colonizzazione federale.
    Inspirò a pieni polmoni la corroborante aria gelata e giunse in prossimità dell'enorme scalinata che dava accesso alla maestosa magione di fronte a sé.

    Un piccolo droide gli sbarrava la strada.
    Era qualcosa a metà tra un bidone dei rifiuti e una piccola automobile utilitaria, e esponeva al visitatore un pannello retroilluminato sul quale era ben visibile l'obiettivo di una microcamera.

    Sloman si chinò leggermente e fissò la luce rossastra che sembrava invitare il suo sguardo. La procedura di riconoscimento della retina fu pressoché istantanea.
    =[ Benvenuto, comandante Sloman, ]= disse il droide con una voce atona e metallica tutt'altro che piacevole.
    =[ Il governatore Wecem la sta aspettando. Salga pure e mi permetta di augurarle una piacevole permanenza ]=

    Nello stesso istante il portone a due ante di legno massiccio riccamente intagliato iniziò lentamente ad aprirsi e quando Sloman ebbe salito le scale ebbe modo di osservare la grande sala sfarzosa che accoglieva i visitatori.

    Il governatore Wecem era nel suo studio al piano superiore, intento a sbrogliare una questione burocratica particolamente delicata che stava impegnano non poco il suo consigliere personale.
    In realtà si trattava di un'Intelligenza Artificiale di vecchia concezione progettata per fornire dati e consulenze in maniera accattivante ed amichevole. Il governatore le aveva dato le sembianze di una ragazza giovane e piacente anche se non aveva mai voluto installare nella propria abitazione i proiettori olografici che l'avrebbero resa più reale della semplice immagine bidimensionale che campeggiava sul grande schermo terminale che costituiva un'intera parete dello studio.

    Sloman salutò il proprio superiore mantenendo la formalità imposta dal grado e dai ruoli, ma che certo avrebbe potuto evitare in virtù dell'amicizia che li legava.

    - Ho letto il tuo rapporto, Mark. Ottimo lavoro. Ottimo davvero, - disse Wecem con un sorriso ampio e sincero.
    - E' più che ottimo, governatore. E' qualcosa che non era mai successo prima in tutta la storia della Repubblica indipendente: una piena e totale collaborazione con la flotta della Federazione. So che la Flotta Stellare non riconoscerà mai i nostri meriti dal momento che questa missione si è svolta in clandestinità e con un mezzo decisamente non convenzionale, - disse Sloman, - ma il fatto resta nella sua decisiva importanza. -
    Wecem annuì con il capo e si alzò in piedi in direzione della vetrata. Il giardino era deliziosamente punteggiato da dozzine di luci al neon che lo facevano sembrare un tappeto di lucciole luminose.
    - Sono fiero di te e di tutto il tuo equipaggio. Non avrei potuto fare scelta migliore quando ho deciso di affidare l'incarico a voi. -
    - Che ne sarà della Ardena? - chiese Sloman con una punta di apprensione.
    Wecem respirò a fondo.
    - La Ardena è stata un azzardo. Quando l'Ammiraglio Fressen si è rivolto a me sapeva benissimo che qui avrebbe trovato ciò che cercava, e che solo io avrei trovato la forza e le motivazioni per concedergli l'unico prototipo a nostra disposizione dotato di un dispositivo di occultamento. Era un rischio che dovevamo correre se volevamo che Leetah potesse avere la possibilità di spiccare il balzo decisivo verso l'assoluta indipendenza; un azzardo, si', e di quelli belli grossi! Il governo non saprà mai che la Ardena è stata impiegata in questo tipo di operazione; non avrebbe acconsentito e noi sappiamo bene perche; ognuno ha le sue ragioni. Tu credi nel lieto fine? -
    - Ho cominciato a farlo, governatore. -
    Wecem sorrise ancora una volta.
    - Per noi è l'inizio di una nuova era. Un'era in cui potremo fare cose che le nostre retrograde mentalità pensavano impossibili; saranno giorni in cui smetteremo di tremare e cerchermo di rimanere in piedi con le nostre forze. Abbiamo dimostrato di saperlo fare, e di saperlo fare bene; l'impulso che tu e la Ardena avete dato ci spingerà molto lontano, caro Mark. Saranno momenti di sudore e fatica ma anche di conquiste esaltanti e imprese memorabili! -
    - Su chi potremo contare veramente per dare una svolta ai nostri programmi di sviluppo? -
    - Su chi conta veramente, Mark -
    Sloman gettò un'occhiata all'esterno e colse le luci di un areomobile che sfrecciava nel cielo terso.
    - Devo andare, governatore, ma credo che domattina sarà una buona giornata per mettere a punto un discorso da proporre al Consiglio. -
    - Ci puoi giurare! Vai pure e riposati a dovere perché le fatiche non sono finite. -

    Sloman si rituffò nell'aria gelida e per qualche attimo rabbrividì. Mentre ripercorreva il vialetto si sorprese con la mente persa in una spirale di pensieri infantili farciti di emozioni ingenue ed eccitanti.
    Nei minuti successivi non riuscì più a distogliere lo sguardo dal cielo stellato fissando il punto in cui la Ardena giaceva ancorata, e poi ancora oltre verso luoghi inesplorati ricchi di gloria e stupore, di gioia e di orgoglio.

    Era veramente ansioso di imparare a volare.



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