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E GIUSTIZIA PER TUTTI di Paolo Maroncelli
23 gennaio 2002

    Data Stellare 57987.9 (27/12/2380, ore 14.00)

    U.S.S UNICORN
    Infermeria

    Cos'era che non andava nel viso di quell'alieno?
    La pelle segnata dall'inaturale colore verdastro che ormai tendeva al grigio scuro; le rughe profonde che segnavano gli zigomi e scendevano diritte verso gli angoli della bocca, la stessa sulla quale continuava a leggersi un'espressione fatta di odio, terrore e dolore allo stesso tempo; quegli occhi la cui piena corposita' traspariva da dietro le palpebre serrate; occhi che quando ancora erano aperti risucchiavano la luce come due oscuri pozzi gravitazionali e irraggiavano rabbia e angoscia, segnando nel profondo lo spirito di chi li aveva osservati. Le orecchie cosi' inconfondibili eppure cosi' diverse.
    Ne' vulcaniano, ne' romulano.
    Non piu'.
    Qualcuno che era riemerso da luoghi lontani sia nello spazio che nel tempo, e che li' era tornato lasciando dietro di se' un guscio vuoto.

    L'ufficiale dei servizi segreti fisso' il corpo immobile dell'Antico per altri due minuti, facendo scorrere lo sguardo sul suo viso e sulla tunica che ancora indossava e che nessuno, sulla Unicorn, gli aveva tolto.
    Poggio' il palmo della mano sulla superficie del tubo di ibernazione come a volere toccare il corpo per saggiarne la fisicita', e la risollevo' leggermente bagnata dalle piccole gocce di condensa che si erano formate.

    - Bene. Portatelo via, ma fate attenzione, mi raccomando, - disse ai tre ufficiali che erano saliti assieme a lui sulla Unicorn. Due di loro imbracciavano un paio di grossi fucili phaser, che molti avevano ritenuto fuori luogo vista la situazione, mentre un terzo indossava una sorta di camice violetto e stazionava accanto ad un lettino antigravita' che presto avrebbe ospitato il corpo dell'Antico vulcaniano per condurlo al piccolo shuttle da trasporto con cui il gruppo era giunto sulla nave, dal momento che qualche studioso aveva ritenuto che il teletrasporto avrebbe potuto alterare lo stato del cadavere.
    - Questo non potete farlo! - disse Knight mentre osservava impotente la scena.
    - Il corpo e' stato recuperato dal mio equipaggio durante lo svolgimento di un incarico affidato alla Unicorn, e l'equipaggio della Unicorn ha il diritto e il dovere di effettuare un esame autoptico e di stilare un rapporto in proprio prima di passare le competenze ad atri uffici. -
    Oltre al capitano, in infermeria erano presenti le dottoresse Turrell e Selenjak e l'Ammiraglio Fressen. La vulcaniana pareva ancora profondamente provata dagli ultimi drammatici eventi, ma stranamente pareva non mostrare nei confronti dell'Antico quell'interesse che molti si sarebbero aspettati. Al contrario, era come se quel fantasma del passato rappresentasse l'incarnazione di una vergogna che il popolo vulcaniano dovesse assolutamente cercare di cancellare.

    L'ufficiale dei servizi segreti era un giovane di bell'aspetto; doveva essere un tipo molto in gamba vista la giovane eta' e l'alto grado che rivestiva nell'ambito dell'intelligence della Federazione. Tutto sommato dava l'impressione di agire in pieno rispetto delle regole e delle persone, e nelle sue parole non c'era quell'arroganza e quel moto di snobbismo che molti ritrovavano negli ufficiali che passavano la maggior parte del loro tempo dietro le scrivanie.

    - Non se la prenda, capitano. L'equipaggio della Unicorn si e' comportato egregiamente e non ci sono dubbi sulle vostre capacita' professionali. Semplicemente, il Comando della Flotta Stellare ritiene che l'analisi della situazione richieda l'intervento degli esperti dei servizi segreti. Insomma...parliamoci chiaro: abbiamo qualcosa di molto grosso fra le mani e solo i servizi segreti possono garantire il mantenimento di un rigoroso protocollo di riservatezza; so che lei capisce cosa intendo dire. -
    - Certo, ma capisco anche che i servizi segreti non hanno vissuto gli eventi in prima persona e non sono ancora completamente informati sui fatti; quindi ritengo indispensabile un'analisi preliminare da parte del personale della Unicorn. -
    - Mi dispiace ma non sono d'accordo, capitano, - rispose il giovane ufficiale lanciando un'occhiata alla persona che indossava il camice viola.
    La dottoressa Turrell non sapeva proprio cosa dire e iniziava a pensare che l'ufficiale dei servizi segreti potesse avere ragione. Neanche Knight pareva troppo convinto delle proprie affermazioni e non protestava con quell'energia che altre volte aveva mostrato in situazioni analoghe.
    - Ammiraglio, non lasci che portino via il corpo prima che i miei uomini l'abbiano esaminato. Sappiamo bene tutti quanti che, una volta in mano ai servizi segreti, nessuno di noi ne sentira' piu' parlare; il mio equipaggio ha diritto ad avere delle risposte! -
    Fressen mosse un passo incerto verso il capitano e gli rivolse un'occhiata che mostrava comprensione e rammarico.
    - Edward......abbiamo vissuto una situazione che rasenta l'incredibile. Tutto quello che poteva succedere e' successo, e forse anche qualcosa di piu'. C'e' un gruppo di rappresentanti di una potente famiglia di Vulcano che aspettano di essere giudicati da una corte vulcaniana, per non parlare del fatto che il trattato di Algeron e' stato reinterpretato in un modo che non tutti forse riuscirebbero a comprendere e ....... insomma ...... qui servono i servizi segreti, Edward. Fidati, e' meglio per tutti. -

    Knight avverti' la mano dell'Ammiraglio sulla spalla e abbasso' lo sguardo. Era vero: non c'era assolutamente nulla che lui o il suo equipaggio avrebbero potuto fare per rimanere coinvolti nella situazione.
    Poteva apparire enormemente ingiusto ma questa era la via della Flotta Stellare: fai qualcosa, falla bene, falla al meglio delle tue possibilita' e poi lascia che qualcuno piu' bravo di te la concluda definitivamente. Comunque lo si volesse chiamare, lavoro di squadra o divisione delle competenze, poteva essere davvero frustrante.

    -[ Dhek a Knight ]-
    La voce del trill risuono' in infermeria attraverso gli altoparlanti dell'interfono.
    - Qui Knight, dica pure. -
    -[ Dal comando del bacino comunicano che le riparazioni inizieranno tra quattordici ore e trenta minuti e che i sistemi della nave dovranno essere completamente disattivati almeno un'ora prima. ]-
    - Molto bene, numero uno. Le spiacerebbe coordinare le operazioni di sbarco? -
    -[ Certo che no, signore. ]-
    - La ringrazio. Mi tenga informato nel caso dovesse sorgere qualche problema. -
    -[ Senz'altro. Dhek, chiudo. ]-

    Knight osservo' sconsolato il corpo dell'Antico mentre l'ufficiale dei servizi segreti conduceva il lettino antigravita' fuori dall'infermeria.

    DOCKS DI LONDRA
    Una sera d'autunno del 1872

    L'aria era pregna dell'odore acre di fumo e di sudore mescolati. In piu'.... c'era quella puzza completamente nuova che da qualche anno iniziava a diffondersi tra le vie di Londra come solo la nebbia riusciva a fare, e che si attaccava alla pelle e ai vestiti sotto forma di piccole gocce oleose.
    A quell'ora il locale era meta della nuova classe di schiavi che il corso industriale aveva creato; anime disperate che regalavano le proprie ossa, i propri muscoli e tutte le proprie fibre ai nuovi padroni d'Inghilterra, i quali marciavano con sguardo fiero e nobile, forti dei propri convincimenti sul modo in cui le macchine, che iniziavano ad uscire dalle fabbriche sempre piu' numerose, avrebbero plasmato e dato nuovo impulso all'Impero Britannico.
    I vecchi mestieri erano in piena decadenza e spezzarsi la schiena in fabbrica per sedici ore al giorno era, per molti, l'unico modo di sopravvivere, con o senza dignita'.

    Marcel Lamarc e Edward Knight occupavano il tavolo piu' in ombra, rintanati nell'angolo del locale piu' lontano dall'ingresso principale.
    Ogni volta che un avventore spalancava la porta, un'altra quantita' massiccia di olezzo si sommava a quella gia' presente nell'ambiente; ma si sa che a tutto ci si abitua. Anche alle birre scure che i due stavano sorseggiando e che, in fondo, non erano poi malaccio.

    - Lei mi ha stupito molto, Marcel, - disse Knight poggiando la birra sul tavolo e fissando negli occhi il consigliere della Unicorn. Lamarc non represse il sorriso di compiacimento.
    - Grazie capitano. La Unicorn mi piace molto; mi ci trovo veramente bene e quindi sono sempre spinto a dare il meglio di me. -
    - No, dico sul serio, Marcel. Quando la mia squadra ha lasciato la nave lei ha saputo gestire la crisi nel miglior modo possibile. Ha tenuto testa alla situazione e anche all'Ammiraglio Fressen. Si e' assunto una buone dose di rischi e gli eventi le hanno dato ragione. E' un comportamento da capitano, sa? -
    Marcel non era solito imbarazzarsi. Pur tenendo in gran conto la virtu' della modestia, era conscio delle proprie capacita' ed era sempre orgoglioso di se' quando si rendeva conto di aver messo a buon frutto la propria professionalita'. Questa volta pero' c'era qualcosa di estremamente lusinghiero nelle parole del capitano, e Marcel mostro' un leggero disagio che cerco' di celare sollevando il boccale di birra e traendo un sorso profondo.
    - Era il minimo che potessi fare per questo splendido equipaggio, con cui mi sono integrato perfettamente e in poco tempo. Comunque....le confesso che....capitano, dice? Si', qualche volta ci ho pensato. Avere il comando di una nave e' l'aspirazione di quasi tutti gli ufficiali della Flotta Stellare, ma sinceramente non mi sono mai chiesto se le mie capacita' fossero adatte a questo tipo di incarico.-
    E mentre parlava, Marcel rievocava nella mente il suo vascello di seconda classe che solcava le onde selvagge e la gioia profonda che provava nel sentire il ponte scricchiolare sotto i piedi e il vento soffiare gonfiando le vele.
    Knight sapeva interpretare lo sguardo sognante di Marcel. Era lo stesso che aveva lui quando era piu' giovane.
    - Comunque, caro Marcel, volevo solo dirti di continuare cosi'. Hai fatto un ottimo lavoro. -
    Prima che Lamarc potesse rispondere, i due si accorsero dell'imbarazzante presenza di una donna la quale, in abiti del tutto succinti e, per l'epoca, piuttosto audaci si era avvicinata al loro tavolo e li stava osservando con volutta'.
    Lamarc e Knight si fissarono negli occhi per qualche istante e si lasciarono scappare una risatina sommessa.
    - Gente allegra, pare. Benone. - disse la donna mostrando un sorrisone affettato. In realta' era una signora non piu' giovane ma era acconciata e abbigliata come una ragazzina; i capelli castani erano raccolti dietro la nuca e il vestito color crema esibiva un'ampia scollatura che metteva bene in evidenza l'attaccatura dei seni rigogliosi; la gonna non era affatto intonata con il resto dell'abito e giungeva lunga fino alle caviglie.
    Knight parve ignorare la provocante signora e si rivolse direttamente a Lamarc:
    - Si era parlato di una birra ai docks, Marcel. Questa chi e'? -
    - Non lo so proprio, capitano. Di sicuro non e' opera mia. -
    - Beh...grazie, milady, ma questa sera i suoi servizi non sono richiesti, - disse Knight rivolgendo alla signora un sorriso di congedo.
    La donna si chino' leggermente in avanti, mise in evidenza la scollatura e si stampo' un'espressione mielosa sul viso.
    - Siete sicuri di voler passare la serata ad ubriacarvi invece di stare un po' in buona compagnia e forse spendendo anche meno? -

    Lamarc e Knight stavano per rispondere e sembravano avere intenzione di stare un po' al gioco con questa colorita creazione olografica quando un urlo lancinante all'esterno getto' il locale nel panico. Dopo pochi attimi la porta si spalanco' e una ragazza atterrita e singhiozzante barcollo' sulla soglia, annaspando nel vano tentativo di rialzarsi. Un avventore le porse il braccio e la ragazza riusci' solo a ripetere la stessa frase piu' e piu' volte, tremando come una foglia:
    - E' morta! E' morta! E' pieno di sangue. C'e' sangue dappertutto. E' stato ancora lui....lui....e' stato ancora lui.....moriremo tutte! tutte! -

    Nella confusione generale che si creo', mentre quasi tutti gli occupanti del locale si precipitarono all'esterno per vedere cosa fosse successo, o per fuggire immediatamente a casa, Knight sollevo' gli occhi al cielo e sospiro'.
    - Questa storia sta cominciando a farsi pesante. Perche' non posso piu' entrare in un ponte ologrammi senza che succeda questo?! -
    Marcel sorrise divertito.
    - Beh, non sono io l'appassionato del genere. Chi e' causa del suo mal pianga se' stesso. -
    Knight ricambio' lo sguardo di Lamarc, ugualmente divertito.
    - Uhm....dovro' fare un discorsetto con qualcuno prima o poi! Finisca la birra e andiamocene, Marcel. Questa volta sara' la polizia a risolvere i misteri di Jack. -

    BASE STELLARE 625

    Diario del capitano
    Data Stellare 57990.2 (28/12/2380, ore 10.09)

    Il momento che tutti aspettavamo e che, in fondo, speravamo di avere evitato, e' infine giunto.
    Le incomprensioni e i malumori che sono emersi in seguito all'ingresso imprevisto e indiscreto di F'Rann sono lentamente scemati; non c'e' dubbio sul fatto che il comportamento del tenente comandante Quill e di F'Rann durante la crisi di Chamersis siano stati inopportuni e forse anche gravemente pericolosi. Io stesso ho promosso l'azione disciplinare nei confronti del mio ufficiale scientifico. C'e' da dire, pero', che in quest'ultimo periodo F'Rann ha dimostrato un autentico sforzo di integrazione e di disciplina comportamentale e si e' mostrata piu' volte preziosa ai fini del raggiungimento degli scopi della missione.
    In definitiva credo che il tenente comandante Quill debba subire una giusta reprimenda ma, in fondo, spero che l'eventuale punizione non sia troppo pesante, cosi' come spero che la Flotta Stellare prenda una decisione saggia e illuminata nei confronti di F'Rann; una decisione che, senza mettere in pericolo la sicurezza della nave, salvaguardi sia il diritto del capitano di avere il pieno controllo del vascello, sia il diritto di F'Rann di vivere una *vita* soddisfacente e appagante.
    Comunque vadano le cose, il processo a Quill iniziera' tra pochissimo. L'Ammiraglio Fressen ha fatto il possibile e l'impossibile affinche' la portata dell'udienza fosse ridotta ai minimi termini in modo da avvantaggiare gli imputati e sveltire l'intero procedimento. Fressen sara' l'unico elemento giudicante e al processo parteciperanno solo i membri dell'equipaggio della Unicorn.
    E' un grosso favore che, tutto sommato, l'Ammiraglio sa di doverci.

    Purtroppo devo registrare una nota estremamente negativa: nonostante le buone intenzioni e i trattamenti di favore, Fressen non puo' soprassedere sui recenti avvenimenti che hanno visto come protagonista il tenente comandante Dhek.
    Il mio attuale primo ufficiale e' stato sospeso da ogni incarico e attende che la stessa giuria che giudichera' Quill e F'Rann giudichi anche lui.
    Dhek e' un ottimo ufficiale e su Chamersis II ha dimostrato grande capacita', competenza e spirito di sacrificio.
    Spero con tutto il cuore che l'esito del processo sia favorevole anche per lui, ma comunque vadano le cose dubito che la sua carica a Primo Ufficiale possa essere confermata.
    Comunque Tomeron non mi sembra troppo abbattuto: credo che si aspettasse un'azione disciplinare e che fosse gia' preparato al peggio; quel trill mi piace anche per questo: sa assumersi le proprie responsabilita' ed e' pronto a pagarne le conseguenze!

    Fine registrazione.

    BASE STELLARE 625
    Ore 11.00

    Tutto l'equipaggio della Unicorn percorreva il corridoio della Base Stellare 625 a passo sostenuto.
    Dalle grandi vetrate panoramiche campeggiava la vista maestosa della Unicorn che, ingabbiata nel bacino di carenaggio, godeva della cure amorevoli dei piu' sofisticati sistemi di riparazione automatici della Flotta Stellare. Ancora una settimana e sarebbe tornata come nuova, pronta a scattare nuovamente tra le mani del tenente Newport.

    Le porte della grande sala conferenze della Base Stellare si avvicinano minacciosamente.
    Per qualcuno saranno i momenti piu' lunghi della propria vita. Intere vite di sacrifici potrebbero subire cambiamenti drastici. Carriere potrebbero tornare a farsi splendenti o subire deprimenti battute di arresto.

    Fressen cammina con noi. Come uno di noi, si appresta a salire sullo scranno del giudizio.
    Ormai ci conosce bene e conosce quanto generoso possa essere l'equipaggio della USS Unicorn.
    Nonostante quello che possa essere successo in passato, se al mondo esiste una giustizia le cose non potranno andare troppo male.

    Prego perche' sia cosi'.



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