Data Stellare 57987.9 (27/12/2380, ore 14.00)
U.S.S UNICORN
Infermeria
Cos'era che non andava nel viso di quell'alieno?
La pelle segnata dall'inaturale colore verdastro che ormai tendeva al
grigio scuro; le rughe profonde che segnavano gli zigomi e scendevano
diritte verso gli angoli della bocca, la stessa sulla quale continuava
a leggersi un'espressione fatta di odio, terrore e dolore allo stesso
tempo; quegli occhi la cui piena corposita' traspariva da dietro le
palpebre serrate; occhi che quando ancora erano aperti risucchiavano
la luce come due oscuri pozzi gravitazionali e irraggiavano rabbia e
angoscia, segnando nel profondo lo spirito di chi li aveva osservati.
Le orecchie cosi' inconfondibili eppure cosi' diverse.
Ne' vulcaniano, ne' romulano.
Non piu'.
Qualcuno che era riemerso da luoghi lontani sia nello spazio che nel
tempo, e che li' era tornato lasciando dietro di se' un guscio vuoto.
L'ufficiale dei servizi segreti fisso' il corpo immobile dell'Antico
per altri due minuti, facendo scorrere lo sguardo sul suo viso e sulla
tunica che ancora indossava e che nessuno, sulla Unicorn, gli aveva
tolto.
Poggio' il palmo della mano sulla superficie del tubo di ibernazione
come a volere toccare il corpo per saggiarne la fisicita', e la
risollevo' leggermente bagnata dalle piccole gocce di condensa che si
erano formate.
- Bene. Portatelo via, ma fate attenzione, mi raccomando, - disse ai
tre ufficiali che erano saliti assieme a lui sulla Unicorn. Due di
loro imbracciavano un paio di grossi fucili phaser, che molti avevano
ritenuto fuori luogo vista la situazione, mentre un terzo indossava
una sorta di camice violetto e stazionava accanto ad un lettino
antigravita' che presto avrebbe ospitato il corpo dell'Antico
vulcaniano per condurlo al piccolo shuttle da trasporto con cui il
gruppo era giunto sulla nave, dal momento che qualche studioso aveva
ritenuto che il teletrasporto avrebbe potuto alterare lo stato del
cadavere.
- Questo non potete farlo! - disse Knight mentre osservava impotente
la scena.
- Il corpo e' stato recuperato dal mio equipaggio durante lo
svolgimento di un incarico affidato alla Unicorn, e l'equipaggio della
Unicorn ha il diritto e il dovere di effettuare un esame autoptico e
di stilare un rapporto in proprio prima di passare le competenze ad
atri uffici. -
Oltre al capitano, in infermeria erano presenti le dottoresse Turrell
e Selenjak e l'Ammiraglio Fressen. La vulcaniana pareva ancora
profondamente provata dagli ultimi drammatici eventi, ma stranamente
pareva non mostrare nei confronti dell'Antico quell'interesse che
molti si sarebbero aspettati. Al contrario, era come se quel fantasma
del passato rappresentasse l'incarnazione di una vergogna che il
popolo vulcaniano dovesse assolutamente cercare di cancellare.
L'ufficiale dei servizi segreti era un giovane di bell'aspetto; doveva
essere un tipo molto in gamba vista la giovane eta' e l'alto grado che
rivestiva nell'ambito dell'intelligence della Federazione. Tutto
sommato dava l'impressione di agire in pieno rispetto delle regole e
delle persone, e nelle sue parole non c'era quell'arroganza e quel
moto di snobbismo che molti ritrovavano negli ufficiali che passavano
la maggior parte del loro tempo dietro le scrivanie.
- Non se la prenda, capitano. L'equipaggio della Unicorn si e'
comportato egregiamente e non ci sono dubbi sulle vostre capacita'
professionali. Semplicemente, il Comando della Flotta Stellare ritiene
che l'analisi della situazione richieda l'intervento degli esperti dei
servizi segreti. Insomma...parliamoci chiaro: abbiamo qualcosa di
molto grosso fra le mani e solo i servizi segreti possono garantire il
mantenimento di un rigoroso protocollo di riservatezza; so che lei
capisce cosa intendo dire. -
- Certo, ma capisco anche che i servizi segreti non hanno vissuto gli
eventi in prima persona e non sono ancora completamente informati sui
fatti; quindi ritengo indispensabile un'analisi preliminare da parte
del personale della Unicorn. -
- Mi dispiace ma non sono d'accordo, capitano, - rispose il giovane
ufficiale lanciando un'occhiata alla persona che indossava il camice
viola.
La dottoressa Turrell non sapeva proprio cosa dire e iniziava a
pensare che l'ufficiale dei servizi segreti potesse avere ragione.
Neanche Knight pareva troppo convinto delle proprie affermazioni e non
protestava con quell'energia che altre volte aveva mostrato in
situazioni analoghe.
- Ammiraglio, non lasci che portino via il corpo prima che i miei
uomini l'abbiano esaminato. Sappiamo bene tutti quanti che, una volta
in mano ai servizi segreti, nessuno di noi ne sentira' piu' parlare;
il mio equipaggio ha diritto ad avere delle risposte! -
Fressen mosse un passo incerto verso il capitano e gli rivolse
un'occhiata che mostrava comprensione e rammarico.
- Edward......abbiamo vissuto una situazione che rasenta
l'incredibile. Tutto quello che poteva succedere e' successo, e forse
anche qualcosa di piu'. C'e' un gruppo di rappresentanti di una
potente famiglia di Vulcano che aspettano di essere giudicati da una
corte vulcaniana, per non parlare del fatto che il trattato di Algeron
e' stato reinterpretato in un modo che non tutti forse riuscirebbero a
comprendere e ....... insomma ...... qui servono i servizi segreti,
Edward. Fidati, e' meglio per tutti. -
Knight avverti' la mano dell'Ammiraglio sulla spalla e abbasso' lo
sguardo. Era vero: non c'era assolutamente nulla che lui o il suo
equipaggio avrebbero potuto fare per rimanere coinvolti nella
situazione.
Poteva apparire enormemente ingiusto ma questa era la via della Flotta
Stellare: fai qualcosa, falla bene, falla al meglio delle tue
possibilita' e poi lascia che qualcuno piu' bravo di te la concluda
definitivamente. Comunque lo si volesse chiamare, lavoro di squadra o
divisione delle competenze, poteva essere davvero frustrante.
-[ Dhek a Knight ]-
La voce del trill risuono' in infermeria attraverso gli altoparlanti
dell'interfono.
- Qui Knight, dica pure. -
-[ Dal comando del bacino comunicano che le riparazioni inizieranno
tra quattordici ore e trenta minuti e che i sistemi della nave
dovranno essere completamente disattivati almeno un'ora prima. ]-
- Molto bene, numero uno. Le spiacerebbe coordinare le operazioni di
sbarco? -
-[ Certo che no, signore. ]-
- La ringrazio. Mi tenga informato nel caso dovesse sorgere qualche
problema. -
-[ Senz'altro. Dhek, chiudo. ]-
Knight osservo' sconsolato il corpo dell'Antico mentre l'ufficiale dei
servizi segreti conduceva il lettino antigravita' fuori
dall'infermeria.
DOCKS DI LONDRA
Una sera d'autunno del 1872
L'aria era pregna dell'odore acre di fumo e di sudore mescolati. In
piu'.... c'era quella puzza completamente nuova che da qualche anno
iniziava a diffondersi tra le vie di Londra come solo la nebbia
riusciva a fare, e che si attaccava alla pelle e ai vestiti sotto
forma di piccole gocce oleose.
A quell'ora il locale era meta della nuova classe di schiavi che il
corso industriale aveva creato; anime disperate che regalavano le
proprie ossa, i propri muscoli e tutte le proprie fibre ai nuovi
padroni d'Inghilterra, i quali marciavano con sguardo fiero e nobile,
forti dei propri convincimenti sul modo in cui le macchine, che
iniziavano ad uscire dalle fabbriche sempre piu' numerose, avrebbero
plasmato e dato nuovo impulso all'Impero Britannico.
I vecchi mestieri erano in piena decadenza e spezzarsi la schiena in
fabbrica per sedici ore al giorno era, per molti, l'unico modo di
sopravvivere, con o senza dignita'.
Marcel Lamarc e Edward Knight occupavano il tavolo piu' in ombra,
rintanati nell'angolo del locale piu' lontano dall'ingresso
principale.
Ogni volta che un avventore spalancava la porta, un'altra quantita'
massiccia di olezzo si sommava a quella gia' presente nell'ambiente;
ma si sa che a tutto ci si abitua. Anche alle birre scure che i due
stavano sorseggiando e che, in fondo, non erano poi malaccio.
- Lei mi ha stupito molto, Marcel, - disse Knight poggiando la birra
sul tavolo e fissando negli occhi il consigliere della Unicorn.
Lamarc non represse il sorriso di compiacimento.
- Grazie capitano. La Unicorn mi piace molto; mi ci trovo veramente
bene e quindi sono sempre spinto a dare il meglio di me. -
- No, dico sul serio, Marcel. Quando la mia squadra ha lasciato la
nave lei ha saputo gestire la crisi nel miglior modo possibile. Ha
tenuto testa alla situazione e anche all'Ammiraglio Fressen. Si e'
assunto una buone dose di rischi e gli eventi le hanno dato ragione.
E' un comportamento da capitano, sa? -
Marcel non era solito imbarazzarsi. Pur tenendo in gran conto la
virtu' della modestia, era conscio delle proprie capacita' ed era
sempre orgoglioso di se' quando si rendeva conto di aver messo a buon
frutto la propria professionalita'. Questa volta pero' c'era qualcosa
di estremamente lusinghiero nelle parole del capitano, e Marcel
mostro' un leggero disagio che cerco' di celare sollevando il boccale
di birra e traendo un sorso profondo.
- Era il minimo che potessi fare per questo splendido equipaggio, con
cui mi sono integrato perfettamente e in poco tempo. Comunque....le
confesso che....capitano, dice? Si', qualche volta ci ho pensato.
Avere il comando di una nave e' l'aspirazione di quasi tutti gli
ufficiali della Flotta Stellare, ma sinceramente non mi sono mai
chiesto se le mie capacita' fossero adatte a questo tipo di incarico.-
E mentre parlava, Marcel rievocava nella mente il suo vascello di
seconda classe che solcava le onde selvagge e la gioia profonda che
provava nel sentire il ponte scricchiolare sotto i piedi e il vento
soffiare gonfiando le vele.
Knight sapeva interpretare lo sguardo sognante di Marcel. Era lo
stesso che aveva lui quando era piu' giovane.
- Comunque, caro Marcel, volevo solo dirti di continuare cosi'. Hai
fatto un ottimo lavoro. -
Prima che Lamarc potesse rispondere, i due si accorsero
dell'imbarazzante presenza di una donna la quale, in abiti del tutto
succinti e, per l'epoca, piuttosto audaci si era avvicinata al loro
tavolo e li stava osservando con volutta'.
Lamarc e Knight si fissarono negli occhi per qualche istante e si
lasciarono scappare una risatina sommessa.
- Gente allegra, pare. Benone. - disse la donna mostrando un sorrisone
affettato. In realta' era una signora non piu' giovane ma era
acconciata e abbigliata come una ragazzina; i capelli castani erano
raccolti dietro la nuca e il vestito color crema esibiva un'ampia
scollatura che metteva bene in evidenza l'attaccatura dei seni
rigogliosi; la gonna non era affatto intonata con il resto dell'abito
e giungeva lunga fino alle caviglie.
Knight parve ignorare la provocante signora e si rivolse direttamente
a Lamarc:
- Si era parlato di una birra ai docks, Marcel. Questa chi e'? -
- Non lo so proprio, capitano. Di sicuro non e' opera mia. -
- Beh...grazie, milady, ma questa sera i suoi servizi non sono
richiesti, - disse Knight rivolgendo alla signora un sorriso di
congedo.
La donna si chino' leggermente in avanti, mise in evidenza la
scollatura e si stampo' un'espressione mielosa sul viso.
- Siete sicuri di voler passare la serata ad ubriacarvi invece di
stare un po' in buona compagnia e forse spendendo anche meno? -
Lamarc e Knight stavano per rispondere e sembravano avere intenzione
di stare un po' al gioco con questa colorita creazione olografica
quando un urlo lancinante all'esterno getto' il locale nel panico.
Dopo pochi attimi la porta si spalanco' e una ragazza atterrita e
singhiozzante barcollo' sulla soglia, annaspando nel vano tentativo di
rialzarsi. Un avventore le porse il braccio e la ragazza riusci' solo
a ripetere la stessa frase piu' e piu' volte, tremando come una
foglia:
- E' morta! E' morta! E' pieno di sangue. C'e' sangue dappertutto. E'
stato ancora lui....lui....e' stato ancora lui.....moriremo tutte!
tutte! -
Nella confusione generale che si creo', mentre quasi tutti gli
occupanti del locale si precipitarono all'esterno per vedere cosa
fosse successo, o per fuggire immediatamente a casa, Knight sollevo'
gli occhi al cielo e sospiro'.
- Questa storia sta cominciando a farsi pesante. Perche' non posso
piu' entrare in un ponte ologrammi senza che succeda questo?! -
Marcel sorrise divertito.
- Beh, non sono io l'appassionato del genere. Chi e' causa del suo mal
pianga se' stesso. -
Knight ricambio' lo sguardo di Lamarc, ugualmente divertito.
- Uhm....dovro' fare un discorsetto con qualcuno prima o poi! Finisca
la birra e andiamocene, Marcel. Questa volta sara' la polizia a
risolvere i misteri di Jack. -
BASE STELLARE 625
Diario del capitano
Data Stellare 57990.2 (28/12/2380, ore 10.09)
Il momento che tutti aspettavamo e che, in fondo, speravamo di avere
evitato, e' infine giunto.
Le incomprensioni e i malumori che sono emersi in seguito all'ingresso
imprevisto e indiscreto di F'Rann sono lentamente scemati; non c'e'
dubbio sul fatto che il comportamento del tenente comandante Quill e
di F'Rann durante la crisi di Chamersis siano stati inopportuni e
forse anche gravemente pericolosi. Io stesso ho promosso l'azione
disciplinare nei confronti del mio ufficiale scientifico. C'e' da
dire, pero', che in quest'ultimo periodo F'Rann ha dimostrato un
autentico sforzo di integrazione e di disciplina comportamentale e si
e' mostrata piu' volte preziosa ai fini del raggiungimento degli scopi
della missione.
In definitiva credo che il tenente comandante Quill debba subire una
giusta reprimenda ma, in fondo, spero che l'eventuale punizione non
sia troppo pesante, cosi' come spero che la Flotta Stellare prenda una
decisione saggia e illuminata nei confronti di F'Rann; una decisione
che, senza mettere in pericolo la sicurezza della nave, salvaguardi
sia il diritto del capitano di avere il pieno controllo del vascello,
sia il diritto di F'Rann di vivere una *vita* soddisfacente e
appagante.
Comunque vadano le cose, il processo a Quill iniziera' tra pochissimo.
L'Ammiraglio Fressen ha fatto il possibile e l'impossibile affinche'
la portata dell'udienza fosse ridotta ai minimi termini in modo da
avvantaggiare gli imputati e sveltire l'intero procedimento.
Fressen sara' l'unico elemento giudicante e al processo parteciperanno
solo i membri dell'equipaggio della Unicorn.
E' un grosso favore che, tutto sommato, l'Ammiraglio sa di doverci.
Purtroppo devo registrare una nota estremamente negativa:
nonostante le buone intenzioni e i trattamenti di favore, Fressen non
puo' soprassedere sui recenti avvenimenti che hanno visto come
protagonista il tenente comandante Dhek.
Il mio attuale primo ufficiale e' stato sospeso da ogni incarico e
attende che la stessa giuria che giudichera' Quill e F'Rann giudichi
anche lui.
Dhek e' un ottimo ufficiale e su Chamersis II ha dimostrato grande
capacita', competenza e spirito di sacrificio.
Spero con tutto il cuore che l'esito del processo sia favorevole anche
per lui, ma comunque vadano le cose dubito che la sua carica a Primo
Ufficiale possa essere confermata.
Comunque Tomeron non mi sembra troppo abbattuto: credo che si
aspettasse un'azione disciplinare e che fosse gia' preparato al
peggio; quel trill mi piace anche per questo: sa assumersi le proprie
responsabilita' ed e' pronto a pagarne le conseguenze!
Fine registrazione.
BASE STELLARE 625
Ore 11.00
Tutto l'equipaggio della Unicorn percorreva il corridoio della Base
Stellare 625 a passo sostenuto.
Dalle grandi vetrate panoramiche campeggiava la vista maestosa della
Unicorn che, ingabbiata nel bacino di carenaggio, godeva della cure
amorevoli dei piu' sofisticati sistemi di riparazione automatici della
Flotta Stellare. Ancora una settimana e sarebbe tornata come nuova,
pronta a scattare nuovamente tra le mani del tenente Newport.
Le porte della grande sala conferenze della Base Stellare si
avvicinano minacciosamente.
Per qualcuno saranno i momenti piu' lunghi della propria vita.
Intere vite di sacrifici potrebbero subire cambiamenti drastici.
Carriere potrebbero tornare a farsi splendenti o subire deprimenti
battute di arresto.
Fressen cammina con noi. Come uno di noi, si appresta a salire sullo
scranno del giudizio.
Ormai ci conosce bene e conosce quanto generoso possa essere
l'equipaggio della USS Unicorn.
Nonostante quello che possa essere successo in passato, se al mondo
esiste una giustizia le cose non potranno andare troppo male.
Prego perche' sia cosi'.
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