USS Unicorn, Sala Tattica
<<
enigmi nella storia dell´umanità ce ne sono sempre stati, forse ora sono
più di moda quelli con le orecchie a punta, ma non è il primo e certamente
non sarà l´ultimo: nel XXIV secolo non sappiamo ancora da quale fonte Piri
Reis abbia appreso la forma delle terre del polo sud senza calotta di
ghiaccio>>
Knight si passò la mano sul mento in un gesto pensieroso, sembrava che
quella discussione non lo sollevasse affatto.
<<Spesso però Lamarc, molti di questi misteri non sono fonte del solo oblio
del tempo, sono figli della sistematica opera di insabbiamento, del veto di
altri.>>
Il Capitano della Unicorn sembrò per un attimo profondamente adirato, forse
più con se stesso per non essere riuscito a terminare quella missione in
maniera più limpida che con altri.
<<Sta incolpando qualcuno in particolare?>>
<<Come?
no, ma a volte
>>
Lasciò la frase a metà, forse in cerca di un finale adatto mentre si rendeva
conto di essersi inoltrato in un terreno instabile.
<<A volte la gerarchia militare è difficile da sopportare.>>, terminò
Lamarc.
Il corposo inglese rispose a quell´affermazione con un´occhiata piuttosto
dura, a Knight non piaceva che un Ufficiale palesasse apertamente sentimenti
di insoddisfazione verso la Flotta Stellare, anche se in fondo condivideva
quelle parole.
<<Consigliere, la prego di non allargarsi troppo, siamo Ufficiali della
Flotta Stellare e siamo tenuti al rispetto della gerarchia.>>
<<Si Signore, lo terrò presente. A volte però il mio ruolo mi obbliga a
sostituirmi all´ego di chi ho di fronte, una tecnica di terapia che a volte
dà i suoi risultati.>>
<<Mi sta forse dicendo che ho bisogno di psicanalisi? Non le ho chiesto una
seduta Comandante.>>
<<Le avrei detto che non ne ha nessun bisogno Capitano, ma siamo in
servizio e io sono il
Consigliere della nave, non è necessario che la parte dei miei compiti che
non hanno a che fare con la diplomazia sia svolta nel mio ufficio.>>
Knight piegò un angolo della bocca come se volesse sorridere.
<<Lei è un uomo dalle risorse dialettiche illimitate Lamarc, si ricordi però
che io sono un uomo dalle risorse di pazienza vaste, ma comunque limitate,
veda di non esagerare mai con le risposte pronte.>>
Lamarc annuì placido pensando a quante poche parole gli sovvenissero tutte
le volte che Zeela era nei paraggi, da par suo Knight comprese l´assenza di
altre parole in quel gesto e approvò il messaggio di intesa.
<<Passiamo a noi Comandante. Le devo comunicare che da oggi i suoi compiti
si moltiplicheranno temporaneamente anche se non so ancora quale sarà la
data di scadenza. Visti i recenti sviluppi disciplinari e conseguenti
variazioni di mansioni a bordo, lei è nominato Capo Operazioni fino a nuovo
ordine.>>
Lamarc sembrò non capire subito e si irrigidì allarmato.
<<Signore
>>
<<Lo so, è una cosa che credo non sia stata mai fatta, così a naso direi che
in tutta la storia della Flotta Stellare i casi di Consigliere-Capo
Operazione si possano contare sulle dita di una mano, ma tant´è Comandante,
lei ha dimostrato di saper condurre una nave in situazione di emergenza, ha
i titoli accademici per ricoprire il ruolo avendo frequentato all´Accademia
il corso di Comando. Ho intenzione di inoltrare richiesta formale al Comando
di Flotta per l´assegnazione di un nuovo Capo Operazioni, ma al momento ne
siamo sprovvisti e lei è la soluzione al problema.>>
Lamarc si era già arreso a quel nuovo incarico a metà della frase, durante l
´altra metà pensò a come la gerarchia della Flotta Stellare un momento prima
ti impone di ingoiare un rospo e un momento dopo ti permette di risolvere un
problema.
<<Potrei avere delle crisi di identità con tutte queste nomine e questi
compiti.>>
<<In tal caso le consiglio una seduta dal Consigliere, è un ottimo elemento
e saprà trovare una cura adatta
>>
Mentre il Capitano si alzava in piedi seguito dal francese questi salutando
disse:
<<Non mancherò di farlo se dovesse accadere. Le chiederei di assegnare il
Capo Kadra come mio attendente per la mansione di Capo Operazioni,
preferirei avere a che fare con un solo aiuto se possibile.>>
<<Certamente Comandante, rimane inteso che lei vestirà comunque la divisa
blu e che durante gli allarmi giallo e rosso siederà di fianco a me e si
farà sostituire dal suo vice alla postazione Operazioni, lei comunque è e
rimane il Consigliere. Non c´è altro Comandante può andare.>>
I due si salutarono, "chissà se mi rimarrà il tempo per mangiare e dormire"
pensò Lamarc uscendo dalla Sala Tattica.
USS Unicorn, Ufficio del Consigliere
Da quando era arrivato sulla Unicorn Lamarc non si ricordava un momento
rilassato che fosse uno, forse solo l´indimenticabile cena con Zeela, ma in
effetti nemmeno in quell´occasione si era sentito rilassato di fronte allo
sguardo della betazoide. L´ultima volta che si era veramente rilassato era
stato a bordo della Stazione Spaziale Triven Soth, ma si ricordava anche di
quanto tediosa fosse stata l´attesa della sua nuova destinazione, in fondo
era solo una installazione medica, grande fin quanto si voleva, ma abitata
da personale medico-scientifico dedito al lavoro. Massaggiandosi il braccio
sinistro all´altezza della centralina di comando degli impianti in
nanotecnologia del suo arto, pensò che comunque quell´attesa aveva dato i
suoi buoni frutti: da quando ci avevano messo le mani dei veri esperti,
spesso si dimenticava della sua menomazione e dei continui malfunzionamenti
ai servocomandi.
Si guardò intorno forse per la prima volta con un minimo di attenzione, la
prima volta che era entrato aveva avuto l´impressione che quella stanza
fosse enorme, fin troppo, non era abituato ad un vascello di classe Galaxy,
a volte si domandava come facesse l´equipaggio della Unicorn ad essere tanto
efficiente a bordo di una nave che poteva offrire tutta una serie di
comodità e che assomigliava più ad un trasporto per crociere di piacere che
una unità da militare. Lui stesso però si era reso conto che nei momenti più
duri, quando non c´è molto da scherzare, tutto è importante fuorché la
moquette sul pavimento, le poltrone in pelle o i divani in alcantara. Ci
sono momenti in cui tutto ciò a cui uno pensa è l´efficienza del supporto
vitale, mantenere stabile il flusso di plasma nei condotti EPS, schivare i
siluri quantici dell´avversario o mantenere i contatti con la squadra in
escursione esterna.
Da quel giorno avrebbe avuto molti altri pensieri in più, soprattutto quello
di capire da che parte si doveva iniziare per svolgere decentemente la
mansione di Capo Operazioni. Con una certa svogliatezza si sedette alla sua
scrivania e accese il terminale da tavolo:
<<Computer, mostrami le mansioni principali di un capo Operazioni e se
possibile riassumi il suo profilo operativo nell´ambito di una vascello di
classe Galaxy come la Unicorn
dimenticavo, consigliami qualche lettura che
possa essermi di aiuto
>>
In quel preciso istante l´avviso di prossimità della porta risuonò nell´
ufficio, non era certamente Kadra che di solito entrava senza suonare e fra
l´altro in quel momento non era in servizio.
<<Avanti!>>, Marcel in fondo era grato a quel visitatore, non aveva nessuna
voglia di cominciare a leggersi tediose note operative nel freddo formalismo
della letteratura ufficiale della Flotta Stellare.
La porta si aprì con un tenue sibilo, sulla soglia si presentò Turrell in
divisa che si appoggiò allo stipite con aria divertita.
<<Ciao
come mai da queste parti?>>
<<Sa Consigliere, in infermeria c´è un lettino diagnostico che la sta
aspettando da almeno un´ora.>>
<<Uh
la visita medica
me ne sono completamente dimenticato
mi dispiace,
sai sono stato dal Capitano e
>>
<<Spiace a me, ora sono costretta a doverti mettere in quarantena per
decorrenza dei tempi massimi di rapporto medico post-missione.>>
<<Stai scherzando vero?>>
Zeela sorrise divertita ed entrò nella stanza.
<<Certo che sto scherzando, ma prima di stasera devi venire in infermeria,
la Dottoressa Selenjak non ama i ritardatari soprattutto ora che è ancora un
po´ sottosopra.>>
<<Andiamoci subito allora, qui non ho molto da fare>>, disse Lamarc
osservando stancamente il terminale che stava richiudendo.
I due ufficiali si diressero verso l´infermeria percorrendo alcuni corridoi
semideserti; una volta entrati in un turboascensore Turrel si avvicinò a
Lamarc, con un filo di voce lo apostrofò sorridendo:
<<Secondo lei Comandante se un Tenente della sezione medica baciasse in
servizio il Consigliere di bordo, un suo superiore, crede che finirebbe alla
Corte Marziale?>>
Lamarc sorrise a sua volta, non resisteva ai modi morbidi della betazoide e
ancora meno alla sua voce rotonda e un poco sussurrata, al suo profumo che
probabilmente era tipico di Betazed, ai suoi occhi di un colore indefinibile
e profondo.
<<Credo che al massimo ci porterebbero davanti al Capitano che forse ci
farebbe un bel pistolotto all´inglese, certe smancerie tipicamente francesi
non sono mai piaciute agli inglesi
>>
La ragazza non permise a Marcel di terminare la frase e i due si baciarono
delicatamente.
<<Siamo due irresponsabili
>>
<<Forse hai ragione, ma fra i due quello più irresponsabile sei tu, non si
addice alla carica di Tenente Comandante lasciarsi andare a tali effusioni
nell´alcova di un turboascensore come un amante qualsiasi.>>
La corsa del turboascensore terminò in quel momento, uscirono in un altro
corridoio deserto, a bordo non c´era davvero nessuno, solo qualche tecnico
della stazione che lavorava a pannelli smontati.
<<Stasera ceniamo sulla stazione, ti va?>>
<<Ottimo, che cosa?>>
<<So che c´è un discreto ristoro klingon sulla passeggiata.>>
<<Vada per il klingon allora, ma ora devi stare buono e sottoporti alla
visita medica.>>
Marcel e Zeela si presero per mano, in fondo l´aria di smobilitazione che si
respirava a bordo consentiva un certo lassismo dell´etichetta militare.
Mentre entravano in infermeria, quasi deserta anch´essa, Lamarc dirigendosi
ad uno dei lettini diagnostici disse:
<<Sai che il Capitano mi ha nominato temporaneamente Capo Operazioni?>>
USS Unicorn, Sala Macchine
<<
vorrei sapere chi ha avuto la brillante idea di proporre i tubi di
jeffries per una nave di classe Galaxy!>>
Gli occhi alienati di Newport squadrarono con un misto di disprezzo e
deferenza la figura di Lamarc, dietro di lui Tripitaka e Morgan si erano
trincerati in un silenzio autoimposto. Il Capo Ingegnere armeggiò con la
consolle principale della sala macchine con aria disgustata mentre si
massaggiava la tesa:
<<Trenta centimetri, bastavano trenta miseri centimetri e le teste di mezza
Flotta Stellare sarebbero state grate.>>
Lamarc era quasi imbarazzato, aveva avuto pochissimo tempo per conoscere gli
ufficiali della Unicorn, Newport lo aveva appena intravisto due-tre volte da
quando si era imbarcato, in effetti si presentava di rado in plancia, come
ogni altro Capo Ingegnere preferiva il contatto con la sala macchine.
<<Forse hanno pensato che sarebbero stati troppo ingombranti.>>, azzardò
Lamarc.
Newport si voltò nuovamente verso il francese come se avesse sentito la
madre di tutte le bestialità.
<<Forse
>>
Il tono suonava scherzoso in fondo, anche se era sempre difficile
comprendere lo stato d´animo di Newport che sembrava sempre un poco
diffidente, a tratti distaccato.
<<Vedo che a differenza del resto della nave qui siete in piena attività.>>
<<Già, i motori della Unicorn hanno subito un trattamento di centrifuga e
sono stati strizzati bene bene, non hanno un bell´aspetto, .>>
Nel pronunciare quelle parole guardò in tralice i suoi collaboratori che
sbiancarono al pensiero di ore interminabili fra riconfigurazioni e
ricalibrature di sistemi e sottosistemi.
Con un gesto risoluto Newport si allontanò dalla consolle a cui era seduto.
<<Bene, immagino che non si venuto fino a qui solo per sentire le mie
lamentele.>>
Consigliere e Capo Ingegnere della Unicorn si avviarono verso il più vicino
turboascensore.
<<Mi scusi Lamarc, ma questi giorni per me sono pieni di lavoro, la Unicorn
ha bisogno di una sostanziale revisione e sono richiesto in più punti della
nave, dovrà necessariamente seguirmi.>>
<<Non si preoccupi Newport, preferisco seguire lei che rispondere alle
richieste di comunicazione da San Francisco.>>
Newport aveva un´espressione interrogativa, ma non disse alcunché.
<<Avrei da chiederle una cosa, in questi giorni non è l´unico che ha molto
da fare, il corpo diplomatico federale ha il suo bel da fare: è stata
istituita una commissione di inchiesta sull´affaire Romulus, sembra che il
Pretore abbia messo all´opera il proprio "ministero degli esteri" ed è
giunta notizia che l´Impero Stellare è piuttosto seccato di quanto è
accaduto. In breve, vogliono la testa di qualcuno e di certo non più quella
di Padre Silias.>>
<<Computer arresto.>>, Newport dette ordine di fermare la corsa del
turboascensore.
<<Mi scusi, che cosa c´entro io?>>
<<Non mi chieda come, ma in diversi documenti che ho ricevuto è spuntato il
suo nome.>>
Newport serrò la mascella, ma non disse niente.
<<In uno di questi si fa riferimento a lei come persona informata dei fatti,
la vorrebbero interrogare circa la presenza dei suoi familiari al Centro
Medico Triven Soth.>>
<<Non li ho certo inviatati io
>>
<<Nessun dubbio su questo, ma è saltata fuori una comunicazione fra lei e
Vulcano poco prima che venissimo a conoscenza della presenza del virus
modificato geneticamente. I DSS vogliono chiarire questa coincidenza,
"particolare" è il termine che hanno usato. E
>>
<<E?>>
<<
e ci sarebbe anche una ulteriore "particolare" coincidenza che sempre i
DSS vorrebbero chiarire con lei: una proposta di avanzamento di grado
confermata anche dal Comandante Dhek, proposta che sarebbe arrivata non si
sa bene da chi in concomitanza temporale con i fatti di questi ultimi
tempi.>>
"Tombola", pensò Newport, sospirò esasperato.
<<Punto primo Comandante, dica a chi di dovere che se vogliono parlare con
me saranno loro a venire qui se proprio desiderano vedermi, io ho troppo
lavoro da svolgere e non intendo muovermi dalla nave. Punto secondo vorrei
sapere perché è venuto lei a dirmi queste cose e non il Comandante Dhek.>>
Lamarc si rese conto di essersi involontariamente cacciato in un ginepraio
di cui non conosceva minimamente i risvolti.
<<Per quanto riguarda il punto primo posso far presente la sua richiesta,
per il punto secondo sarò molto sincero con lei: la Federazione considera
molto delicata la questione dei rapporti fra Vulcano e Romulus, non intende
in nessun modo compiere passi falsi soprattutto alla luce del possibile
fattore destabilizzante rappresentato dagli Antichi se e quando questi si
ripresentassero. È stato quindi deciso che sarà il corpo diplomatico ad
occuparsi della questione, scavalcando se necessario sia la Flotta Stellare,
sia i servizi segreti, in quanto considerati troppo "militari" se comprende
il termine. Il collegamento più ovvio fra Flotta Stellare e corpo
diplomatico fa riferimento ai consiglieri di bordo e al loro staff, sono
stato quindi incaricato, con il benestare di Knight, di condurre quel poco
di indagini che mi sono state ordinate. In pratica si tratta solo di
contattare persone anche minimamente coinvolte e fornire di rimando un set
di informazioni aggiornate, il tutto cercando di fare meno rumore
possibile.>>
Newport aveva ascoltato con grande attenzione le parole di Lamarc, si rese
conto che nella formalità dell´esposizione si celava un messaggio di
fiducia, di pronto sostegno se ce ne fosse stato bisogno e questo lo
apprezzò molto.
<<Capisco Comandante, non credo che avrò la possibilità di assentarmi dalla
Unicorn, quindi sanno dove trovarmi se fosse necessario interrogarmi.
Computer riprendere.>>
Con un ronzio appena percettibile, il turboascensore si rimise in marcia.
<<Lo farò presente Tenente.>>
I due non dissero altro fino al termine della corsa, si salutarono
cordialmente dirigendosi in direzioni opposte. Lamarc si sentiva come se lo
stessero usando, incominciava a sospettare che qualcuno stesse tentando di
carpire alcune informazioni riservate sull´equipaggio della Unicorn
servendosi di lui: in fondo era nuovo della nave, non aveva ancora rapporti
solidi di fratellanza con nessuno dei membri dell´equipaggio, quindi poteva
rivelarsi un valido e inconsapevole grimaldello di accesso. Un leggero
ghigno sarcastico si dipinse sul suo volto: certe contorte elucubrazioni del
suo ex Capitano, Haiess, si erano fatte strada nel suo modo di pensare, la
sua ingenuità sembrava in quel momento appartenere ad un tempo preistorico
della sua vita. Eppure su quella nave c´erano cose che avrebbero davvero
necessitato di una più profonda comprensione a cominciare da Newport, ma
anche la presenza di F´Rann e l´improvvisa morte dell´ex Capo della
Sicurezza in circostanze molto dubbie.
Marcel sapeva però che spesso ci sono avvenimenti che è meglio che vengano
taciuti, a volte il bene dei molti era meno importante del bene dei pochi, e
questi pochi dovevano essere tutelati anche attraverso sconfinamenti nel
territorio dell´illegalità. Più di una persona aveva storto il naso e si era
ripromessa che non sarebbe finita in quel semplicistico modo, quando venne
archiviata l´inchiesta sui fatti di Atrea IV. Sapeva che molte questioni non
erano state nemmeno sollevate, molte domande a cui si era preparato a
rispondere al tempo, non gli furono mai formulate, molti dettagli di cui era
a conoscenza non furono mai evidenziati o solamente menzionati. Ci aveva
rimesso un braccio e ci aveva guadagnato una promozione, ma ad altri era
andata molto peggio ed erano stati dimenticati, altri ancora ci avevano solo
guadagnato, ma nessuno si era chiesto come. Eppure in cuor suo sapeva che
era giusto e morale così. Non era stata colpa di nessuno se letteralmente la
terra esplose, non dei soccorritori, non di chi doveva essere soccorso, non
dei geologi e nemmeno dei politici. Perché scavare nel dolore e nei morti
quando in fondo la colpa del disastro non era di nessuno? Un caso su mille
forse, quando mai una congiuntura tanto sfortunata dipendeva solo dai
capricci della natura? Eppure non poteva in sincerità arrogarsi il diritto
del sospetto quando di un Newport o di un Quill non sapeva quasi niente.
Quello che sapeva lo aveva visto con i suoi occhi e gli era bastato per non
dubitare oltre dei suoi nuovi compagni.
In effetti Marcel si era chiesto più di una volta cosa pensassero di lui gli
ufficiali superiori della Unicorn, si era scoperto più spesso di quanto
avesse desiderato a cercare di scorgere un qualche segno di assenso nei loro
occhi mentre parlava, in realtà troppo spesso gli eventi li avevano
trascinati in situazioni critiche, in cui a tutto si poteva pensare fuorché
al superfluo. Lo stesso era stato per lui, solo con Zeela i rapporti non si
erano fermati al formalismo militare, ma quella forse era un´altra storia,
qualcosa che andava al di là delle circostanze. Forse.
Ponte 17, come fosse finito lì non lo sapeva davvero.
<<Computer orario.>>
<<[Sono le 18:43]>>
Ancora venti minuti e avrebbe avuto l´appuntamento con il Capitano Knight
sul ponte ologrammi 1, avevano finalmente deciso di condividere uno dei
romanzi olografici di Lamarc, per Knight sarebbe stato facile adattarsi in
quanto avrebbe dovuto ambientarsi di solo qualche decina d´anni indietro,
rispetto al proprio analogo passatempo. Avevano deciso di incominciare
quello svago comune dal porto di La Valletta a Malta, Lamarc nelle usuali
vesti di un comandante di fregata di Sua Maestà il Re d´Inghilterra, Knight
nel ruolo di uno stimato naturalista inglese nonché agente segreto dell´
Ammiragliato, un binomio nel perfetto stile dei fortunatissimi romanzi di
Patrick O´Brian, autore della fine del XX secolo.
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