BASE STELLARE 625
Data Stellare 57990.2 (28/12/2380, ore 11.00)
Le porte della Sala Udienze erano ancora chiuse, ma Quill sapeva che di lì a poco si sarebbero aperte per lasciarlo entrare e sostenere, di fronte ad una commissione giudicante della Federazione, e soprattutto di fronte agli occhi del suo capitano e dei suoi compagni, la difesa del proprio operato e della nuova forma di vita che ormai lo accompagnava costantemente sulla Unicorn.
F'rann. Un parto della sua mente, sua figlia, e nello stesso tempo la sua compagna ideale, a lui accomunata dal pensiero razionale che solo nel calcolo e nella scienza poteva risiedere. Come potevano anche solo pensare che si trattasse di un'aberrazione, un pericolo per la Unicorn? Non sapevano forse che la Unicorn era la casa in cui F'rann era stata creata e risiedeva? E quale intelligenza artificiale avrebbe mai distrutto la propria casa, l'ambiente che era stata programmata a proteggere e migliorare?
Forse è vero, c'erano alcuni comportamenti di F'rann che poco avevano a che fare con la programmazione standard, come quella sua continua e ostentata intraprendenza, che spesso rasentava l'insubordinazione, ma erano piccolezze, spiegabili con difetti di sistema delle subroutine, e modificabili... forse. Ma questo non era davvero il problema. Il nocciolo della situazione era che la Flotta Stellare non avrebbe tollerato una IA al comando di una nave di classe Galaxy II, non in un settore caldo del quadrante e sicuramente non di questi tempi. Tecnicamente F'rann non era al comando della nave, ma solo tecnicamente: infatti, era talmente compenetrata nel mainframe, che qualsiasi ordine avesse dato, avrebbe potuto facilmente bypassare i protocolli degli ufficiali e governare da sola la quasi totalità della Unicorn.
Aveva rotto il vaso di Pandora, ecco cosa gli avrebbero rimproverato i suoi superiori. La sua incessante ricerca scientifica lo aveva portato a creare qualcosa di nuovo e assolutamente unico, e ora la Flotta esigeva che la IA venisse prelevata dalla Unicorn per essere posta in un database appositamente costruito, nel quale F'rann potesse essere studiata e le sue subroutine e stringhe di comando copiate, rimodellate e replicate, forse. Niente da eccepire dal punto di vista scientifico, eppure... Eppure F'rann per lui era qualcosa di più di una scoperta di cui essere gelosi custodi. Era parte della sua anima, e non avrebbe potuto privarsene. Che sciocco era, un individuo razionale come lui ora si metteva a pensare all'anima e ai sentimenti che lo legavano ad un programma... però non poteva farne a meno, e sapeva che avrebbe lottato con tutto se stesso per proteggere F'rann.
Così assorto nei suoi pensieri, Quill si era talmente estraniato dal mondo circostante che trasalì violentemente quando sentì una mano posarsi sulla sua spalla. L'andoriano si alzò dalla panca sulla quale era seduto, e si trovò a troneggiare su Tomeron Dhek, che lo guardava col solito sorriso stampato sul viso, questa volta un po' più mesto del solito.
- Da come si muovono le sue antenne, deduco di averla disturbata, Comandante.- scherzò il trill - Ma non si preoccupi, non le ruberò troppo tempo. La prego, si sieda.- disse Dhek, precedendo l'andoriano sulla panca, forse anche per minimizzare l'imbarazzante differenza d'altezza.
- Desiderava parlarmi prima dell'udienza?- abbozzò Quill, evidentemente a disagio sia dal tocco intrusivo del trill che dalla sua presenza non prevista.
- Volevo solo dirle che farebbe bene a ricordarsi dei naniti, Comandante. - rispose il trill, tenendo la testa china e lo sguardo fisso sul pavimento lucido della sala d'attesa. Osservandolo meglio, a Quill parve che sul suo volto si potessero scorgere sia rassegnazione che sollievo, quasi stesse per liberarsi di un peso che lo opprimeva da tempo.
- Temo di non capire...-
- I naniti scoperti dal Tenente Data erano forme di vita sconosciute alla Federazione. Forme di vita riconosciute e tutelate dalla legge della Federazione, dal momento in cui il Tenente riuscì a dimostrare che erano provvisti di una propria autocoscienza. Nessuno tentò più di distruggerli o di catturarli da quel momento... mi segue, Quill?-
E naturalmente Quill lo seguiva, aveva perfettamente capito dove voleva andare a parare il trill.
- Perchè mi dice questo?- domandò bruscamente l'andoriano.
- Oh, beh - si affrettò a spiegare il giovane -sono sicuro che lei ha già la sua linea di difesa, Quill, ma era così, solo per mettere altra carne sul fuoco, come si dice.-
- E poi - aggiunse Dhek, questa volta volgendosi a guardare direttamente negli occhi il suo compagno - perchè spero che almeno uno di noi due non venga giudicato ingiustamente per qualcosa che non ha commesso.-
L'occhiolino furtivo di Dhek colse totalmente di sorpresa il silenzioso Quill, provocandogli un leggero fremito nelle antenne, mentre si rendeva improvvisamente conto di provare un leggero senso di fiducia e di riconoscenza nei confronti di quell'individuo sorridente.
- Anch'io spero che la commissione non sia troppo severa con noi, Comandante.- fu l'unica risposta che riuscì a profferire Quill, che provò una punta di dispiacere per non essere riuscito a ricambiare l'interesse del trill per la sua causa.
I due rimasero uno accanto all'altro ancora per qualche minuto, in completo silenzio questa volta, mentre entrambi pensavano a quello che sarebbe stato detto nell'aula, parole che avrebbero probabilmente avuto un peso decisivo sulla loro vita futura. Quando improvvisamente le porte della sala si aprirono per annunciare che il consiglio era in seduta, Quill si levò in piedi, si stirò l'uniforme, e avanzò con passo sicuro verso l'entrata. Poi, per una breve frazione di secondi si fermò, e fece qualcosa che pochi riuscirono a notare, prima di riprendere l'andatura e andare incontro al suo processo.
Quando le porte si richiusero, Dhek stava ancora guardando incredulo verso il punto in cui era scomparso l'andoriano, con un sorriso magnifico stampato sul volto. Era la prima volta che vedeva un andoriano fare l'occhiolino usando le antenne.
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