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RITORNO ALLA FRONTIERA di Roberto Messora
4 dicembre 2001

    Romulus, capitale imperiale

    Svaniti. Erano arrivati come alito di tempesta e come soffio di brezza se ne erano andati. Era bastato un unico omicidio, un solo morto per riportare nell´oblio l´ombra del passato. Gli eventi che si erano susseguiti dopo quel momento si erano accavallati senza un preciso filo logico, una sorta di matassa illogica e priva di forma. Palek si era sentito come se fosse solo testimone, uno strano spettatore; eppure un suo ordine aveva condotto ad un pesante scontro fratricida che si era concluso con la distruzione della nave di Toral da parte dei federali. Al comandante romulano non piacevano i misteri, preferiva la dura chiarezza della realtà visibile, come ad ogni altro militare dell´impero. Quando poi ad un evento straordinario e insondabile come l´avvento degli Antichi si aggiungeva l´odiosa doppiezza della Tal Shiar, allora la sua irritazione sfociava nella più ferrea intolleranza.
    I pensieri di Palek furono interrotti dall´incedere marziale di un attendente che gli si faceva incontro.
    <<Comandante, il Senatore Josek è pronto per riceverla.>>
    Vanerdil era pronto, sapeva che non sarebbe stata una chiacchierata di cortesia, aveva dato ordine di attaccare un Falco imperiale comandato da un membro della Tal Shiar che poi aveva trovato la morte, era già stato richiamato all´ordine qualche tempo prima dal Pretore in persona, aveva perso alcuni vascelli sotto il suo comando inclusa l´amata Antixis, non si poteva certo dire che la sua posizione fosse felice. Ma era un comandante della flotta da guerra romulana e come tale si sarebbe presentato di fronte ad uno dei più influenti senatori dell´impero.
    Entrò nell´ampio ufficio di lavoro del senatore, diverse persone già si trovavano nella stanza e sembravano tutte attenderlo, i loro sguardi insondabili si posarono seriosi sulla sua figura all´unisono.
    <<Benvenuto Comandante Palek, prego si sieda.>>
    Il Senatore Josek indicò a Palek una delle poltrone intorno ad un lungo tavolo di ossidiana verde, i presenti si sedettero a loro volta, Vanerdil si ritrovò sul lato corto opposto a quello a cui si era seduto Josek, si fissarono per alcuni momenti, ma nessuno dei due riuscì a cogliere qualcosa dallo sguardo gelido del dirimpettaio.
    <<Immagino lei sappia perché è qui.>>
    Josek parlava con molta cautela, un tono neutro, il più pericoloso, avrebbe potuto condannarlo a morte o assegnarli una nuova missione senza variare inflessione.
    <<Fondamentalmente Senatore si tratta del mio ordine di attacco alla nave della Tal Shiar.>>
    <<Più o meno Comandante, ma non nego che questa sia la pendenza più importante.>>
    Continuarono a squadrarsi, nessuna reazione da parte di Palek, Josek quindi proseguì.
    <<Abbiamo condotto un´indagine accurata e siamo giunti alla conclusione che i federali le hanno giocato un brutto scherzo senza che lei se ne accorgesse: le hanno inviato false informazioni circa una ipotetica trasmissione del Senato imperiale che le ordinava di agire come ha fatto. Va senza dire che tale trasmissione non è mai avvenuta.>>
    Era sarcasmo quello che percepiva nelle parole del Senatore? O forse solo gelida indifferenza verso l´inettitudine di un comandante.
    <<In effetti in una situazione del genere chiunque sarebbe caduto in quel tranello e forse a lei non è parso vero di rivolgere il bracciolo dell´ Impero verso una nave dei servizi segreti.>>
    Palek serrò le mascelle, un´accusa aperta sulla sua fedeltà all´Impero di cui la Tal Shiar è parte integrante.
    <<Il mio primo compito è quello di preservare la gloria dell´Impero, Senatore, se questo significa dovermi scontrare anche con un membro della mia stessa razza o un mio commilitone, allora significa che lo farò, ovunque e in qualsiasi momento.>>
    Josek fece un gesto vago di assenso con la mano, come se si aspettasse una risposta del genere, rigida e tipicamente militare.
    <<Non le nascondo Comandante un certo disappunto riguardo la frettolosa dipartita della USS Unicorn verso lo spazio federale, forse una indagine preliminare sui loro sistemi sarebbe stata appropriata per la sicurezza dell ´Impero, i federali sono personaggi subdoli a volte. Ma sono certo che lei mi risponderebbe che con gli ordini che aveva ricevuto quella era l´unica cosa da fare; ordini fasulli naturalmente.>>
    Naturalmente. Si stava divertendo con quella storiella degli ordini fasulli, in fondo aveva ragione, lo stesso Palek quando aveva scoperto del giochino architettato a bordo della Unicorn, si era reso conto di quanto stupido fosse l´errore che aveva commesso, ma quella trasmissione sembrava così reale.
    Josek perse la sfumatura beffarda per assumerne una più grave.
    <<Comunque come dicono i terrestri "tutto è bene ciò che finisce bene", vede Comandante Palek, sembra che Toral e il suo più fidato uomo, il Comandante Joral, stessero agendo al di fuori della giurisdizione della Tal Shiar, sembra avessero obiettivi personali. Hanno tenuto nascoste molte informazioni cruciali, il Senato ha già preso seri provvedimenti contro coloro che hanno fatto parte di questa organizzazione illegale, lo stesso Proconsole Terlik si occuperà di questo spiacevole compito.>>
    Nel dire ciò si rivolse verso uno degli astanti che si irrigidì di colpo, Terlik si trovava in una posizione scomoda, era fra i membri più importanti della Tal Shiar quello che fungeva da tramite fra il servizio segreto e il Senato imperiale, quindi un personaggio piuttosto in vista, posizione quanto mai sgradita ai membri dell´intelligence.
    <<Ebbene Comandante, possiamo dire che la sua situazione è piuttosto controversa, come lo è stata tutta questa storia dell´agente batterico e di questi misteriosi visitatori alieni. Lei ha sempre dimostrato in passato grande lealtà verso l´Impero, mi piace pensare che sia rimasto coinvolto in una serie di circostanze sfortunate, quindi non subirà nessuna conseguenza di tipo disciplinare. Rimane comunque da sciogliere il nodo della evidente vulnerabilità del nostro confine interno e la misteriosa scomparsa degli alieni. È avviso del Senato imperiale e del Pretore stesso che sia opportuno andare a fondo su questa questione, quindi Comandante ho pensato che chi meglio di lei può intraprendere questa missione così delicata. Lei conosce il problema e ha le capacità per gestirlo. Le verrà fornita una squadra di Falchi da guerra, potrà scegliersi l´equipaggio e avrà carta bianca sull´ operatività. Tutto questo però ha un prezzo: non potrà fare domanda di diversa assegnazione finchè non sarà andato fino in fondo alla questione e avrà fornito un rapporto chiaro e ineluttabile al governo dell´impero. Mi sembra di essere stato chiaro.>>
    <<Cristallino Senatore.>>
    Josek sorrise beffardo e compiaciuto.
    <<Perfetto, vedo che lei è un uomo di poche parole, ma precise. Può andare Comandante, ha una missione che l´aspetta.>>
    Palek si alzò rigido, salutò senza teatralità ed uscì. Il suo sguardo torvo rifletteva un animo cupo, alla fine lo avevano punito comunque e con lui i suoi uomini, perché era implicito che scegliersi a piacimento l´equipaggio significava in quel contesto "lei sa chi sono i suoi uomini". Ma quello che lo preoccupava di più era dover probabilmente avere ancora a che fare con gli Antichi. C´era qualcosa in loro che lo rendeva nervoso ed insicuro. Forse si trattava delle impressionanti capacità psichiche che avevano dimostrato, ma più certamente si trattava dell´effimera conoscenza che si aveva di loro. Non aveva ancora capito se esistesse davvero un´intera civiltà dietro l´avanguardia con cui si erano scontrati o se fosse soltanto la messinscena di poche potentissime menti. Non si spiegava come una unica perdita avesse avuto il potere di mettere in ritirata, seppur momentanea, una fazione che sembrava avere il controllo tattico e militare della battaglia. Era impossibile che non si fossero resi conto dell´estrema difficoltà in cui si trovavano i federali e gli stessi romulani, era assurdo che con le loro capacità telepatiche non si fossero accorti dell´estremo stato di prostrazione in cui si era trovato nel momento in cui aveva deciso di estrarre la sua pistola a dardi per tentare di uccidere l´ombra che li stava opprimendo.
    Un´ombra, alla fine aveva ucciso un´ombra, l´aveva vista cadere esangue, ma i suoi compagni erano stati evidentemente più celeri di lui nel recuperare il corpo senza vita dell´Antico. Almeno se tutto ciò non fosse stato un ulteriore falso telepatico.
    Avrebbe dovuto confrontarsi nuovamente con quelle chimere?E se così era nel suo destino, come si sarebbero presentati la seconda volta?
    Vanerdil si fermò a contemplare l´immensa piazza su cui si affacciava il palazzo del Senatore Josek. Cercò di osservare e ascoltare tutto con molta attenzione, senza lasciarsi sfuggire niente, nemmeno il profumo della brezza che gli sfiorava la faccia. Forse sarebbe stata l´ultima volta che vedeva Romulus e voleva ricordarla per sempre.



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