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I MIEI ULTIMI ISTANTI - RIPRESA di Aristide Gorizia
20 luglio 2001

    Knight sentì ribollire la rabbia.
    -Tutto ciò é inammissibile- esordì inorridito. Mentre parlava con il suo gruppo, aveva assistito all'improvviso svenimento del suo capo ingegnere.
    Newport, dopo aver detto che forse era tutta un illusione, cadde gemendo sulle proprie ginocchia e per qualche secondo, mentre un filo di sangue usciva dalla sua bocca, rimase completamente inerte. Rinvenne sotto i colpi della mano del capitano che tentava di rinvenirlo e riuscì a riprendersi solo dopo che un paio di schiaffi schiarirono la sua vista offuscata.
    Knight si alzò in piedi lasciandolo nelle mani capaci della dottoressa e del primo ufficiale e si rivolse a Chk'Mrr.
    -È del tutto proditorio il trattamento che avete riservato ai miei uomini ed in particolare al mio capo ingegnere.-
    Chk'Mrr fece un cenno con la mano disinteressandosi delle parole del terrestre.
    -Se come crediamo, voi avete dei poteri mentalici tanto potenti, dovreste sapere quali sono le nostre intenzioni. Del tutto pacifiche!-
    Chk'Mrr sembrò voler ragionare e rispose tranquillo.
    -Sappiamo benissimo quali sono le vostre intenzioni. Di tutti voi. Quello che vogliamo sapere é il perché delle vostre azioni.-
    -Allora perché questo?!- replicò il capitano indicando il corpo del capo ingegnere
    -Perché? Cosa vi fa pensare di avere il diritto di poter fare domande?-
    -Anche come prigionieri abbiamo il diritto di conoscere le nostre accuse. E sapere perché uno dei nostri é stato attaccato. Sono diritti che qualsiasi popolo civile assicura. A chiunque.-
    Chk'Mrr sembrò colpito che lo si potesse reputare meno che civile. Almeno dal suo punto di vista. Diede comunque segno di voler accondiscendere.
    -È stato un errore. Ho affermato che che conosciamo benissimo le intenzioni di tutti voi. Sbagliavo. Di tutti voi tranne che di lui.-
    Ed indicò anche lui il tenente Newport. Il capo ingengere si sentì stranamente al centro di un'attenzione non desiderata e si alzò in piedi cercando con lo sguardo un posto dove rifugiarsi. Chk'Mrr continuò.
    -Delle vostre deboli menti la sua é l'unica che abbia offerto una seppur debole difesa. Qualcosa dentro di lui ci impediva di scansionare la sua mente.-
    I naniti, pensò Newport. I naniti che portava dentro di se lo proteggevano da qualsiasi intrusione di tipo telepatico.
    -Abbiamo dovuto forzare la sua mente in maniera piuttosto violenta e ci siamo dovuti fare strada con la forza fino ai suoi pensieri...-
    Questo spiegava anche il mal di testa di cui aveva sofferto fin dall'inizio di questa storia.
    -...E quando abbiamo intravisto le sue intenzioni di fuga, gli abbiamo mostrato cosa poteva, no mi correggo, cosa sarebbe costato un qualunque tentativo di fuga. Una lezione sulla nostra potenza che difficilmente potrà mai dimenticare.-
    L'esperienza che ricordava Newport era stata alquanto dolorosa. Probabilmente i naniti non lo avevano protetto abbastanza ma se la potenza mentalica dei seguaci dell'ordine supposta dal capitano e da Selenjak era reale, non lo sorprendeva che i naniti avessero ceduto tanto presto. In fondo erano abituati al tocco delicato dei pochi betazoidi che aveva incontrato.
    Tremò al ricordo della furia che aveva provato nella lotta. Anche se era stata solo un'illusione.
    Mentre Knight parlava, Newport si estraniò dalla discussione. Chiuse gli occhi per ricacciare le lacrime e si morse l'interno della lingua per non tremare.
    Ora il ricordo di quei momenti virtuali sembrò inondarlo e controllarlo. Paura, dolore ed ancora paura. Soprattutto paura.
    Quanto avrebbe vissuto ancora col ricordo della sua morte?



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