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IL SEGRETO DI KRUGAR - PARTE IV di Marco Dalmonte
17 luglio 2001

    Data Stellare 57952.5 (14/12/2380, ore 16.15)
    Sala Tattica


    Il Capitano Knight stava esaminando attentamente il rapporto medico del Dottor Tripitaka, quando la porta della Sala Tattica si aprì silenziosamente per fare entrare l'ufficiale in uniforme rossa. Knight alzò gli occhi e non potè fare a meno di rivolgere un'occhiata particolarmente dura al suo Numero Uno, che se ne stava dritto all'altro capo della tavola di riunione, con lo sguardo fisso davanti a sè senza vedere realmente nulla, e un D-PAD stretto nella mano destra.

    Knight posò sul tavolo il rapporto riguardante il decesso del Tenente Kumas Krugar, stilato pochi minuti prima dal Dottor Tripitaka, e si massaggiò lentamente le tempie. Quante cose stavano succedendo su quella nave, senza che lui potesse controllarle come avrebbe voluto. Prima Fressen, poi Selenjak, poi i vulcaniani, e ora anche Krugar. Ruotò lentamente la poltroncina fino a che non ebbe una visuale soddisfacente dell'esterno della nave. Guardando attraverso le finestre della sala, si potevano scorgere gran parte dei ponti d'attracco dell'hangar del centro Triven Soth, da cui sarebbero dovuti partire di lì a poco per una missione assolutamente sconosciuta. Il guscio protettivo che li avvolgeva si era sbriciolato improvvisamente, senza che nemmeno Knight se ne rendesse conto, e ora erano in balia dei venti di tempesta che soffiavano tutt'intorno a loro. I vulcaniani stavano per liberare un virus dannoso nel pianeta Romulus, con cui avrebbero probabilmente rischiato di causare !
    una nuova guerra tra la Federazione e l'Impero. L'Ammiraglio Fressen gli chiedeva la massima fiducia per una missione ai limiti dell'assurdo di cui non voleva dargli nemmeno troppi dettagli. E il suo Primo Ufficiale aveva appena ucciso brutalmente l'Ufficiale della Sicurezza. Il peso del comando comportava enormi responsabilità, rimuginò Knight. Quello che si chiedeva, era quanto robuste potessero essere le sue spalle, e quanto avesse potuto reggere ancora di fronte a quel carico opprimente.

    - Coraggio, Comandante Dhek, mi esponga i fatti, in modo dettagliato.- La voce del Capitano spezzò bruscamente il silenzio che avvolgeva la stanza. Sembrava stanco, notò il trill, e non aveva alcuna intenzione di guardarlo in faccia. Mentre iniziava la sua spiegazione, cominciò a chiedersi se avesse davvero fatto la scelta giusta.
    - Come lei già sa, signore, il Tenente Krugar era in parte breen e in parte klingon. Dalle prime analisi emerse in seguito all'assalto a cui fu sottoposto nel suo alloggio e che vide coinvolti anche i guardiamarina Re'pes, Soma e Katz, fu subito chiaro che non c'era niente di strano nel tracciato neuro-corticale degli assaliti, a parte una strana onda residua presente in tutte e quattro le vittime, e che i tre guardiamarina accorsi negli alloggi di Krugar avevano riportato una manipolazione del lobo temporale adibito alla memoria. Nonostante gli apparenti segni di lotta nella stanza, peraltro minimi, e alla rilevazione dell'attivazione di un phaser, questo mi ha subito incuriosito, e ho incaricato Selenjak di fare altre analisi su Krugar. Il problema, vede, è che la nostra banca dati non ha praticamente alcuna informazione sulla biologia dei breen, quindi la Dottoressa è dovuta andare a tentoni... prima che ricadesse vittima di quel virus.-
    Dhek guardò il Capitano in attesa di una qualche reazione alla menzione della vulcaniana e dell'attuale situazione in cui la Unicorn si trovava, suo malgrado, invischiata, ma non ne scorse. Riprese quindi a parlare.

    - Dalle successive rilevazioni è emerso che un solo colpo di phaser era stato sparato nella stanza di Krugar, e guarda caso proprio dal suo phaser. Era chiaro quindi che Krugar voleva difendersi dall'assalitore, e che questi non aveva potuto colpirlo per primo. Come aveva stordito allora il Tenente? Egli è uomo di robusta costituzione e di una certa prestanza fisica, era impossibile che lo avesse fatto in una colluttazione diretta, tanto più che il Tenente non presentava ecchimosi o lividi che avrebbero comprovato questa teoria. E inoltre, come era giunto questo assalitore misterioso sulla nave, senza che nessun sensore lo rilevasse? La cosa non aveva senso.
    - Ma quando il Tenente Krugar si auto-sospese dal servizio, qualche tempo dopo, rifiutandosi di rispondere alle nostre domande sul perchè di questa drastica misura e mettendosi agli arresti, mi fu chiaro che lui sapeva qualcosa che voleva nasconderci.-
    Dhek esitò. Avrebber dovuto dire al Capitano che Krugar lavorava segretamente per i Servizi Segreti, nonostante egli avesse tentato disperatamente di nasconderlo per non apparire una spia? Arrivato a questo punto, non poteva nascondere anche questa verità, se voleva che il Capitano gli credesse. Si fece coraggio e continuò.

    - Il Tenente Woronicz aveva rilevato una trasmissione criptata provenire dalla consolle di Krugar il giorno dell'attentato, e stava lavorando per decifrarla e capire da dove provenisse. In seguito scoprimmo che si trattava di un collegamento con la Terra, e per essere precisi con la Sezione 99 del Comando di Flotta.-
    Dhek rilevò per la prima volta che il viso del Capitano aveva assunto una lieve smorfia, come di chi avesse ricevuto improvvisamente una cattiva notizia e dovesse celare il suo dolore. Era chiaro che lo stava ascoltando attentamente, e che sapeva benissimo dove sarebbe andato a parare.
    - Krugar non lo ammise mai, e nemmeno il personale della Sezione 99 riferì nulla di significativo dei loro rapporti con il nostro ufficiale, ma questo non significa nulla. Il solo fatto che si rifiutasse ostinatamente di parlare e che avesse preso contatto con il Controspionaggio della Flotta Stellare indicava che il Tenente era in realtà un membro del Controspionaggio, inviato sulla Unicorn per qualche motivo. Per ora, la mia prima ipotesi è che fosse stato assegnato a questa nave, allora sotto il comando del Capitano Sortyn, per investigare su una possibile spia presente all'interno dell'equipaggio, oppure per tenere d'occhio qualcuno... con tutta probabilità il Tenente Newport, visto il suo ruolino particolarmente ricco di sezioni RISERVATE.- Dhek scosse la testa ripensando a come certe volte, Krugar sembrava effettivamente braccare Newport come un lupo famelico.
    Avrebbe dovuto accorgersene prima, ma perchè dubitare che ci fosse qualcosa sotto se non una semplice antipatia fra i due? Newport non era sicuramente un individuo facile, piuttosto scostante in certi casi e troppo diretto in altri, non era un amante della disciplina come Krugar e sicuramente potevano essere questi i motivi per cui il klingon-breen lo guardava di traverso ogni volta che l'altro girava la testa.

    - Una spia, quindi?- La voce del Capitano lo sorprese immerso nei suoi pensieri. Dhek lo fissò, e vide che la maschera di tensione si stava lentamente sciogliendo per lasciare il posto ad una di delusione. Non avrebbe voluto che Krugar fosse considerato un traditore e un ipocrita dal Capitano, quindi si affrettò a chiarire la sua posizione.
    - No, signore, non era una spia. Era un membro del Controspionaggio, ma stava agendo per conto della Flotta Stellare per snidare qualche...-
    - Mi ha frainteso, Comandante.- lo bloccò Knight guardandolo accigliato. Era la prima volta che incrociava il suo sguardo, pensò il trill. Sicuramente un miglioramento. - Intendevo dire che stava cercando una spia tra il nostro equipaggio. Giusto? Secondo lei ci sarebbe una spia tra di noi? E per chi lavorerebbe?- terminò Knight con aria preoccupata, mantenendo tuttavia uno sguardo duro.
    - Questo era quanto probabilmente avevano detto a Krugar, ma è probabile che se ci fosse stata una spia a bordo, lui l'avrebbe già scovata. Anzi ripensandoci, forse la spia c'era.- Dhek andò con la mente ai fatti occorsi subito dopo il suo imbarco sulla Unicorn, alle macchinazioni degli infiltrati del Dominio, al rischio della distruzione della nave a causa del loro sabotaggio durante l'orbita intorno a Betazed. Forse Krugar era stato mandato sulla Unicorn perchè si sospettava di infiltrati. Forse c'era un membro del Controspionaggio su ogni nave della Flotta Stellare, per quanto poteva saperne lui. Decise tuttavia che sarebbe stato meglio non mettere il Capitano a parte di questo suo ultimo pensiero.
    - Intendo dire che ci sono stati ben due Mutaforma su questa nave, poco prima che il Capitano Sortyn lasciasse il comando, e forse la Flotta Stellare sospettava di loro. Forse per questo Krugar è stato mandato qui. Era rimasto in servizio sulla nave aspettando il prossimo incarico, molto probabilmente, e proprio qui a Triven Soth era stato raggiunto dalla comunicazione riguardante il suo nuovo compito.-
    Dhek notò che il capitano lo seguiva con la coda dell'occhio, accarezzandosi meccanicamente il pizzetto, mentre era ritornato a scrutare fuori dalle finestre l'hangar del centro medico.

    - Sono certo adesso che chi inviò la comunicazione su canale protetto a Krugar fu anche la stessa persona che mandò l'assalitore nel suo alloggio. Come ho già spiegato durante l'ultimo atto di questo dramma degli inganni, mi perdoni l'espressione, sicuramente ciò che ha assalito Krugar e gli altri membri della sicurezza non era un individuo in carne ed ossa, ma un dispositivo ad alta tecnologia del Dominio. Il suo scopo non era uccidere Krugar nè gli altri, ma di condizionare il Tenente facendo leva su alcuni geni particolari dei breen, che immagino i Mutaforma abbiano inserito di proposito nel codice breen per renderli dei perfetti sudditi proprio come i jem'hadar, senza tuttavia renderli dipendenti da una droga. Visto che i nostri sensori non hanno rilevato alcun teletrasporto, anche se qualcosa è comparso negli alloggi di Krugar, ritengo credibile la possibilità che si trattasse di un ordigno del Dominio, l'unica potenza dotata di una tecnologia in grado di ingannare così i nostri sensori interni.-

    - Se quanto afferma è vero, allora qualcuno nella Sezione 99 è un membro del Dominio o è in combutta con loro? E perchè avrebbe ricevuto l'ordine di uccidere me e lei, Comandante Dhek? Non siamo così importanti per il Dominio...- Come al solito il Capitano si era dimostrato un acuto ascoltatore, ed era già saltato alle stesse conclusioni che avevano tormentato nelle ore precedenti la mente del trill. Ora a Dhek non rimaneva che terminare la sua esposizione con le ultime prove raccolte.

    - Ritornando al motivo dell'auto-sospensione di Krugar, signore, effettivamente è stato proprio grazie al ritrovamento del suo programma di allenamento privato che ho capito perchè si era posto agli arresti e quale poteva essere l'ordine che gli era stato dato. Non è stato facile trovarlo, ma grazie a F'Rann, una volta scopertolo ho anche individuato l'ultima registrazione del suo allenamento, quella in cui uccide me e lei, e ho capito. Qualcuno voleva che noi morissimo. Il collegamento con la Sezione 99 serviva per tenere Krugar dove volevano i mutaforma. Forse hanno anche cercato di convincerlo che noi due eravamo davvero spie, ma il Tenente evidentemente aveva già avuto modo di conoscerci e non poteva crederlo. Allora hanno mandato l'intruso, il drone, che ha provveduto a trasmettere l'ordine fin dentro il suo codice genetico.
    - E' stata una fortuna per noi che Krugar fosse per metà klingon, poichè il suo senso dell'onore e della lealtà hanno infine preso il sopravvento di fronte alla nefandezza che gli era stato ingiunto di compiere, e non ha visto altra scelta per salvare noi e il suo onore che sospendersi dal servizio e trincerarsi dietro il silenzio.- Dhek annuì ripensando al gesto eroico di Krugar, che aveva messo la propria carriera in gioco solo per il senso di devozione che provava nei confronti della sua uniforme.

    - Non ha ancora risposto alla mia domanda, comandante. Perchè noi?- lo incalzò Knight. Era chiaramente spazientito: un suo ufficiale era morto, era quasi impazzito e ancora non sapeva esattamente il perchè. E forse, ora che conosceva i suoi bersagli e la causa della sua condotta, si sentiva in parte responsabile. Se lui non fosse mai giunto sulla Unicorn, forse Krugar sarebbe ancora vivo e in perfetto stato di servizio.
    - Anche io ho riflettuto a lungo su questo, e sono finalmente arrivato alla conclusione che ritengo più accettabile. Credo che l'ordine che gli era stato impartito fosse di uccidere il Capitano e il Primo Ufficiale della Unicorn. Ma al momento del nostro attracco, in pratica lei era il Capitano, e il Comandante Kraar era ancora ufficialmente il Primo Ufficiale. Questo cambierebbe di molto le cose.- finì Dhek, guardando il capitano in attesa di un segnale di comprensione sul suo volto. Trovò solo una nuvola di dubbi senza risposte.
    - Non ci giri intorno, Dhek. Mi dica esattamente qual è la sua teoria, non abbiamo tempo per giocare a Holmes e Watson!- tagliò corto Knight, riportando finalmente lo sguardo sul suo Numero Uno. Il trill si vergognò un po' del rimprovero ricevuto. Il capitano aveva ragione: stavano parlando di un fatto molto grave, e lui era lì con aria di superiorità a condurre il suo diretto superiore da una traccia all'altra, come fosse un bambino, sperando che vedesse quanto era stato bravo a rimettere insieme il puzzle.

    - Mi scusi, Capitano. Ecco, la mia ipotesi si ricollega nuovamente ai fatti di Filicon Gali e di Betazed. A quanto pare, su Filicon Gali il Comandante Kraar fece la conoscenza di un'entità aliena particolarmente strana, sconosciuta. Essa era in fuga dal Dominio, che invece cercava di ucciderla, e per salvarsi si trasferì nel corpo del Comandante Kraar, rischiando di ucciderlo. L'essenza rimase in simbiosi con lui, all'insaputa di tutti, fino ai fatti di Betazed, durante i quali smascherò uno dei mutaforma giunti sulla Unicorn proprio per eliminarla definitivamente. MA nella loro lotta finale, l'alieno dovette sacrificarsi per distruggere il mutaforma, lasciando Kraar seriamente prostrato. Sembra che questo alieno fosse considerato molto pericoloso dal Dominio, probabilmente perchè conosceva cose importanti riguardo a loro.
    - E' mia opinione che il Dominio temesse che l'alieno avesse lasciato parte della sua memoria all'interno di Kraar, e che una volta ripresosi, il Comandante avrebbe potuto accedere a queste informazioni e usarle contro di loro. Per questo hanno dato istruzione a Krugar di uccidere il Primo Ufficiale della Unicorn, prima che fosse troppo tardi, ignorando il fatto che io ero stato promosso temporaneamente a quella carica a causa delle condizioni di salute di Kraar. E così Krugar ha male interpretato il comando, e ha invece cercato di uccidere anche me insieme a lei. Per questo credo che dovremmo inviare subito un al Comando di Flotta suggerendo di spostare il Comandante Kraar in un luogo più sicuro e sorvegliato, in attesa del suo miglioramento.-

    Knight annuì, la spiegazione del trill sembrava essere logica. Ma mancava ancora un tassello. - E io allora?-
    - Immagino che lei sappia meglio di me ciò che ha fatto nella sua vita. Forse voleva uccidere anche lei per depistare le successive indagini. Oppure, ed è quello che credo, anche lei rappresenta per il Dominio un individuo che deve essere eliminato. Ho letto sul suo ruolino che ha avuto un importante ruolo nel negoziato fra due pianeti ora alleati della Federazione in una zona calda del Quadrante Alfa.
    - Immagini cosa avrebbero potuto fare, sapendo che il loro Negoziatore di Pace era stato ucciso da un membro stesso della Flotta, per di più un membro del Controspionaggio. Forse i vort'a avrebbero convinto i due governi che l'alleanza con la Federazione non era auspicabile dopotutto, visto come trattano i loro stessi membri. E sono sicuro che avrebbero infarcito la storia di particolari succosi, come il fatto che lei volesse adoperarsi per raggiungere un'intesa anche con il Dominio, conoscendo bene la sua abilità di mediatore, e che le trattative fossero già state avviate per terminare la guerra, ma che alla fine la Flotta Stellare ci avrebbe ripensato e avrebbe risolto così il problema. Per l'alleanza Dominio-Cardassiana, tanto di guadagnato, viste anche le ricche miniere di trilitio a disposizione su quei due pianeti.-

    Knight era sorpreso. Non immaginava che il suo Primo Ufficiale conoscesse così bene la sua carriera, nè che fosse così abile nell'elaborare teorie di politica interplanetaria per risolvere casi come quello. Eppure tutto sembrava quadrare. Ma il capitano non si sentiva affatto sollevato, nonostante tutto.
    Dhek poggiò il D-PAD che stringeva in pugno sul tavolo all'estremità opposta del capitano.
    - Qui c'è tutto quanto, signore. L'indagine, le prove raccolte, le testimonianze, e la stessa spiegazione che le ho fornito... incluso il risultato finale del mio "esperimento" nella sala ologrammi.- A questo punto Dhek abbassò il capo, e per la prima volta da quando era entrato nella sala assunse un'espressione stanca e abbattuta, quella di un condannato che aspetti di conoscere la data della sua esecuzione. Knight comprese quale sforzo avesse fatto finora il trill per mantenersi serio e sicuro, per esporgli in modo dettagliato gli eventi che lo avevano visto protagonista fino alla terribile fine, e nonostante la vittima in fin dei conti fosse il povero Krugar, non potè non provare una fitta di dispiacere per il suo Primo Ufficiale. Avrebbe voluto proteggerlo dalle conseguenze del suo stesso atto, ma cosa poteva fare? Dopotutto, lui aveva ucciso un altro membro dell'equipaggio, anche se Krugar era chiaramente sotto choc e intento in un'azione omicida. Non sapeva davvero quale decisione prendere, considerando il poco tempo che avevano a disposizione.

    - Dhek, perchè lo ha fatto?- il tono del capitano era finalmente ritornato quello leggermente paterno di sempre, e il trill se ne rallegrò, anche se non diede a vederlo. Ora veniva la parte più difficile per lui.
    - Non c'era altro modo, signore.- scosse il capo Dhek, incrociando lo sguardo di Knight. Il capitano registrò un velo negli occhi del trill, ma non seppe interpretarlo.
    - Certo che c'era! C'è sempre un altro modo, è questo che le hanno insegnato! Lo ha fatto il test della Kobayashi Maru, no? Bisognava trovare una via alternativa!- sbottò Knight, sferrando violentemente un pugno al tavolo. Dhek rimase sorpreso nel vedere il capitano in preda ad un accesso d'ira. Si era sempre dimostrato un individuo calmo e compassato, anche se rigido, e questo scatto dimostrava che dopo tutto, anche se capitano di vascello, rimaneva sempre un essere umano. Per questo provò ancora più affetto nei suoi confronti, e per quanto stava facendo e aveva fatto questa volta non potè reprimere un senso di malessere, che lo scosse da capo a piedi.
    - Mi spiace signore. Avevo parlato a lungo con Krugar, e aveva manifestato il desiderio di uscire da quella situazione, che per lui era insostenibile. Era come legare una tigre in una piccolissima gabbia: sarebbe morto pieno di rancore e di vergogna. Così almeno è morto combattendo, come avrebbe voluto.- Ecco fatto, l'aveva detto. Non c'erano altre scusanti che avrebbe potuto portare, e non era riuscito a trovare di meglio. Non sperava che il capitano capisse, ma non poteva certo metterlo a parte del suo segreto. Non avrebbe voluto che ci andasse di mezzo anche lui, nel caso fosse stato scoperto il suo trucco.

    Knight sospirò a lungo, scuotendo la testa, e fissò malinconico il suo Numero Uno. Poi si alzò in piedi e gli si avvicinò, fino ad oltrepassarlo, fermandosi schiena contro schiena.
    - Presenterò il rapporto al Comando di Flotta, Dhek, e chiederò immediatamente una scorta per il Comandante Kraar finchè resterà su Triven Soth. Per quanto riguarda la sua situazione personale, cercherò di far presente che la squadra di sicurezza presente sul ponte ologrammi è stata colta di sorpresa dalla mossa di Krugar, e che se non fosse stato per i suoi riflessi, qualcun altro avrebbe potuto rimanere ucciso. Di più non posso fare.-
    Seguì un lungo silenzio tra i due, durante il quale Dhek maledisse se stesso per la menzogna che stava raccontando al capitano. Fu tentato di voltarsi e di chiedergli perdono, ma la sua parte vulcaniana, quella che il simbionte aveva ereditato da Satek, gli impedì di tradirsi e di lasciarsi andare in uno sfogo inutile. Da parte sua, Knight continuava a domandarsi quale sarebbe stato il giudizio finale espresso dalla Flotta Stellare una volta che avessero fatto ritorno dalla loro missione per conto di Fressen.
    - Può andare, Numero Uno. Si occupi lei delle esequie per Krugar. Avrei voluto fare una cerimonia ufficiale, ma a quanto pare i fatti e il tempo non ce lo permettono.- il rimpianto del capitano era autentico, notò Dhek, e per un fugace attimo gli parve di vederlo come un uccellino in gabbia, un uomo oppresso dal peso del comando che stava diventando sempre più vecchio e triste. Se quello significava comandare, pensò ancora il trill, era certo che avrebbe volentieri lasciato l'onore ad altri.
    Il Comandante Dhek uscì dalla stanza senza dire altro, lasciando Knight solo coi suoi pensieri e le sue preoccupazioni.

    Centro Medico Triven Soth - Ore 16.30

    Il Comandante Dhek seguì la bara trascinata fuori dall'hangar della Unicorn fin dentro un magazzino, dove apparentemente venne aggiunta a poche altre salme. La sala del magazzino era divisa in due settori: da una parte giacevano alcune bare in attesa di essere consegnate ai parenti delle vittime, dall'altra invece c'era una piccola pila di casse in titanio di coloro i quali non avevano più nessuno al mondo. Sarebbero stati abbandonati nello spazio da una navetta funebre, dopo un rituale appropriato alla nazionalità del defunto.

    Dhek si avvicinò con deferenza alle bare, e aprì il coperchio sigillato di quella che gli interessava. La chiusura ermetica emanò il solito sbuffo d'aria quando si aprì, ed egli vide il viso disteso, ma ancora particolarmente marziale, del klingon breen. Era stato vestito con la sua migliore armatura, ma non aveva casco in testa, come era solito portare. Il trill applicò un ipo-spray al collo del klingon e aspettò.

    D'un tratto gli occhi del cadavere si spalancarono, ed egli si agitò con forza boccheggiando, come un pesce appena sbattuto fuori dall'acqua. Dhek si gettò immediatamente su di lui e gli tappò la bocca, indicandogli di fare silenzio. Krugar si calmò e si guardò intorno, cercando di capire ciò che stava accadendo. Nella sua mente, immagini confuse vorticavano, volti, parole, e una strana sensazione di intorpidimento gli rendeva pesanti le membra. Improvvisamente sembrò mettere a fuoco la situazione, e riconobbe il luogo in cui si trovava. Una comica espressione di stupore e di paura gli si dipinse sul volto, ma guardando il volto sorridente di Dhek, si accigliò senza capire.

    - Sei vivo, Kumas. Forza, esci di lì.- disse il trill porgendogli una mano e aiutandolo ad uscire dalla bara.
    - Non capisco, Comandante, perchè... cosa è successo? Io avevo ucciso..- vedendo l'espressione di sgomento sul volto del klingon (una visione insolita e terrificante allo stesso tempo, pensò Dhek), il trill lo rassicurò.
    - Era l'unico modo per farti uscire per sempre da quel pasticcio. Ora per tutti sei un klingon morto, Kumas. Ma sono sicuro che avrai di meglio da fare che restare chiuso in una bara per il resto della tua vita.- sorrise Dhek. - Ora però dobbiamo sbrigarci. Tra poco la Unicorn partirà e tu dovrai imbarcarti su un cargo tellarita diretto a Khyton. Mettiti questi.- disse gettandogli una borsa contenente dei vestiti da civile, in tipico stile klingon.
    Nonostante le proteste (per la verità abbastanza deboli, proprio come sembrava lo stesso Krugar), Dhek riuscì a far indossare gli abiti a Krugar e in breve uscirono dal magazzino, diretti ad un bar poco distante.

    Il Comandante raccontò al sempre più stupito klingon gli eventi che avevano portato alla sua morte e resurrezione, e il quadro fu finalmente completo anche per Krugar.
    - Bene, Kumas, ora sai tutto. Sono convinto che saprai cosa fare in questa tua nuova vita, anche se come vedi non potrai più farti vedere al Controspionaggio nè al Comando di Flotta. Su Khyton fai in modo di contattare un certo Lehan Proxitis: ti aiuterà ad avere una nuova identità.- concluse il trill, chiaramente impaziente di ritornare sulla nave.
    - Perchè lo ha fatto, Comandante?- gli chiese Krugar, mentre il compagno si alzava dal tavolo del bar in cui si erano rifugiati.
    - Perchè non mi sembrava giusto che dovessi pagare per errori non dipesi da te. Sei stato manovrato, Kumas, e adesso è tempo che tu esiga giustizia, alla maniera klingon.- il Primo ufficiale sorrise di nuovo, ma questa volta i suoi occhi rimasero freddi, notò Krugar.
    - Acciufferò quella maledetta spia alla Sezione 99 e farò giustizia, gliel'assicuro Comandante.- promise il klingon serio, battendosi la sinistra sul petto. - MI dispiace solo non poter portare con me le mie armature.- aggiunse serio.
    - Beh Krugar,- rispose scherzoso il trill - non credo ci siano molti klingon-breen in giro per lo spazio della Federazione, quindi è necessario abbandonare vecchie abitudini poco consone ai morti. Da ora in poi sarai semplicemente un klingon.-
    - Niente potrà cambiare ciò che sono. E niente potrà farmi dimenticare che le devo la vita, comandante.- finì il klingon in tono solenne.
    - C'dash, Krugar.-
    - C'dash, Tomeron.-
    Il trill ritornò in fretta verso la nave, col cuore un po' più sollevato, anche se non avrebbe saputo dire per quanto tempo sarebbe rimasto tale.

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    Nota: il pezzo seguente è un adattamento di una piccola parte del pezzo DECISIONI scritto dal capitano. Dovevo rielaborarlo per immettere un paio di cambiamenti, visto la drastica fine del povero Krugar e il cambiamento d'umore di Dhek e del Capitano.
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    U.S.S. UNICORN
    Ponte di Comando


    Data Stellare 57952.6 (14/12/2380, ore 16.46)

    L'attivita' in plancia si era fatta nuovamente frenetica. Con il gradito ritorno del Tenente Comandante Quill alla consolle operativa, l'unica nota stonata era rappresentata dall'assenza di Krugar al tattico.
    Il comandante Dhek pareva stranamente silenzioso, e Quill aveva notato che evitava di proposito di guardare verso la postazione tattica, ora occupata dal Tenente Woronicz.

    Il Capitano aveva gia' messo al corrente gli ufficiali superiori e l'equipaggio di plancia delle decisioni dell'Ammiraglio Fressen, e nel farlo non aveva mostrato nessuna esitazione che potesse lasciasse emergere gli aspetti poco chiari della questione.
    L'ordine fondamentale che tutti avevano ricevuto era di mantenere segreta la natura dell'incarico che avrebbero ricevuto; l'intera operazione sarebbe ricaduta sotto la diretta responsabilita' di Fressen stesso, e lui sarebbe dovuto essere l'unico loro interlocutore, senza *alcuna* eccezione. Ogni altra questione era passata in secondo piano, compresa l'inchiesta disciplinare che avrebbe dovuto chiarire la posizione di Quill e F'Rann.

    Il gruppo di Subok era ancora a bordo in stato di fermo, ma Fressen aveva assicurato che la faccenda si sarebbe risolta a breve. In definitiva, l'anziano Ammiraglio pareva essere assolutamente sicuro e convinto di cio' che faceva. Aveva sempre la risposta pronta, e tutto sembrava sotto controllo. Che cosa diavolo avesse detto a Grilov, e come avrebbe giustificato i cambiamenti di programma al Comando, solo lui poteva saperlo.

    Era il suo volto che in questo momento campeggiava sul visore principale della nave, e tutto l'equipaggio presente in plancia lo fissava con molta attenzione.

    -[ Sieie pronti alla partenza, Capitano? ]- disse Fressen attraverso gli altoparlanti della plancia.
    Knight fisso' Lamarc e Dhek per qualche istante e colse i rapidi cenni di assenso. Parevano entrambi piuttosto stanchi. Era chiaro che non avevano dormito molto, ma la loro presenza era stata espressamente richiesta in plancia dal Capitano. D'altro canto, neanche lui sembrava fresco e riposato.
    - Si' signore. La Unicorn e' ai suoi ordini, - rispose Knight.
    -[ Molto bene. Recatevi alle coordinate che vi sto trasmettendo in questo momento, e rimanete in attesa mantenendo l'assoluto silenzio radio. ]-
    - Chiedo scusa Ammiraglio, - intervenne Dhek. - Posso sapere cosa ci aspetta, una volta giunti a destinazione? -
    -[ No Comandante. Preferirei non rivelare troppe informazioni, in questo momento. L'unica cosa che posso dirvi e' che ci reincontreremo tra non molto. Anche l'Enterprise e' in procinto di ripartire, ma io non saro' a bordo. Vi incontrero' al punto designato 60 minuti dopo il vostro arrivo. Questo e' tutto quello che posso dirvi in questo momento. ]-

    Qualcuno si ricompose nervosamente sulla poltroncina della propria consolle, e altri tossirono.

    -[ A presto, signori. Fressen, chiudo. ]- disse l'Ammiraglio prima di interrompere la comunicazione.

    - Ho le coordinate, capitano. Si riferiscono ad un ammasso asteroidale presso la nebulosa di Rossiter, - intervenne O'Broinn.
    - Dovremo attraversare la nebulosa, per arrivare a destinazione? - chiese Quill.
    - Uhmmmm ..... no. Anzi, seguendo il percorso di avvicinamento piu' breve ci manterremo molto distanti dalla nebulosa. Distanza minima: 150 milioni di chilometri. Distanza massima: 10 miliardi di chilometri. -
    - Meglio cosi', - commento' Dhek.

    - D'accordo, - disse Knight. - Tenente Woronicz, chieda al comando scalo l'autorizzazione alla partenza. -
    - Si' capitano. -

    Una serie di rapidi trilli elettronici risuonarono dalla consolle dell'attuale ufficiale tattico.
    - Permesso accordato, signore, - disse Woronicz
    Knight respiro' a fondo.
    - Signor O'Broinn ..... ci porti fuori. -

    La Unicorn mosse lentamente la sua enorme massa. Ruoto' su se' stessa e prese a dirigersi verso la coppia di scie luminose che convergevano verso l'uscita dell'hangar. Contemporaneamente, i cancelli spaziali iniziarono a dischiudersi e la nave li oltrepasso', rituffandosi nello spazio profondo. Nel giro di poche decine di secondi, il Centro Medico, e con lui il comandante Kraar, erano gia' molto distanti.
    - Tracci una rotta per il luogo designato, - disse Knight al giovane navigatore della nave.
    - Rotta tracciata, signore. -
    - Curvatura 5. Attivare. -



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