Risento le parole del capitano mentre mi avvio verso la Ardena.
-Mi dispiace Signor Newport, la sua partecipazione non é opzionabile.
Non in questa missione.-
Mi chiedo come posso fare per sganciarmi da questa situazione. Non mi
faccio illusioni. Se parto per romulus posso trovarmi in guai grossi
quanto base stellare.
Per quanto ne sappia, non ho accuse a carico in quella zona ma i
romulani sono gente molto ben informata. Se l'equipagggio fosse
intercettato, potrei non fare la stessa fine degli altri. Potrebbe
essere più lenta e...dolorosa.
Non me posso fare un cruccio. Non me lo posso permettere.
Mentre percorro il corridoio che mi porta al teletrasporto, vaglio
tutte le possibilità che ho di andarmene con discrezione. Nessuna. E
poi per fare cosa? Il fuggiasco per tutta la vita? La flotta può
essere altrettanto spietata verso i disertori dei klingon o dei
romulani. E poi, come potrei sopportare il pensiero.
Mi ritrovo davanti l'infermeria per caso. No, non per caso.
Sono preoccupato per Selenjak. E ovvio che cerca di essere forte. Ma
é altrettanto chiaro che avrebbe bisogno di maggior riposo. Magari a
casa. Su Vulcano.
I vulcaniani sono più robusti degli umani ma é anche vero che quando
si indeboliscono, lo fanno più potentemente degli umani.
Non posso aiutarla. Non posso inpedirle di soccombere. Posso solo
evitare che lo faccia per mano dei romulani. Questo mi fà decidere.
Vado su romulus. Non ho scelte, solo priorità.
Evito accuratamente di salutare T'aria. È colpa sua, del suo gruppo,
dei suoi compagni se si é creata questa situazione.
Ed alla fine, mi ritrovo nella sala macchine della Ardena.
Non é come me l'aspettavo. La nave é più vecchia di quanto dimostri
ma é stata trattata bene. Nessun problema. Mi adatto facilmente ma
questo non mi risparmia gli sguardi sospettosi dell'equipaggio
locale. Non lo so se diffidano di me perché faccio parte della flotta
astrale o perché sanno che porto guai. Non so neanche cosa ci faccio
io li. L'aver frequentato i bordi della zona neutrale romulana, non
fà di me un esperto. Ovviamente, questo nessuno vuol saperlo. D'altra
parte, sono la loro carta migliore. Oh, signore dell'universo,
proteggi questa nave ed il suo equipaggio.
Una preghera silenziosa. Non credo che il capitano la voglia sentire.
Non da me comunque. E quando alla fine partiamo, non mi sorprende che
mi mandi a chiamare.
La vista del sistema romulano sul monitor, non é qualcosa che si vede
tutti i giorni. Devono aver caricato dei dati molto interessanti nel
mainframe della Ardena. Il capitano richiama alcuni dati e suppongo
siano dei modelli di approccio a Romulus. Linee verdi, rosse, di
tutti i colori, che si infrangono sulla sfera dal pianeta.
L'espressione di Knight non é felice.
-Vede tenente, il problema ora é arrivare su Romulus.-
Il tono della voce non mi fa presagire nulla di buono.
-La paranoia tipica dei romulani, ha fatto il resto. Qualche anno fà,
i romulani hanno scoperto che con una serie di "reti" tachioniche,
sono in grado, virtualmente di identificare qualsiasi nave che si
avvicini in occultamento.
Non so se la Ardena può attraversarli senza essere localizzata.-
Punta il monitor verso di me e mi accorgo che nessuno dei presenti
sembra spaventato quanto me. La richiesta del capitano, quasi me
l'aspetto.
-Signor Newport, ho bisogno di una rotta che ci faccia arrivare
velocemente, senza incorrere in qualche trappola. Ha qualche
suggerimento?-
Ingegnere, navigatore, che altro?
-Suppongo si possa usare la rotta Romulus Uno...-
Mi lascio sfuggire quelle parole al limite dell'udibilità.
-La rotta Romulus Uno? Si spieghi la prego.-
-Vede capitano, la cinta difensiva romulana é ideata per fornire
protezione a più livelli. Ai romulani non piace avere a che fare con
ospiti non invitati ed é per questo che é difficile giungere sul
pianeta senza attraversare dei punti di controllo fissi. Il resto
dell'impero, per quanto ne so, non é altrettanto protetto.
Però, esistono delle rotte fisse che servono ad incanalare il
traffico per e dal pianeta. Chiunque venga trovato al di fuori di
questi corridoi senza un motivo valido, in genere viene abbattuto.-
-E la rotta R.Uno é quella pricipale?-
-Bé, quasi. A quanto ne so, é quella preferenziale dei militari.
Diritta verso la federazione e l'impero klingon. Senza nessuna
deviazione ed estremamente controllata.-
Quill intervenne freddamente, come suo solito.
-Se é la più controllata, per quale motivo dovremmo prenderla? -
-Perché é anche la più diretta. Risparmieremmo tempo e se riuscissimo
a mantenere una buona velocità, possiamo essere relativamente sicuri.-
-Questo non é certo, no? Ha avuto dei problemi in sala macchine? -
-Niente. Assolutamente. Questa nave é mantenuta come un gioiello e
non ci dovrebbero essere problemi.
Vedete, la rotta Uno in realtà é composta da due tronconi che si
uniscono qui e qui.- Mi riesce difficile abituarmi all'interfaccia
della Ardena. Inpiego qualche istante di troppo a richiamare i dati
necessari.
-Noi stiamo arrivando da quello che potremmo definire le spalle del
pianeta ma se ci inseriamo nel sistema Fiscus, dove il troncone per
Qo'nos e quello per la federazione si uniscono, saremo certi di aver
superato la maggior parte dei controlli. Se poi manteniamo una rotta
leggermente laterale alla strada, se possiamo chiamarla così, non
dovremmo avere neanche il problema di scontrarci con una nave che
viene in senso opposto alla nostra. Dovendoci preoccupare solo delle
difese planetarie.-
Knight era dubbioso. Non era quello che aveva in mente lui
probabilmente. Non mi importa più di tanto. È il massimo che posso
fare. Il mio compito é solo di fare in modo che i motori girino a
dovere, non di fare il navigatore.
-Vedo che la sua conoscenza del territorio imperiale é alquanto dettagliata.-
-Niente di particolare. Non mi sono mai addentrato così profondamente
nell'impero. Ma sa comé, in certi ambienti le voci girano.-
Il capitano riusciva ad annuire senza muovere la testa. Posso solo
immaginare l'idea che si é fatto degli ambienti che frequentavo una
volta. Non riesco a trattenermi dal lanciare un avvertimento.
-Però...queste sono informazioni piuttosto vecchie. Non so se ne frattempo...-
-Si ho capito. In effetti per quanto azzardata, anche l'ammiraglio
Fressen ci ha chiesto di affrettarci.-
Poi si alza dalla poltrona. Non ha ancora preso una decisione. Lo
vedo da come scruta i monitor e da come riflette. Non lo invidio.
-Grazie Signor Newport. Può tornare in sala macchine.-
Un congedo freddo e frettoloso. Mi accordo ora che anche tra
l'equipaggio della flotta, non sono ancora ben accetto.
Maledizione. Perché non sono rimasto in cella? Oh, lo so perché, non
mi aspettavo certo di finire in bocca al lupo, ma nonostante tutte le
avvertenze, ci sono finito lo stesso.
Passano le ore. Non molte in verità ma non c'é molto da fare su
questa nave. L'equipaggio originale non mi vuole tra i piedi e i miei
compagni della Unicorn, hanno troppo da fare. Li capisco. Mi sento
come un passeggero non desiderato.
Passo qualche minuto con Selenjak. Però si trova in qualche tipo di
meditazione vulcaniana. Non si accorge di me. Non oso disturbarla.
Preferisco andare a pranzo.
Anche il cibo non é granché. Non fa nulla. Non mi sento di gustarlo.
Ho altri problemi.
Siedo in un angolo col vassoio sulle gambe. Non riesco a capire cosa
ci faccio lì. Cosa ci sto andando a fare su Romulus? A salvarli da un
qualche tipo di virus, batterio o chissà cosa? E come possiamo
farcela? Non so se il capitano si rende conto. Trovare una persona,
nella fattispecie un vulcaniano, che non vuole farsi trovare, su un
pianeta alieno, non é esattamente facile. Nonostante tutta la nostra
tecnologia, nonostante tutta la buona volontà, non riesco a non
pensare al fatto che potremmo trovarci sul luogo dell'origine del più
grosso disastro in questo lato della galassia.
Forse sono troppo pessimista ma la reazione dei Romulani mi
terrorizza. All'aspetto sono gente piuttosto controllata ma sanno
essere estremamente vendicativi e solo il pensiero della forza che
possono scatenare mi fà tremare.
Senza contare che poi, se trovano un equipaggio della federazione sul
loro territorio potrebbero fare due più due e...concludere cinque.
Non sarebbe la prima volta.
Lascio freddare il cibo. Quei pensieri ma fanno passare l'appetito. E
poi, ormai, siamo arrivati.
Quanto tempo sono rimasto a pensare nella piccola mensa? Neanche me
ne rendo conto ma quando mi giro versò l'oblò, riconosco Romulus.
Siamo in orbita alta. Lontano dalla rotta di ingresso ma certamente
entro i limiti del teletrasporto. Il pianeta appare verde/marrone.
Non riesco a vedere se ha dei mari, laghi o qualche bacino idrico di
una qualche importanza. solo delle luci rosse dove forse dei vulcani
stanno eruttando. Non sapevo che il pianeta fosse geologicamente
attivo.
L'altoparlante gracchia un pò quando entra in azione.
-Attenzione prego. Ufficiali a rapporto in plancia, prego.-
Il capitano vuole fare una riunione prima di scendere. Ma vorrà
veramente scendere sul pianeta? Dovrei fare qualche tentativo per
dissuaderlo.
Non lo so. Questa cosa é più grande di quanto possa gestire. Non
riesco a vedere l'utilità della mia presenza.
Mi avvio comunque verso i ponti superiori. In fondo, mi dico, chi può
scegliere come andarsene? No no, non é questo lo spirito giusto.
Dobbiamo fare del nostro meglio. Chi é che diceva "fare la
differenza"? Non lo ricordo più. Forse un personaggio di qualche
romanzo. Ma il concetto é giusto. Se mi lascio andare a certi
pensieri, era meglio che me restavo in qualche buco sulla Terra.
Osservo gli altri concetrati sul loro dovere. Come fanno ad essere
così maledettamente sicuri di loro? Come riescono a pensare che
faranno la cosa giusta, al momento giusto e per la causa giusta? Non
riesco a capirlo e spero che non traspari dalla mia espressione.
Cerco di essere più freddo possibile ma appena incrocio lo sguardo
della dottoressa, mi rendo conto di cosa stiamo per affrontare.
Che il grande Uccello della Galassia ci protegga. Non riesco ad
immagginarmi come sopravviveremo.
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