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LASCIARSI ANDARE di Aristide Gorizia
23 febbraio 2001

    Risento le parole del capitano mentre mi avvio verso la Ardena.
    -Mi dispiace Signor Newport, la sua partecipazione non é opzionabile. Non in questa missione.-
    Mi chiedo come posso fare per sganciarmi da questa situazione. Non mi faccio illusioni. Se parto per romulus posso trovarmi in guai grossi quanto base stellare.
    Per quanto ne sappia, non ho accuse a carico in quella zona ma i romulani sono gente molto ben informata. Se l'equipagggio fosse intercettato, potrei non fare la stessa fine degli altri. Potrebbe essere più lenta e...dolorosa.
    Non me posso fare un cruccio. Non me lo posso permettere.
    Mentre percorro il corridoio che mi porta al teletrasporto, vaglio tutte le possibilità che ho di andarmene con discrezione. Nessuna. E poi per fare cosa? Il fuggiasco per tutta la vita? La flotta può essere altrettanto spietata verso i disertori dei klingon o dei romulani. E poi, come potrei sopportare il pensiero.
    Mi ritrovo davanti l'infermeria per caso. No, non per caso. Sono preoccupato per Selenjak. E ovvio che cerca di essere forte. Ma é altrettanto chiaro che avrebbe bisogno di maggior riposo. Magari a casa. Su Vulcano.
    I vulcaniani sono più robusti degli umani ma é anche vero che quando si indeboliscono, lo fanno più potentemente degli umani.
    Non posso aiutarla. Non posso inpedirle di soccombere. Posso solo evitare che lo faccia per mano dei romulani. Questo mi fà decidere. Vado su romulus. Non ho scelte, solo priorità.
    Evito accuratamente di salutare T'aria. È colpa sua, del suo gruppo, dei suoi compagni se si é creata questa situazione.
    Ed alla fine, mi ritrovo nella sala macchine della Ardena.
    Non é come me l'aspettavo. La nave é più vecchia di quanto dimostri ma é stata trattata bene. Nessun problema. Mi adatto facilmente ma questo non mi risparmia gli sguardi sospettosi dell'equipaggio locale. Non lo so se diffidano di me perché faccio parte della flotta astrale o perché sanno che porto guai. Non so neanche cosa ci faccio io li. L'aver frequentato i bordi della zona neutrale romulana, non fà di me un esperto. Ovviamente, questo nessuno vuol saperlo. D'altra parte, sono la loro carta migliore. Oh, signore dell'universo, proteggi questa nave ed il suo equipaggio.
    Una preghera silenziosa. Non credo che il capitano la voglia sentire. Non da me comunque. E quando alla fine partiamo, non mi sorprende che mi mandi a chiamare.

    La vista del sistema romulano sul monitor, non é qualcosa che si vede tutti i giorni. Devono aver caricato dei dati molto interessanti nel mainframe della Ardena. Il capitano richiama alcuni dati e suppongo siano dei modelli di approccio a Romulus. Linee verdi, rosse, di tutti i colori, che si infrangono sulla sfera dal pianeta. L'espressione di Knight non é felice.
    -Vede tenente, il problema ora é arrivare su Romulus.-
    Il tono della voce non mi fa presagire nulla di buono.
    -La paranoia tipica dei romulani, ha fatto il resto. Qualche anno fà, i romulani hanno scoperto che con una serie di "reti" tachioniche, sono in grado, virtualmente di identificare qualsiasi nave che si avvicini in occultamento. Non so se la Ardena può attraversarli senza essere localizzata.-
    Punta il monitor verso di me e mi accorgo che nessuno dei presenti sembra spaventato quanto me. La richiesta del capitano, quasi me l'aspetto.
    -Signor Newport, ho bisogno di una rotta che ci faccia arrivare velocemente, senza incorrere in qualche trappola. Ha qualche suggerimento?-
    Ingegnere, navigatore, che altro?
    -Suppongo si possa usare la rotta Romulus Uno...-
    Mi lascio sfuggire quelle parole al limite dell'udibilità.
    -La rotta Romulus Uno? Si spieghi la prego.-
    -Vede capitano, la cinta difensiva romulana é ideata per fornire protezione a più livelli. Ai romulani non piace avere a che fare con ospiti non invitati ed é per questo che é difficile giungere sul pianeta senza attraversare dei punti di controllo fissi. Il resto dell'impero, per quanto ne so, non é altrettanto protetto. Però, esistono delle rotte fisse che servono ad incanalare il traffico per e dal pianeta. Chiunque venga trovato al di fuori di questi corridoi senza un motivo valido, in genere viene abbattuto.-
    -E la rotta R.Uno é quella pricipale?-
    -Bé, quasi. A quanto ne so, é quella preferenziale dei militari. Diritta verso la federazione e l'impero klingon. Senza nessuna deviazione ed estremamente controllata.-
    Quill intervenne freddamente, come suo solito.
    -Se é la più controllata, per quale motivo dovremmo prenderla? -
    -Perché é anche la più diretta. Risparmieremmo tempo e se riuscissimo a mantenere una buona velocità, possiamo essere relativamente sicuri.-
    -Questo non é certo, no? Ha avuto dei problemi in sala macchine? -
    -Niente. Assolutamente. Questa nave é mantenuta come un gioiello e non ci dovrebbero essere problemi.
    Vedete, la rotta Uno in realtà é composta da due tronconi che si uniscono qui e qui.- Mi riesce difficile abituarmi all'interfaccia della Ardena. Inpiego qualche istante di troppo a richiamare i dati necessari.
    -Noi stiamo arrivando da quello che potremmo definire le spalle del pianeta ma se ci inseriamo nel sistema Fiscus, dove il troncone per Qo'nos e quello per la federazione si uniscono, saremo certi di aver superato la maggior parte dei controlli. Se poi manteniamo una rotta leggermente laterale alla strada, se possiamo chiamarla così, non dovremmo avere neanche il problema di scontrarci con una nave che viene in senso opposto alla nostra. Dovendoci preoccupare solo delle difese planetarie.-
    Knight era dubbioso. Non era quello che aveva in mente lui probabilmente. Non mi importa più di tanto. È il massimo che posso fare. Il mio compito é solo di fare in modo che i motori girino a dovere, non di fare il navigatore.
    -Vedo che la sua conoscenza del territorio imperiale é alquanto dettagliata.-
    -Niente di particolare. Non mi sono mai addentrato così profondamente nell'impero. Ma sa comé, in certi ambienti le voci girano.-
    Il capitano riusciva ad annuire senza muovere la testa. Posso solo immaginare l'idea che si é fatto degli ambienti che frequentavo una volta. Non riesco a trattenermi dal lanciare un avvertimento.
    -Però...queste sono informazioni piuttosto vecchie. Non so se ne frattempo...-
    -Si ho capito. In effetti per quanto azzardata, anche l'ammiraglio Fressen ci ha chiesto di affrettarci.-
    Poi si alza dalla poltrona. Non ha ancora preso una decisione. Lo vedo da come scruta i monitor e da come riflette. Non lo invidio.
    -Grazie Signor Newport. Può tornare in sala macchine.-
    Un congedo freddo e frettoloso. Mi accordo ora che anche tra l'equipaggio della flotta, non sono ancora ben accetto. Maledizione. Perché non sono rimasto in cella? Oh, lo so perché, non mi aspettavo certo di finire in bocca al lupo, ma nonostante tutte le avvertenze, ci sono finito lo stesso.
    Passano le ore. Non molte in verità ma non c'é molto da fare su questa nave. L'equipaggio originale non mi vuole tra i piedi e i miei compagni della Unicorn, hanno troppo da fare. Li capisco. Mi sento come un passeggero non desiderato.
    Passo qualche minuto con Selenjak. Però si trova in qualche tipo di meditazione vulcaniana. Non si accorge di me. Non oso disturbarla.
    Preferisco andare a pranzo.
    Anche il cibo non é granché. Non fa nulla. Non mi sento di gustarlo. Ho altri problemi.
    Siedo in un angolo col vassoio sulle gambe. Non riesco a capire cosa ci faccio lì. Cosa ci sto andando a fare su Romulus? A salvarli da un qualche tipo di virus, batterio o chissà cosa? E come possiamo farcela? Non so se il capitano si rende conto. Trovare una persona, nella fattispecie un vulcaniano, che non vuole farsi trovare, su un pianeta alieno, non é esattamente facile. Nonostante tutta la nostra tecnologia, nonostante tutta la buona volontà, non riesco a non pensare al fatto che potremmo trovarci sul luogo dell'origine del più grosso disastro in questo lato della galassia.
    Forse sono troppo pessimista ma la reazione dei Romulani mi terrorizza. All'aspetto sono gente piuttosto controllata ma sanno essere estremamente vendicativi e solo il pensiero della forza che possono scatenare mi fà tremare.
    Senza contare che poi, se trovano un equipaggio della federazione sul loro territorio potrebbero fare due più due e...concludere cinque. Non sarebbe la prima volta.
    Lascio freddare il cibo. Quei pensieri ma fanno passare l'appetito. E poi, ormai, siamo arrivati.
    Quanto tempo sono rimasto a pensare nella piccola mensa? Neanche me ne rendo conto ma quando mi giro versò l'oblò, riconosco Romulus. Siamo in orbita alta. Lontano dalla rotta di ingresso ma certamente entro i limiti del teletrasporto. Il pianeta appare verde/marrone. Non riesco a vedere se ha dei mari, laghi o qualche bacino idrico di una qualche importanza. solo delle luci rosse dove forse dei vulcani stanno eruttando. Non sapevo che il pianeta fosse geologicamente attivo.
    L'altoparlante gracchia un pò quando entra in azione.
    -Attenzione prego. Ufficiali a rapporto in plancia, prego.-
    Il capitano vuole fare una riunione prima di scendere. Ma vorrà veramente scendere sul pianeta? Dovrei fare qualche tentativo per dissuaderlo.
    Non lo so. Questa cosa é più grande di quanto possa gestire. Non riesco a vedere l'utilità della mia presenza.
    Mi avvio comunque verso i ponti superiori. In fondo, mi dico, chi può scegliere come andarsene? No no, non é questo lo spirito giusto. Dobbiamo fare del nostro meglio. Chi é che diceva "fare la differenza"? Non lo ricordo più. Forse un personaggio di qualche romanzo. Ma il concetto é giusto. Se mi lascio andare a certi pensieri, era meglio che me restavo in qualche buco sulla Terra. Osservo gli altri concetrati sul loro dovere. Come fanno ad essere così maledettamente sicuri di loro? Come riescono a pensare che faranno la cosa giusta, al momento giusto e per la causa giusta? Non riesco a capirlo e spero che non traspari dalla mia espressione. Cerco di essere più freddo possibile ma appena incrocio lo sguardo della dottoressa, mi rendo conto di cosa stiamo per affrontare. Che il grande Uccello della Galassia ci protegga. Non riesco ad immagginarmi come sopravviveremo.



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