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IL DISTACCO - PARTE III di Paolo Maroncelli
28 settembre 2000

    La dottoressa Selenjak apri' lentamente gli occhi, e fu come riemergere alla luce del sole dalle remote profondita' di un pozzo senza fondo. Zeela Turrell si affretto' a scrutare con malcelata eccitazione le letture che campeggiavano sul panello diagnostico del biolettino su cui la vulcaniana giaceva inerme da ormai troppo tempo, mentre il tenente Newport, in piedi e con lo sguardo fisso sul suo volto, non riusci' ne' volle reprimere un sorriso.
    - E' finita? - le chiese l'ingegnere, mentre i suoi grandi occhi castani si abituavano a fatica alla luce intensa dell'infermeria, e vagavano da una parete all'altra.
    - C-c-cosa? Cosa dovrebbe essere finito .......... Newport? - replico' la vulcaniana con voce tremante.
    La dottoressa Turrell esibi' un espressione gioiosa e raggiante. Rivolse a Kokokinaka un gesto di approvazione e poggio' la mano destra sulla spalla dell'ingegnere capo della Unicorn.
    - Credo che le sofferenze di Selenjak stiano per terminare, tenente. Ora, per favore, la lasci riposare. Avrete modo di parlare quando avra' recuperato una parte delle energie che il suo fisico e la sua mente hanno speso durante queste lunghe ore di agonia. -

    Ma gli occhi della dottoressa, dopo pochi attimi di smarrimento, si erano fissati sul volto dell'uomo che torreggiava sopra di lei. I lineamenti della vulcaniana erano ancora tesi, e l'espressione del suo viso lasciava trasparire ombre di disagio e sofferenza che solo ora iniziavano a dissolversi; il momento in cui il freddo raziocinio di Vulcano avrebbe ripreso il controllo della mente di Selenjak era ancora molto, molto lontano.
    - Biloxi se n'e' andato, dottoressa, non tema. Ora cerchi di riposare. Se lo desidera, tornero' a trovarla piu' tardi, - disse Newport iniziando a muoversi verso l'uscita.
    - No! - esclamo' Selenjak afferrando il suo polso. La sua voce ancora impastata risuono' lungo le pareti dell'infermeria. - Voglio dire ..... non ricordo molto di quello che e' successo ma ....... ecco ........ Biloxi .......... -
    Chiunque stesse osservando la scena non pote' fare a meno di provare un moto di compassione nei confronti di Selenjak. Erano assai rare le occasioni in cui un vulcaniano perdeva il ferreo controllo della propria mente .... ma quando cio' accadeva, vederlo annegare nell'oceano delle emozioni era una scena triste e sconfortante.

    Newport afferro' l'altra mano che la dottoressa Senejak gli stava tendendo e scruto' l'onda di sollievo che lentamente spazzava via dal suo volto ansia e preoccupazione.
    La dottoressa Turrell non oso' inteferire nella scena, e si limito' a ficcarsi le mani in tasca, beandosi della gioia che il risveglio di Selenjak le stava donando, mentre Kokokinaka, che non si era mai distinto ne' per tatto, ne' per sensibilita', se ne rimaneva in piedi con l'hypo-spray che gli era stato chiesto di preparare.
    - Ehm ..... io non esulterei troppo presto. Potrebbe essere un effetto transitorio della stimolazione corticale, che lascerebbe ........ -
    L'infermiera alla sua destra lo fulmino' con lo sguardo proprio mentre le porte dell'infermeria sibiliavano e si aprivano sul corridoio esterno.

    I presenti riconobbero le sagome del Capitano Knight e del Tenente Comandante Dhek. Entrambi esibivano un'espressione cupa e severa, di quelle che, solitamente, non lasciano presagire nulla di buono.
    Era davvero un peccato che la gioia diffusa non riuscisse a contagiare anche loro.

    - Oh, dottoressa, - disse Knight rivolto alla vulcaniana, - vedo che si e' ripresa. Sono davvero sollevato, e spero vivamente che la robustezza fisica della sua razza le consenta di riprendere servizio al piu' presto possibile. E' in grado di muoversi? -
    La freddezza delle sue parole fece scendere il gelo nella stanza.
    - Capitano! Sono piuttosto ottimista sul decorso del malessere che ha colpito Selenjak, - rispose la dottoressa Turrell con il sorriso piu' smagliante di cui disponesse, - ma dovro' tenerla in osservazione per almeno altre quarantotto ore, dopo le quali potro' valutare con esattezza i tempi per il suo pieno recupero. Ma, conoscendo Selenjak, credo che una settimana possa essere sufficiente! -

    Dhek appariva piu' sereno, e sinceramente felice di constatare che le condizioni di Selenjak fossero drasticamente migliorate. Knight continuo' a fissare il volto della vulcaniana, per poi rivolgersi alla dottoressa Turrell:
    - Una settimana? No. Ho anni di esperienza con i vulcaniani, e posso assicurarle che le loro capacita' di ripresa sono sbalorditive. Le faro' assegnare un alloggio sulla Ardena, dove potra' riposare e recuperare le forze durante il viaggio. -
    Newport rivolse a Knight uno sguardo interrogativo che in realta' nascondeva un'ombra di disappunto. Era una decisione palesemente irresponsabile, dannazione! Lancio' uno sguardo a Dhek, quasi volesse suggerire al Primo Ufficiale della Unicorn di tentare di ricondurre Knight alla ragione. Il trill non manco' di notarlo, ma la durezza del suo volto lascio' intendere che qualcosa, di certo, non stava andando per il verso giusto.

    - Con tutto il rispetto, e' una pura e sempice follia, - disse Newport rivolto al Capitano. - Se vuole male a Selenjak, le tolga pure il riposo di cui ha bisogno! -
    Lo sdegno con cui concluse la frase colpi' tutti presenti, tanto che la dottoressa Turrell non pote' fare a meno di intervenire.
    - Temo che il tenente Newport abbia ragione, signore. Selenjak non e' in condizione di riprendere servizio. Non prima di una settimana, almeno. Di questo sono certa. -

    Knight si rivolse a Dhek senza mutare l'espressione del viso.
    - Raggiunga la plancia e convochi il tenente O'Broinn in Sala Tattica. Noi vi raggiungeremo tra poco. -
    Il trill esito' per qualche breve istante, quasi che una lotta interiore divorasse la sua coscienza.
    - Si' capitano, - rispose poco prima di lasciare l'infermeria. Non prima di aver gettato un'ultima occhiata a Selenjak e al tenente Newport.

    - Sono perfettamente in grado di prendere servizio, signore. -
    La debole voce di Selenjak ruppe gli attimi di silenzio che erano seguiti al rumore delle porte che si richiudevano alle spalle di Dhek. La dottoressa Turrell rivolse alla vulcaniana uno sguardo dolcissimo, sottolineato da un sorriso quasi materno.
    - Assolutamente no! Non sappiamo ancora se il batterio abbia effettivamente cessato di influenzare il suo sitema nervoso, ne' siamo certi dell'assenza di effetti secondari. Quarantotto ore di osservazione sono indispensabili!-

    Knight si limito' a fissare Selenjak e Newport. L'ingegnere continuava a stringerle la mano destra, e il Capitano della Unicorn emise un rumoroso sospiro.
    - Dottoressa Turrell, Tenente Newport ...... seguitemi, prego. Abbiamo pochissimo tempo. - disse l'inglese girando i tacchi.
    Sostando sulla soglia dell'uscita, con le porte aperte che rivelavano il corridoio esterno e l'andirivieni di ufficiali che lo popolavano, Knight si giro' e, con uno sguardo duro e triste allo stesso tempo, invito' i due a seguirlo.

    U.S.S. UNICORN
    Sala Tattica del Capitano


    L'esposizione di Knight, supportato da Dhek e da Lamarc, fu concisa ma esauriente allo stesso tempo.

    - Capitano ..... per-perche' proprio io?? - chiese O'Broinn con un tono tra il supplichevole e lo sconvolto. Era chiaro, comunque, che l'irlandese non voleva dare l'impressione di temere la situazione, ma piuttosto di temere di non essere all'altezza.
    - Perche' non mi fido di una nave completamente automatizzata, ne' conosco il suo equipaggio. Ci troveremo a navigare in territorio ostile, tenente, e certamente un computer non riuscira' a sfruttare al meglio le caratteristiche della nave. Le steamrunner possono essere agili e veloci, in grado di abbandonare rapidamente la zona del pericolo evitando inutili scontri. E io, al timone voglio lei. Non e' un ordine, tenente, ma un semplice riconoscimento delle sue capacita'. E' libero di rifiutare, ma prenda una decisione in fretta, perche' il tempo gioca contro di noi. Lo stesso vale per tutti voi ....... tranne che per lei - disse Knight indicando Newport.
    L'ingegnere fisso' il capitano con uno sguardo indecifrabile. Cosa si poteva leggere nei suoi occhi? Indifferenza? Forse. Noncuranza? Puo' essere. Orgogliosa e dignitosa rassegnazione, di quella che si prova di fronte a offerte che non si possono rifiutare? Odio nei confronti di qualcuno? Impossibile dirlo.
    - Pensavo di avere chiuso con i romulani, capitano. Qualcuno di loro sarebbe davvero felice di rivedermi! - disse Newport esibendo un sorrisetto sardonico.
    - E' proprio la sua ...... esperienza ...... con i romulani che fa di lei un elemento prezioso, direi fondamentale, per la buona riuscita della missione. - rispose Knight.
    - Beh, capitano, c'e' altro di cui dovremmo essere messi al corrente? -
    - No, tenente. Non c'e' altro da aggiungere. La squadra dovra' essere pronta per la partenza tra non piu' di quindici minuti. -
    Qualcuno tra i presenti tossi' rumorosamente: Dhek, Lamarc e Quill sapevano bene che, a bordo della Ardena, qualcuno avrebbe obiettato con vigore circa la linea d'azione che il Capitano e i tre ufficiali superiori continuavano a tenere nonostante l'ultima discussione.
    Newport si porto' le mani ai lombi e stiracchio' la schiena, che scricchiolo' rumorosamente.
    - Allora, con permesso. Vado a prendere una decisione. -

    Lamarc fu il primo a cogliere il tono di sfida che l'ingegnere celava dietro al proprio atteggiamento. Era chiaro che il Capitano gli aveva occultamente ordinato di partecipare alla missione, mentre Newport mirava a sottolineare il proprio diritto di prendere una decisione diversa. Il francese aveva capito da tempo che, dietro ad un apparente atteggiamento di ribellione nei confronti della catena di comando, Newport celava motivazioni ben piu' profonde. Chi poteva sapere se ci sarebbero potute essere altre occasioni per sondare la sua psiche?

    Knight non riusci' a nascondere l'imbarazzo e l'insofferenza che lo avevano colto nel momento in cui le porte della Sala Tattica si erano chiuse alle spalle del tenente Newport. Sospiro' rumorosamente e, dopo aver chinato il capo verso il basso, immerso in un qualche tipo di fugace meditazione interiore, torno' a rivolgersi ai presenti.

    - Bene. Voglio una risposta tra dieci minuti esatti. Potete andare. Tutti tranne lei, - disse il capitano alla Turrell.
    Gli occupanti scemarono verso l'esterno, mentre la giovane dottoressa si alzo' in piedi e rimase a fronteggiare il capitano con uno sguardo che lasciava trasparire una grave preoccupazione interiore.

    Knight, nel frattempo, aveva preso a fissare un punto imprecisato nell'ammasso di asteroidi che rotolavano disordinatamente a poca distanza dalla Unicorn, la' dove la Ardena giaceva occultata in attesa di condurre i propri occupanti nella tana del leone.

    - E' semplicemente assurdo, capitano! In quelle condizioni, Selenjak non potrebbe essere di nessuna utilita'! -
    Knight si giro' verso la propria interlocutrice e si sforzo' di abbandonare la maschera di preoccupazione per un'espressione piu' serena.
    - Vedi Zeela, andremo su Romulus. Capisci? Romulus. Un vulcaniano nella squadra potrebbe rivelarsi estremamente prezioso, sotto diversi aspetti. So bene che ci sono tanti altri vulcaniani a bordo della Unicorn, ma a nessuno di loro affiderei la mia vita e quella della mia squadra come farei con Selenjak. E comunque, lei e' l'unica vulcaniana a bordo che possa esporsi nuovamente al batterio senza pericolo. L'hai detto tu stessa che ora non dovrebbe piu' ammalarsi, giusto? -
    - Beh, no. Dovrebbe avere sviluppato una difesa immunitaria naturale. Ma, indipendentemente da questo, io continuo a chiedermi per quale motivo lei ritenga la sua presenza talmente indispensabile? Nonostante le apparenze, Vulcaniani e Romulani sono piuttosto diversi. Selenjak non riuscirebbe a passare inosservata meglio di quanto potrebbe fare un umano debitamente camuffato. E in quelle condizioni ..... rischierebbe la vita, lo sa, vero?-
    - Tutti rischieremo la vita, Zeela. E saranno gli ufficiali piu' capaci a doversi assumere la responsabilita' di questa operazione, indipendentemente da quello che puo' pensare l'Ammiraglio Fressen. Ma tu ..... tu sei troppo giovane, Zeela, e un medico in squadra basta e avanza. Tu rimarrai sulla Unicorn. -

    - Cosa? - esclamo' la dottoressa Turrell sgranando gli occhi. - Ma .... Patrick O'Broinn e' piu' giovane di me, se non sbaglio! -
    - No, non sbagli. Ma lui e' un timoniere eccezionale, e la squadra ha bisogno di lui. -
    - Capitano, non pretendo certo che lei mi consideri un medico "eccezionale", ma la sua logica inizia a sfuggirmi. Consideri che io sono l'unico medico della Flotta Stellare ad avere studiato e analizzato il batterio che il vulcaniano ribelle si accinge a diffondere durante la conferenza! Direi che la mia presenza e' assolutamente indispensabile! -
    - Ho riflettuto anche su questo e ....... beh, io non sono dello stesso avviso. Zeela ...... ahm, dottoressa Turrell, lei non fara' parte della squadra. La Flotta non puo' permettersi di perdere un medico capace e brillante come lei. Questo e' tutto. Ora puo' andare. -
    - Ma ..... ma ....... -
    Knight si alzo' nuovamente in piedi e riprese a fissare gli asteroidi che danzavano nello spazio profondo.



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