La sala tattica della Ardena era poco piu' grande di una delle cuccette che
costituivano gli alloggi dell'equipaggio. Oltre ad un paio di piccole
poltroncine standard e ad un ripiano traslucido che costituiva la scrivania
del Capitano, l'unico elemento che impediva agli occupanti di boccheggiare
in preda ad una crisi di claustrofobia era la grande vetrata panoramica che
occupava l'intera parete di destra.
Ed era impossibile, per gli ufficiali che occupavano la sala, non rimanere
catturati dal fascino di quelle enormi rocce che vagavano e rotolavano
senza meta nello spazio, proprio li', a poca distanza da loro.
Il navigatore della nave effettuava le stesse manovre che Patrick O'Broinn
effettuava sulla Unicorn, per evitare che quel muto e silente campo di
asteroidi divenisse un cimitero per un paio di astronavi!
E comunque, ad una manciata di chilometri, si stagliava chiara e maestosa
la sagoma di colei che tutti ormai avevano imparato a chiamare casa ..... e
che presto avrebbero dovuto abbandonare e tradire ..... forse per sempre,
se un destino beffardo avesse voluto la loro morte nel tentativo di salvare
i nemici di sempre.
Quando un asteroide particolarmente vicino toccava i suoi scudi, e una
flebile luminescenza azzurra accompagnava il suo disgregarsi nello spazio
in una nuvola di polvere e detriti, si aveva l'impressione che fosse
realmente indistruttibile.
Niente e nessuno avrebbe potuto offuscare la stella della USS Unicorn. La
nave migliore della Flotta, con il miglior equipaggio ..... e al diavolo
l'Enterprise!
Erano queste le meditazioni senza senso, quasi infantili, che attaversavano
la mente dei quattro ufficiali della Unicorn, stipati come sardine negli
spazi angusti della Sala Tattica della Ardena, mentre l'Ammiraglio Fressen
sedeva loro di fronte e si preparava ad un discorso che a qualcuno non
sarebbe certo piaciuto.
E tuttavia fu il tenente comandante Quill a parlare per primo.
- Mi tolga una curiosita' Ammiraglio. Come e' riuscito ad ottenere questa
nave e questo .... equipaggio .... da Leetah? Voglio dire, non credo certo
che siano stati seguiti i canali ufficiali. -
Fressen intreccio' le mani nodose di fronte agli occhi infossati in una
ragnatela di rughe e fisso' intensamente l'andoriano.
- Non e' questa la domanda che voleva farmi, giusto? -
Quill aggrotto' per un attimo la fronte e si accarezzo' la base
dell'antenna sinistra, ma l'anziano Ammiraglio riprese a parlare prima che
l'ufficiale scientifico della Unicorn potesse replicare.
- Lei vuole sapere per quale motivo una nave della Repubblica di Leetah e'
dotata di un dispositivo di occultamento, questa e' la domanda che frulla
per la testa a tutti voi, non e' cosi'? -
- Devo ammettere che in effetti la questione mi incuriorisce parecchio,
Ammiraglio. Ma, se non sbaglio, esiste un ferreo obbligo di riservatezza, e
non credo che lei possa, o voglia, rivelarci altri dettagli, - disse il
Primo Ufficiale della Unicorn precedendo il proprio collega andoriano.
Il consigliere Lamarc e il capitano Knight seguivano la conversazione con
un certo distacco: non era questo l'argomento di cui avevano premura di
discutere con l'Ammiraglio. Ormai tutti avevano accettato che l'operazione
fosse condotta da Fressen. Ne aveva il controllo assoluto, ma qualcosa
diceva loro che ... forse .... le sue decisioni non erano sbagliate.
Knight, almeno, la pensava cosi', e i suoi uomini avevano in qualche modo
assorbito la fiducia che il proprio capitano nutriva nei confronti di
Fressen. Pur se, nelle ultime ore, mentre l'ora della partenza si
avvicinava, l'umore dell'inglese si era fatto nero come un cielo in
tempesta.
- Questa nave, - rispose l'Ammiraglio, - e' una gentile concessione di un
cittadino di Leetah piuttosto influente e motivato, signori. L'equipaggio
e' costituito unicamente da volontari. Non fatevi ingannare dalla loro
apparente freddezza: sono ufficiali in gamba. Sanno che potrebbero non
rivedere piu' la loro patria, e tutto cio' che vogliono, in questo momento,
e' evitare che un piccolo incidente possa innescare una guerra. Perche' e'
questo di cui stiamo parlando: guerra! Se il vulcaniano riuscisse a
diffondere il batterio durante la conferenza, non riesco neppure ad
immaginare quali potrebbero essere le conseguenze. Una cosa e' certa: tra
la Federazione e Romulus si riaprirebbero vecchie ferite e verrebbero alla
luce malumori mai sopiti. Sarebbe la guerra, in un momento in cui la
situazione politico-militare delle piu' grandi potenze del quadrante e'
gia' critica! I Klingon reagirebbero nel modo peggiore, di questo siamo
tutti coscienti, mentre l'alleanza dominio-cardassiana sfrutterebbe il caos
per ...........-
Fressen si interruppe e incollo' i suoi occhi acquosi in direzione dello
spazio esterno .... verso la Unicorn.
- Non voglio nemmeno pensarci. No, il batterio non deve essere diffuso.
Questa missione DEVE avere successo. E' assolutamente imperativo. E sia io
che voi daremo tutti noi stessi per raggiungere il nostro obiettivo. Ognuno
fara' cio' che deve fare. Lo dobbiamo a tutte le persone che ci stanno a
cuore! -
Un silenzio imbarazzato scese sulla stanza, mentre l'Ammiraglio tentava di
dissipare il fervore che gli aveva contratto i lineamenti e lo aveva
riportato indietro nel tempo ... negli anni in cui si lottava per dare alla
Federazione una politica degna di questo nome.
Fressen torno' ad alzare lo sguardo verso Knight, Dhek, Quill e Lamarc, e
riprese un discorso che in realta' non aveva mai interrotto.
- Proprio per questo motivo, non posso autorizzare la partenza di tutti gli
ufficiali superiori della Unicorn. Voglio lei, lei, - disse, indicando
Knight e Dhek con l'indice di una tremante mano destra, - e Newport. Il
resto della squadra dovra' essere formato da altri volontari scelti secondo
criterio.... ma certamente non voi, - disse indicando Quill e Lamarc, - ne'
altri ufficiali superiori della nave. -
- Perche', Ammiraglio? - chiese Lamarc con vigore.
= Ecco, finalmente ci siamo! = disse Knight tra se' e se'.
- Perche' la Flotta non puo' permettersi di perdere otto tra gli ufficiali
piu' esperti e capaci della Flotta, vero? - incalzo' Lamarc.
La risposta di Fressen lascio' tutti senza parole, per franchezza e
schiettezza.
- Esattamente! Esiste una probabilita' reale e concreta che i membri della
squadra non facciano piu' ritorno. Le possibilita' sono molteplici, e la
morte non e' l'unica, credetemi. La Tal Shiar sarebbe ansiosa di mettere le
mani su di voi e di estorcervi informazioni. Se le torture non dovessero
uccidervi, dovreste comunque rassegnarvi a non fare piu' ritorno a casa. E
... in quel caso .... che implicherebbe il probabile fallimento della
missione ..... chi rimarrebbe a dipanare l'enorme matassa che ci
rovinerebbe in testa? -
- Con tutto il rispetto, Ammiraglio: non crede di sopravvalutarci? - disse
Dhek abbozzando una traccia di sorriso.
- Niente affatto, comandante. La Unicorn e' una delle navi piu' importanti
della Flotta, ma una nave senza equipaggio e' un guscio vuoto alla deriva
nello spazio. Accetto che lei segua Edward in missione perche' ritengo che
il legame professionale che lega il Primo Ufficiale al proprio Capitano
possa giovare all'operazione .... ma voi, - disse rivolto a Quill e a
Lamarc, - non partirete di sicuro, e ne' la dottoressa Selenjak, ne' la
Turrell, ne' O'Broinn. Tornate sulla Unicorn e scegliete altri cinque
volontari.... anzi no, quattro .... meglio quattro ...... e ripresentatevi
tra non piu' di quaranta minuti. La mia decisione e' definitiva e
irrevocabile, e non c'e' spazio per ulteriori discussioni. E' tutto,
signori. -
Knight non aveva mai visto Fressen cosi' duro e inflessibile. L'arroganza
non apparteneva al suo carattere, e se si comportava cosi' era solo ed
unicamente perche' riteneva che la situazione fosse critica, e che quello
fosse l'unico modo per affrontarla nella maniera migliore.
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