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ESSERE ... ED APPARIRE di Luigi Russo
22 agosto 2000

    Diario del Computer di bordo
    Data Stellare 57952.5 (14/12/2380, 15:45 pm)
    Registrazione di F'Rann

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    Sala ologrammi 4

    La porta si era appena chiusa con un lieve sibilo, ed i passi del Comandante Dhek stavano smorzandosi nel corridoio adiacente; all'interno della sala, per alcuni secondi regnò il silenzio più assoluto, e l'immobilità più totale.

    Poi...

    Qualcosa cambiò.

    La porta ricevette l'ordine di chiudersi ermeticamente, ed all'esterno il led rosso di "Occupato - Non disponibile" si accese.

    Lo spazio vuoto all'interno della stanza ebbe un fremito, come se dal pavimento si fosse improvvisamente irradiata una grande quantità di energia termica, facendo tremolare l'aria.

    Si udii un lieve ronzio, quando i generatori olografici si spensero del tutto, facendo sparire la falsa scena di "vuoto", e restituendo alla realtà il contenuto della sala ologrammi.

    Ora le pareti dell'ampia sala, erano ingombre di macchinari e terminali dall'aspetto alieno e vagamente inquietante, che ricordavano neppure tanto da lontano la tecnologia Borg.

    Al centro della stanza, F'Rann osservava il vuoto. Immobile. Inespressiva.

    Dopo qualche secondo, l'Andoriana si diresse verso ciò che poteva sembrare una bara verticale; il sarcofago si aprì con un sibilo di gas compresso, rivelando un interno simile alla bocca di uno squalo, con file e file di sonde e sensori al posto dei denti.

    F'Rann entrò nel macchinario, adattandocisi di stretta misura, ed immediatamente le sonde si estrusero dalle pareti, e si avvilupparono come sanguisughe nel corpo di F'Rann, a decine, ricoprendole le braccia, le gambe, gli occhi.
    Alcune delle sonde penetrarono con precisione chirurgica *sotto* la pelle di F'Rann, ma l'Andoriana non diede segno di essersene accorta.

    La scena ricordava da vicino il pasto di una pianta carnivora.

    Dopo alcuni secondi, il sarcofago iniziò a richiudersi, e nel giro di alcuni istanti, nella sala iniziò a diffondersi un mormorio ovattato, quando i macchinari pseudo-Borg si energizzarono e ripresero le loro ignote funzioni.

    <Una di queste volte riuscirò a mettermi *veramente* nei guai...>, pensò F'Rann, mentre la sua coscienza tornava a fondersi con la maestosa nave spaziale "Unicorn"; <Dico io; abbiamo decine di sale ologrammi, ciascuna delle quali perfettamente in grado di eseguire qualsivoglia programma, non importa da chi sia stato creato, e quel rompitasche doveva proprio scegliere *questa*? Grazie al cielo, avevo lasciato libero abbastanza spazio per farlo muovere!>

    Silenziosamente, F'Rann entrò all'interno del sistema di telecamere dei turboascensori, ed osservò il Comandante Dhek, che pareva impaziente di arrivare a destinazione; <Credevo che mi sarebbero andati in tilt perlomeno una dozzina di unità sub-processurali, quando mi ha abbracciata... ma che cosa gli è saltato in mente? Mi ero già vista persa, ed invece...>

    F'Rann esitò un istante; <Ed invece, non si è accorto di nulla. Mi ha abbracciata, e non si è accorto di nulla. Io ero lì; solida, reale, vera... e lui mi ha scambiato per un ologramma. Buffo... di solito accade il contrario! L'ho sempre supposto, che le sale ologrammi confondano la percezione della realtà.>

    Il turboascensore giunse a destinazione, e Dhek ne uscì; F'Rann tornò all'interno della sala ologrammi 4, per ricevere i primi rapporti dal sistema di diagnostica; <Ma davvero credevi che avrei generato un ologramma solido solo per farti piacere?> pensò tra se e se, mentre elaborava i dati che iniziavano a sciamare nei suoi database; <Perchè sciupare tante risorse ed energie quando una semplice proiezione incorporea sarebbe stata più che sufficiente?>

    F'Rann alterò alcuni parametri, e modificò lievemente un tracciato di alimentazione energetica (il tutto, ovviamente, mentre continuava ad impersonare la "normale" interfaccia del computer di bordo)

    <E scommetto che non ti sei neppure accorto di quanta fatica stessi facendo per sbirciare i dati che stavano scorrendo nel terminale... come se normalmente ne avessi avuto bisogno... di sbirciare, intendo... è stato strano, dover ricorrere alle antenne, per vedere.>

    Seguendo un impulso improvviso, F'Rann rintracciò il comunicatore di Dhek, ed attivò il sistema di telecamere nel corridoio che stava percorrendo; per qualche motivo, provava l'impulso di osservare l'ufficiale, come se lo vedesse con occhi nuovi. <Ma è stata un'emozione. Non ero mai stata toccata prima d'ora... dal vivo, voglio dire... e vuoi sapere una cosa, Comandante? Mi è piaciuto. Mi è piaciuto un sacco. Non c'è paragone con la realtà virtuale, e detto da me vuol proprio dire qualcosa.>

    F'Rann si staccò dal sistema di telecamere; la sua concentrazione stava divenendo difficoltosa, come se il sistema stesse andando in sovraccarico; <Ah... Troppi input, tutti in una volta... non riesco a assimilare tutti questi dati, molti dei quali in palese contrasto tra di loro... Stai calma F'Rann, prendi un bel respiro, ora che lo puoi fare veramente, ed affronta la cosa un passo alla volta, se non vuoi fondere ogni microchip presente sulla nave.>

    Ancora una volta, F'Rann tornò all'interno della sala ologrammi 4; i macchinari stavano ronzando soddisfatti: le modifiche avevano dato i loro frutti, limando via qualche altra microscopica imperfezione dal nuovo corpo biomeccanico di F'Rann, costruito sulla base degli schemi tecnici di quello del Comandante Data, e che ora riposava all'interno dell'unità di manutenzione; <E pensare che Data riesce a gestire il suo da anni con un cervello positronico della stessa grandezza di uno umano... che meraviglia, che capolavoro! Io devo fare i salti mortali, per farmi bastare le unità logiche, processuali e mnemoniche di tutta una nave spaziale classe "Galaxy II", e lui riesce a fare tutto questo con un cervello migliaia di volte più piccolo ed efficiente di quello che ho a disposizione io.>

    Incapace di resistere, F'Rann entrò nuovamente all'interno del corpo biomeccanico; quando la sua coscienza vi si trasferì, le labbra dell'Andoriana ebbero un fremito, poi si atteggiarono ad un lieve sorriso; <Ma è troppo bello. E' una cosa che non avrei mai potuto sospettare. Credo che possa persino dare dipendenza.> Il sorriso si accentuò; <Presto, Quill... presto potremo stare insieme... come mai prima d'ora!>



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