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DIRETTIVE di Roberto Messora
11 agosto 2000

    USS Unicorn, sala teletrasporto 1

    Lamarc aveva nella testa ancora l'infinità di raccomandazioni che il Capo Kadra aveva continuato a ripetere mentre stava aiutando il Consigliere a ultimare i preparativi per la partenza. Più che altro si domandava cosa significassero l'inaudita quantità di improperi, perché di quelli si doveva trattare, pronunciati in lingua bajoriana a mezza voce dal suo aituante. Comunque fosse Marcel se ne stava tranquillo in un angolo della sala teletrsporto 1 in attesa degli altri Uffciali della Unicorn che avrebbero raggiunto Romulus su una nave di cui Marcel sapeva davvero poco: in realtà conosceva bene il tipo di vascello, ma s domandava come mai una unità di quel tipo dovesse essere in possesso di qualcuno che non fosse la Flotta Stellare, di certo non si trattava di una vecchia classe Miranda o di una piccola classe Oberth anzi...
    In quel momento le porte della sala si aprirono e la vistosa figura del Capitano Knight fece la sua comparsa seguito da Dhek e da Quill, nessuna traccia di Newport e delle due belle dottoresse della Unicorn.
    <<Comandante Lamarc...>>
    <<Capitano...>>
    Knight appariva del tutto contrariato, sembrava che tutto quanto fosse per lui seccante se non proprio una scocciatura che avrebbe volentieri evitato. Si rivolse al Guardiamarina ai comandi del teletrasporto con una freddezza che non gli era abituale.
    Marcel radunò le poche cose che si era portato dietro e seguì i suoi compagni sulla pedana.
    <<Da quanto è qui Consigliere?>>, Quill pronunciò quelle parole con apparente disinteresse quasi a voler interrompere la tensione che si avvertiva nell'aria, tensione che sembrava provenire dalla persona del Capitano.
    Marcel prese la palla al balzo, ore di ponte ologrammi impersonifciando un Capitano di Vascello della Royal Navy britannica della fine del '700 lo avevano reso un esperto nelle conversazioni di circostanza.
    <<Da circa dieci minuti Comandante, sono un cultore della puntualitá fino a sfociare nell'eccessivo anticipo.>>
    Knight guardò in tralice Lamarc, sembrava voler dire qualcosa, ma si trattenne e aspettó che Dhek finisse di ordinare gli ultimi bagagli. In realtà aveva bisogno anche lui di allentare la morsa di cattivo umore che lo attanagliava dalla conversazione con l'Ammiraglio Fressen, si voltò verso Marcel e gli disse:
    <<Apprezzo chi a della puntualità una regola di vita.>>
    <<Sono d'accordo Capitano, le regole di vita spesso rendon la vita comune molto più piacevole e semplice, ma troppo spesso le regole vengono sbandierate, oserei dire ostentate, per poi nella pratica essere disattese con eccessiva disinvoltura.>>
    Knight si irrigidì a quelle parole: Marcel aveva colto nel segno e lo sapeva bene.
    <<Direi che ha fin troppo ragione Marcel.>>
    Lamarc era colpito: Knight lo aveva chiamato "Marcel", un esplicito invito al cameratismo, evidentemente quella missione gli pesava troppo sulle spalle e stava cercando qualcuno con cui condividere la responsabilità; forse vedeva in Lamarc una sorta di persona super partes o forse la figura del Consigliere si era fatta attendere anche troppo sulla Unicorn e vedeva in essa la "coscienza" colettiva con cui confrontarsi.
    Marcel decise che avrebbe rischiato, non solo nei confronti del Capitano, ma anche di Quill e di Dhek che non avevano parlato, ma che non avevano perso nemmeno un istante di quella scarna conversazione.
    <<A volte Capitano penso che esistano alcune regole non dette e che invece dovrebbero essere scritte, così da renderle palesi.>>
    Dhek decise che si era fatto attendere anche troppo:
    <<Per caso ha in mente qualcosa?>>
    <<Uhm, mi faccia pensare...>>
    Lamarc sperò che la sua finta pausa fosse abbastanza teatrale da sottolinearne la retorica.
    <<Prendiamo ad esempio la Federazione, una degna istituzione con degne regole e un degno scopo. Almeno quello principale... Io credo che esistano in seno alla Federazione un certo numero di regole, codici, direttive non scritte, ma tacitamente accettate come correnti.>>
    Aveva marcato la parola "direttive" con una certa enfasi. Dhek insistette:
    <<Ad esempio?>>
    <<Penso a quella direttiva che dice più o meno così: quando la Prima Direttiva non è applicabile allora è necessario trovare un modo diverso anche non ortodosso per risolvere i casi più delicati.>>
    Il dado era stato tratto come qualcuno avrebbe detto. Knight guardò Lamarc per un paio di secondi, non di più:
    <<Ha assolutamente ragione Consigliere.>>
    Detto ciò si girò nuovamente verso il Guardiamarina ai comandi del teletrasporto e si accinse ad ordinargli di dare energia, il suo umore era nero ora che sapeva che non ra il solo a pensarla in un certo modo.
    Lamarc pensò che fosse giunto il momento di allentare la tensione con una battuta sperando che anch'essa cogliesse nel segno. Mentre tutti stavano assumendo la classica posa forzata del teletrasporto buttò lì:
    <<Che so potremmo chiamarla Direttiva Zero.>>
    Knight si girò di scatto e guardò con disapprovazione Lamarc, una disapprovazione per l'umorismo un po' fuori luogo in quel momento, ma i suoi occhi lasciavano trasparire anche un certo divertimento per l'ironia che andava a cogliere una delle magagne irrisolte della Federazione e della Flotta Stellare.
    Marcel non poteva vedere Quill alle sue spalle, ma riusciva a scorgere Dhek che stava sorridendo, lui assunse un'aria da finto innocente. Knight si voltò l'ultima volta verso il povero Guardiamarina che stava attendendo che i suoi superiori terminassero i loro comodi.
    <<Energia.>>, disse e i quattro Ufficiali della Unicorn scomparvero nel tipico bagliore azzurrino.



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