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DO UT DES (DARE E AVERE) di Aristide Gorizia
29 luglio 2000

    -Signor O'Broinn, variazione di sette gradi a dritta. Oscillazione per beccheggio di tre gradi.- consigliò Dhek al timoniere. La nave si spostò abbastanza per lasciar passare un gigantesco asteroide senza che sfiorasse la nave. Poi riprese la posizione precedente. Per il tenente O'Broinn era uno dei momenti più stressanti della sua carriera.
    Mantenere un punto fisso in un campo di asteroidi é praticamente impossibile. Specie se il campo era di un tipo a gravitazione continua come quello. Tenere la nave ferma nello stesso punto relativo era come mandare ad una montagna l'invito a sfracellarsi contro gli scudi. Certo, questi avrebbero retto per un pò. Forse avrebbero retto per parecchio tempo, ma una nave non era fatta per reggere quel tipo di sollecitazioni. Prima o poi i compensatori gravitazionali ne avrebbero risentito. Poi sarebbe toccato all'equipaggio.
    In più, se un asteroide avesse colpito gli scudi, avrebbe scaricato la propria energia cinetica sulla nave, spedendola sulla rotta di altri macigni, in un gioco di rimbalzi che l'avrebbero spinta a loro volta contro altri, che a loro volta....avrebbero trattato il vascello come una pallina da flipper nel pieno di una partita da record...prima di disintegrarla.
    Ed era per questo che tranne il capitano e l'addetto alla postazione ingegneria, tutti sulla plancia, più una decina di altre persone in tutta la nave, tenevano sotto controllo i sensori di movimento, i radar di prossimità e tutti gli strumenti di misurazione possibili di cui la nave era dotata. Settati alla massima sensibilità possibile, per evitare qualsiasi bolide si mettesse in rotta di collisione con la Unicorn.
    Certo, il computer principale della nave avrebbe potuto fare quel lavoro molto più facilmente e molto più velocemente di qualsiasi membro dell'equipaggio ma nessuna nave era sopravvissuta a lungo affidandosi completamente ai computer. Non era per sfiducia nella tecnologia ma la realtà era fin troppo complessa per qualunque sistema esperto ospitato a bordo di qualsiasi nave si potesse concepire.
    Ed in un luogo tanto imprevedibile come un campo di asteroidi, chiunque avrebbe preferito che ci fossero anche occhi umani a controllare che la nave non venisse colpita "per caso" da un bolide vagante.
    A Knight non piaceva proprio quel luogo d'appuntamento. Ancora una volta approvò mentalmente, il suggerimento del primo ufficiale a cui arrivavano tutte le misurazioni e che indicava al timoniere i necessari aggiusti per rendere sicuro il parcheggio della nave in quel punto specifico. D'altra parte, O'Broinn teneva sotto le dita tutti i controlli per lo spostamento del vascello lungo le dodici direttive di navigazione, per essere sicuro di eseguire prontamente gli ordini del comandante. Neanche a lui piaceva quella situazione. Knight stava quasi per perdere la pazienza.
    Nonostante tutto continuava tranquillamente a parlare con l'ammiriaglio Fressen mostrando una calma che era lontano dal possedere.
    -Signore, mi permetterei di suggerirle un luogo meno...stressante per continuare la conversazione.-
    Fressen annui sorridendo.
    -Mi dispiace capitano. Posso capire le sue preoccupazioni....-
    In quello stesso istante, un altro asteroide sfiorò di poco le due navi.
    -Purtroppo però si tratta di una misura di sicurezza. Questo é uno dei punti più vicini al confine romulano ed anche uno dei meno sorvegliati. Non credo che l'impero abbia delle pattuglie nelle vicinanze.-
    Knight ne capiva il motivo. Sarebbe stato un suicidio per chiunque stare troppo vicino al punto dove si trovavano ora i due vascelli. E le innumerevoli masse ferrose che gravitavano anarchicamente intorno a loro, per diverse migliaia di chilometri in ogni direzione, avrebbero impedito a chiunque di scorgere, sia pure per caso, la presenza delle due navi ai confini dell'impero romulano. Questo però non giustificava il rischio che stavano correndo.
    -Comunque, capitano, appena sarò a bordo della Unicorn, potremmo levarci da questa scomoda posizione.-
    Knight intese la richiesta con sollievo e lanciò un cenno a Dhek che immediatamente diede ordine di portare l'ammiraglio a bordo. Quando il capitano e il primo ufficiale uscirono dalla plancia per raggiungere l'ammiraglio, O'Broinn si permise di lanciare un sospiro di sollievo. E mentre la nave Leethana rientrava in occultamento, la Unicorn ebbe il permesso di uscire dal campo di asteroidi e di stazionare a pochi chilometri dal bordo esterno.
    Quill Voor, seduto alla postazione scentifica rifletteva su quello che aveva appena visto. Per qualche strana ragione, aveva l'impressione di aver perso qualcosa.

    Infermeria.

    La dottoressa Turrell provò improvvisamente, la sensazione di essere osservata. Alzò gli occhi dall'analizzatore e per un istante "scrutò" empaticamente l'ambiente. Niente di anormale.
    Nella saletta era sola. Sola se non si considerava il dottor Selenjak, ancora incoscente sul lettino diagnostico. Da quanche minuto la vulcaniana aveva cessato di lamentarsi. La Turrell ne seguiva l'andamento psichico empaticamente mentre sistemi molto accurati, monitoravano la sua condizione fisica. Si sarebbe immediatamente accorta se ci fossero stati cambiamenti del suo status medico.
    Ma non era quello il caso.
    Zeela concluse di essersi ingannata e si alzò per riporre il campione che aveva analizzato.
    Il piccolo vassoio Petri quasi le cadde quando si accorse del tenente Newport. L'ingegnere era appoggiato allo stipite della porta e fissava incupito la vulcaniana. La Turrell era sgomenta. Aveva dimenticato l'insolita capacità del terrestre di sfuggire alle scansioni telepatiche. Da quanto tempo il capo ingegnere stava osservando Selenjak senza che lei se ne accorgesse?
    -Posso fare qualcosa per lei tenente?-
    Newport spostò gli occhi da Selenjak alla Turrell. Come se solo allora si fosse accorto della presenza della giovane dottoressa. Fissò la betazoide per qualche istante poi, con la punta dell'indice, si tastò un paio di volte la tempia.
    -È roba mia.-
    La Turrell non era sicura di aver capito.
    -Cosa...?-
    -Quello che gira per la mente del dottor Selenjak in questo momento... Lei lo ha preso da me.-
    Selenjak giaceva tranquilla. Aveva smesso di delirare. Una sottile patina di sudore cominciava ad asciugarsi sulla fronte levigata. Per qualche motivo, gli strani turbamenti che avevano percorso la sua incoscenza, erano cessati e tutto sembrava dovuto alla presenza del tenente Newport.
    Il capo ingegnere si avvicinò al lettino e le toccò una mano.
    -N..on le consiglio di toccarla. Sembra che in questo stato, le facoltà telepatiche del dottor Selenjak siano molto sensibili. Attraverso il contatto tattile, potrebbe trasmetterle qualche pensiero...disagevole.-
    Newport non pareva aver neanche sentito la betazoide.
    -Disagevole? Non credo che possa essere peggiore di quello che potrei averle trasmesso.-
    -Che intende? -
    -Tempo fà, abbiamo fatto una fusione mentale. -
    L'ingegnere avvicinò il volto a quello della vulcaniana, fissandole le palpebre serrate come se ne avesse voluto leggervi tutti i segreti dell'universo. Il tono della voce era tranquillo, quasi rassegnato.
    -Non fu nulla di particolarmente difficile. Era una questione di servizio. Si trattava di aiutare l'allora primo ufficiale.-
    Turrell conosceva quella storia. Aveva letto dell'episodio mentre studiava la storia recente della donna, cercando la possibile causa delle condizioni anomali di Selenjak. Era stato un rarissimo caso di fusione a tre ma non aveva giudicato l'episodio troppo fondamentale. Newport sembrava saperne di più.
    -Non credevo di aver avuto una parte importante nell'impresa. Servivo solo da tramite tra lei e una colonia di naniti che mi porto dietro, affinché questi le potessero mostrare quello che c'era nella mente del primo ufficiale. Un semplice tramite.-
    Newport sembrava affranto dal possibile danno che aveva indotto alla vulcaniana.
    -Ma forse le ho trasmesso qualcosa in più di quello che pensavo. O forse é stata lei che si é appropriata di qualcosa che non avrebbe dovuto portarsi via.-
    -Lei ne ha risentito in qualche modo?-
    -Per un pò ho avuto degli squilibri psicofisici. Ma non era niente di grave. Pensammo che forse la fusione aveva influito su di noi in maniera inusuale.-
    Inusuale era dir poco, pensò la Turrell. Non aveva mai sentito di una cosa del genere durante la sua carriera professionale. Certo su betazed, tra telepati naturali, empati spontanei, poteva capitare qualche "incidente" del genere ma non pensava che potessero accorrere anche tra individui di specie diverse. Bisognava avere un affinità particolarmente profonda per restare vittime di una condizione di transfert. Una affinità che non credeva esistesse tra il capo ingegnere ed il capo medico della Unicorn. A parte l'aggettivo "capo", ovviamente.
    -Come può essere certo che quella fusione mentale fu la causa del delirio attuale della dottoressa Selenjak?-
    -Per il termine che Kokokinaka mi ha detto di aver sentito pronunciare da Selenjak. Biloxi.-
    -Può essere più specifico?-
    Newport girò gli occhi verso la giovane dottoressa e sorrise ironico.
    -Si. Posso esserlo. Ma non di molto.-
    Si allontanò dal volto della vulcaniana e si volse verso Turrell. La betazoide notò che la vicinanza del capo ingegnere sembrava influire beneficamente sulle condizioni emotive della vulcaniana. Il volto della paziente aveva assunto un che di pacifico. Un sentimento che però non sembrava trovare posto negli occhi del capo ingegnere.
    -Biloxi era un tipo che ebbi modo di conoscere molto tempo fà. Quando ero un po' più giovane e più incoscente. Era un tipo losco. Di malaffare si direbbe negli ambienti che lei potrebbe essere abituata a frequentare. Uno Ktariano piuttosto equivoco e la sua conoscenza é associata ad un episodio che mi turbò molto all'epoca. A quanto pare ora sta turbando anche lei.-
    -Il quadrante é più piccolo di quanto si pensi. Non crede che la dottoressa Selenjak possa aver sentito di questo ktariano da quanche altra fonte? O che possa addirittura averlo conosciuto di persona?-
    -Non credo. Vede, Biloxi fu ucciso quando Selenjak non poteva avere più di una dozzina d'anni e il suo nome non é di quelli che la storia possa ricordare. Morì durante lo sterminio di un convoglio di Streem fuggiaschi per mano di una fazione particolarmente agguerrita degli stessi Streem.-
    -Non potrebbe essersi...-
    -No. Non si é salvato. Io ero lì. O comunque vi arrivai in tempo per vederlo spirare. Non potrò mai scordare quello che provai quando sentii gli ultimi respiri di quello ktariano.-
    Turrell non sapeva cosa dire.
    -Sa qual'é il buffo della storia? La Federazione avrebbe potuto impedire quel massacro. Morirono più o meno duemila Streem in quell'attacco. Senza contare una cinquantina di persone di razze differenti che li stavano aiutando a scappare. Si sarebbero potuti salvare tutti se la Federazione non avesse ciecamente etichettato il tutto sotto l'egida della Prima Direttiva. Non trova buffo come gli episodi peggiori si ripercuotino poi sugli innocenti?-
    Turrell era visibilmente turbata. Newport non attese il commento della dottoressa, tantomeno Zeela ne aveva da fare al riguardo. Però, pensò, adesso aveva qualcosa su cui lavorare per migliorare le condizioni della vulcaniana.
    E mentre le spalle del capo ingegnere si allontanavano, si mise al lavoro per ricercare tutto il possibile sul trasferimento di memorie tra individui di specie differenti.

    Saletta tattica del capitano.

    Fressen si era prontamente impossessato della poltrona del capitano. Come se questa gli spettasse di diritto.
    Knight non diede segno di fastidio. D'altra parte come poteva impedire ad un ammiraglio di fare ciò che voleva sulla sua nave? Senza che apparisse per niente seccato, si accomodò alla sua destra ed al suo fianco, prese posto Dhek, con l'intenzione di appoggiare il proprio capitano, qualunque fosse la sua posizione.
    Fressen aveva portato con se alcuni datapad e dopo essersi sistemato la cinta della divisa, che alla sua età cominciava a dargli fastidio, prese a richiamare alcuni dati da poter esporre al capitano della Unicorn.
    Knight ringraziò il fato per non essere costretto a portare una cinta con la divisa. Col suo prominente addome, avrebbe avuto non pochi problemi ad apparire dignitoso.
    -Sarò breve.- esordì l'ammiraglio -Abbiamo poco tempo.-
    -Si. in effetti abbiamo le ore contate.-
    -Di pure i minuti. Ho fatto controllare le informazioni che i quattro vulcaniani ci hanno gentilmente fornito. Risulta che entro venticinque ore, su Romulus comincieranno ad arrivare i delegati della conferenza panimperiale. Dobbiamo supporre che il virus, batterio o qualsiasi cosa i vulcaniani abbiano inventato, verrà diffuso non prima di trenta ore. Minuto prima, minuto dopo.-
    -È stata considerata la possibilità di contattare il governo romulano? Non mi sembra il caso di tenerli all'oscuro di quello che sta per succedere.-
    -Pfui! Sarebbe tutta fatica inutile. Tanto per cominciare, prima che comincino a credere ai nostri avvertimenti, passerebbero ben più di trenta ore. Anzi, probabilmente passerebbero trenta giorni anche solo per accettare una comunicazione ufficiale dal comando della flotta. Sai bene come sono fatti: se un informazione non l'hanno comprata, rubata od estorta, non sono disposti ad accettarla per quella che é.
    Un avvertimento amichevole.
    E se anche ci ascoltassero in tempo, sono pronto a giocarmi la pensione che scaricherebbero la colpa sulla flotta, la federazione e il quadrante intero.
    No. Non possiamo permetterci di perdere troppo tempo. E non possiamo neanche permetteterci di far sapere niente a nessuno. Dobbiamo assolutamente sbrigare la faccenda tra di noi.-
    Knight e Dhek avevano ben chiaro quello che sarebbe successo se anche solo un sospetto avesse attraversato il comando romulano.
    -Ora passiamo al motivo per cui sono qui. Edward devo toglierti il comando della Unicorn.-
    Knight rimase alquanto allibito. Ecco una cosa che non si aspettava.
    -In cambio...ti assegno la guida di una delle missioni più rischiose e difficili da un bel pò di tempo a questa parte.-
    Knight stava per replicare quando fù interrotto da una mano dell'ammiraglio.
    -Oh, non devi ringraziarmi. Lo faccio solo per il bene comune. Non dimenticare però che l'intera faccenda deve passare sotto il più assoluto silenzio e che nessuno deve sapere di quello che stai per andare a fare in territorio romulano.-
    Dhek, che aveva colto l'ironia del discorso prima del suo superiore, non riuscì a trattenersi.
    -Mi scusi ammiraglio, e come conta di mandarci su Romulus, se si prende la Unicorn?-
    -Mandarvi? Ha intenzione di prendere parte anche lei alla missione?-
    -Io vado insieme al capitano. Su questo non si discute.-
    -Mi fà piacere tanta dedizione al proprio capitano. Ci andrete con quella.-
    Fressen sorrise complice ed indicò lo spazio fuori dagli oblò che stavano alle spalle dei due ufficiali.
    -Non é una bella nave per andare a salvare il quadrante dalla guerra?-
    Knight e Dhek voltarono istintivamente le poltrone per guardare ma all'esterno degli oblò non c'era nulla. L'ammiraglio si rese conto di aver indicato il nulla e balbettò qualcosa.
    -Oh, bé...deve essersi occultata. Comunque vi posso assicurare che si trova lì fuori, da qualche parte. Un bel vascello classe Steamrunner con facoltà che la rendono particolarmente utile in questa occasione.-
    Knight riuscì a prendere la parola anche se ora cominciava ad essere un pò seccato.
    -Insomma, andiamo a prendere a calci qualche decina di trattati, tanto per parare le spalle alla federazione...-
    -È stato già fatto Edward. Non dovresti scandalizzarti più di tanto.-
    -Non sono scandalizzato. Pensavo solo che fossero passati i tempi in cui dovevamo ricorrere a certi mezzi per mantenere la pace.-
    -Certe cose non potranno mai cambiare veramente. Sai bene quanto me che l'impero romulano, in quanto cultura monoliticamente monoetnica, proverà sempre una terribile paranoia nei confronti della cultura multietnica come la Federazione. Per il grande uccello della galassia! Persino i Klingon sono meno rigidi di loro nei confronti delle altre etnie.-
    -Non abbiamo ancora la minima certezza di come agirà il batterio mutato una volta liberato. Per quanto ne sappiamo, i romulani potrebbero avere delle resistenze naturali al ceppo che ha infettato i loro cugini vulcaniani.-
    -Saresti pronto a rischiare, Edward? Personalmente non lo sono. E non lo é neanche il consiglio di sicurezza interno della presidenza federale. Se anche il batterio procurasse loro un semplice raffreddore, avremmo tutti i motivi per tentare di salvaguardare la sicurezza del quadrante. L'impero romulano é troppo grosso per essere ignorato. Se i romulani starnutiscono, la Federazione deve soffiarsi il naso.-
    Knight, come tutti, era molto impensierito da una guerra contro l'impero. A parità di forze, entrambi i "regni" avevano troppo da perdere in un conflitto. Senza contare che certamente i Klingon non sarebbero stati a guardare. Forse non avrebbero preso parte al conflitto ma sicuramente avrebbero approfittato del momento di debolezza dei due per inglobare i territori su cui accampavano pretese e che al momento facevano parte delle due società. Senza contare i cardassiani, i ferenghi ed un altro centinaio di culture che, anche se non ostili, certamente non si sarebbero lasciate scappare l'occasione di guadagnare qualcosa dal caos che si sarebbe creato nel quadrante.
    Perche alla fine quello sarebbe stato il risultato; il caos più completo.
    -Va bene. - sospirò il capitano della Unicorn. Anzi, l'ex capitano...
    -che dobbiamo fare allora?-
    -Tu ed una piccola squadra che sceglierai personalmente, prenderete la nave Leethana e raggiugerai il pianeta centrale romulano. Poi, mantenendo l'occultamento, dovrete localizzare il vulcaniano, prendere possesso con qualsiasi mezzo della sua persona, delle scorte del batterio e del suo mezzo. Poi senza che nessuno sappia assolutamente nulla, ritornare in territorio federale. Facile no?-
    -Come no!?- rispose Knight. -Facile e indolore. E come pensa che dovremmo comportarci in questa impresa?-
    -Con la massima attenzione.-
    L'ironia non sfuggì ai tre ufficiali, sebbene con differenti gradi di apprezzamento. Knight era impensierito da quel "qualsiasi mezzo" che l'ammiraglio si era lasciato sfuggire.
    -Edward hai carta bianca al riguardo. Ti é chiara l'importanza si questa missione. Hai l'ordine di agire come meglio credi ma devi assolutamente raggiungere lo scopo. E per questo che ti ho tolto il comando della Unicorn. La flotta non deve essere assolutamente essere coinvolta in questa faccenda. Non abbiamo neanche allertato le navi che pattugliano la zona. Non potrai contare sull'aiuto di nessuno al riguardo. Se verrete scoperti (e spero che questo accada solo dopo abbiate localizzato e distrutto il batterio) non potete assolutamente permettere che romulani vengano a sapere dei dettagli della vostra missione.-
    Le sfumature di quelle affermazioni volteggiavano minacciose per la stanza. Evidentemente la flotta preferiva perdere una mezza dozzina di validi ufficiali piuttosto che rischiare una guerra.
    -Scegli gli uomini che vuoi. Ovviamente fidati. Questi intanto sono i dati che ti posso fornire. Alla distanza di due Ua, i romulani hanno disteso sette reti tachioniche di sucurezza. Non so se saranno in grado di rivelare anche il sistema di occultamento della nave di Leetha ma sicuramente sono in grado di percepire il loro sistema. Sembra che l'impero sia sospettoso anche delle loro stesse navi. La classe Steamrunner usa un sistema che é sostanzialmente differente. Dovreste essere relativamente al sicuro ma non vi consiglio di essere imprudenti. Credo che il tuo esperto in penetrazioni abusive del territorio romulano possa darti una mano al riguardo.-
    -Non credo di avere una persona del genere a bordo.-
    -Come no? Il tenente Newport. A quanto ne so, prima di essere assegnato alla Unicorn, pare che frequentasse spesso il territorio imperiale. Ovviamente a loro insaputa...-
    -Questo mi giunge nuova. Dhek, lei sapeve qualcosa al riguardo?-
    -No signore. È la prima volta che sento una cosa del genere a proposito del capo ingegnere. Certo se ne sentono molte sul suo conto...-
    -Fidati Knight. Ho una fonte sicura sul tenente Newport. Se c'é qualcuno che può portarti fin lì e ritorno, con una certa sicurezza, questo é Newport. Certo c'é una prima volta per tutto, ma speriamo che non sia questa.-
    Dhek aveva dei dubbi.
    -Non so quanto ci si possa fidare del tenente Newport. Certo come ingegnere é piuttosto valido, quello che mi preoccupa é il suo grado di sicurezza. Secondo il suo dossier, la sua qualifica SECLAR non é abbastanza alta per conoscere i dettagli di questa missione.-
    -Ormai é coinvolto. Se mai si farà sfuggire una parola al riguardo, gli possiamo assicurare una lunga permanenza in qualche complesso di reclusione federale.-
    A Knight piaceva molto poco quel modo di parlare dei suoi ufficiali.
    -Per il momento allora non gli diremo niente. Nel caso si offrisse volontario per accompagnarmi, parlerò personalmente con lui sulla segretezza di questa faccenda.-
    Fressen appariva soddisfatto.
    -Fà come meglio credi, Edward. In fondo la pelle é la tua. Anche se le conseguenza potrebbero essere disastrose. Al momento hai...-
    L'ammiraglio scrutò il qualdrante orario.-...circa quattro ore e trent'otto minuti per scegliere i volontari, trasferirti sulla nave Leethana e partire. TI servono non meno di sei ufficiali, non più di dieci. Il resto dell'equipaggio é già composto da volontari Leethani che comunque, servono la loro nave. Anche se al comando di qualcun altro.-
    -La Unicorn?-
    -La prendo io. Appena sarete partiti, farò fare a questa nave una bella crociera di addestramento verso il settore 001. Se entro tre giorni non avrò vostre notizie, dovrò pensare al peggio e cominciare a prepararla per un altro comando.-
    Knight sentiva di essere stato appena scavalcato. Non c'era stato ovviamente tempo per pensare ad un alternativa valida ma rimaneva ovviamente seccato per come era stato messe alle strette. Non aveva più l'età per sopportare degli abusi del genere. Pensava solo che, ovviamente, vista la necessità del momento, avrebbe dovuto fare buon viso a cattivo gioco. Avrebbe ripreso in esame quella situazione quando fosse tornato. Oh, certo. Sarebbe tornato di sicuro. Non aveva la minima intenzione di lasciar correre una cosa del genere. E poi che gusto c'era a fare una cosa del genere se non potevi raccontarla a nessuno?
    Assunse un aria metitabonda, come se stesse accuatamente vagliando tutte le possibilità, le gravi possibilità che quella missione offriva.
    In realtà pensava ad argomenti più prosaici. Aveva voglia di correre verso la più vicina sala ologrammi e attivare il più feroce programma di intrattenimento gotico che avesse nella sua collezione. Una reazione infantile, pensò, ma gli ultimi avvenimenti gli avevano messo addosso una voglia di scaricarsi i nervi...ma ovviamente non c'era tempo.
    Ora aveva qualcosa di meglio a cui pensare. Un occasione che non credeva, vista l'età e gli anni di servizio, gli sarebbe mai più concessa. Non si illudeva che se ci fosse stato più tempo, avrebbero trovato un equipaggio più adatto ma vista l'emergenza...l'ammiraglio Fressen si era accontentato di quello che aveva sotto mano.
    Analizzando bene la situazione, il capitano della Unicorn si chiese se per caso la sua non fosse un irrazionale ed infantile desiderio d'azione.
    Oggettivamente parlando; i desideri di un ammiraglio sono come ordini e gli ordini non si discutono. Quasi mai comunque. Se proprio aveva voglia di addentrarsi in territorio ostile, quella situazione gli faceva molto comodo ma ancora non mandava giù l'atteggiamento ironico che Fressen asveva assunto per invogliarlo ad accettare, no, ad eseguire, perche non ci potevano essere dubbi al riguardo, un incarico che avrebbe definito "senza speranza". Quattro ore circa. Non avevano tempo da perdere.
    -Signore Dhek, per favore annunci discretamente ad un equipaggio selezionato di trenta uomini, che voglio vederli entro trenta minuti nel mio ufficio. Niente personale sposato o con figli a carico. Li scelga a caso tra la sezione comando, sicurezza ed ingegneria. Faremo una scelta tra coloro che si offriranno volontari-
    -Bene, signore.-
    -E per favore, tenga fuori il tenente Newport. Alla fine della selezione vedremo se sarà il caso o meno di renderlo partecipe all'operazione.-
    Fressen capiva i timori di Knight.
    -Non sai se poterti fidare o meno, vero?-
    -Mi puoi biasimare per questo? Per quello che ne sappiamo é un elemento a rischio in questo caso. Certo é un valido ingegnere, un talento naturale. In un paio di occasioni ha rasentato la genialità per l'eleganza delle soluzioni che ci ha proposto, ma come é possibile che abbia frequentato il territorio romulano senza che sia mai stato scoperto? I romulani, non sono tanto stupidi.-
    -Si. In effetti ho anch'io una serie di riserve del genere. Ma mi é stato raccomandato da fonti insospettabili. D'altra parte anche Subok e i suoi compagni erano pronti a affidargli la loro vita.-
    -Io non posso affidare la sicurezza dei miei uomini sulle ipotesi degli altri. Devo essere sicuro del tenente Newport per conto mio prima di dirgli che andremo a ficcare il naso su Romulus.-
    -Edward, fà come credi. La missione é tua.-
    Fressen finì la riunione alzandosi in piedi. Era venuto il momento di entrare in azione.
    -Nel frattempo aspetterò sulla nave Leethana il tuo arrivo. Buon lavoro.-
    Dhek riaccompagnò l'ammiraglio alla sala teletrasporto mentre il capitano si avviò al suo uffiico per fare altri preparativi. Doveva raccogliere tutti i dati che poteva sul pianeta centrale romulano. Poi doveva dare un occhiata alle trascrizioni dell'interrogatorio fatto ai vulcaniani in stato di fermo. Certo non poteva portarseli con se ma doveva essere sicuro di chi andava a cercare e di come fare per trovarlo. Quattro ore ed un mucchio di lavoro da fare. Lavoro ingrato quello del capitano: tre mesi di noia assoluta in cambio di trenta ore di puro terrore.
    Chi aveva mai detto che era una carriera facile?



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