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DECISIONI - PARTE III di Paolo Maroncelli
17 giugno 2000

    U.S.S. UNICORN
    Alloggio privato del Capitano


    Data Stellare 57951.87 (14/12/2380, ore 10.21 am)

    Tutta la cioccolata del mondo non sarebbe servita a rilassarlo. Era successo tutto cosi' in fretta, che ancora non era facile rendersi conto della gravita' della situazione; l'equipaggio della Unicorn avrebbe ricevuto l'incarico di occuparsi del batterio che il vulcaniano "ribelle" minacciava di diffondere durante la conferenza informativa che si sarebbe tenuta tra otto giorni, su Romulus; e l'Ammiraglio Fressen avrebbe preso il comando dell'operazione in un modo che qualcuno potrebbe certamente definire "poco ortodosso".
    Knight penso' a quanto fosse stato arguto e intelligente l'anziano Ammiraglio nell'intuire i termini della questione ancora prima che Subok avesse terminato l'esposizione dei fatti. Fressen aveva vissuto la propria giovinezza in un periodo in cui definire "tesi" i rapporti con i Romulani era un misero eufemismo! Probabilmente lui li conosceva bene, e aveva intuito immediatamente che il furto di un batterio talmente peculiare, e la prossima conferenza su Romulus dovevano essere correlati.
    Normalmente, Knight avrebbe obiettato sul modo in cui un proprio superiore aveva dettato le proprie disposizioni, scavalcando l'autorita' del Comando di Flotta e, vista la delicatezza della questione, del Consiglio Federale. Ma ... che diamine .... Fressen, a modo suo, era un eroe della Federazione! Forse non sarebbe stato ricordato per aver galoppato tra le stelle al comando di una nave stellare, ma se esistevano valori e principi morali da perseguire, parte del merito era sicuramente suo.
    Nell'ultimo periodo le cose avevano preso una brutta piega, a partire dalla guerra con le forze dell'alleanza dominio-cardassiana fino ad arrivare alla discutibile decisione di ridurre le missioni di esplorazione; forse Fressen non voleva morire prima di aver tentato il possibile per curare il figlio malato.

    La dottoressa Turrell aveva assoluto bisogno di sonno, questo era chiaro. Ma non ancora ..... no. Ora che la dottoressa Selenjak non era in grado di svolgere il proprio lavoro, tutto gravava sulle esili spalle della figura femminile che si accingeva ad uscire dall'alloggio del Capitano dopo un breve colloquio.

    - Se vuole la mia opinione, Capitano ..... beh ..... penso che quell'antibiotico Chamarr modificato sia veramente efficace contro il batterio. Dovrei effettuare ancora parecchie analisi per esserne veramente sicura, ma in fondo e' stato sviluppato dalle stesse persone che hanno creato il batterio. Non vedo perche' non debba funzionare. -
    - Beh, lei continui le sue analisi. Nel frattempo, dovremo fidarci dei vulcaniani. Che mi dice di Selenjak? -
    Il candido volto della dottoressa Turrell si rabbuio', come se il solo pensiero fosse sufficiente ad innescare i propri meccanismi empatici nei confronti delle sofferenze della vulcaniana.
    - Stazionaria, signore. Purtroppo sembra che la dottoressa Selenjak non sia ancora in grado di riacquistare il controllo delle barriere emotive che il virus ha indebolito. Ma ormai e' chiaro che sara' solo una questione di tempo prima che la situazione torni alla normalita'. -

    Knight chino' il capo e medito' per qualche istante.
    = Quella vulcaniana mi serve, = penso' tra se' e se', senza accorgersi di aver pronunciato la frase a bassa voce.
    - Come dice, signore? -
    Il capitano rivolse il proprio sguardo a Zeela.
    - Che Selenjak, assieme a lei, e' indispensabile per la buona riuscita dell'incarico che la Unicorn ricevera'. Ha mai pensato di utilizzare l'antibiotico Chamarr su di lei, per accelerare il processo di guarigione?-
    La Turrell assunse un'espressione corrucciata, come se qualcuno le avesse descritto una scena triste e infelice.
    - Ci ricolleghiamo al motivo per cui mi ha fatto chiamare, Capitano. Possiamo solo *supporre* che l'antibiotico funzioni, e in effetti le proababilita' che le cose stiano cosi' sono molto elevate. Ma *io*, personalmente, in qualita' di medico, non ho ancora certezze. E in questa situazione, solitamente non somministro nulla ai miei pazienti. -
    Knight assenti' con il capo.
    - E' giusto. Bene ...... so che ha passato un'intera notte in bianco per risolvere l'enigma del batterio, quindi credo che farebbe meglio a prendersi qualche ora di sonno, ma si prepari ad un lungo periodo di straordinari, dottoressa. Ci sara' molto da fare, ne stia certa, - disse Knight con un tono di voce particolarmente grave.
    - Certo, signore. C'e' altro? -
    - No Zeela. Vai pure. -
    La dottoressa non diede a vedere il proprio stupore per lo strano modo con cui era stata congedata. Eppure, nella mente del Capitano nulla lasciava intendere che questa confidenza lo avesse imbarazzato. L'aveva fatto a livello inconscio.
    - Con permesso, - disse la Turrell con un sorriso, uscendo dall'alloggio del Capitano.

    Sul corridoio, Zeela noto' la presenza di un giovane ufficiale che pareva essere intenzionato a parlare con il capitano. Il suo viso le era familiare, anche se era certa di non averlo mai visto prima, se non leggendo i curriculum degli ufficiali di plancia della nave. O'Broinn, si', Patrick O'Broinn ..... il timoniere della Unicorn.
    Ma era troppo stanca per intraprendere un qualsiasi tipo di conversazione, e si limito' a salutarlo cortesemente con un cenno del capo, anche se il giovane era immerso in una palude di ansie, timori e nervosismi che la dottoressa percepi' chiaramente, e probabilmente non se ne accorse.

    Le porte dell'alloggio erano rimaste aperte, e Knight si sporse in avanti per vedere chi ci fosse al di la' della soglia.

    <<< qui si inserisce "Richieste", il pezzo di Fabio >>>

    Lo sguardo del Capitano era fisso su di lui. O'Broinn non riusciva a capire se in quel momento Knight stesse meditando di abbandonarlo su uno dei piccoli asteroidi che avevano incorciato venendo su Triven Soth oppure se preferisse vederlo semplicemente scomparire dalla sua vista.

    Durante uno degli ultimi colloqui che Patrick aveva avuto, Knight si era dimostrato amichevole e molto comprensivo nei riguardi di quel tipico, timido imbarazzo che il giovane irlandese proprio non riusciva a controllare. Ora era diverso ..... ma non sembrava che il capitano volesse rimproverarlo, o redarguirlo in qualche modo. Semplicemente, la sua mente era altrove; F'Rann, l'inchiesta e lo status di Quill parevano lontani anni luce dai sui pensieri, in questo momento.
    La situazione non fece che aumentare, in Patrick, il timore di aver infastidito Knight con piccoli ed insignificanti problemi minori, ma .... diavolo .... come poteva l'inchiesta essere un problema minore?

    - Si', Patrick. Lei potra' essere molto utile. Come sempre del resto. La sua compentenza professionale e' di certo superiore alla stima che lei ha di se' stesso. - disse Knight.
    = Uh? Che strano discorso, = penso' O'Broinn, = cosi' grave e serio. =
    - Ma l'inchiesta verra' rimandata a tempo indeterminato. Il Tenente Comandante Quill verra' immediatamente reintegrato in servizio attivo e tutta la questione sara' affrontata in un secondo momento. -
    - Oh ....... davvero, signore? Ah, ehm, immagino che questo ...... fara' molto piacere ..... a Quill ........ intendo il fatto di ..... ehm ..... tornare in servizio ...... ma, ecco, si' ...... anche se la cosa ....... non e' da ritenersi conclusa, giusto? -
    - No tenente, solo posticipata. Se non sbaglio lei ha diritto ad altri tre giorni di franchigia, giusto? -
    - Si' signore. Ma, a dire il vero ...... il Centro Medico ha .... perso attrattiva ..... signore ...... - disse, mentre il volto infastidito di Chun e i suoi meravigliosi riccioli neri gli balenavano di fronte agli occhi.
    - Tanto meglio, Patrick, perche' l'Ammiraglio Fressen ci vuole pronti a partire da un momento all'altro, ed e' necessario che ogni ufficiale torni a bordo e rientri immediatamente in servizio. Come vede, il lavoro non le manchera', - disse Knight riuscendo solo ora a distendere i lineamenti.

    Rientrare a bordo e partire definitivamente! No, non poteva lasciare Chun in quel modo ..... c'erano ancora tante cosa da dire ..... parole mai dette ...... promesse mai fatte! La storia non poteva interrompersi cosi'!
    Uno stato di profonda agitazione colpi' l'irlandese. Le gambe iniziarono a tremargli leggermente, e un'ondata di calore avvampo' fin sopra i capelli. E tutto cio' che la sua dannata timidezza gli consenti' di dire fu:
    - S-s-si' signore. -
    prima di girare i tacchi e uscire, in preda alla disperazione piu' cupa.



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