Post precedente: "Procedure invasive - parte II"Post successivo: "Decisioni - parte I"Primo post della missione: "Flashback"Ultimo post della missione: "Learning to fly"Missione precedente: "Centro Medico Triven Soth"Missione successiva: "Giudizio e perdono"Apre una pagina adatta alla stampaPagina stampabile MISSIONE: Direttiva Zero
 10 
UNA GIORNATA PESANTE di Marco Dalmonte
8 giugno 2000

    Data Stellare 57951.3 (14/12/2380, 06:00 am)
    Ponte 12, Infermeria


    Il Comandante Dhek passeggiava nervosamente lungo il Ponte 12, diretto verso l'infermeria dove sperava avrebbe trovato notizie illuminanti che potessero rendere più interessante una giornata che stava riservando solo sorprese fastidiose.

    Il suo turno di servizio non si stava concludendo come avrebbe sperato. Per prima cosa aveva invitato a cena il Guardiamarina Taylor, ma la donna a quanto pare era di servizio proprio quella sera. E come se non bastasse, Dhek si era dimenticato che era stato proprio lui a riprogrammare tutti i ruolini della squadra di Sicurezza dall'incidente Krugar. La Taylor non poteva sapere che il trill aveva un diavolo per capello in quel momento, e aveva reagito piuttosto male all'invito, che credeva uno scherzo di pessimo gusto. Dhek si era dovuto ritirare prima che la donna lo fulminasse con lo sguardo, ma era convinto di non avere ancora compromesso del tutto la situazione.

    Poi il Capitano lo aveva convocato nel bel mezzo della notte, mentre svolgeva le ultime ore del suo turno in plancia ("un diversivo interessante rispetto alla noiosa routine" aveva pensato) e lo aveva mandato a chiamare Newport per discutere di qualcosa di molto importante riguardante la Dottoressa Selenjak. Dhek aveva sentito dire che la dottoressa si era sentita male mentre si trovava al Centro Medico, e che la nuova dottoressa mandata dalla Flotta Stellare si stava occupando di lei già dal pomeriggio precedente. Eppure non capiva come il tenente Newport potesse in qualche modo avere a che fare con questa situazione.

    Pensava che Newport fosse una testa calda, un individuo fondamentalmente egoista, ma sulla sua esperienza in fatto di ingegneria non aveva assolutamente nulla da ridire. La Unicorn era sempre rimasta in perfetto stato da quando era entrato in servizio, e per la fervente passione che dimostrava per il suo lavoro lo rispettava. Se solo avesse mostrato un po' più di rispetto per la gerarchia e le regole della Federazione avrebbe anche potuto fare strada, ambire ad incarichi più importanti...

    Dhek sospirò e scosse il capo, meditando fra sè e sè. No, questo non era decisamente lo stile del Tenente John B. Newport. E poi c'era qualcosa di strano in quell'uomo. La richiesta di promozione giunta dalla Flotta Stellare era ancora un mistero per lui, e ancora più sorprendente era stata la reazione stizzita del Tenente alla proposta. Decisamente c'erano molte cose che avrebbe desiderato chiarire col Tenente Newport, ma sfortunatamente questo non era il momento più adatto. Aveva ben altri problemi per la testa, ma si ripromise che lo avrebbe tenuto d'occhio. D'altra parte ora coordinava lui il reparto Sicurezza insieme al Tenente Woronicz.

    E quando un paio d'ore prima era entrato nella Sala Macchine per cercare Newport e lo aveva trovato rannicchiato in un condotto insieme con la Morgan, per un attimo aveva provato l'impulso irresistibile di tirarlo fuori a calci. Fortunatamente alcune delle sue vite precedenti non erano così avventate, e Dhek aveva avuto la meglio sull'attacco di gelosia del giovane Tomeron, e si era limitato ad una più discreta occhiataccia quando Newport era emerso dal condotto. E poi di cosa doveva essere geloso in fondo? Tabatha Morgan non era affar suo, la conosceva a mala pena
    (ma se avesse voluto conscerla più a fondo?)
    e sicuramente i due ingegneri avevano un rapporto molto più profondo, avevano molti più punti in comune, quindi era logico che fossero così affiatati.
    (ma non sono una coppia, giusto?)

    Comunque, aveva eseguito l'ordine del Capitano, e si era ritrovato a dover arrestare dei vulcaniani rei di aver diffuso nell'atmosfera del Centro Medico un virus dalle strane proprietà, che aveva appunto causato i malori di Selenjak. Non avevano spiegato affatto i motivi del loro gesto, ma a giudicare da quanto aveva sentito, il virus sarebbe stato portato anche su Romulus, e probabilmente avrebbe potuto essere liberato di lì a pochi giorni.

    Era davvero incredibile! Un gruppo di vulcaniani che complottava di liberare un virus su Romulus per minare la solidità dei loro confratelli romulani! Nemmeno un autore di fantapolitica come lo scrittore terrestre del XX secolo Richard Harris avrebbe potuto inventare una storia del genere. E per di più aveva scoperto che i terroristi vulcaniani in questione erano parenti del Tenente Newport! Buon sangue non mente dopotutto...

    Aveva tratto in arresto i quattro vulcaniani e li aveva isolati negli alloggi sul Ponte 19. Pensava che dopotutto i quattro non fossero pirati klingon particolarmente efferati. Uno era un legale vulcaniano, altri due dei ricercatori scientifici (e uno godeva addirittura dell'immunità diplomatica), quindi era meglio cautelarsi con un trattamento riguardoso nei loro confronti da possibili ripercussioni a livello diplomatico. Aveva messo di guardia il Guardiamarina Taylor e altri due della Sicurezza, con l'ordine tassativo non fare entrare o uscire nessuno ad eccezione del Capitano e degli Ufficiali anziani. La Taylor aveva annuito freddamente, e questo l'aveva indotto ad andarsene senza ulteriori precisazioni. Aveva comunicato al Capitano Knight la situazione e confidava che il Capitano avrebbe avuto un colloquio interessante con questi ospiti forzati nelle prossime ore.

    Il suo turno sarebbe dovuto finire già da un paio d'ore, ma il suo incarico in qualità di Primo Ufficiale prevedeva purtroppo anche questi straordinari imprevisti. E d'altronde ora il Capitano si affidava prevalentemente a lui, visto che il Comandante Quill era ancora confinato nel suo alloggio, Krugar era agli arresti, e il Comandante Lamarc era a bordo da non più di un giorno (troppo poco per caricarlo già di responsabilità amministrative). Il Capitano contava su di lui per far funzionare al meglio la nave, e Dhek non intendeva certo venir meno a propri obblighi e perdere la fiducia di Knight. E dunque, se si trattava di perdere anche tre ore di sonno ogni notte, avrebbe fatto volentieri questo sacrificio per la Unicorn.

    Comunque, prima di ritornare nel suo alloggio si era ricordato di avere una questione in sospeso in Infermeria, e aveva fatto una piccola deviazione, tanto per concludere in bellezza la giornata.

    Quando la porta si aprì, trovò solo un giovane guardiamarina con la divisa della sezione scientifica in Infermeria. Il suo volto non gli era sconosciuto, era certo di averlo visto un paio di volte al bar di prora, ma non riusciva ad associarvi un nome.

    "Guardiamarina, sto cercando il Dottor Kokokinaka o la Dottoressa Selenjak."
    "Purtroppo non sono qui, signore. Il Dottore ha terminato il proprio turno circa due ore fa, e la Dottoressa è appena andata via. Credo fosse diretta nei suoi alloggi. Ha portato con sè tutto il materiale su cui stava lavorando il dottor Kokokinaka." rispose zelante il guardiamarina.

    Dhek ringraziò il ragazzo ed uscì dalla stanza scuotendo la testa.
    "La mia solita fortuna." pensò. "Meglio archiviare questa giornata e andare a dormire prima che succeda qualcos'altro di imprevisto." e si diresse verso il turbo ascensore più vicino, agognando con ogni fibra del suo corpo il sonno ristoratore che avrebbe ridato energia al suo cervello e la speranza di una giornata migliore. Il caso Krugar poteva anche aspettare per ora.



Torna all'inizio della pagina