Stazione di Triven Soth: anello abitativo
T'Aria era assorta nello spettacolo mostrato dall'oblò del suo
alloggio. La volta stellata che circondava la stazione di Triven Soth.
Il suo sguardo andava al di là delle grandi navi parcheggiate. Oltre
i dock di manutenzione, le scie delle navette che passavano e ben
oltre le attrezzature esterne della stazione orbitante. In effetti,
il suo sguardo andava ben più lontano della nube di Oort del sistema.
Verso un passato che per lei era più che remoto, svanito come l'ombra
nei deserti di Vulcano. Andava a vent'anni prima.
Il rimpianto e il rimorso non sono sentimenti molto noti alla sua
gente ma per T'Aria, al momento, era chiaro il significato della
parola "rammarico". Rammarico per le frasi non dette, per le cosa mai
fatte e per le azioni mai compiute.
Che strano pensò, tre sinonimi dello stesso concetto eppure con tre
significati tanto differenti per esprimere lo stesso stato d'animo.
Una contraddizione tipicamente umana.
Cosa sarebbe successo se...
Ma non c'era nessun "Se". L'ultima volta che aveva visto, parlato e
salutato John Newport era già promessa e si avviava a raggiungere il
tempio matrimoniale per compiere il rito di unione. All'epoca non
poteva permettere, nè voleva permettere, che Newport scatenasse una
tempesta emozionale che potesse interferire con le decisioni
familiari.
Newport doveva aver capito l'importanza di quella decisione, perché
non fece nulla per opporvisi. Nonostante, quello che poco tempo
prima, era accaduto tra loro. E nonostante le lunghe e complicate
discussioni in cui lui l'aveva coinvolta. Come un qualsiasi altro
membro della famiglia, Newport riuscì a comportarsi con estrema
compitezza e tradizionalità al dogma della cerimonia di saluto.
Eppure lei si era aspettata, o forse ci sperava, in un comportamento
diverso da lui mentre le porgeva il dono di addio e forse... no, non
sarebbe cambiato nulla. Mai. In nessun caso. Neanche dopo quello che
avevano condiviso.
Con la tipica aspettativa dei giovani vulcaniani, T'aria aveva
osservato con curiosità crescente, l'espressione del membro terrestre
della famiglia. Ma rimase delusa. Non accadde nulla di scandaloso,
nulla di eclatante. Lui gli aveva fatto pervenire il dono con tutte
le formule di rito e aveva partecipato alla funzione con rigorosa
osservanza. Le tanto propagandate emotività umane non avevano fatto
breccia nell'espressione che Newport indossava quel giorno. Fu una
delusione da quel punto di vista.
Poi non ebbe modo di sapere ciò che accadde dopo. Seppe solo che era
partito per l'accademia della flotta e che non l'avrebbe più rivisto.
Fino all'arrivo su Triven Soth.
T'Aria non riusciva a capire per quale motivo indugiasse su quei
pensieri. Forse il corpo estraneo che era entrato in lei le aveva
indebolito la disciplinata mentalità ma sapeva che non era del tutto
vero. La realtà era, e lei lo sapeva, che la vicinanza di Newport
l'aveva turbata più di quanto si aspettasse. Anni passati ad
osservare, vivere e studiare un popolo decisamente meno disciplinato
di quello vulcaniano, avevano minato anni di condizionamento sociale,
rendendola orribilmente più debole nei confronti delle emozioni.
Anche quella parola -Orribilmente-, dieci anni prima non l'avrebbe
mai presa in considerazione.
Come cambiavano le cose...
Era rimasta stupita di quanto lui fosse invecchiato nei pochi anni
che erano passati. Sapeva che la fisiologia umana era più veloce e
quindi più breve di quella vulcaniana. Ma ne era rimasta stupita lo
stesso. Newport appariva ora come un vulcaniano sarebbe sembrato a
novant'anni, avendo però vissuti poco più di un terzo.
Il sibilo dell'uscio la distolse da quei pensieri e lei allontanò lo
sguardo dall'oblò. Il cugino anziano Subok entrò nell'alloggio
salutandola con un cenno della testa e si tolse il soprabito per
appenderlo vicino alla porta.
T'aria ricambiò il saluto e considerò quanto si sentisse diversa dai
cugini e quanto questi fossero diversi da Newport. Una applicazione
surreale della formula dell'IDIC.
Subok si accomodò al piccolo tavolo del salottino e cominciò a
consultare il computer in dotazione all'alloggio.
-Come concordato, ho fatto rapporto ai nostri superiori utilizzando
una cabina di trasmissione pubblica. Com'era prevedibile, c'é stato
del disappunto alla notizia del rifiuto di John Bartolomew ma hanno
affermato che era una possibilità prevedibile e che dobbiamo
continuare col piano di contingenza programmato. -
Richiese quindi al terminale, il programma relativo al loro soggiorno.
-Ho richiesto un appuntamento con l'ammiraglio Grilov. La segreteria
del docentato mi ha assicurato che entro la mattinata avremo una
risposta. Purtroppo sembra ci siano delle complicazioni di ordine
burocratico e che ci vorrà del tempo prima di poterlo incontrare. -
-Non possiamo aspettare troppo. Il tempo é contro di noi.-
L'uomo annuì. -Vero ma come ha detto il tenente Newport, non possiamo
rischiare di cadere in una trappola. La copertura che potrebbe
fornirci L'ammiragliato é preziosa per le nostre necessità.-
La ragazza assunse un espressione dubbiosa.
-Sarà saggio coinvolgere la flotta? Non si era deciso per un
approccio più discreto?-
-Con il tenente Newport come guida forse era auspicabile, ma ora ci
conviene avere un motivo più che valido per entrare nel territorio
Romulano. Non sarà facile convincerli delle nostre intenzioni di
facciata ma sempre meglio che entrare di soppiatto e rischiare di
essere scoperti. L'importante é arrivare fino al pianeta centrale.
Una volta arrivati lì, il più sarà fatto.-
-Capisco...eppure, comincio ad avere dei dubbi. Forse sarebbe il caso
che io tornassi su Vulcano. In tre sareste più agili nel muovervi.-
-Non vedo nessuna difficoltà nella tua presenza. È vero che sei
piuttosto giovane ma proprio in virtù della tua giovinezza, sarà più
facile rendere credibile la nostra copertura. In fondo hai dimostrato
di saper essere all'altezza del compito ed ora come ora, il tuo
apporto é più che prezioso.-
-Le premesse di questa situazioni si stanno ogni giorno coprendo di
menzogne su menzogne. Non staremmo tradendo le nostre convinzioni più
intime solo per un nostro calcolo personale?-
-In questo caso non si tratta di profitto personale. La situazione é
tale che non possiamo permetterci di essere schizzinosi al riguardo.
Se per salvare delle vite, milioni di vite, dobbiamo abbassarci ad
utilizzare la menzogna e il raggiro, é nostro compito nonché dovere,
farne uso. Non é un problema di semplice logica comportamentale ma un
approccio diretto e obiettivo alla realtà dei fatti. -
-Ma non ho dubbi che qualsiasi altro membro del dipartimento studi
romulani possa essere più preparato di me. Non riesco ancora a capire
perché sono stata convocata per questa missione. Io sono solo una
bioantropologa.-
-Vista la delicatezza della missione, volevamo evitare che
qualcun'altro al di fuori della nostra famiglia, venisse a conoscenza
dei fatti. Se scoperti, potrebbero avere delle ripercussioni a
livello politico piuttosto gravi. -
-Ripercussioni politiche? Ma é sensato considerare tutto ciò quando
ci sono tante vite in pericolo? Non sarebbe più logico invece agire
alla luce del sole, mettendo a conoscenza dell'accaduto anche la
presidenza del consiglio federale?-
-La logica purtroppo non sempre é applicabile. E sopratutto a volte
non lo é nella politica. Questa é una lezione che gli umani ci hanno
ben insegnato. È nostro dovere anche fare in modo che la nostra
famiglia non perda quella posizione e quella credibilità che godiamo
in seno al governo e dinnanzi alla Federazione. Non devi essere
eccessivamente preoccupata della tua preparazione. Abbiamo studiato
profondamente tutte le possibilità che avevamo a disposizione. La tua
esperienza decennale come studiosa della società Mintakiana può
esserci d'aiuto per riuscire a prevedere l'impatto che il batterio
avrà sulla popolazione romulana. Ed é per questo che sei stata
scelta, oltre al fatto ovvio che fai parte della famiglia. Ma non é
stata una scelta avventata o superficiale.-
-La società Mintakiana non é affatto paragonabile a quella Romulana.
Per quanto la loro radice vulcanoide sia inesplicabilmente simile, i
mintakiani sono un popolo ancora troppo giovare e socialmente
primigeni. La loro struttura mentale é priva di quella malizia che
caratterizza il comportamento della maggior parte delle culture
interstellari. È illogico pensare di poter esplicare delle regole
comuni ai due popoli.-
-Ma come i romulani, ed al contrario di noi, fanno ancora affidamento
alle emozioni come mezzo di relazione interpersonale. La tua
permanenza tra i mintakiani può averti preparata a prevedere i
romulani. Se non altro, da un punto di vista teorico.-
-Niente che anche un esperto di relazioni con gli umani, e tra di noi
ce ne sono molti, non potrebbe ipotizzare.-
-Ma gli umani non sono vulcanoidi purtroppo.-
Subok ordinò al replicatore un té mentre la giovane rifletteva su
quell'ultima affermazione. Quanto era vera.
Trecento anni di frequentazione con i terrestri non aveva fatto altro
che accentuare le differenze tra Umani e Vulcaniani. Eppure, al
contrario dei vulcaniani, i terrestri riuscivano meglio a comprendere
e ad adattarsi alla presenza dei figli di Surak meglio di quanto
questi, per quanto incuriositi, riuscissero a fare nei loro
confronti. I vulcaniani erano sempre restii a capire la natura e le
applicazioni delle emozioni nella vita degli umani.
In realtà tra i due gruppi, erano esistiti ed esistevano tutt'ora,
casi eccezionali di interazione completa, emotiva e sociale, ma erano
appunto casi eccezionali.
Per la maggior parte dei vulcaniani era semplicemente inconcepibile
il modo di vita umano e non riuscivano a capire come questi non si
autodistruggessero nel fuoco delle loro passioni. Quanto a quello che
pensavano gli umani dei vulcaniani...come era possibile riuscire a
prevedere ciò che pensasse la razza umana?
Semplicemente, i terrestri avevano la capacità di disattendere
qualunque previsione che avesse una base logica o che fosse anche del
tutto irragionevole, come a volte si era provata a fare la stessa
T'Aria.
Subok, come molti, aveva le sue opinioni personali su come condurre i
rapporti di socialità con le altre razze interplanetarie e come tutti
era giunto ad una conclusione che non mancava di esprimere quando
considerava opportuno farlo. Sorseggiando il te di foglie verdi, il
vulcaniano parve interpretare i pensieri di lei.
-Da tempo si stà studiando la possibilità filosofica che il nostro
modo di vivere possa averci impoverito culturalmente e resi indifesi
nei confronti delle altre culture. C'é una probabilità
insignificante che possa essere vero, ma in alcuni ambienti viene
considerata meritevole di essere presa in considerazione. Non sono
del tutto d'accordo sulle conclusioni giunte ma trovo che qualcuna di
esse potrebbe essere sensata.-
- Intendi la possibilità di abbandonare la via della Logica? Trovo
che sia una considerazione che abbia un che di ... eretico. Non
saprei come altro definirla. Inconcepibile, inattuabile e del tutto
irragionevole sembrano termini troppo deboli per descrivere la
sensazione che provo nei confronti della proposta.
Il ricorso alla logica ha permesso al nostro popolo di sopravvivere
ad una sicura estinzione. Non c'é nulla che faccia supporre che si
potesse fare altrimenti. -
-È vero. Sono daccordo con te su questo. Dirò di più: é innegabile e
non é in discussione. Và contro tutto quello che siamo ora e in cui
crediamo.
Trovo l'idea alquanto...imbarazzante anche a parlarne e gli stessi
ideatori la considerano un caso limite ed una impossibilità quasi
fisica.
Ma oggi dobbiamo confrontarci con una realtà diversa da quella che
esisteva quando Surak sviluppò la sua dottrina per salvarci dai
tormenti dell'emotività.
Prima di entrare a far parte di una comunità interstellare troppo
ampia per considerare la possibilità di educarla alla logica. Molto
prima che i nostri principi venissero messi quotidianamente alla
prova da una moltitudine di diversità emozionali.
I tempi cambiano ed é imperativo adattarsi con essi, pena
l'estinzione. Ormai é chiaro che il nostro popolo é il solo che
faccia completamente ricorso alla logica e mi chiedo; é logico
mantenere un comportamento del genere?-
-Non capisco i fondamenti del tuo discorso. La logica ha permesso
alla nostra gente di sopravvivere in momenti particolarmente
difficili. La logica ci ha permesso di predominare gli antichi
istinti violenti e di evolverci posizionando Vulcano al vertice delle
comunità interplanetarie. Ed ora affermi che per mantenere questa
posizione, dovremmo fare un passo indietro nella linea evolutiva?
Perché mai?-
-Ti parrà strano ma non sono molte le culture che come dici tu, ci
considerano al "vertice", anzi, ci fronteggiano e ci sfidano
quotidianamente per la nostra posizione. E molte di queste culture
sono alcune delle nostre alleanze più antiche, anche nella
Federazione.
-Ma quindi non sarebbe più logico restare fermi sulle nostre
convinzioni e fare in modo invece di renderle inattaccabili alle
avversità? -
Subok stava per rispondere quando fu interrotto dal cicalio
dell'ingresso. Ed entrò Tillek, uno dei loro compagni. Come al solito
non esprimeva particolari emozioni ma in quel caso, sembrava
piuttosto soddisfatto.
-Ho concluso la trattativa per il noleggio del trasporto.- Esordì -
Come richiesto é un cargo abbastanta ampio per il trasporto ma
sufficientemente piccolo e veloce da consentire un basso profilo e
una veloce riuscita. Quando avremo il permesso di esportazione dei
medicinali richiesti non avremo difficoltà a condurre il mezzo anche
se solo in quattro. Devo però avvertirvi, che il costo del noleggio é
stato piuttosto alto. Più di quando ci aspettavamo.-
-Non é un problema- rispose Subok -Abbiamo ampio credito presso la
maggior parte dei pianeti federali. Ricorreremo prima di entrare in
territorio romulano ad un prestito che su vulcano potranno avallare.-
-Non avevo nessun dubbio ma pensavo che entrando in territorio
romulano, potrebbe farci comodo un pò di moneta locale o meglio
dell'oro o delle barre di latinum. -
-A questo siamo già preparati- intervenne T'aria indicando, una
cassettina sistemata in un angolo del soggiorno. Lo scrigno conteneva
una sostanziosa somma divisa nei metalli appena citati. C'erano anche
una certa quantità di valuta imperiale. Tillek annuì soddisfatto ma
chiese.
-È saggio tenere una tale somma cosi scopertamente?-
-In fondo ci troviamo su una stazione della Federazione. Non abbiamo
nulla di temere. Sarebbe peggio se tentassimo di nasconderla e
venisse alla scoperta in maniera casuale. Così non é ne apertamente
esposta ne tanto nascosta da suscitare sospetto. -
In quel mentre qualcuno suonò all'ingresso. Sapevano che essendo
quello un alloggio comune, il loro quarto compagno aveva
l'autorizzazione dal computer per entrare. Quindi non immaginavano
chi potesse essere.
-Potrebbe essere la convocazione nell'ufficio dell'ammiraglio
Grilov.- suppose T'Aria.
-Avrebbero mandato un messaggio tramine computer. Sarebbe stato più veloce.-
Gli rispose Subok mentre andava ad aprire. Quando in pannello
dell'uscio si aprì, il vulcaniano rimase interdetto. Sulla soglia
c'era il tenente Newport.
-Posso entrare?- Chiese.
Newport esibiva un sorriso di cortesia ma anche i vulcaniani si
accorsero che non c'era nulla di amichevole in quell'espressione.
L'ingegnere non attese il permesso e sgusciò all'interno urtando con
una spalla l'attonito Subok.
-Spero di non disturbare qualcosa di importante.- Esordì -Ma ho
creduto giusto passare a trovarvi prima che partiate. Mi sentivo in
colpa di come vi ho trattato l'ultima volta e volevo scusarmi.-
-Non c'é nulla di cui scusarsi. Hai esposto il tuo punto di vista
piuttosto chiaramente, cugino. Non c'era motivo di attrito. D'altra
parte non potevamo aspettarci che tu accettassi un incarico alquanto
pericoloso senza essere a conoscenza di tutti i possibili rischi.
Anzi, ti dobbiamo comunque riconoscenza per averci messo in guardia
contro i pericoli a cui andremo sicuramente incontro.-
Newport accettò di buon grado il ringraziamento ma mantenne dentro di
sé l'atteggiamento di un serpente pronto a mordere.
-Era mio dovere mettervi al corrente dei pericoli a cui andate incontro
e sono qui per rimediare alla mia mancanza. Ho cambiato idea al
riguardo. E posso fare di più; ho convinto il mio capitano a fare una
deviazione verso Romulus per accompagnarvi e fare in modo di poter
recuperare il disperso senza che possano sorgere problemi
insormontabili.-
I tre vulcaniani rimasero interdetti a quello sviluppo. Neanche pochi
istanti prima parlavano di non poter mettere a conoscenza la flotta
del loro viaggio ed ora si trovavano in una situazione alquanto
inopportuna. Subok, che chiaramente era il loro portavoce, espresse
il pensiero comune.
-Non possiamo accettare la tua offerta. Come sai, la mostra missione
richiede un basso profilo. La presenza di una nave classe Galaxy
attirerebbe fin troppo l'attenzione dei romulani. Non possiamo
permettere che qualcosa metta in pericolo la vita del nostro
compagno. Ne' che qualcosa possa minacciare una nave e l'equipaggio
della flotta stellare.-
-Capisco benissimo ed e' per questo che ho pensato che la Unicorn
potesse essere un eccezionale diversivo per le autorità romulane
mentre una piccola squadra potrebbe ricercare e mettere al sicuro il
disperso.-
-L'eccessiva attenzione invece potrebbe rivelarsi alquanto inopportuna.-
-Inopportuna per chi? Sono convinto invece che con la Unicorn sotto il
fuoco dei disgregatori potrebbe essere più facile per voi sgusciare
tra le fila romulane e riuscire a contagiare l'intera popolazione di
Romulus.-
Ed ancora una volta i tre rimasero interdetti.
-Certo ne risulterebbe una riapertura delle ostilità con i romulani e
che sfocerebbe sicuramente in una guerra ma che diavolo! Si vive una
sola volta! Se dobbiamo farlo, facciamolo alla grande.-
Subok assunse un espressione completamente allibita. Non di meno
T'aria che però riuscì a riprendersi più velocemente.
-Non capisco come sei arrivato a questa conclusione John Bartolomew.
La nostra é una missione di ricerca e salvataggio. È lontana da noi
l'idea di scatenare una guerra interplanetaria.-
-Certo questo metterebbe in pericolo ben più di una sola nave
stellare e di un equipaggio... Oh andiamo!- sbotto il capo ingegnere.
-Davvero pensavate di essere tanto furbi? Il risultato delle vostre
prodezze vi ha preceduto ed non é stato affatto difficile riuscire a
capire le vostre vere intenzioni.-
-Non capisco. Cosa ci avrebbe preceduto e quali sarebbero secondo te
le nostre intenzioni?-
Newport abbassò il tono della voce per sembrare più minaccioso anche
sapendo che con loro non ci sarebbero stati risultati soddisfacenti.
-Il capo medico della mia nave, una mia cara amica, ha
misteriosamente contratto una strana malattia causata da una forma di
streptococco modificato geneticamente. Caso vuole che sia una
vulcaniana e il germe, comunque vogliate chiamare quel piccolo
mostro, sembra essere progettato per attaccare solo il genoma
vulcanoide. O dei loro parenti più prossimi.
Guarda caso, voi state tentando di andare verso la capitale del
maggiore agglomerato di vulcanoidi di questo quadrante. L'impero
romulano. Non sono molto bravo ad investigare ma un paio di conti li
riesco ancora a fare. Che cos'e' un tentativo di eliminare una volta
per tutte la concorrenza tra vulcaniani e romulani nel campo delle
imbecillità?-
-Non puoi fare una tale accusa a cuor leggero.- Si difese T'Aria. -
non puoi neanche pensare che potessimo fare una cosa del genere.-
-Cuor leggero? E da quando un vulcaniano pensa con il cuore? Avete
una calcolatrice al posto del cuore. Sarete sicuramente giunti alla
conclusione che per voi é abbastanza conveniente e "logico", tentare
una mossa del genere. Qualunque possa essere il risultato.-
-Ora sei completamente fuori strada cugino Newport.- intervenne Subok.
-Non chiamarmi cugino! Mi vergogno di pensare che appareniamo alla
stessa famiglia e preferisco ricordare che é solo una parentela
aquisita.-
-Ciò nonostante siamo parenti e i rapporti familiari, nonostante
tutto, sono importanti. Non puoi negarci solo perché ti conviene
considerarci altrimenti.-
-Spiegami una cosa allora. Per quale motivo avete noleggiato una
navicella di trasporto merci quando per cinque persone sarebbe
bastato uno yacht privato? -
-Per passare come commercianti.-
-Bufale! Lo sanno tutti che i commercianti vulcaniani non portano con
se le proprie merci ma le precedono per concludere l'accordo ed
evitare di mandare in giro merci dove non potrebbero essere
necessarie. E per quale motivo il vostro quarto "socio" ha appena
comprato una quantità di medicinali appena sufficiente per riempire
solo la metà della capacità di carico della suddettà nave? Non é che
per caso che vi serviva una copertura per il vostro vero carico?-
-Il nostro vero carico? In nostro carico é una fornitura particolare
di antibiotico Chamarr per alcune zone del pianeta romulus. Niente
che possa far loro del male. Neanche in minima parte.
L'antibiotico é stato da poco reso esportabile nei territori non
allineati e i romulani ne hanno bisogno per alcune zone depresse del
loro impero. È una copertura ideale per il nostro vero obiettivo. Ci
permetterà di avere dei contatti diretti con la superfice del pianeta
e di realizzare i nostri scopi.-
-Senza contare che la sua presenza a bordo nasconderebbe la presenza
di qualcosa di ben più pericoloso all'analisi degli scanner
biologici. Così una volta arrivati, sareste stati liberi di
diffondere i batteri nella maniera più naturale possibile.-
-Questo non é vero.- intervenne T'Aria. -Il nostro scopo non é
diffondere batteri ma prevenirli e renderli innocui.-
-Quindi é vero! Questa robaccia che si trova sulla stazione e che
attacca solo i vulcaniani é opera vostra!-
-Questo non lo abbiamo mai detto.-
-Ma sapete come curarla e chi meglio dell'autore può disinescare una bomba?-
-Faresti meglio a calmarti cugino. Posso assicurarti che nessuno di
noi é mai stato minimamente coinvolto in alcuna azione illecita che
possa potenzialmente danneggiare qualcuno.-
Un silenzio carico di tensione attraversò l'intero appartamento
aumentando d'impulso la furia che albergava in Newport.
-Va bene. - continuò. sapeva di essere in minoranza. -Mi avete
mentito ma sono calmo. Quello che non capisco che voglio sapere é per
quale motivo avete sentito il bisogno di farlo. Se non c'era nulla di
male, per quale ragione mi avete raccontato la storia dell'agente
scomparso su Romulus?-
-In realtà, non ti abbiamo mai mentito. - rispose T'Aria. -Esiste in
effetti una persona che dobbiamo recuperare su Romulus.-
-Esiste? E la storia del il batterio mutato?-
-Esiste anche quello. - sospirò Subok. -I motivi per cui é stato
creato é affare che prenderebbe troppo tempo spiegarlo ora ma ti
posso assicurare che non era mai stata nostra intenzione usarlo. Mai.
In nessuna occasione.-
-Allora perche' crearlo? Non vi e' venuto in mente che avrebbe potuto
essere una tentazione troppo forte per qualcuno?-
-Purtroppo, quando ci siamo resi conto che effettivamente, qualcuno
di noi aveva ceduto alla tentazione di usarlo, era troppo tardi per
fermarlo.-
-Ma che situazione antipatica- ironizzò il capo ingegnere. -Fatemi
indovinare; senza dirvi nulla, questo "qualcuno" ha preso la via di
Romulus per pensare bene di diffonderlo.-
Subok non era in grado di capire l'ronia ma il senso era giusto.
-Appunto. Per prima cosa abbiamo ordinato una grossa partita di
antibiotico Chamarr modificato ad un laboratorio qui, su Triven Soth.
Poi quando abbiamo saputo che la Unicorn sarebbe passata da queste
parti, é stata ventilata l'ipotesi di chiedere il tuo aiuto per
arrivare su Romulus.
L'antibiotico é stato reso efficace per agire direttamente sul
nucleoide dello streptococco. Diffuso nel'atmosfera del pianeta,
agirà nel giro di pochi minuti neutralizzandolo senza che nessuno
abbia alcun sospetto. Sarà un operazione breve. Durerà al massimo
dodici ore.-
-Avete ordinato l'antibiotico qui? Su Triven Soth? Sarà occorso del
tempo per realizzare la quantità sufficiente per coprire un intero
pianeta. Da quanto tempo la persona in questione é scomparsa?-
-Per modificare la base dell'antibiotico secondo le nostre esigenze e
fabbricarne abbastanza, ci sono volute tre settimane. Il furto del
materiale biologico su Vulcano é avvenuto poco meno di un mese fa.-
-Magnifico! - esclamò l'ingegnere della Unicorn. -Quattro settimane
di tempo perso! Ci vogliono cinque giorni per arrivare a Romulus da
Vulcano. A quest'ora l'intero impero é già stato contagiato! Ma si
può sapere che diavolo fa' quell'affare?-
I tre vulcaniani si consultarono silenziosamente.
-Questo non possiamo dirlo. Però posso assicurarti che lo
streptococco non é ancora stato diffuso.-
-E potrei almeno sapere su cosa si basa questa certezza? Avete avuto
notizie del vostro uomo per caso?-
-No. È una supposizione basata su dei fatti.-
Newport lo incitò a continuare.
-Durante in furto.- rivelò Subok - una buona quantità del materiale
si é accidentalmente disperso nel laboratorio. Io e altri membri
dell'equipé siamo stati contagiati ma essendo il laboratorio isolato,
siamo riusciti a contenere l'epidemia. Ora su Vulcano non ci sono
pericoli tranne per quei pochi ed isolati casi che comunque
spariranno entro due mesi.
La quantità rimasta é appena sufficiente per una sola esposizione e
siamo sicuri che verra usata saggiamente.-
-E quale sarebbe per voi la maniera più saggia?-
-È presto detto. Tra otto giorni su Romulus ci sarà una conferenza
informativa generale che richiamerà sul pianeta proconsoli, senatori
e governatori da tutto l'impero e da tutto il quadrante. In pratica,
la maggior parte delle personalità più in vista dell'impero si
troveranno sullo stesso pianeta. Sono sicuro che il nostro uomo agirà
allora. È un occasione unica che capita poche volte in secolo.-
-E con tutte quelle personalità, ovviamente ci sarà anche un discreto
servizio di sicurezza...-
-È prevedibile, si.-
Newport si chiese come pensava quella piccola banda di sprovveduti di
sperare di arrivare integri su Romulus. Da qualunque lato si vedesse
quella situazione, era sempre peggio.
Comunque ora era spiegato come avesse fatto il contagio ad arrivare
su Triven Soth. Subok lo aveva appena ammesso. Non era una cosa che
gli faceva piacere, ma almeno era un punto di partenza. Ora andava
concluso un capitolo di quella storia.
Con un gesto secco della mano, attivò il comunicatore.
-Comandante, ha sentito tutto?-
La voce di Dhek risuonò nell'appartamento.
-Si. Ho sentito e ho registrato tutto. Stiamo arrivando.-
T'Aria sgranò gli occhi sorpresa. Subok assunse quella che i
vulcaniani era l'espressione di stupore controllato. Newport sapeva
riconoscerla in quanto ne aveva provocata più d'una. Tillek che era
il più vicino alla porta, provò a bloccarne l'apertura ma fu
preceduto dall'arrivo subintaneo di Dhek ed una folta squadra di
sicurezza.
Dhek non era armato che di un tricorder ed arrivato al centro della
stanza lo alzò in aria e fece vedere che era attivo e che stava
ancora registrando.
-Signori, sono il comandante Tomeron Dhek, ufficiale superiore della
U.S.S. Unicorn della Federazione dei Pianeti Uniti. Per ordine
dell'ammiraglio Grilov, comandante della stazione medica di Triven
Soth, siete tutti in stato di fermo e sarete tradotti sulla Unicorn
per rispondere delle affermazioni registrate in questo locale, al
seguito dell'ordinanza 336/17 emessa in data odierna.
Avete delle dichiarazioni da fare?-
-Si, una. Io sono Subok, figlio di Sella, figlio di T'bor. Sono
accreditato al corpo diplomatico interplanetario vulcaniano come
esperto e ricercatore scentifico e come tale, godo dell'immunità
diplomatica. Così, anche i miei compagni.-
-Per il sopracitato ordine esecutivo il vostro status diplomatico é
stato momentaneamente sospeso.
La richiesta é già stata trasmessa alla vostra ambasciata di settore
ed é stata accettata dall'ambasciatore in carica.-
Dhek aveva vite di esperienza nel trattare con i vulcaniani ed non
era arrivato impreparato.
I tre sapevano che non c'era molto da fare al momento se non tentare
una inutile fuga, quindi si arresero all'evidenza e si consegnarono
tranquille nelle mani della sicurezza.
-A bordo della Unicorn, - continuò Dhek, -Verrete ascoltati dal
capitano Knight. È prevista la presenza di un legale di ufficio di
stanza alla stazione o se preferite, potrete convocare un legale di
vostra fiducia.-
Uscendo T'Aria passo davanti a Newport e vi si fermò tanto
velocemente che l'ufficiale della sicurezza che la scortava quasi la
investiva. Guardando in cugino negli occhi disse.
- Non ce ne sarà bisogno. Tillek é un valido procuratore legale su
Vulcano. Ed ha anni di esperienza.-
Newport non aveva dubbi al riguardo.
-John Bartolomew, so che credi di aver agito per il meglio ma sappi
anche, che questo porterà molti danni a noi, alla Federazione ed
all'impero romulano.-
-Mi dispiace che le pensi così. Il gioco che avete cominciato é più
grande di quanto riuscite a rendervene conto.-
-Non é un gioco. Ormai dovresti sapere che non é qualcosa per cui noi
siamo portati.-
-Eppure il vostro comportamento é stato tale che solo l'ingenuità può
spiegarlo.-
T'Aria rimase per qualche istante a riflettere su quelle parole. Poi,
senza replicare seguì gli altri.
Newport rimase in quella stanza per qualche tempo, fermo nello stesso
punto, senza notare la squadra della sicurezza che cominciava a
perquisirla ed a compiere i rilevamenti del caso.
Alla fine di quella riflessione si chiese come diavolo facesse a
restare sempre coinvolto in cose che finivano per far del male alle
persone che lo avvicinavano.
Uscì allora alla ricerca di una buona bottiglia per riuscire ad
placare la rabbia che lo consumava dentro.
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