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PROCEDURE INVASIVE - PARTE II di Aristide Gorizia
7 giugno 2000

    Stazione di Triven Soth: anello abitativo

    T'Aria era assorta nello spettacolo mostrato dall'oblò del suo alloggio. La volta stellata che circondava la stazione di Triven Soth. Il suo sguardo andava al di là delle grandi navi parcheggiate. Oltre i dock di manutenzione, le scie delle navette che passavano e ben oltre le attrezzature esterne della stazione orbitante. In effetti, il suo sguardo andava ben più lontano della nube di Oort del sistema. Verso un passato che per lei era più che remoto, svanito come l'ombra nei deserti di Vulcano. Andava a vent'anni prima.
    Il rimpianto e il rimorso non sono sentimenti molto noti alla sua gente ma per T'Aria, al momento, era chiaro il significato della parola "rammarico". Rammarico per le frasi non dette, per le cosa mai fatte e per le azioni mai compiute.
    Che strano pensò, tre sinonimi dello stesso concetto eppure con tre significati tanto differenti per esprimere lo stesso stato d'animo. Una contraddizione tipicamente umana.
    Cosa sarebbe successo se...
    Ma non c'era nessun "Se". L'ultima volta che aveva visto, parlato e salutato John Newport era già promessa e si avviava a raggiungere il tempio matrimoniale per compiere il rito di unione. All'epoca non poteva permettere, nè voleva permettere, che Newport scatenasse una tempesta emozionale che potesse interferire con le decisioni familiari.
    Newport doveva aver capito l'importanza di quella decisione, perché non fece nulla per opporvisi. Nonostante, quello che poco tempo prima, era accaduto tra loro. E nonostante le lunghe e complicate discussioni in cui lui l'aveva coinvolta. Come un qualsiasi altro membro della famiglia, Newport riuscì a comportarsi con estrema compitezza e tradizionalità al dogma della cerimonia di saluto. Eppure lei si era aspettata, o forse ci sperava, in un comportamento diverso da lui mentre le porgeva il dono di addio e forse... no, non sarebbe cambiato nulla. Mai. In nessun caso. Neanche dopo quello che avevano condiviso.
    Con la tipica aspettativa dei giovani vulcaniani, T'aria aveva osservato con curiosità crescente, l'espressione del membro terrestre della famiglia. Ma rimase delusa. Non accadde nulla di scandaloso, nulla di eclatante. Lui gli aveva fatto pervenire il dono con tutte le formule di rito e aveva partecipato alla funzione con rigorosa osservanza. Le tanto propagandate emotività umane non avevano fatto breccia nell'espressione che Newport indossava quel giorno. Fu una delusione da quel punto di vista.
    Poi non ebbe modo di sapere ciò che accadde dopo. Seppe solo che era partito per l'accademia della flotta e che non l'avrebbe più rivisto. Fino all'arrivo su Triven Soth.
    T'Aria non riusciva a capire per quale motivo indugiasse su quei pensieri. Forse il corpo estraneo che era entrato in lei le aveva indebolito la disciplinata mentalità ma sapeva che non era del tutto vero. La realtà era, e lei lo sapeva, che la vicinanza di Newport l'aveva turbata più di quanto si aspettasse. Anni passati ad osservare, vivere e studiare un popolo decisamente meno disciplinato di quello vulcaniano, avevano minato anni di condizionamento sociale, rendendola orribilmente più debole nei confronti delle emozioni. Anche quella parola -Orribilmente-, dieci anni prima non l'avrebbe mai presa in considerazione.
    Come cambiavano le cose...
    Era rimasta stupita di quanto lui fosse invecchiato nei pochi anni che erano passati. Sapeva che la fisiologia umana era più veloce e quindi più breve di quella vulcaniana. Ma ne era rimasta stupita lo stesso. Newport appariva ora come un vulcaniano sarebbe sembrato a novant'anni, avendo però vissuti poco più di un terzo.
    Il sibilo dell'uscio la distolse da quei pensieri e lei allontanò lo sguardo dall'oblò. Il cugino anziano Subok entrò nell'alloggio salutandola con un cenno della testa e si tolse il soprabito per appenderlo vicino alla porta.
    T'aria ricambiò il saluto e considerò quanto si sentisse diversa dai cugini e quanto questi fossero diversi da Newport. Una applicazione surreale della formula dell'IDIC.
    Subok si accomodò al piccolo tavolo del salottino e cominciò a consultare il computer in dotazione all'alloggio.
    -Come concordato, ho fatto rapporto ai nostri superiori utilizzando una cabina di trasmissione pubblica. Com'era prevedibile, c'é stato del disappunto alla notizia del rifiuto di John Bartolomew ma hanno affermato che era una possibilità prevedibile e che dobbiamo continuare col piano di contingenza programmato. -
    Richiese quindi al terminale, il programma relativo al loro soggiorno.
    -Ho richiesto un appuntamento con l'ammiraglio Grilov. La segreteria del docentato mi ha assicurato che entro la mattinata avremo una risposta. Purtroppo sembra ci siano delle complicazioni di ordine burocratico e che ci vorrà del tempo prima di poterlo incontrare. -
    -Non possiamo aspettare troppo. Il tempo é contro di noi.-
    L'uomo annuì. -Vero ma come ha detto il tenente Newport, non possiamo rischiare di cadere in una trappola. La copertura che potrebbe fornirci L'ammiragliato é preziosa per le nostre necessità.-
    La ragazza assunse un espressione dubbiosa.
    -Sarà saggio coinvolgere la flotta? Non si era deciso per un approccio più discreto?-
    -Con il tenente Newport come guida forse era auspicabile, ma ora ci conviene avere un motivo più che valido per entrare nel territorio Romulano. Non sarà facile convincerli delle nostre intenzioni di facciata ma sempre meglio che entrare di soppiatto e rischiare di essere scoperti. L'importante é arrivare fino al pianeta centrale. Una volta arrivati lì, il più sarà fatto.-
    -Capisco...eppure, comincio ad avere dei dubbi. Forse sarebbe il caso che io tornassi su Vulcano. In tre sareste più agili nel muovervi.-
    -Non vedo nessuna difficoltà nella tua presenza. È vero che sei piuttosto giovane ma proprio in virtù della tua giovinezza, sarà più facile rendere credibile la nostra copertura. In fondo hai dimostrato di saper essere all'altezza del compito ed ora come ora, il tuo apporto é più che prezioso.-
    -Le premesse di questa situazioni si stanno ogni giorno coprendo di menzogne su menzogne. Non staremmo tradendo le nostre convinzioni più intime solo per un nostro calcolo personale?-
    -In questo caso non si tratta di profitto personale. La situazione é tale che non possiamo permetterci di essere schizzinosi al riguardo. Se per salvare delle vite, milioni di vite, dobbiamo abbassarci ad utilizzare la menzogna e il raggiro, é nostro compito nonché dovere, farne uso. Non é un problema di semplice logica comportamentale ma un approccio diretto e obiettivo alla realtà dei fatti. -
    -Ma non ho dubbi che qualsiasi altro membro del dipartimento studi romulani possa essere più preparato di me. Non riesco ancora a capire perché sono stata convocata per questa missione. Io sono solo una bioantropologa.-
    -Vista la delicatezza della missione, volevamo evitare che qualcun'altro al di fuori della nostra famiglia, venisse a conoscenza dei fatti. Se scoperti, potrebbero avere delle ripercussioni a livello politico piuttosto gravi. -
    -Ripercussioni politiche? Ma é sensato considerare tutto ciò quando ci sono tante vite in pericolo? Non sarebbe più logico invece agire alla luce del sole, mettendo a conoscenza dell'accaduto anche la presidenza del consiglio federale?-
    -La logica purtroppo non sempre é applicabile. E sopratutto a volte non lo é nella politica. Questa é una lezione che gli umani ci hanno ben insegnato. È nostro dovere anche fare in modo che la nostra famiglia non perda quella posizione e quella credibilità che godiamo in seno al governo e dinnanzi alla Federazione. Non devi essere eccessivamente preoccupata della tua preparazione. Abbiamo studiato profondamente tutte le possibilità che avevamo a disposizione. La tua esperienza decennale come studiosa della società Mintakiana può esserci d'aiuto per riuscire a prevedere l'impatto che il batterio avrà sulla popolazione romulana. Ed é per questo che sei stata scelta, oltre al fatto ovvio che fai parte della famiglia. Ma non é stata una scelta avventata o superficiale.-
    -La società Mintakiana non é affatto paragonabile a quella Romulana. Per quanto la loro radice vulcanoide sia inesplicabilmente simile, i mintakiani sono un popolo ancora troppo giovare e socialmente primigeni. La loro struttura mentale é priva di quella malizia che caratterizza il comportamento della maggior parte delle culture interstellari. È illogico pensare di poter esplicare delle regole comuni ai due popoli.-
    -Ma come i romulani, ed al contrario di noi, fanno ancora affidamento alle emozioni come mezzo di relazione interpersonale. La tua permanenza tra i mintakiani può averti preparata a prevedere i romulani. Se non altro, da un punto di vista teorico.-
    -Niente che anche un esperto di relazioni con gli umani, e tra di noi ce ne sono molti, non potrebbe ipotizzare.-
    -Ma gli umani non sono vulcanoidi purtroppo.-
    Subok ordinò al replicatore un té mentre la giovane rifletteva su quell'ultima affermazione. Quanto era vera.
    Trecento anni di frequentazione con i terrestri non aveva fatto altro che accentuare le differenze tra Umani e Vulcaniani. Eppure, al contrario dei vulcaniani, i terrestri riuscivano meglio a comprendere e ad adattarsi alla presenza dei figli di Surak meglio di quanto questi, per quanto incuriositi, riuscissero a fare nei loro confronti. I vulcaniani erano sempre restii a capire la natura e le applicazioni delle emozioni nella vita degli umani.
    In realtà tra i due gruppi, erano esistiti ed esistevano tutt'ora, casi eccezionali di interazione completa, emotiva e sociale, ma erano appunto casi eccezionali.
    Per la maggior parte dei vulcaniani era semplicemente inconcepibile il modo di vita umano e non riuscivano a capire come questi non si autodistruggessero nel fuoco delle loro passioni. Quanto a quello che pensavano gli umani dei vulcaniani...come era possibile riuscire a prevedere ciò che pensasse la razza umana?
    Semplicemente, i terrestri avevano la capacità di disattendere qualunque previsione che avesse una base logica o che fosse anche del tutto irragionevole, come a volte si era provata a fare la stessa T'Aria.
    Subok, come molti, aveva le sue opinioni personali su come condurre i rapporti di socialità con le altre razze interplanetarie e come tutti era giunto ad una conclusione che non mancava di esprimere quando considerava opportuno farlo. Sorseggiando il te di foglie verdi, il vulcaniano parve interpretare i pensieri di lei.
    -Da tempo si stà studiando la possibilità filosofica che il nostro modo di vivere possa averci impoverito culturalmente e resi indifesi nei confronti delle altre culture. C'é una probabilità insignificante che possa essere vero, ma in alcuni ambienti viene considerata meritevole di essere presa in considerazione. Non sono del tutto d'accordo sulle conclusioni giunte ma trovo che qualcuna di esse potrebbe essere sensata.-
    - Intendi la possibilità di abbandonare la via della Logica? Trovo che sia una considerazione che abbia un che di ... eretico. Non saprei come altro definirla. Inconcepibile, inattuabile e del tutto irragionevole sembrano termini troppo deboli per descrivere la sensazione che provo nei confronti della proposta.
    Il ricorso alla logica ha permesso al nostro popolo di sopravvivere ad una sicura estinzione. Non c'é nulla che faccia supporre che si potesse fare altrimenti. -
    -È vero. Sono daccordo con te su questo. Dirò di più: é innegabile e non é in discussione. Và contro tutto quello che siamo ora e in cui crediamo.
    Trovo l'idea alquanto...imbarazzante anche a parlarne e gli stessi ideatori la considerano un caso limite ed una impossibilità quasi fisica.
    Ma oggi dobbiamo confrontarci con una realtà diversa da quella che esisteva quando Surak sviluppò la sua dottrina per salvarci dai tormenti dell'emotività.
    Prima di entrare a far parte di una comunità interstellare troppo ampia per considerare la possibilità di educarla alla logica. Molto prima che i nostri principi venissero messi quotidianamente alla prova da una moltitudine di diversità emozionali.
    I tempi cambiano ed é imperativo adattarsi con essi, pena l'estinzione. Ormai é chiaro che il nostro popolo é il solo che faccia completamente ricorso alla logica e mi chiedo; é logico mantenere un comportamento del genere?-
    -Non capisco i fondamenti del tuo discorso. La logica ha permesso alla nostra gente di sopravvivere in momenti particolarmente difficili. La logica ci ha permesso di predominare gli antichi istinti violenti e di evolverci posizionando Vulcano al vertice delle comunità interplanetarie. Ed ora affermi che per mantenere questa posizione, dovremmo fare un passo indietro nella linea evolutiva? Perché mai?-
    -Ti parrà strano ma non sono molte le culture che come dici tu, ci considerano al "vertice", anzi, ci fronteggiano e ci sfidano quotidianamente per la nostra posizione. E molte di queste culture sono alcune delle nostre alleanze più antiche, anche nella Federazione.
    -Ma quindi non sarebbe più logico restare fermi sulle nostre convinzioni e fare in modo invece di renderle inattaccabili alle avversità? -
    Subok stava per rispondere quando fu interrotto dal cicalio dell'ingresso. Ed entrò Tillek, uno dei loro compagni. Come al solito non esprimeva particolari emozioni ma in quel caso, sembrava piuttosto soddisfatto.
    -Ho concluso la trattativa per il noleggio del trasporto.- Esordì - Come richiesto é un cargo abbastanta ampio per il trasporto ma sufficientemente piccolo e veloce da consentire un basso profilo e una veloce riuscita. Quando avremo il permesso di esportazione dei medicinali richiesti non avremo difficoltà a condurre il mezzo anche se solo in quattro. Devo però avvertirvi, che il costo del noleggio é stato piuttosto alto. Più di quando ci aspettavamo.-
    -Non é un problema- rispose Subok -Abbiamo ampio credito presso la maggior parte dei pianeti federali. Ricorreremo prima di entrare in territorio romulano ad un prestito che su vulcano potranno avallare.-
    -Non avevo nessun dubbio ma pensavo che entrando in territorio romulano, potrebbe farci comodo un pò di moneta locale o meglio dell'oro o delle barre di latinum. -
    -A questo siamo già preparati- intervenne T'aria indicando, una cassettina sistemata in un angolo del soggiorno. Lo scrigno conteneva una sostanziosa somma divisa nei metalli appena citati. C'erano anche una certa quantità di valuta imperiale. Tillek annuì soddisfatto ma chiese.
    -È saggio tenere una tale somma cosi scopertamente?-
    -In fondo ci troviamo su una stazione della Federazione. Non abbiamo nulla di temere. Sarebbe peggio se tentassimo di nasconderla e venisse alla scoperta in maniera casuale. Così non é ne apertamente esposta ne tanto nascosta da suscitare sospetto. -
    In quel mentre qualcuno suonò all'ingresso. Sapevano che essendo quello un alloggio comune, il loro quarto compagno aveva l'autorizzazione dal computer per entrare. Quindi non immaginavano chi potesse essere.
    -Potrebbe essere la convocazione nell'ufficio dell'ammiraglio Grilov.- suppose T'Aria.
    -Avrebbero mandato un messaggio tramine computer. Sarebbe stato più veloce.- Gli rispose Subok mentre andava ad aprire. Quando in pannello dell'uscio si aprì, il vulcaniano rimase interdetto. Sulla soglia c'era il tenente Newport.
    -Posso entrare?- Chiese.
    Newport esibiva un sorriso di cortesia ma anche i vulcaniani si accorsero che non c'era nulla di amichevole in quell'espressione. L'ingegnere non attese il permesso e sgusciò all'interno urtando con una spalla l'attonito Subok.
    -Spero di non disturbare qualcosa di importante.- Esordì -Ma ho creduto giusto passare a trovarvi prima che partiate. Mi sentivo in colpa di come vi ho trattato l'ultima volta e volevo scusarmi.-
    -Non c'é nulla di cui scusarsi. Hai esposto il tuo punto di vista piuttosto chiaramente, cugino. Non c'era motivo di attrito. D'altra parte non potevamo aspettarci che tu accettassi un incarico alquanto pericoloso senza essere a conoscenza di tutti i possibili rischi. Anzi, ti dobbiamo comunque riconoscenza per averci messo in guardia contro i pericoli a cui andremo sicuramente incontro.-
    Newport accettò di buon grado il ringraziamento ma mantenne dentro di sé l'atteggiamento di un serpente pronto a mordere.
    -Era mio dovere mettervi al corrente dei pericoli a cui andate incontro e sono qui per rimediare alla mia mancanza. Ho cambiato idea al riguardo. E posso fare di più; ho convinto il mio capitano a fare una deviazione verso Romulus per accompagnarvi e fare in modo di poter recuperare il disperso senza che possano sorgere problemi insormontabili.-
    I tre vulcaniani rimasero interdetti a quello sviluppo. Neanche pochi istanti prima parlavano di non poter mettere a conoscenza la flotta del loro viaggio ed ora si trovavano in una situazione alquanto inopportuna. Subok, che chiaramente era il loro portavoce, espresse il pensiero comune.
    -Non possiamo accettare la tua offerta. Come sai, la mostra missione richiede un basso profilo. La presenza di una nave classe Galaxy attirerebbe fin troppo l'attenzione dei romulani. Non possiamo permettere che qualcosa metta in pericolo la vita del nostro compagno. Ne' che qualcosa possa minacciare una nave e l'equipaggio della flotta stellare.-
    -Capisco benissimo ed e' per questo che ho pensato che la Unicorn potesse essere un eccezionale diversivo per le autorità romulane mentre una piccola squadra potrebbe ricercare e mettere al sicuro il disperso.-
    -L'eccessiva attenzione invece potrebbe rivelarsi alquanto inopportuna.-
    -Inopportuna per chi? Sono convinto invece che con la Unicorn sotto il fuoco dei disgregatori potrebbe essere più facile per voi sgusciare tra le fila romulane e riuscire a contagiare l'intera popolazione di Romulus.-
    Ed ancora una volta i tre rimasero interdetti.
    -Certo ne risulterebbe una riapertura delle ostilità con i romulani e che sfocerebbe sicuramente in una guerra ma che diavolo! Si vive una sola volta! Se dobbiamo farlo, facciamolo alla grande.-
    Subok assunse un espressione completamente allibita. Non di meno T'aria che però riuscì a riprendersi più velocemente.
    -Non capisco come sei arrivato a questa conclusione John Bartolomew. La nostra é una missione di ricerca e salvataggio. È lontana da noi l'idea di scatenare una guerra interplanetaria.-
    -Certo questo metterebbe in pericolo ben più di una sola nave stellare e di un equipaggio... Oh andiamo!- sbotto il capo ingegnere. -Davvero pensavate di essere tanto furbi? Il risultato delle vostre prodezze vi ha preceduto ed non é stato affatto difficile riuscire a capire le vostre vere intenzioni.-
    -Non capisco. Cosa ci avrebbe preceduto e quali sarebbero secondo te le nostre intenzioni?-
    Newport abbassò il tono della voce per sembrare più minaccioso anche sapendo che con loro non ci sarebbero stati risultati soddisfacenti.
    -Il capo medico della mia nave, una mia cara amica, ha misteriosamente contratto una strana malattia causata da una forma di streptococco modificato geneticamente. Caso vuole che sia una vulcaniana e il germe, comunque vogliate chiamare quel piccolo mostro, sembra essere progettato per attaccare solo il genoma vulcanoide. O dei loro parenti più prossimi.
    Guarda caso, voi state tentando di andare verso la capitale del maggiore agglomerato di vulcanoidi di questo quadrante. L'impero romulano. Non sono molto bravo ad investigare ma un paio di conti li riesco ancora a fare. Che cos'e' un tentativo di eliminare una volta per tutte la concorrenza tra vulcaniani e romulani nel campo delle imbecillità?-
    -Non puoi fare una tale accusa a cuor leggero.- Si difese T'Aria. - non puoi neanche pensare che potessimo fare una cosa del genere.-
    -Cuor leggero? E da quando un vulcaniano pensa con il cuore? Avete una calcolatrice al posto del cuore. Sarete sicuramente giunti alla conclusione che per voi é abbastanza conveniente e "logico", tentare una mossa del genere. Qualunque possa essere il risultato.-
    -Ora sei completamente fuori strada cugino Newport.- intervenne Subok.
    -Non chiamarmi cugino! Mi vergogno di pensare che appareniamo alla stessa famiglia e preferisco ricordare che é solo una parentela aquisita.-
    -Ciò nonostante siamo parenti e i rapporti familiari, nonostante tutto, sono importanti. Non puoi negarci solo perché ti conviene considerarci altrimenti.-
    -Spiegami una cosa allora. Per quale motivo avete noleggiato una navicella di trasporto merci quando per cinque persone sarebbe bastato uno yacht privato? -
    -Per passare come commercianti.-
    -Bufale! Lo sanno tutti che i commercianti vulcaniani non portano con se le proprie merci ma le precedono per concludere l'accordo ed evitare di mandare in giro merci dove non potrebbero essere necessarie. E per quale motivo il vostro quarto "socio" ha appena comprato una quantità di medicinali appena sufficiente per riempire solo la metà della capacità di carico della suddettà nave? Non é che per caso che vi serviva una copertura per il vostro vero carico?-
    -Il nostro vero carico? In nostro carico é una fornitura particolare di antibiotico Chamarr per alcune zone del pianeta romulus. Niente che possa far loro del male. Neanche in minima parte. L'antibiotico é stato da poco reso esportabile nei territori non allineati e i romulani ne hanno bisogno per alcune zone depresse del loro impero. È una copertura ideale per il nostro vero obiettivo. Ci permetterà di avere dei contatti diretti con la superfice del pianeta e di realizzare i nostri scopi.-
    -Senza contare che la sua presenza a bordo nasconderebbe la presenza di qualcosa di ben più pericoloso all'analisi degli scanner biologici. Così una volta arrivati, sareste stati liberi di diffondere i batteri nella maniera più naturale possibile.-
    -Questo non é vero.- intervenne T'Aria. -Il nostro scopo non é diffondere batteri ma prevenirli e renderli innocui.-
    -Quindi é vero! Questa robaccia che si trova sulla stazione e che attacca solo i vulcaniani é opera vostra!-
    -Questo non lo abbiamo mai detto.-
    -Ma sapete come curarla e chi meglio dell'autore può disinescare una bomba?-
    -Faresti meglio a calmarti cugino. Posso assicurarti che nessuno di noi é mai stato minimamente coinvolto in alcuna azione illecita che possa potenzialmente danneggiare qualcuno.-
    Un silenzio carico di tensione attraversò l'intero appartamento aumentando d'impulso la furia che albergava in Newport.
    -Va bene. - continuò. sapeva di essere in minoranza. -Mi avete mentito ma sono calmo. Quello che non capisco che voglio sapere é per quale motivo avete sentito il bisogno di farlo. Se non c'era nulla di male, per quale ragione mi avete raccontato la storia dell'agente scomparso su Romulus?-
    -In realtà, non ti abbiamo mai mentito. - rispose T'Aria. -Esiste in effetti una persona che dobbiamo recuperare su Romulus.-
    -Esiste? E la storia del il batterio mutato?-
    -Esiste anche quello. - sospirò Subok. -I motivi per cui é stato creato é affare che prenderebbe troppo tempo spiegarlo ora ma ti posso assicurare che non era mai stata nostra intenzione usarlo. Mai. In nessuna occasione.-
    -Allora perche' crearlo? Non vi e' venuto in mente che avrebbe potuto essere una tentazione troppo forte per qualcuno?-
    -Purtroppo, quando ci siamo resi conto che effettivamente, qualcuno di noi aveva ceduto alla tentazione di usarlo, era troppo tardi per fermarlo.-
    -Ma che situazione antipatica- ironizzò il capo ingegnere. -Fatemi indovinare; senza dirvi nulla, questo "qualcuno" ha preso la via di Romulus per pensare bene di diffonderlo.-
    Subok non era in grado di capire l'ronia ma il senso era giusto.
    -Appunto. Per prima cosa abbiamo ordinato una grossa partita di antibiotico Chamarr modificato ad un laboratorio qui, su Triven Soth. Poi quando abbiamo saputo che la Unicorn sarebbe passata da queste parti, é stata ventilata l'ipotesi di chiedere il tuo aiuto per arrivare su Romulus.
    L'antibiotico é stato reso efficace per agire direttamente sul nucleoide dello streptococco. Diffuso nel'atmosfera del pianeta, agirà nel giro di pochi minuti neutralizzandolo senza che nessuno abbia alcun sospetto. Sarà un operazione breve. Durerà al massimo dodici ore.-
    -Avete ordinato l'antibiotico qui? Su Triven Soth? Sarà occorso del tempo per realizzare la quantità sufficiente per coprire un intero pianeta. Da quanto tempo la persona in questione é scomparsa?-
    -Per modificare la base dell'antibiotico secondo le nostre esigenze e fabbricarne abbastanza, ci sono volute tre settimane. Il furto del materiale biologico su Vulcano é avvenuto poco meno di un mese fa.-
    -Magnifico! - esclamò l'ingegnere della Unicorn. -Quattro settimane di tempo perso! Ci vogliono cinque giorni per arrivare a Romulus da Vulcano. A quest'ora l'intero impero é già stato contagiato! Ma si può sapere che diavolo fa' quell'affare?-
    I tre vulcaniani si consultarono silenziosamente.
    -Questo non possiamo dirlo. Però posso assicurarti che lo streptococco non é ancora stato diffuso.-
    -E potrei almeno sapere su cosa si basa questa certezza? Avete avuto notizie del vostro uomo per caso?-
    -No. È una supposizione basata su dei fatti.-
    Newport lo incitò a continuare.
    -Durante in furto.- rivelò Subok - una buona quantità del materiale si é accidentalmente disperso nel laboratorio. Io e altri membri dell'equipé siamo stati contagiati ma essendo il laboratorio isolato, siamo riusciti a contenere l'epidemia. Ora su Vulcano non ci sono pericoli tranne per quei pochi ed isolati casi che comunque spariranno entro due mesi.
    La quantità rimasta é appena sufficiente per una sola esposizione e siamo sicuri che verra usata saggiamente.-
    -E quale sarebbe per voi la maniera più saggia?-
    -È presto detto. Tra otto giorni su Romulus ci sarà una conferenza informativa generale che richiamerà sul pianeta proconsoli, senatori e governatori da tutto l'impero e da tutto il quadrante. In pratica, la maggior parte delle personalità più in vista dell'impero si troveranno sullo stesso pianeta. Sono sicuro che il nostro uomo agirà allora. È un occasione unica che capita poche volte in secolo.-
    -E con tutte quelle personalità, ovviamente ci sarà anche un discreto servizio di sicurezza...-
    -È prevedibile, si.-
    Newport si chiese come pensava quella piccola banda di sprovveduti di sperare di arrivare integri su Romulus. Da qualunque lato si vedesse quella situazione, era sempre peggio.
    Comunque ora era spiegato come avesse fatto il contagio ad arrivare su Triven Soth. Subok lo aveva appena ammesso. Non era una cosa che gli faceva piacere, ma almeno era un punto di partenza. Ora andava concluso un capitolo di quella storia.
    Con un gesto secco della mano, attivò il comunicatore.
    -Comandante, ha sentito tutto?-
    La voce di Dhek risuonò nell'appartamento.
    -Si. Ho sentito e ho registrato tutto. Stiamo arrivando.-
    T'Aria sgranò gli occhi sorpresa. Subok assunse quella che i vulcaniani era l'espressione di stupore controllato. Newport sapeva riconoscerla in quanto ne aveva provocata più d'una. Tillek che era il più vicino alla porta, provò a bloccarne l'apertura ma fu preceduto dall'arrivo subintaneo di Dhek ed una folta squadra di sicurezza.
    Dhek non era armato che di un tricorder ed arrivato al centro della stanza lo alzò in aria e fece vedere che era attivo e che stava ancora registrando.
    -Signori, sono il comandante Tomeron Dhek, ufficiale superiore della U.S.S. Unicorn della Federazione dei Pianeti Uniti. Per ordine dell'ammiraglio Grilov, comandante della stazione medica di Triven Soth, siete tutti in stato di fermo e sarete tradotti sulla Unicorn per rispondere delle affermazioni registrate in questo locale, al seguito dell'ordinanza 336/17 emessa in data odierna. Avete delle dichiarazioni da fare?-
    -Si, una. Io sono Subok, figlio di Sella, figlio di T'bor. Sono accreditato al corpo diplomatico interplanetario vulcaniano come esperto e ricercatore scentifico e come tale, godo dell'immunità diplomatica. Così, anche i miei compagni.-
    -Per il sopracitato ordine esecutivo il vostro status diplomatico é stato momentaneamente sospeso.
    La richiesta é già stata trasmessa alla vostra ambasciata di settore ed é stata accettata dall'ambasciatore in carica.-
    Dhek aveva vite di esperienza nel trattare con i vulcaniani ed non era arrivato impreparato.
    I tre sapevano che non c'era molto da fare al momento se non tentare una inutile fuga, quindi si arresero all'evidenza e si consegnarono tranquille nelle mani della sicurezza.
    -A bordo della Unicorn, - continuò Dhek, -Verrete ascoltati dal capitano Knight. È prevista la presenza di un legale di ufficio di stanza alla stazione o se preferite, potrete convocare un legale di vostra fiducia.-
    Uscendo T'Aria passo davanti a Newport e vi si fermò tanto velocemente che l'ufficiale della sicurezza che la scortava quasi la investiva. Guardando in cugino negli occhi disse.
    - Non ce ne sarà bisogno. Tillek é un valido procuratore legale su Vulcano. Ed ha anni di esperienza.-
    Newport non aveva dubbi al riguardo.
    -John Bartolomew, so che credi di aver agito per il meglio ma sappi anche, che questo porterà molti danni a noi, alla Federazione ed all'impero romulano.-
    -Mi dispiace che le pensi così. Il gioco che avete cominciato é più grande di quanto riuscite a rendervene conto.-
    -Non é un gioco. Ormai dovresti sapere che non é qualcosa per cui noi siamo portati.-
    -Eppure il vostro comportamento é stato tale che solo l'ingenuità può spiegarlo.-
    T'Aria rimase per qualche istante a riflettere su quelle parole. Poi, senza replicare seguì gli altri.
    Newport rimase in quella stanza per qualche tempo, fermo nello stesso punto, senza notare la squadra della sicurezza che cominciava a perquisirla ed a compiere i rilevamenti del caso.
    Alla fine di quella riflessione si chiese come diavolo facesse a restare sempre coinvolto in cose che finivano per far del male alle persone che lo avvicinavano.
    Uscì allora alla ricerca di una buona bottiglia per riuscire ad placare la rabbia che lo consumava dentro.



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