Data Stellare 57951.3 (14/12/2380, ore 9.30 am)
USS Unicorn, alloggio del Tenente Turrell
Zeela era sveglia da circa un quarto d’ora, ma voleva assaporare ancora il
torpore del suo letto.
La giornata precedente era stata lunghissima e densa di emozioni: la nuova
nave, l’incontro con il Capitano, così affabile e comprensivo, la scoperta
dello streptococco clonato, che avrebbe reso più facile la guarigione della
sua collega, e il Consigliere Marcel Lamarc, che l’aveva particolarmente
colpita con quel suo charme tutto francese. Quest’ultimo pensiero le fece
sfoderare il migliore dei suoi sorrisi: era proprio di buon umore!
Si alzò: non poteva poltrire per tutta la mattina; fare le ore piccole non
le dava certo il diritto di dormire durante il suo turno!
- Computer, supplemento felino numero 53. -. Il piattino si materializzò e
la ragazza lo posò a terra, mentre Rima si fiondava verso la preda.
Zeela si piegò sulle ginocchia e accarezzò la testolina nera che sembrava
però interessata solo alla sua colazione: - Scusa se ti ho trascurato, ieri
sera, ma il lavoro era più urgente.
La gattina emise un tenue miagolio.
- Brava, vedo che hai capito. Ora quello che mi ci vuole è una bella doccia.
Stava ancora asciugandosi i capelli, quando il comunicatore sul comodino
trillò:
- Dottor Turrell, qui è il Capitano Knight; il dottor Selenjak ha bisogno di
assistenza medica; si presenti immediatamente nel mio alloggio, insieme al
Consigliere Lamarc!
Zeela percepì la grande preoccupazione del Capitano e rispose:
- Arrivo subito, ma se le condizioni di Selenjak sono gravi, forse sarebbe
meglio teletrasportarla subito in infermeria, dove potremmo...-
Knight la interruppe: - Fisicamente il dottore non corre nessun pericolo,
almeno per ora, e credo non sia opportuno spostarla di qui, per adesso.
Comunque faccia presto. -
La voce del Capitano non lasciava adito a dubbi: Selenjak doveva aver avuto
una ricaduta.
Si infilò velocemente la divisa, trasse dal fodero il tricorder medico e il
kit di soccorso e si precipitò verso l’alloggio di Knight.
La porta si aprì automaticamente scoprendo una mesta Selenjak seduta su di
una poltroncina che fissava il vuoto con aria smarrita.
Knight prese la parola:
- E’ avvenuto tutto meno di cinque minuti fa: ho sentito suonare alla porta
e ho risposto due, tre volte, poi mi sono affacciato e l’ho trovata
immobile, la mano era ancora posata sul campanello. Ho cercato di scuoterla,
ma non mi ha neanche sentito, sembrava in trance, poi, improvvisamente si e
risvegliata da un coma...ma senza sapere più chi fosse e dove si trovava! In
poche parole, ha perso la memoria.
Mentre il Capitano parlava, Turrell sondava la paziente con il tricorder,
per analizzare se ci fossero stati dei cambiamenti nel suo stato. Le letture
erano le medesime dell’attacco precedente, solo che questa volta non c’era
stato nessun collasso. E come per la volta precedente, non erano le
condizioni fisiche di Selenjak a preoccupare Zeela, bensì il turbinio di
emozioni che scaturiva dalla vulcaniana. Come se fosse stata vittima di un
profondo choc emotivo. Si poteva sentire la sua angoscia passata e il suo
smarrimento attuale.
La porta dell’alloggio frusciò e il Consigliere arrivò di corsa.
Knight fornì anche a Lamarc le spiegazioni del caso e Turrell mise entrambi
al corrente della situazione clinica della paziente.
- Tenente Turrell, ha parlato alla sua collega della nostra scoperta?
Potrebbe essere venuta dal Capitano proprio per chiedere un consiglio sulla
sua situazione.-
Zeela scosse la testa:
- No, purtroppo non ne ho avuto il tempo, - arrossì leggermente per la
poco dignitosa ammissione, - mi sono appena svegliata. -
Selenjak si era alzata e si era rivolta verso la finestra dell’alloggio:
l’hangar del centro medico era illuminato da migliaia di luci e, guardando
verso la poppa della nave, riusciva anche a scorgere le miriadi di stelle
della galassia. Il suo sguardo era privo di lucentezza, un’espressione
triste e confusa rispecchiava i suoi pensieri. Dal riflesso della finestra
una figura le si accostò da dietro e le mise una mano sulla spalla.
- Dottoressa, si rilassi, va tutto bene. Ora dovrebbe riposare, non crede?-,
il tono di Lamarc era estremamente rassicurante.
- Dottoressa. -, ripeté quella parola come priva di significato per lei, poi
i suoi occhi ebbero un guizzo, un momento di lucidità le attraversò la
mente, subito soffocato dal dolore delle immagini che le erano balenate alla
memoria qualche minuto prima.
Zeela avvertì lo sbalzo emotivo, si accostò alla collega e le mise a sua
volta una mano sulla spalla. E sentì tutto l’orrore e l’ansia di Selenjak,
la confusione, la paura, lo sgomento, come se la sua mente si trovasse
altrove, in un luogo oscuro e irraggiungibile.
- Selenjak, lei deve a tutti i costi riposare. Ora l’accompagno nel suo
alloggio e vedrà che si sentirà subito meglio. Ha bisogno di avere vicino un
ambiente familiare che la faccia sentire al sicuro. Andiamo.-, Lamarc la
prese sotto braccio e la condusse verso l’alloggio.
Knight e Turrell li seguivano a pochi passi.
- La causa del nuovo attacco è il batterio che mi avete mostrato questa
notte?
La Dottoressa alzò il sopracciglio scetticamente:
- Non credo che sia solo per colpa di quello streptococco che Selenjak si
trova in questa situazione. La sua condizione emotiva è molto provata. Nel
suo animo si susseguono picchi passionali fortissimi: i sentimenti dei
vulcan, benché repressi, hanno una forza e una intensità inimmaginabile per
degli umani. Solo con la loro filosofia riescono a dominarsi, ma la
razionalità di Selenjak non sembra avere più stimoli.
Probabilmente lo streptococco ha solo reso le sue difese molto instabili,
facendo venire a galla un turbinio di emozioni difficilmente gestibile anche
per una donna forte come lei, così il suo sistema immunitario si è difeso
con questa perdita di memoria. E’ come se le mura che la Dottoressa ha
eretto per separare la sua vita dai suoi sentimenti, siano crollate dopo il
lungo assedio delle sue emozioni.
- Allora bisogna solo saper aspettare e sperare che Newport e Dhek trovino
una risposta sulla nave vulcaniana. - , disse Knight con tono grave.
Improvvisamente Selenjak si arrestò di fronte alla porta del suo alloggio.
Le sensazioni che l’avevano sconvolta meno di mezz’ora prima si
ripresentarono ancora più forti: non vedeva solo malati in stadio terminale
con le braccia tese verso di lei, ma anche i volti dei suoi genitori,
martoriati dalla malattia, che invocavano il suo aiuto dal cerchio più
profondo della trincea.
"Selenjak, Selenjak, aiutaci!"
Fu un attimo, poi la giovane dottoressa si trovò nuovamente sbalzata di
fronte a quella sorta di piramide al contrario, i suoi cari erano spariti
dalla sua vista, il resto dei malati intorno a lei non aveva più alcuna
importanza: cercava di correre per ritornare al luogo precedente, ma miriadi
di mani piagate le bloccavano le caviglie cercando di trattenerla presso di
loro. Selenjak si sentiva impotente, incapace di scegliere quale fosse il
paziente più grave da soccorrere, per di più senza l’appropriata
attrezzatura!
- Mamma!! Papà!!-, urlò accasciandosi al suolo.
Knight e Lamarc la sorressero con forza e quando la vulcaniana girò il
volto, mostrò le lacrime che scendevano copiose dagli occhi scuri, e Zeela,
che aveva "assistito" mentalmente allo spasimo di dolore della sua collega,
trattenne a fatica il pianto. Tuttavia, non poteva venir meno ai suoi
obblighi di dottore: tirò fuori dal kit medico una siringa ipodermica e
l’accostò al collo della vulcaniana. Selenjak era stremata, dal dolore e
dallo stress che questo le comportava. Si sarebbe consumata così, se non
avessero trovato al più presto un modo per arginare i disastri provocati
alle sue difese immunitarie dallo streptococco.
- E’ solo un calmante -, disse il Tenente con voce malferma, - ma la farà
riposare per un po’. E’ meglio teletrasportarla in infermeria, lì potremo
monitorare ogni mutamento di stato della paziente.-
Knight premette il comunicatore e diede le dovute direttive, poi si rivolse
ai due Ufficiali Scientifici:
- Mi raccomando, Consigliere, Dottoressa Turrell, voglio un aggiornamento
costante sulle condizioni della Dottoressa Selenjak.
- Sì, signore. -
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