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VIVA di Aristide Gorizia
31 gennaio 2003

    Nello spazio si sa, il suono non si trasmette. Lo sanno tutti. È una notizia elementare. È altrettanto elementare però che non accade lo stesso all'interno di una nave stellare.
    Se si tratta di un pettegolezzo o di una cattiva notizia, la voce corre anche più velocemente di curvatura dieci.
    Una notizia imbarazzante può essere selettiva al punto da arrivare a tutti tranne che alla persona interessata. Una buona notizia invece può discendere la scala gerarchica talmente lentamente da esasperare anche il più paziente dei vulcaniani.
    Dei rumori invece, non si dice quasi mai nulla. Per la maggior parte di un equipaggio, un rumore non significa nulla. La maggior parte delle persone vogliono "vedere" i propri dati. Una vibrazione non significa nulla fino a quanto un tricorder non ne individua la causa. Un particolare rumore rischia spesso di passare inosservato se si produce al disotto della soglia di consapevolezza. Sommerso dal rumore "bianco" del tutto naturale di una nave stellare. Proprio per questo, il capo ingegnere Newport, aveva fatto staccare la sirena dell'allarme rosso in tutta la sala macchina, lasciando solo la luce rossa lampeggiante.
    Era contro le regole ma il motivo era a suo avviso, più che valido. Ogni ingegnere o macchinista, che avesse un minimo di esperienza, sapeva che riconoscere l'origine di un rumore insolito, e per questo sospetto, aiutava a preservarsi da un mucchio di cattive sorprese. Un condotto per il plasma che vibrava per un cattivo allineamento non significava nulla in quanto erano disegnati per avere un minimo di tolleranza ma se allo stesso tempo produceva anche un leggero sibilo al limite della percezione umana, allora era il caso di mettere mano agli attrezzi.
    Un pannello di controllo era pieno di "bip", "click" ed altri suoni che in genere erano del tutto ignorati visto che le stesse informazioni erano visibili anche sui monitor ma se la combinazione di "bip" e "click" non suonavano la "canzone" giusta, allora era il caso di eseguire un triplice controllo.
    E via dicendo.
    Esempi del genere riempivano letteralmente i manuali di ingegneria che davano da leggere dall'accademia in poi.
    Ma non era per questo che il capo ingegnere e pochi altri stavano fermi immobili alla luce rossastra del segnale di allarme, fissando il nucleo di M/AM e cercando di percepire il minimo rumore sospetto o la minima vibrazione non desiderata.

    E di rumori sospetti ce ne erano in abbondanza.

    Da qualche istante il capitano aveva dato l'ordine di espandere la sfera di curvatura della Unicorn oltre la capacita massima per inglobare anche la Providence e portarla in salvo.
    Non era un impresa impossibile ma neanche troppo raccomandata in quegli stessi manuali di ingegneria. Era poco raccomandata almeno quanto l'accensione a freddo del nucleo materia/antimateria. Un qualcosa che non si sarebbe mai dovuto fare e che difficilmente avrebbe dato risultati validi.
    Il campo di curvatura di una nave era, oltre le ovvie somiglianze con altri campi, una delle caratteristiche specifiche di una nave. Difficilmente ne esistevano due abbastanza simili da somigliarsi. Anche all'interno della stessa classe di nave.
    Il problema attuale era che in certo senso come tentare di infilare contemporaneamente due persone nello stesso cappotto. Si può fare ma non puoi aspettare dei miracoli dalle cuciture se quelle due persone si mettono anche a ballare. E ballare era minimo che le due navi stavano per fare insieme.

    -Ecco. Abbiamo appena raggiunto mezzo impulso. - Esordì il tenente Tripitaka.

    Da quando era cominciata la manovra, all'interno della nave, nei meandri più profondi, dove non arrivava mai, metaforicamente parlando, la luce del sole, si sentiva lo strazio che le strutture portanti stavano subendo.
    Al di sotto del solito "rumore bianco" di una sezione ingegneria si udivano cigolii, crepitii ed altri lamenti dell'incredibile sforzo di torsione che la nave stava subendo.
    Newport aveva messo personale di controllo in ogni dove al solo scopo di osservare, ascoltare ed eventualmente riferire.
    Tutti i capi settore erano riuniti in sala macchina in stretto contatto con i loro sottoposti nel tentativo di prevenire qualunque probabile disastro che la manovra congegnata in plancia potesse dare. L'intero settore era in religioso silenzio aspettandosi il peggio. Ed al centro di tutti c'era Newport, con una leggera preghiera sulle labbra, ad osservare che il nucleo di reazione reagisse come dovesse. Non che si potesse fare molto altro. I computer della nave erano molto più veloci nel reagire in caso di emergenza ma la presenza umana serviva per indicare cosa fare e quando farlo. Poi toccava al computer farlo più velocemente possibile.
    La nave aveva molte possibilità di riuscire nell'impresa. Era un buon vascello, superiore di molto alla media, ma perché rischiare? Il problema non era certo causato dal trascinare anche l'altra nave con lo stesso campo di curvatura, in fondo era qualcosa che si poteva fare anche con il raggio traente. Il problema era doverlo fare lottando contro la gravità di quella...cosa che stava lì fuori e che tentava con una volontà mai vista, di abbrancare di nuovo la Providence nella sua morsa e con essa anche la Unicorn.
    Il tutto a dispetto della pur considerevole massa costituita dai due scafi. Fin ora non era accaduto nulla. Il nucleo reggevano. Sia quello di curvatura che quello di fusione A/AM. La struttura reggente, nonostante qualche lamento meccanico, pure. I condotti di trasferimento non lamentavano avarie e neppure i processori di trasformazione.
    Ogni erg, watt, ampere o joule prodotto dalla nave lavorava allo scopo di allontanare i due scafi e i rispettivi contenuti da quella forza inarrestabile della natura che giaceva li fuori. E con successo, a quanto pare.
    A Newport venne in mente il Maelstrom di Verniana memoria che tutto inghiottiva e nulla rilasciava. Di maggiore forza attrattiva, c'erano solo i buchi neri. Ma solo i pazzi e gli audaci si avvicinavano ad un buco nero. O forse i pazzi audaci di passata memoria.
    -Venti secondi. Tre quarti di impulso. Alla via per pieno impulso e poi curvatura uno. - annunciò Tripitaka.
    -shhhh...- lo ammonì Newport. -con calma, faremo anche questo. Senza fretta piccola- disse il capo ingegnere diretto più alla nave che ai suoi ingegneri.
    -Mi viene adesso in mente una cosa...- disse Tabatha Morgan titubante.
    -Cosa?- chiese Newport sottovoce.
    -Il campo di smorzamento inerziale della Providence. Se per caso anche quello fosse in avaria...-
    Non c'era motivo di continuare. Era ovvio a tutti quello che avrebbero trovato a bordo dell'altra nave se...
    -Vediamo di essere ottimisti okay?- desse Newport.
    L'ingegnere capo non era riuscito a salire a bordo dell'altra nave per sapere come stavano in realtà le cose. E visto che a quanto pare certe cose non le pensavano in plancia di comando, non era il caso di pensarci neanche in ingegneria.
    -Curvatura Uno.- dichiarò Tripitaka alla fine. -Le navi si stanno spostando. - Emisero tutti un sospiro di sollievo.
    -Bene, - disse Newport. -Il peggio é passato. Ora tocca in plancia di comando. Speriamo che almeno loro sappiano cosa fanno.-

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    In plancia l'umore non era certo migliore.
    Knight sedeva quasi sprofondato nella poltrona, pronto a scattare avanti se qualcosa lo avesse richiesto.
    Era stato il minuto più lungo da un bel pò di tempo a questa parte. La relatività era una cosa orrenda vista dal quel punto di vista. L'idea dei suoi ufficiali superiori era stata brillante e nonostante alcune perplessità, era tutta andato secondo le aspettative. Una volta liberata la Providence dalla morsa di quella mostruosità della fisica, le due navi avevano incontrato solo la forza del pozzo gravitazionale della stessa ma solo dopo aver accelerato lentamente fino a curvatura, le due navi si stavano finalmente allontanando verso un sito più sicuro.
    -Rapporto.- chiese ansioso.
    Quill Vorr si allontanò dalla sua postazione per raggiungere il suo capitano con cui condivideva l'aria preoccupata.
    -Non ci sono rilevanti novità capitano. Tutto và come previsto ma...-
    -Certo. Naturalmente dobbiamo aspettarci sempre il peggio.-
    -Ovviamente.- Vorr diede una rapida occhiata alla propria postazione e poi a quella del timone. -Ci stiamo allontanando, seppur lentamente dalla zona di pericolo ma siamo ancora lontani dall'essere fuori pericolo, temo.-
    Knight emise uno sbuffo irrequieto. Non era nuovo a momenti di pericolo. Era nuovo al fatto che non potesse fare niente altro che aspettare.
    Vorr non sembrava aver concluso comunque.
    -Avevamo previsto la presenza di un pozzo gravitazionale. In fondo si tratta di un oggetto di considerevoli proporzioni, ma stiamo affrontando un insolita...resistenza. Se così posso dire.-
    -Insolita é un eufemismo.- intervenne il consigliere di bordo che si meritò un occhiataccia da Vorr.
    -Sembra quasi che ci sia una volontà precisa che voglia trattenerci in sito.-
    -Una volontà...senziente?- chiese il capitano.
    -Non saprei signore. Quel che é certo e che ci stiamo allontanando sempre più rapidamente e la velocità aumenta con il quadrato della distanza. Da questo si potrebbe dedurre che non ci sia niente di senziente dietro il fenomeno che abbiamo incontrato.-
    -credo che sia ancora troppo presto per questo genere di conclusione- rifletté il capitano. -Aspettiamo di trovarci in un luogo sicuro prima di giungere a qualche conclusione.-
    -Ovviamente, capitano. - concordò Quill Vorr. -L'importante ora é mettere in salvo l'equipaggio della Providence.-
    Knight annui severo condividendo le preoccupazioni dei suoi subalterni.

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    Diverse ore dopo e parecchi parsec di distanza, la Unicorn stazionava tranquilla all'interno della nebulosa scelta per nascondersi, insieme alla compagna U.S.S. Providence.
    Ovviamente la tranquillità era solo apparente e a parere del capitano, momentanea.
    Appena possibile si era istaurato un viavai continuo tra le due navi tramite teletrasporto e navette.
    Per qualche orrendo minuto Knight aveva temuto di dover permettere l'uso di un cavo di collegamento tra le due navi allo scopo di permettere, tramite manovra E.V.A., il trasferimento di personale specializzato dalla Unicorn alla Providence.
    Fortunatamente il comandante Quill, anche grazie all'aiuto di F'Rann, era riuscito ad avere la meglio del computer centrale della Providence, a disconnetterlo ed a permettere un accostamento più consono alla nave.
    Diverse ore dopo, nella mente di Knight vorticavano ancora i dettagli di quelle operazioni.
    Ovviamente, una volta raggiunta la nave, i feriti avevano avuto la precedenza. Quill Vorr, Newport ed altri tecnici specializzati erano arrivati subito dopo allo scopo di stabilizzare la nave ed i suoi sistemi. Il capo ingegnere Newport non aveva nascosto la sua perplessità riguardo le condizioni dei sistemi di supporto della nave ma Knight sospettava che lo scozzese avesse un tantino esagerato nel suo rapporto per consentire una certa flessibilità delle sue riparazioni. Il Rapporto di Vorr invece, come al solito preciso fino in fondo. Al punto da essere anch'esso incredibile. Purtroppo, il primo ufficiale e ufficiale scientifico era stato chiaro; le unità logiche, di elaborazione e calcolo del mainframe della Providence erano da riscrivere completamente.
    Le memorie di massa erano più o meno intatte anche se molti dati apparivano corrotti e parzialmente se non totalmente frammentati. Senza dubbio bisognava eseguire un backup di recupero di gran parte di esse per garantire almeno una operatività di base. In più, molte sacche di gelatina neurocibernetiche sistemate in diversi punti del nucleo del computer, apparivano fuse in se stesse oppure bruciate. Quasi come se qualcuno le avesse attaccate con una lancia termica.
    La cosa ovviamente stupiva più di tutti Vorr perché a suo avviso, non c'era niente in grado di provocare un danno del genere, lasciando intatto l'ambiente circostante.
    La perplessità fu prontamente riportata nel suo rapporto.
    -Questo a cosa ci porta?- chiese il capitano altrettanto perplesso. Ormai stavano discutendo nella sala riunioni della Unicorn da diversi minuti allo scopo di analizzare almeno in parte quello che era accaduto alla Providence.
    Vorr non appariva per nulla a disagio davanti a quei dati. Solo perplesso. Aveva pronta una risposta ma era anche restio a farne parte il capitano.
    -Avrei una supposizione, ma come tale vorrei dei dati a conferma, prima darle del credito e poterla esprimere con convinzione. -
    -Una supposizione?- Ribatte Dhek, -Nessuna conferma allora di quello che é successo a quella nave.-
    Vorr annuì grave.
    -Si. Solo un ipotesi ma che se confermata potrebbe almeno spiegare, se non giustificare, parte di quello che é accaduto.-
    -Non ci tenga all'oscuro allora.- intervenne Newport. -abbiamo tutti bisogno di una spiegazione. Una qualsiasi andrebbe bene. Non deve essere per forza logica.-
    Knight era mentalmente d'accordo con il capo ingegnere almeno fino all'ultima parte. Come capitano aveva bisogno di sapere che quello che aveva devastato l'equipaggio della Providence avesse almeno un valido motivo.
    Ovviamente tenne questa considerazione per se.
    -Esponga comunque la sue teoria comandante. Non credo che stiamo grattando il fondo ma avere una ipotesi in più non può farci che del bene. Almeno a questo punto.-
    Quill Vorr unì le mani sul tavolo avanti a sé ancora titubante se esporre o meno i suoi pensieri, ma non ebbe bisogno di un secondo invito.
    -Vista la quantità dei danni subiti dai sistemi informativi, - iniziò
    -vista anche la varietà di essi e la loro distribuzione, azzarderei l'ipotesi che qualcuno o...qualcosa, stesse cercando di trarre delle informazioni dai computer della nave.-
    Vorr guardò i volti dei suoi compagni cercando di capire se fosse stato chiaro. Nessuna replica venne dagli altri.
    -Dunque...?-
    Azzardò il capitano.
    -Signore, so quanto possa sembrare assurdo ma é come se il fascio energetico che circondava la Providence avesse il solo scopo di connettersi con le banche dati della nave per "assorbirne le conoscenze. Purtroppo però la combinazione di plasma-energia era troppo potente per l'hardware della nave e questo ha causato gran parte delle avarie riscontrate.
    Questo spiegerebbe anche il malfunzionamento della personalità artificiale del computer.
    Troppi dati erano persi o corrotti e diversi protocolli di sicurezza sono stati cancellati o sostituiti dalle memorie artificiali residenti nelle banche dati del ponte ologramma che purtroppo rappresentano personalità fittizie tratte da programmi di intrattenimento e/o di allenamento.
    In più, secondo un primo rapporto riassuntivo dalla sezione medica, diversi membri dell'equipaggio sono deceduti a causa di una intensa elettrocoagulazione del celebro...-
    -Vuol dire che gli hanno fritto il cervello?-Esplose Newport.
    -Appunto.- assentì l'andoriano. -A mio parere, con lo scopo o nel tentativo di trarne delle informazioni, al pari di quello che é successo al computer.-
    L'affermazione lasciò gli ufficiali stupefatti ed in qualche caso, attoniti dalla vastità del fenomeno a cui avevano assistito. Knight si passò una mano sul volto per riuscire a schiarirsi la mente. La stanchezza cominciava a farsi sentire. D'altra parte non era il momento di cedere.
    -Ricominciamo daccapo, volete?- replicò a nessuno in particolare.
    -Qualcuno o qualcosa, ha o avrebbe volontariamente sottoposto le banche dati della Providence e di parte dell'equipaggio ad un intensa emissione d'energia al solo scopo di trarre delle informazioni?-
    Vorr annui grave.
    -Non ci sono troppi forse o ma in questa ipotesi?-
    Concluse il capitano ampiamente irritato. Non c'era modo di confermare quella teoria ma quasi tutte le prove che aveva Quill Vorr portavano in quella direzione.
    -È stato già fatto in precedenza. Certo non in questa scala ma ricordo che in data stellare 7412 punto...-
    -Non mi interessano i precedenti.- Sbottò Knight -Mi interessa solo sapere che cosa possiamo fare per difendere le navi e gli equipaggi.- Quill Vorr scosse la testa arrendendosi al fatto che non solo non aveva le prove di quello che diceva ma che non aveva nessun suggerimento su come combattere un cosa del genere. D'altra parte, al pari di lui, nessuno aveva la minima idea su cosa fare. Semplicemente non avevano abbastanza dati da analizzare.
    -Va bene,- Disse Knight. -Visto che allora non possiamo fare altro, dirigiamo verso la più vicina base stellare per consegnare i feriti e la nave. Poi attenderemo ordini su che fare. Non ha senso combattere qualcosa su cui non abbiamo nessun informazione, che non sembra generare nessun pericolo immediato per la Federazione e che ci sovrasta così abbondantemente in forza e presenza fisica. Lasceremo un paio di boe al di fuori del sistema per avvertire eventuali navi di passaggio del pericolo che si corre ad avvicinarsi troppo...-
    Quill Vorr alzò l'indice come a voler aggiungere qualcosa al ragionamento precedente.
    -Signore, una cosa. -
    Knight che stava per alzarsi, si rimise a sedere per ascoltare il primo ufficiale.
    -Non so se sia saggio una cosa del genere-
    -Che intende Vorr?-
    -Bé, i metodi usati e lo schema di ricerca, indicano che dietro questo comportamento si potrebbe celare una coscienza senziente. Consapevole. Non mi oppongo all'urgenza di mettere i feriti in sicurezza ma se lasciamo questo rifugio momentaneo per dirigerci verso il territorio conosciuto della Federazione, rischiamo di essere seguiti da...qualsiasi cosa abbia attaccato la Providence.-
    Se Knight avesse potuto sprofondare di più, lo avrebbe fatto.
    -Vuol dire che quella cosa li fuori, potrebbe essere...intelligente?- chiese atterrito.
    -Nulla proverebbe il contrario, capitano. Il comportamento curioso é una prerogativa degli essere intelligenti. Certo anche diversi animali evoluti hanno dimostrato di avere una certa curiosità verso l'ambiente che li circonda ma lo schema con cui é stata eseguita la ricerca sulla Providence suggerisce la presenza di una intelligenza per lo meno pari alla nostra, se non superiore.-
    Questo atterrì il resto degli ufficiali. Non era raro nei viaggi della flotta imbattersi in forme di vita inusuali. In alcuni casi al livello di semidei, ma mai era accaduto che ci si imbattesse in un intelligenza della grandezza di una stella.
    Knight sperò per una volta che il suo ufficiale scientifico si sbagliasse. Non c'erano prove a sostegno di quest'ultima affermazione di Vorr. Era già accaduto che una specie utilizzasse attrezzature di dimensioni gigantesche per i propri scopi ma andava anche detto che quasi mai le intuizioni di Quill Vorr erano errate. Purtroppo. Knight riuscì ad esprime un solo interrogativo prima di concludere la riunione.

    -Quella cosa lì fuori, potrebbe essere...viva?-



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