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IL TEMPO DI UNA STELLA di Lorenzo Monti
6 maggio 2003

    <<Pensare ... e in fretta.

    Cos´è successo a questa stella da renderla così diversa da tutte le altre?
    Forse, in fondo, non è lei ad essere diversa. Devono essere le circostanze a mostrare un lato di questo fenomeno finora ignorato.

    Certo, quello che è successo alla Providence, ma soprattutto al capitano...
    No, questo non può essere ignorato.
    E se ora tornassimo senza una risposta, oltre che le vite dell´equipaggio avremmo perso anche un po´ della fiducia nelle possibilità intellettive di spingersi alla ricerca dell´ultima frontiera.

    Troppo vicini. Siamo andati troppo vicini!>>

    - Comandante Quill, vista la sua competenza ed esperienza, saprebbe dirmi se ricorda nessuno evento come questo, nella storia della ricerca spaziale?

    L´andoriano mosse oziosamente i due caratteristici organi oculari periferici.
    Poi, con l´aria di chi conosce la risposta, ma vuole prendere tempo nonostante la scomodità della situazione, si difese:

    - Una domanda semplice semplice, direi. Come mai la pone a me, anzichè alla banca dati di questa nave?

    Divertito dalla sottile sfida, che anestetizzava leggermente il peso di entrare in ruolo come capo delle operazioni nella situazione peggiore, il rijiannita non faticò a trovare la sfacciataggine per ribattere con irriverenza:

    - Beh, temevo che "la sua creatura" sarebbe stata un po´ timida con gli sconosciuti...

    - Capisco che lei voglia dimostrare di aver letto i dossier sull´equipaggio di questa nave, - rispose Quill, abituato a ben altre sollecitazioni,
    - ma la pregherei di sfruttare tutte le sue "eventuali" risorse intellettive esclusivamente per gli scopi ... -

    - Ok, ok... capisco che magari non vi sia mai capitato di terminare il carburante in rotta di collisione con un meteorite, ma credo che su questa nave siate tutti in grado di capire quando occorre improvvisare. Quindi ...-

    Con il viso teso in un´espressione che incarna la severità, sospendendo il suo allarmato colloquio con il personale della sala macchine, il capitano Knight non potè che intervenire:
    - Sta tentando di far salotto, Tenente Razi? Oppure ha in mente qualcosa che può esserci utile, realmente?!-

    - Capitano, credo che esista un solo modo di uscire da questa situazione. Credo che abbia prestato attenzione agli effetti che ci portano a credere che il corpo celeste che sta per inghiottirci ha un´intelligenza propria.
    Giusto? I testi di fisica numerica dei primi anni di accademia forniscono canoni molto semplici per indentificare "sistemi esperti", a quanto ricordo. -

    - Quill, lei cosa ne pensa? -
    - Capitano, ormai non c´è dubbio su questo, ma a cosa ci può portare questa constatazione? -
    - Molto bene, signori. Quello che ci serve è il tempo sufficiente per fuggire senza disintegrare entrambe le navi, già molto provate. E il tempo sufficiente possiamo ottenerlo solo se la stella può "inghiottire" qualcos´altro all´infuori di noi. Ma di cosa si ciba la stella, o meglio, cosa è più ghiotto dell´esperienza di tutti questi individui? -

    - Probabilità! - incalzò Quill, come colto da un´intuizione - Intendo: se questo sistema ha fagocitato tutte queste esperienze dalla sua nascita, forse sta soltanto inseguendo il piatto più ghiotto! Ma se gli dessimo qualcosa in grado di generare esperienze ad una velocità folle, "l´appetito cognitivo" dell´astro potrebbe essere deviato, anche solo per un momento! Capitano, ho avuto un´intuizione, se non necessita della mia presenza qui, io.... -
    - Presto, allora, non c´è tempo da perdere - ma nella mente di Knight l´esclamazione "probabilità!" era ancora un´incognita.

    - Dehann, mi segua sul ponte ologrammi, per cortesia. - disse Quill, al suono del turboascensore che avrebbe portato i due a destinazione.

    - Se solo potessimo ... - Quill venne subito interrotto da Dehann:
    - Non sarà necessario. -
    Quill lo osservava sorpreso. Il suo viso del colore della pietra era cornice a due occhi che ora trasmettevano istinto e senso pratico. Non già sbruffonaggine come in quel dialogo, poco prima in plancia.
    - Sarà sufficiente caricare parte del programma di generazione ologrammi sulla scialuppa e fare in modo che il computer di bordo ne immagazzini una proiezione minimale. -
    - La stella conosce ormai i nostri computer. L´ha dimostrato. In questo modo individuerà un sistema che "immagazzina esperienze" - si meravigliò l´andoriano, ma senza tradire emozione di sorta...
    - Già, e per generare un continuo casuale ma credibile di emozioni ed esperienze lo ricollegheremo al database degli intrattenimenti di questa nave. - concluse Dehann.

    La capacità di prevenire i discorsi assieme alla parlantina sicura del nuovo venuto non era stata prevista dalla mente attenta che albergava sotto i due pseudopodi oculari. Il rijiano non poteva essere così perspicace quanto un´esperto veterano come Quill. Ma forse le cose non stavano così. Forse c´era qualcos´altro dietro a tutto ciò.

    Come se leggesse in queste riflessioni, o piuttosto, come se le sospettasse, Dehann accennava ora un sorriso e la sua espressione era ritornata già altrettanto irriverente, assolutamente insolita per un ufficiale del suo livello.

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    Vuoto.
    Poi un piano, che il generatore reticolare subito trasforma nell´esperienza visivo-olfattiva di un prato sterminato.
    Guardarsi attorno significa assistere alla nascita di un mondo di particolari, ma senza uno scopo.
    Questo, senza troppi ritardi, arriva con la sensazione di dolore.
    Un colpo, qualcuno attacca e se non si reagisce si muore, quindi le esperienze finiscono.

    Reazione.
    Il combattimento infuria, ma appena la manovra diventa abituale e prevedibile, la manifestazione di un altro mondo, con regole e sfumature diverse, ha luogo.

    Interessante.
    Trovarsi a condividere le sensazioni di una piccola simulazione, raccoglierne gli errori di progettazione, impossessarsi del meccanismo di generazione di universi paralleli, tutto molto interessante.

    E dire che poco fa lo scopo più grande era raggiungere ed inghiottire una massa di esperienze prevedibili e organicamente limitate. Invece questo meccanismo di invenzione può essere facilmente riprodotto da una mente astrale, per diventare qualcosa che non ha fine. Come il tempo. Come la creazione.

    Eppure, neanche il tempo di una stella è infinito.

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    USS Unicorn - mezz´ora più tardi

    Il capitano Knight aveva rinunciato a stringere saldamente i braccioli della sua austera poltrona, chiedendo continuamente conferma dei dati di rotta e imponendo priorità ben precise alle frenetiche operazioni di ottimizzazione delle risorse e allontanamento.

    Infatti, quanto stava avvenendo non aveva molto di registrabile o governabile.

    Avvicinatosi allo schermo che proiettava lo spettacolo alle spalle della Unicorn e della Providence, due ferri roventi nel gelo astrale di questo quadrante lontano, egli poteva soltanto osservare e ammirare.

    L´idea di perdere una scialuppa non l´aveva minimamente impensierito; la vera preoccupazione era stata affidarsi alla soluzione di abbandonarla completamente alla deriva, priva di pilota automatico, riprogrammata esclusivamente con un video-gioco! C´era poi il sospetto che la stella potesse raggiungere comunque la Unicorn tramite il collegamento alla banca dati ludica ed infettare da lì anche l´intero sistema di navigazione, come un virus, quindi farne chissà cosa!

    Ad ogni modo fu presto chiaro che gli equipaggi della Unicorn e della Providence non avrebbero più avuto modo di confrontarsi con quella assurda e potentissima forma di intelligenza.

    Nonostante il balzo avesse portato entrambe le navi ad una distanza notevole dalla stella, la luce azzurrastra le stava nuovamente avvinghiando dopo aver penetrato la nebulosa.

    Un piccolo guscio metallico aveva iniziato a fluttuare, microscopico, verso una stella capace di inghiottire istantaneamente qualsiasi insulsa creazione dell´essere umano.
    Niente sembrava cambiare, per i primi istanti, ma già lo stabilizzarsi della situazione significava un grande mutamento. La massa luminescente riflessa dalla nascita della stella aveva sfruttato finora le energie distruttive provenienti dal nucleo. Ora era tutto fermo, ma in presenza di tali immani energie, i punti di equilibrio non sono mai duraturi.

    La luce aveva ora cancellato l´esistenza della scialuppa.
    L´ingorda intelligenza aveva avuto la sua zolletta di zucchero.
    Ma per un attimo, sazia appena, si era fermata a riflettere e in quell´attimo la violenta reazione che fonda la nascita di un astro aveva superato la possibilità di essere controllata, di alimentare una "coscienza", per quanto cosmica.

    La seguente catena di implosioni-esplosioni forse avevano generato molti fenomeni fisici mai registrati nè ipotizzati prima e senz´altro era un momento importante per l´osservazione stellare, ma avere i sensori fuori scala erano la minima conseguenza per le due navi, scagliate via attraverso lo spazio caotico della nebulosa.

    Un attimo prima, il pensiero del capitano era: "Santi numi, alla Federazione nessuno ci crederà!"

    Un attimo dopo, il senso d´orientamento di tutto l´equipaggio aveva acquisito l´effetto di una sostanza stupefacente e nessuno capiva come fosse finito nella posizione in cui si trovava, nè ricordava il perchè del lamentoso frastuono emesso dagli allarmi di ogni singola consolle.

    Entrambe le navi ora erano ridotte in condizioni veramente pessime, ma almeno l´incubo era lontano.
    Un pulsante bagliore lontano.



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