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UN COLPO DI MANO - PARTE II di Roberto Messora
23 gennaio 2003

    USS Unicorn, plancia

    La postazione di Capo Operazioni dista solamente un paio di metri da quella di Consigliere, eppure a lamarc sembrava di essere seduto in un'altra nave spaziale, lo schermo principale era sempre lo stesso, la moquette aveva sempre il solito colore rossastro, ma la prospettiva era completamente diversa, quasi irriconoscibile. In fondo sedere di fianco a Kinght sulle poltrone centrali ed avere sott'occhio una buona metà della plancia dava un senso di sicurezza notevole, soprattutto avendo alle spalle la balaustra del tattico con ufficiali capaci che in qualsiasi momento avrebbero tolto dagli impicci la Unicorn. Ma non era solo quello, si era abituato alla calma e solerte reattività di Dhek, una sicurezza per tutto l'equipaggio, il compito di Capo Operazioni non è certamente dei più semplici, è necessaria una ottima conoscenza della nave, quasi migliore di quella del Capitano e del Primo Ufficiale, ogni sistema deve essere monitorato ed ottimizzato quasi in tempo reale, in più è richiesta una certa dose di improvvisazione e non guasta un pizzico di capacità di fare miracoli, certo niente a che vedere con quella risaputa ed innata degli uomini della sala macchine.
    La Providence attendeva, Marcel si sentì per un istante su Atrea IV, quando il Primo Ministro gli chiese di intervenire in prima persona attivando il sonar quantico prima di quanto era stato deciso, una responsailità che già allora sapeva avrebbe portato alla morte di quanti si erano attardati nell'evacuazione. Forse anche in quel nuovo frangente qualcuno avrebbe perso la vita in seguito ad una sua decisione, la storia spesso si ripete.
    -Capitano, è necessario richiamare i runabout-, disse Quill senza distogliere lo sguardo dai monitor di sua competenza.
    Il corpulento inglese annuì:
    -Knight a squadra di soccorso, rientrare immediatamente, abbiamo deciso una nuova linea di intervento, fare ritorno immediatamente alla Unicorn.-
    I comandanti dei runabout impegnati diedero conferma e nel giro di pochi minuti fecero rientro nell'hangar principale.
    -Comandante Quill, Comandante Lamarc, tocca a voi.-, la voce piatta e senza inflessioni di Knight dette il via a quella che al Consigliere della Unicorn sembrò un'operazione fin troppo rischiosa, quando solo un quarto d'ora prima era sembrata logica e lineare.
    Alcuni rapidi comandi di Quill ad O'Broinn fecero muovere lentamente la Unicorn che compì una larga curva mantenendosi piuttosto lontana dalla providence ed avvicinandosi alla protostella, l'intenzione era quella di attaccare il filamento plasmatico frapponendosi fra la nave federale sotto scacco e la stella stessa in modo da offrire una eventuale ulteriore difesa.
    Muovendosi verso l'astro nascente le rilevazioni dei sensori subirono un brusco cambiamento che non sfuggi agli occhi attenti di Quill, la sua espressione mutò in una smorfia di disappunto e di vago allarme, quello che vedeva non gli piaceva, ma soprattutto non se lo aspettava, si impose di rivedere la cosa che in quel momento lo stava distraendo da un compito più urgente. A poca distanza da Quill anche O'Broinn stava sperimentando delle difficoltà crescenti nel mantenere stabile la rotta della nave, compensare in maniera standard non era più sufficiente e ci volle tutta la sua esperienza per evitare che la Unicorn assumesse un'andatura vagamente a deriva, la sollecitazione appena percettibile dei compenstaori di Heisenberg non suggì a Knight che, per sua stessa ammissione, "sentiva" la nave con la pancia.
    -O'Broinn tutto a posto?-
    -Si Capitano, sto sperimentando delle interferenze piuttosto strane che creano degli scompensi nella spinta dei motori ad impulso, ma per ora non creano particolari problemi anche se sono costretto a compensare manualmente.-
    L'atmosfera si era fatta tesa, quasi aleggiasse come spettro un presentimento, ma ogni timore fu cancellato dalle menti degli ufficiali nel momento in cui O'Broinn disse:
    -Capitano, in posizione a 348654.8 per 320769.8.-
    Knight annuì:
    -Quill tocca a lei.-
    Quill stava già calibrando i phaser di prua in modo che si comportassero come un laser chirurgico ad alta precisione e potenza, un solo breve impulso ad altissima energia in opposizione di fase e pronto a modularsi a seconda di un'eventuale controrisposta che in teoria non ci sarebbe dovuta essere, ma qualcosa consigliava etrema prudenza e lungimiranza.
    -Lamarc non appena la Providence sarà libera la massima priorità all'analisi strutturale dello scafo e alle condizioni di alimentazione energetica, abbiamo bisogno di ogni informazione possibile sullo stato della nave prima di agganciarla in una bolla di curvatura, se le sue condizioni non fossero sufficienti rischieremmo di ridurla in pulviscolo siderale non appena cominciasse la spinta. Capitano sono pronto.-
    In quel momento entrò in plancia Dhek, appena in tempo per prendere il suo posto.
    -Esegua Numero Uno.-, Knight sembrò sprofondare nella sua poltrona e strizzò gli occhi come se si aspettase un'esplosione.
    Non fu un'esplosione, ma qualcosa di molto simile, i phaser della Unicorn interferirono con il filamento di plasma della protostella nel punto in cui questo era più sottile, appena una linea chiara percettibile sullo sfondo scuro dello spazio, l'effetto fu quello di una massa lattiginosa che si gonfiò in pochi attimi fino a dissolversi in un bagliore cremisi. Quill osservò lo spettro elettromagnetico del fenomeno e serrò la bocca: per ottenere quel risultato aveva dovuto aumentare l'energia di almeno 4 volte rispetto al livello iniziale.
    La Providence fu liberata dalla bolla che l'avvolgeva quasi istantaneamente, la Unicorn si mosse all'unisono: Lamarc prese il controllo di tutti i sensori disponibili ed analizzò tutto quello che poteva essere analizzato sulla Providence, Quill tenne sotto controllo il moncone di filamento che ancora emanava dalla stella, in Sala Macchine Newport si stava preparando ad assicurare un campo di curvatura ad una massa doppia rispetto a quella della sola Unicorn, in Infermeria l'attività era febbrile in preparazione di eventuali ricoveri.
    Nessuno parlava molto, solo lo stretto indispensabile per spartirsi ordini e direttive. Knight si alzò e fece un passo, si aggiustò la divisa:
    -Lamarc, un canale di comunicazione con la Providence.-
    Marcel eseguì.
    -Providence, qui è il Capitano Kngiht della Unicorn, mi ricevete?.- Trascorsero alcuni secondi senza che alcun suono provenisse dagli altoparlanti.-
    -Providence...-
    -[Qui Providence, sono il Comandante Razi.]-
    -Comandante, abbiamo liberato la vostra nave e ci stiamo avvicinando alla vostra posizione a supporto, in che condizioni vi trovate?-
    Con l'assenza della bolla plasmatica, la comunicazione risentiva solo delle interferenze del vento solare facilmente eliminabili.
    -[Capitano Knight, se abbiamo il supporto vitale è solo grazie al nostro Ingengnere Capo, la situazione è piuttosto critica, non abbiamo accesso alla Plancia... e abbiamo molti feriti gravi.]-
    Knight si rabbuiò: Razi stava parlando da un terminale privo di monitor evidentemente, oppure per qualche motivo le trasmissioni video avevano smesso di funzionare.
    -Comandante, si preoccupi solo di averrtire il maggior numero di persone di preparasi ad un breve impulso di curvatura, la Unicorn creerà il campo Chochrane per tutte e due le navi e ci dirigeremo verso le zone periferiche della seconda nebula in modo da potervi prestare soccorso con più calma.-
    -[Ricevuto Capitano, non mi sarà facile, ma vedrò quello che è possibile fare.]-
    -Bene, Knight chiudo.-
    Il Capitano della Unicorn si guardò per un attimo intorno alla ricerca di qualcosa, o forse stava solo riordinando le idee.
    -Knight a Sala Macchine...-
    -[Qui Newport Capitano, mi dica.]-
    -Siamo in condizioni di portare con noi la Providence Tenente?-
    -[Si Capitano, ma mi raccomando, una cosa breve, gli smorzatori inerziali non sono stati progettati per due navi, non è tanto un discorso di massa complessiva, quanto di inerzia reciproca: la Providence si comporterà come se fosse attaccata ad un elastico, nel momento in cui ci fermeremo avremo bisogno di tutta la potenza disponibile per evitare una collisione. Tenga anche presente che una certa parte dell'energia sarà necessario anche mantenere ad un buon livello di potenza gli scudi, ho analizzato le zone della nebula in cui dovremo dirigerci e mi creda, dovremo tenere gli scudi alzati anche per la Providence.]-
    -Faccia quello che deve fare Tenente, mi aspetto che la Unicorn riesca nell'operazione, Knight chiudo.-
    -[Ricevuto Signore.]-
    -Lamarc situazione.-
    Marcel si concentrò sulle letture del monitor che aveva di fronte.
    -Trenta secondi e saremo in posizione pronti per generare il campo di curvatura Capitano.-
    Nell stesso istante in cui il Consigliere terminò quella frase su uno dei monitor della postazione di Quill comparve il mezzo busto di F'Rann che mostrava un'espressione piuttosto allarmata.
    -Quill, c'è qualcosa che non va, ti invio le mie letture e le mie proiezioni a video...-
    Sul monitor a fianco la rappresentazione grafica del futuro sistema stellare binario venne sostituita da un elenco di dati che scorrevano piuttosto velocemente, ma che agli occhi di Quill erano del tutto eloquenti, il suo volto divenne di pietra e le sue antenne assunsero una piega che avrebbe allarmato un qualunque andoriano in quanto segno di imminente pericolo.
    -Capitano...-, il Primo Ufficiale non smise di osservare i dati a schermo.
    -... Capitano, dobbiamo fare in fretta, per qualche motivo a me sconosciuto la protostella sta in qualche modo reagendo al nostro "attacco", stiamo rilevando un aumento dell'attività periferica nella zona da cui diparte il filamento plasmatico, registro un aumento della densità dei gas, a questo ritmo avremo una eruzione di plasma fra meno di un minuto, la sua portata sarà tale che almeno il tre per cento della massa della nebula verrà proiettato nello spazio circostante, nella nostra direzione; è perfettamente inutile che le dica che non abbiamo alcuna possibilità di sopravvivenza se venissimo investiti.-
    Knight non si mosse, di nuovo strizzò gli occhi come se volesse vedere meglio i particolari dell'immagine sul visore.
    -Knight a Sala Macchine, Newport si prepari ad un cambiamento di programmi: una volta raggiunta la distanza minima di aggancio della Providence, non ci fermeremo, creeremo il campo di curvatura in movimento, decida lei a quali sezioni togliere l'energia che le serve, lasci solo il supporto vitale, inoltre non si preoccupi degli scudi una volta a destinazione, se ci saranno danni non saranno certamente irreparabili. Knight chiudo.-
    Tornò a sedersi sulla sua poltrona, come isolato dal resto dell'equipaggio, allungò le braccia fino a distendere le mani sulla parte terminale dei braccioli.
    -O'Broinn tenga la Unicorn in direzione della nostra destinazione, al mio ordine un impulso di curvatura uno fino alla posizione di soccorso. Lamarc, la Providence è posizionata correttamente?-
    -No Capitano, il suo asse longitudinale è spostato di 28.8 gradi a dritta.-
    -Bene, moduli il raggio traente in modo che si allinei a noi, mi raccomando utilizzi meno energia possibile. Signori, alla via così.-
    La Unicorn scivolò silenziosa verso la Providence, alle sue spalle una massa bluastra instabile sulla superficie della protostella più grande del sistema eran in fase di crescita esponenziale, pronta a vomitare all'esterno tutta la sua carica di energia. Un attimo nella infinita storia dell'universo, quella sorta di miracolo che si ripeteva ogni volta che un nucleo di curvatura dava vita alla stessa reazione che Cochrane aveva sperimentato sulla sua Phoenix. La balena bianca carpì sua sorella nell'abbraccio rassicurante della sua energia, appena scomparvero la violenza primordiale di una vita in nascita si riversò nell spazio, uno sfogo vano alla ricerca di qualcosa da distruggere.



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