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ATTO QUARTO di Roberto Messora
24 agosto 2002

    -Merde...-
    Era la prima cosa che gli fosse venuta in mente. Forse per il famoso epiteto espresso da Picard in una puntata della prima o seconda stagione di TNG, forse per immedesimarsi ancora di più nel suo personaggio, fatto sta che gli venne spontanea.
    Le due figure che lo stavano osservando si guardarono l'un l'altra.
    -Messora?-, disse il più magro.
    Esitò, sapevano il suo nome, parlavano italiano o almeno così sembrava a meno che non gli avessero impiantato un traduttore universale da qualche parte, sembravano disorientati come lui, in più indossavano ancora le tutine dell'infermeria.
    -... si piacere...-
    -Roberto!-, il più robusto dei due porse calorosamente la mano al nuovo arrivato che non esitò a contraccambiare il saluto.
    -Paolo?!? Paolo Maroncelli?!?-
    -In persona. Fatemi indovinare, tu sei Marco.-, disse Messora indicando l'altro ragazzo.
    -Errore: sono Aristide Gorizia.-
    -Newport! Piacere!-, si strinsero la mano.
    Messora allargò lo sguardo oltre i due astanti, fece due passi incerti mentre veniva osservato con l'aria di chi la sa lunga.
    -Incredibile vero?-
    -Incredibile? Questo va oltre ogni mia più malata immaginazione... è... è assurdo, è fantastico, è terribile...-
    -è la plancia.-, disse serafico Gorizia.
    Messora fece il giro de completo sfiornado consolle e poltrone quasi con venerazione. Al termine Meroncelli lo squadrò da capo a piedi.
    -Come fai ad indossare la divisa della Flotta?-
    Messora sorrise compiaciuto:
    -Semplicemente l'ho chiesta al replicatore, mi ha anche risposto che era troppo piccolo per fornirmela, ma mi ha anche dato le indicazioni per un replicatore più grande due stanze più in là, ci sono andato e ho chiesto una uniforme della sezione scientifica della mia taglia. Non chiedetemi come ha fatto a misurarla perchè non lo so, fatto sta che un minuto dopo mi stavo vestendo. Uno sballo totale...-
    Maroncelli e Gorizia lo guardavano sempre più stupefatti e non dissero nulla, Messora notò il loro esitare, storse la bocca:
    -Si... sono terrorizzato anche io, ma non è la stessa paura del buoi che provo dopo aver visto un film dell'orrore o un documenatrio sullo spiritismo (n.d.s. tutto vero ahimè!), è una sorta di brivido che mi affascina, non so voi, ma mi sento per davvero un Ufficiale della Flotta Stellare. E poi scusate, non sono il vostro Consigliere? Che figura ci farei se non avessi il controllo di me stesso? Insomma, qualcuno ci ha chiamato a giocare un gioco pericoloso, e io ho voglia di giocare, di misurarmi.-
    -Sei sicuro che sia una sorta di sfida?-, disse Maroncelli.
    -Si Capitano, questa è una sfida.-
    Maroncelli guardò Gorizia che si limitò a contrarre la bocca come per dire che era una ipotesi come un'altra, guardò nuovamente Messora, poi disse:
    -Computer: situazione tattica.-
    Si udì il tipico cicalio del computer di bordo e una voce femminile fin troppo conosciuta, vagamente metallica ed impersonale rispose dagli altoparlanti della plancia.
    -[La USS Unicorn si trova in orbita stabile presso Alador III, settore 776, quadrante Alfa. Tutti isistemi di bordo funzionano entro parametri di normalità. Nessun rilevamento particolare dei sensori a corto e lungo raggio]-
    -Insomma, come dire: Playstation accesa, cd caricato, gamepad in mano, pronti per giocare?-, fu Gorizia a parlare.
    -Penso che questo sia semplicemente un luogo tranquillo in cui siamo stati portati per organizzarci, superare il momento di disagio iniziale.- Gorizia non era convinto:
    -Si Paolo, ma sono un piuttosto tommaseo ho biogno di prove, e poi scusate il computer parla italiano e la voce è la setssa della doppiatrice televisiva, non ha quasi senso: posso capire il traduttore universale, ma non la stessa voce! Venite con me.-
    Si diresse verso il turboascensore e gli altri due lo seguirono; alcuni ponti dopo, non prima di aver percorso alcuni corridoi tutti uguali, trovarono l'entrata principale dell'hangar navette. Messora e Maroncelli si guardarono in tralice interrogativi.
    -Aiutatemi a spostare quei contenitori verso il centro dell'hangar.-
    In pochi minuti ammassarono una decina di contenitori piuttosto grandi, Gorizia sembrava piuttosto soddisfatto, i tre si allontanarono salendo fino alla cabina comandi dell'hangar.
    -Computer sigilla la cabina di comando.-
    Il comando fu esguito in un attimo.
    -Computer, apertura portello hangar.-
    Si sentì solo un sibilo distorto di sottofondo, niente a che vedere con il prolungato suono metallico dei telefilm. Il sibilo aumentò man mano che il portello si alzava, i contenitori al centro dell'hangar dapprima barcollarono visibilmente, poi caddero sparpagliandosi, infine vennero risucchiati con forza verso l'esterno. I tre ragazzi nella cabina assunsero all'unisono un colore cereo, i loro occhi ardevano di una luce fredda, il lato giocoso di tutta quella storia improvvisamente svanì come i contenitori stavano svanendo roteando nello spazio sempre più lontano da loro. La loro attenzione fu attirata da un contenitore che esplose spargendo liquido nebulizzato portato via dalla mostruosa corrente d'aria che stava uscendo dall vasto spazio dell'hangar navette.
    -Comincia ad esserci troppa poca pressione, sarà meglio richiudere.-, disse Messora.
    -Computer, chidere portello hangar navette.-
    In pochi secondi il portello venne ridiscese e nell'hangar fu ripristinata l'atmosfera.
    Ci fu uno strano silenzio, nessuno aveva voglia di parlare.
    -Non credo che per uno scherzo si arriverebbe a tanto. siamo per davvero nello spazio...-, Maroncelli interruppe la quiete in tono quasi dimesso. Un lampo globulare di intensa luce bianchissima a poca distanza li colse di sorpresa, una figura longilinea comparve seduta su una delle consolle dall'altro lato della stanza. Un sorriso beffardo:
    -Oui mon capitaine... perspicace! Nella migliore tradizione degli ufficiali comandanti della Flotta Stellare.-



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