-Perchè, vuoi spararti ad un piede?- rispose Marina.
Gorizia gli lanciò uno sguardo di ironica disapprovazione.
-Carina...no no, il fatto che ho controllato la pianta della nave e
ho scoperto che la sala di lancio è l'unica in tutta la nave dove sia
permesso fumare. Ho proprio bisogno di una sigaretta...-
Quattro faccie su sette si disgustarono al pensiero.
-Personalmente non so proprio che cosa ci facciamo qui.- disse Paolo
tornando alla sua solita forma abbondante. -Penso che un giro al bar
di prora sia d'obbligo per prendere una decisione. Non trovate?-
Il che si avviarono verso il primo turbo ascensore. L'atmosfera non
era delle più allegre. Solo le ragazze sembravano più o meno, per i
loro motivi oscuri, eccitate all'idea di stare sulla Unicorn.
Certo l'idea di avere solo poche ore per decidere cosa fare della
propria vita, non aiutava certò l'umore. Aristide notò che solo
Maroncelli pareva gongolare.
Certo, pensò, lui si ritrova capitano di una nave senza colpo ferire
e senza neanche fare l'accademia mentre lui, con lo stesso
barbatrucco si ritrovava con una taglia sulla testa ed assoluta
mancanza di preparazione per sopravvivere in quel mondo.
Quando arrivò il turbo ascensore, ne uscì una splendida ragazza.
-Capitano...- salutò "l'ufficialessa"
e poi con un cenno della testa, anche Gorizia.
-...Morgan...- rispose Gorizia.
Poi la ragazza si allontanò per la sua strada con gli sguardi dei
maschietti incollati allo Skirt che indossava.
Gli occhi di tutti si rivolsero interrogativi verso Gorizia.
Aristide li squadrò arrossendo...
-Bhè? Che avete da guardare?-
-Ma è...-
Gorizia fece una smorfia. -Avevo questo calendario davanti quando ho
inventato il personaggio...mi sembrava carino...- si giustificò
Gorizia.
-Ma è...!- insistettero gli altri.
-Che c'è? Una pornostar non può fare anche l'ufficiale a bordo? Avete
preso me...-
Maroncelli stava per replicare quando un lacerante suono distrasse
tutti dal continuare.
L'allarme rosso.
Dire che impallidirono era poco.
-...Navette...-
-...Sala teletrasporto...-
-...scialuppe di salvataggio...-
-...cappella di san gennaro...
-Plancia!- si impose il capitano Maroncelli e convinse gli altri a seguirlo.
Nella cabina, la sirena fu sostituita da una musichetta "easy
listing" tipica da ascensore. Maroncelli sudava eccitazione da tutti
i pori, qualcun altro preoccupazione, Gorizia panico allo stato puro.
Istintivamente cercò il pacchetto di sigarette ma si maledì pensando
che ancora non aveva avuto il tempo di replicarlo.
Sulle note di Barcharach arrivarono in plancia e Maroncelli si fiondò
verso la poltrona centrale.
Chissà perchè, nessuno si stupì di trovare del personale già al lavoro.
-Rapporto!- Sbraitò Maroncelli.
Ma nessuno riuscì a sentirlo a causa del volume troppo alto
dell'allarme. Paolo si girò verso un ufficiale al tattico e fece
segno di abbassare il volume.
Poi nel silenzio relativo della plancia ripetè.
-rapporto. Che diavolo succede?-
Ovviamente tutti gli altri rimasero stupefatti sull'ingresso
dell'ascensore, non sapendo effettivamente dove mettersi. La sorpresa
era realmente tanta.
Solo Gorizia si avvicinò ad una postazione alla sua destra perchè sul
monitor campeggiava la scritta "INGEGNERIA" talmente grande che non
poteva non essere vista.
Aristide fece uscire la poltroncina e vi si accomodò aspettandosi il peggio.
-I sensori hanno percepito una nave di origine sconosciuta, in
postazione da battaglia, capitano- rispose qualcuno. Maroncelli si
avvicinò alla postazione centrale cercando di interpretare le
informazioni che fluivano sullo schermo.
-Qualche ipotesi su chi potrebbe essere?- Chiese. -No signore.-
Maroncelli lanciò uno sguardo interrogativo ai suoi compagni dai
quali però ricevette solo qualche alzata di spalle come risposta.
Chi più, chi meno, decisero di seguire il suo esempio e si diressero
alle varie postazione che pensassero di dover occupare.
Fortunatamente la postazione tattica fu coperta.
-Alzare gli scudi.- Chiese Maroncelli e dal tattico gli risposero velocemente.
-Scudi alzati- Gorizia si avvicinò alle spalle della persona che
aveva risposto e chiese.
-Come hai fatto?-
L'altro indicò il monitor dove una display semplice diceva "Scudi - Su - giù "
-Niente di più facile.- rispose l'altro. -Sono scritte anche in italiano...-
Gorizia guardò stupito il monitor. Altre scritte dicevano: Puntamento
phaser, puntamento siluri, tergicristalli, radio subspaziale, radio
FM - Am, lettore compact disc e "panic Button".
Poi si rivolse alla postazione ingegneria e lì vi lesse, tra le altre
cose, livello olio, livello carburante, pressione gomme, acqua
radiatore e lunotto termico.
Facile facile si disse.
Improvvisamente la nave subì un forte scossone. Tra quelli che non
impallidirono solo Mroncelli esibì un sorriso di compiacimento. Il
suo istinto (anche chiamato colpo di culo) lo aveva felicemente
avvertito che qualcosa poteva andare storto.
-Colpo sugli schermi di prua.- Disse qualcuno.
-Tattico sullo schermo.- chiese il "capitano". Gorizia si
allollantanò dalle postazioni sapendo per esperienza che di solito
erano le prime a saltare in aria.
Maroncelli sembrava eccitato quanto non mai. Tutti gli altri
profondamente preoccupati mentre Gorizia, visto che sono io a
scrivere e lo conosco bene, era al limite del panico. Maledizione, si
disse, come faccio a scendere da qui?
Sulle schermo principale comparve il tattico delle operazioni e visto
che non occupava troppo spazio, Paolo lo fece dividere in due per
avere anche una visione dello spazio esterno.
La "finestra" mostrava ora una astronave che nessuno sembrava aver
mai visto su uno schermo della federazione. Ed in effetti...
-Nave avversaria in avvicinamento. Configurazione sconosciuta.-
Paolo era sicuro di averla già vista da qualche parte ma non ricordava dove...
La nave nemica era piuttosto grossa anche per lo standard federale.
Era formata da due enormi dischi che erano uniti tra di loro presso
il centro.
Gorizia la riconobbe praticamente subito.
-che mi venga un colpo.- Disse ad voce un pò troppo alta.
-La riconosci?- Chiese Paolo.
-Certo. Ma non è possibile.- Gli rispose Aristide.
Poi Dal tattico qualcuno disse...-Comunicazione in arrivo, capitano.-
-Sullo schermo.-
Ed apparve una testa robotica di ignota fattura con tante lucette che
pareva un albero di natale.
-Umani.- esordì il robot. -Arrendetevi e preparatevi ad essere abbordati!-
-Mer...aledizione!- Disse Gorizia. -Cylon! Dove c***** siamo capitati?-
-Cylon?!?- chiese Maroncelli. -Ma fanno parte di Battlestar
Galactica!! non esistono nell'universo trek!-
-Perchè noi si?- Intervenne Roberto. Poi una voce nuova proveniente
dall'altoparlante, si fece viva.
Una voce calda, sensuale e...maschile.
-Frank, è in arrivo un missile da poppa...-
Tutti si guardarono in faccia riconoscendo a stento il tono.
Paolo Maroncelli si avvicinò alla consolle e chiese dubbioso.
-C...chi sei?-
-Non mi riconosci, Frank?-
-S..i, certo. Ma vorrei una conferma, per favore.-
-Il mio nome è acca, a, elle novemila, Frank. Hal, come tutti i
componenti dell'equipaggio usano chiamarmi.-
Gli occhi di tutti si fermarono verso Aristide.
-Che avete da guardare? Io a stento riesco ad accende il mio Mac a
casa. Figuriamoci a riprogrammare questo...-
-Qui tutto è cominciato da te.- intervenne Wanda.
-Non significa niente! Anzi, io ho trovato Paolo sveglio prima di me.-
e prima che qualcuno potesse intervenire, un altro allarme risuonò nell'aria.
-Capitano, una altro vascello si sta avvicinando alle nostre coordinate.-
-Identificazione?.-
-Nessuna, signore. E'...piuttosto grande.- disse esitante l'ufficiale.
-Sullo schermo.-
E lo schemo mostrò una nota forma sferoidale che nessuno non poteva
non riconoscere. Solo allora Marina intervenne.
-Qui c'è qualcuno che porta decisamente sfiga...-
-La morte nera? LA MORTE NERA?!? altro che sfiga. Aristide!!!-
Oddio pensò Gorizia...
-Perchè diavolo te la prendi con me, Lo sapete che guerre stellari è
talmente coperto da copyright che solo a parlarne bisognerebbe pagare
Lucas...-
Poi improvvisamente tutto andò a catafascio. Altri colpi arrivarono a
segno sullo scafo. Monitor che cominciarono a esplodere, fumo che
usciva da tutte le parti, Paolo Maroncelli che urlava "manovre
evasive! manovre evasive!", qualcuno che piangeva nascosto dalla
nebbia, Roberto messora e Wanda che chissa dove avevano torvato ed
indossato dei salvangenti e Marina che cantava il tema tratto da
Titanic di Celine Dion. Poi divenne ancora più assurdo. Un tipo con
strani baffetti cercava insistentemente una certa signora Jones,
altri alieni si appellavano al piano 9 dall'oltre spazio ed in tutto
questo, Gorizia ebbe una piacevole sorpresa: Il suo cellulare
cominciò a squillare
Non ricordando che si era risvegliato completamente privo di
qualsiasi effetto personale, vide chi era che lo chiamava e rispose.
-Ciao!!!- disse sorridendo. -Non sai che affare che ho fatto con
questo cellulare. Non hai idea che raggio d'azione ha il suo campo.
Come vanno le cose giù da te?...-
Le cose andarno in quel modo per altri tre o quattro minuti. Gorizia
ebbe la sensazione di udire a volte l'urlo di tarzan ed avrebbe
scommesso una cifra sul fatto di aver visto Paolo Maroncelli vestito
da pirata del diciasettesimo secolo e con tanto di benda oculare che
urlava con sciabola alla mano "all'arrembaggio!!!"
Il trip vide improvvisamente la fine quando tutto si calmò ed in un
silenzio irreale, sul monitor principale, detto per tutti schermo
principale, apparve una scritta sinistra e insolita.
-Fine Simulazione. Game Over-
E poi tutto esplose.
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Esplose ovviamente in un grosso dolore alla faccia.
Si ritrovò al buio, caduto dal letto e con la faccia pesantemente
spiaccicata al pavimento.
Non riusciva a credere di averlo fatto ancora. Non era nuovo a quel
genere di risvegli precipitosi. Si tirò su e giurò a se stesso ancora
una volta di non mangiare più piatti esotici la sera. Almeno fino a
quando il dottore non gli avesse detto a cosa erano dovuti quei sogni
assurdi che faceva.
Si avviò al buio verso il bagno. Non era il caso di svegliare la sua
compagna ancora addormentata.
In bagno mise la testa sotto la fontana ma decise che tanto valeva
metterci tutto il corpo e per una buona mezzora, fece una calda e
rilassante doccia.
Ormai era quasi giunto il momento di tornare al lavoro. Si asciugò e
cercò di essere il più silenzioso possibile mentre si vestiva ma il
danno era gia fatto.
Dal letto venne una richiesta con voce impastata.
-Mhf...puoi fare più piano, sto cercando di dormire...-
-Scusa, - disse lui. - finisco di vestirmi e poi vado via.-
-E' gia l'ora di alzarsi?
-No, è ancora presto per te. Voglio solo anticiparmi qualche cosa
prima di cominciare a lavorare.-
-...bene...- disse lei e riprese a dormire anche più sonoramente di prima.
Lui controllò di aver preso tutto. Le scarpe, la giacca e qualche
attrezzo. Poi diede un ultima occhiata alle forme morbide e sensuali
che giacevano tra le lenzuola e sospirando vi avviò verso l'uscita.
Sperò che la porta scorrevole non facesse troppo rumore. In fondo
l'aveva oliata solo un mese prima, durante la manutenzione generale.
Per un attimo rimase abbagliato dalla luce che entrava dal corridoio
poi tirando un ulteriore sospiro uscì all'esterno.
Un nuovo giorno era cominciato per John B. Newport: capo ingegnere
della USS Unicorn.
Fine
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