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ATTO SETTIMO di Paolo Maroncelli
9 ottobre 2002

    I tre osservarono le nuove arrivate con un misto di gioia e sollievo, lasciando che il loro gaio sorriso sbarazzino squarciasse il velo di sgomento che la situazione aveva creato.
    Paolo conosceva Wanda e Marina personalmente; forse Aristide aveva visto qualche fotografia ma presumibilmente Roberto non aveva mai avuto modo di conoscere le due ragazze, piacevolmente carine e dall'aspetto simpatico.

    - Bene bene, - disse John De Lancie dalla sua insolita posizione, - altro giro, altro gettone! -

    I ragazzi erano indecisi sul comportamento da tenere nei confronti di Wanda e Marina: sembrava che le due avessero gia' capito la situazione e la stessero affrontando con invidiabile leggerezza. Proprio vero che uomini e donne ragionano in maniera completamente differente!

    - E per tua norma, - prosegui' l'attore rivolto a Wanda, - il mio nome e' Q e se pensi che io sia grasso, quello come lo chiameresti? -
    Ad un secco e deciso schiocco delle dita, Paolo venne avvolto da un bagliore globulare, cessato il quale il povero ragazzo si ritrovo' imprigionato in un corpo inusitatamente obeso, flaccido e cadente.
    - Non preoccuparti, mon capitaine. Continua pure la tua dieta e in tre o quattro anni tornerai come nuovo! -
    Al termine della frase Q balzo' in piedi con baldanza e osservo' compiaciuto la propria opera con un sorriso beffardo stampato sul volto ormai noto.

    Fissato dai compagni attoniti, Paolo punto' un dito grassoccio contro la propria nemesi e si sforzo' di fare uscire qualche parola comprensibile da quelle guance enormi.
    - Io non sono il tuo capitano, Q! Ti riferisci ad un'altra persona ... o attore .... Picard, Stewart o chi diavolo e', insomma! Il tuo avversario e' lui, non noi; quindi fammi tornare normale e facci tornare immediatamente da dove ci hai prelevati! -
    Q allargo' il sorriso.
    - Oh oh......un capitano coraggioso, a quanto pare. Ma dimmi, - disse avvicinando le proprie labbra all'orecchio di Paolo e abbassando la voce in un bisbiglio, - chi e' il tuo modello? Kirk? Picard? Chi credi che sia il miglior capitano della Flotta Stellare? Tutti i fan di Star Trek hanno un capitano preferito! -
    - Chiunque sia, caro Q, vorrei ricordarti che in televisione tu perdi sempre! -
    - Oh, ma che assurda fesseria! E poi ..... carissimi amici miei ..... questa non e' la televisione e voi non potreste mai essere miei avversari. Almeno non nel modo che intendete voi. -

    - Ma insomma, - esordi' Marina avanzando, - si puo' sapere perche' ci hai portato qui'?! -

    Q getto' uno sguardo esasperato al soffitto:
    - E' inutile. Proprio non capite. Beh certo, c'era da aspettarselo, ma pensavo che un po' di cervelli giovani avrebbero fatto girare le rotelline meglio di quel presuntuoso francese. E va bene, pazienza. -
    Dicendo questo sollevo' la mano destra nel gesto che precedeva il classico schiocco di dita.
    - No, aspetta! Non te ne andare! - urlarono i presenti.
    - E perche' dovrei continuare a perdere tempo con voi? I vostri limiti sono evidenti, e con essi la vostra intollerabile incapacita' di espandere il confine della vostra esistenza e della comprensione dell'universo in cui vivete. -
    - Ma Picard ti ha dimostrato il contrario ...... che gli esseri umani ne sono capaci! - disse Roberto ricordando l'ultima puntata di TNG.
    - Non confonderti, consigliere. Quello era un telefilm, - concluse Q facendo seguire le proprie parole da un silenzio tombale.

    - Facciamo cosi': avete dodici ore di tempo per tornare a casa, e .... credetemi .... potreste farlo in ogni momento se solo lo voleste realmente. -
    - Ehm ..... e ... altrimenti? - chiese Wanda con un filo di voce.
    - Altrimenti, mia buona dottoressa, beh, questo e' Star Trek e Klingon, Romulani, Cardassiani, sono ancora tutti la' fuori! Ora, se volete scusarmi, ho una clessidra da girare. -
    Detto questo, prima che i presenti potessero intervenire, Q schiocco' le dita e scomparve in un lampo, mentre Paolo tornava normale e emetteva un sospiro di sollievo.

    Dodici ore per tornare a casa.

    Aristide si schiari' la voce.
    - Beh .... che ne dite .... vado a controllare i siluri fotonici? -



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