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LA PAROLA ALLA DIFESA di Luigi Russo
3 marzo 2002

    La Dottoressa Turrell si avvicinò al banco degli imputati; camminava con studiata lentezza e metodo, approfittando di ogni istante per mettere ordine nelle proprie idee. Sapeva che l'accusa si sarebbe rivelata un osso molto duro. Poteva avvertire la determinazione irradiarsi dai due accusatori come onde di un mare calmo.

    Una volta giunta davanti a Quill, lo studiò per un lungo momento. L'Andoriano era palesemente a disagio anche per un non-empatico, ma solo chi possedeva il Dono, era in grado di assaporare tutte le sfumature più riposte della sua inquietitudine. La giovane dottoressa lesse un arcobaleno di emozioni turbinanti espandersi dalla pelle azzurra di Quill: Preoccupazione, timore, senso di colpa, e... nascosta sotto tutte le altre, come una perla gelosamente custodita dentro una coriacea ostrica... un sentimento che la sorprese. Qualcosa che riguardava F'Rann.

    "Comandante Quill..." iniziò la Dottoressa, cercando di non far trasparire la sua profonda partecipazione alle emozioni dell'accusato dalla propria voce; "...lei ha dunque ammesso di aver attivato F'Rann pur sapendo che avrebbe potuto essere difficilmente controllabile, giusto?"

    "...Si..."

    "...E... vorrebbe, per favore, ripeterci il motivo di questa sua decisione?"

    Quill si mosse a disagio sulla sedia: "...Stavo attraversando un difficile periodo di incertezza. Ero combattuto tra la mia visione logica delle cose... e la consapevolezza, per nulla logica, che qualcosa di brutto... di terribile sarebbe potuto accadere. Ho attivato F'Rann... per avere consigli. Appoggio morale, ecco. Perchè lei, ragionando a mente fredda, mi consigliasse su come comportarmi."

    "Ma non ha interpellato alcun membro del personale... ha piuttosto preferito risvegliare F'Rann..."

    "Al momento della mia decisione, sulla Unicorn non era ancora in servizio.."

    "...L'ufficiale con mansioni di Consigliere, lo sappiamo. Ma è proprio questo il punto." si girò verso la sala; "Perchè, dobbiamo chiederci... Perchè, il Comandante Quill... stimato e conosciuto per la sua intelligenza nonchè per la sua capacità logica... invece di confidarsi con un membro regolare dell'equipaggio ha intrapreso una linea d'azione talmente poco ortodossa? ...La risposta, Signori della corte... è che il Comandante Quill voleva sentire una voce *amica*. Voleva confidarsi con qualcuno del quale si fidasse. Che lo capisse. Che lo consigliasse. Il Comandante Quill voleva parlare con una persona..."

    "OBIEZIONE!" latrò il Capitano, scattando in piedi; "La difesa sta prendendo per buoni dei fatti non ancora dimostrati!"

    "Obiezione Accolta, Capitano. Dottoressa, la prego di riformulare l'ultima parte del discorso."

    La giovane empatica annuì graziosamente, rimproverandosi in cuor suo di essersi lasciata trascinare dalle emozioni... come gli succedeva sempre. "...Il Comandante Quill voleva parlare con... *qualcuno*, diciamo... che potesse comprendere il suo stato d'animo... i suoi timori... e consigliarlo di conseguenza. E nessuna macchina... nessun programma sviluppato sinora dagli esperti della Federazione, è in grado di prendersi a cuore il destino di un utente!"

    Ci fu un soffuso mormorio a quelle parole; i due membri dell'accusa confabularono per qualche momento tra loro, e questa volta, fu Dhek ad alzarsi in piedi; "Faccio rispettosamente notare alla difesa che alla luce di questi fatti, nulla dimostra che il programma "F'Rann" si fosse... *preso a cuore* il destino del Comandante Quill. Nè che fosse o sia in grado di farlo."

    "Ah, ma ciò non è affatto vero! Anzi! Devo ringraziare proprio il Capitano Knight, per avere dimostrato il contrario!"

    Il Capitano Knight spalancè gli occhi e inarcò le sopracciglia, sorpreso da quella inaspettata argomentazione.

    "Comandante Quill!" disse la Turrell, girandosi nuovamente verso l'Andoriano; "Si ricorda l'ultima parte dell'interrogatorio dell'accusa? Quella in cui avete parlato dell'incidente degli specchi orbitali?"

    Quill annuì, non comprendendo come una tale prova d'accusa potesse essere utilizzata dalla difesa.

    "E sia lei che la difesa, avete ammesso senza ombra di dubbio, che le azioni di F'Rann, in quel frangente, e cioè aprire il fuoco in territorio non allineato nel tentativo di distruggere gli specchi prima che essi distruggessero lo pseudo-planetoide, non vi sono sembrate dettate dalla fredda ed impersonale logica!"

    Nuovamente, Quill annuì. Un sottile spiraglio di luce iniziò a formarsi in fondo ai suoi pensieri...

    La Turrell sorrise. "La mia opinione, Signore e signori, opinione avvalorata dalle registrazioni dell'incidente che potete veder scorrere sullo schermo... è che F'Rann, accortasi che il planetoide stava venendo distrutto... *mentre la squadra del Comandante Quill era ancora al suo interno*... abbia agito d'impulso, trascinata da un'emozione che altro nome non può avere se non Paura, e abbia tentato disperatamente di salvare la vita del Comandante Quill anche a costo di violare le principali direttive della Federazione!" La voce della dottoressa era andata via via accalorandosi durante il discorso, e verso la fine era vibrante di emozione.

    Nella sala si accese un'intensa discussione, tra gli spettatori, evidentemente colpiti dalle implicazioni del discorso che avevano iniziato a disquisire tra loro, ed i due rappresentanti dell'accusa, che parevano sorpresi ed indignati di essersi visti ribaltare contro le loro stesse argomentazioni.

    L'Ammiragio Fressen battè con forza il martelletto sulla sua base, richiamando a gran voce l'ordine nella sala. Ci vollero alcuni minuti, prima che il silenzio regnasse nuovamente.

    "La parola passa di nuovo all'accusa!", sentenziò l'Ammiraglio.



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