Post precedente: "Non umanoide"Post successivo: "Countdown to Doomsday"Primo post della missione: "Specchi di sabbia - parte I"Ultimo post della missione: "La fine"Missione precedente: "Base Stellare 137: Un Nuovo Inizio"Missione successiva: "Centro Medico Triven Soth"Apre una pagina adatta alla stampaPagina stampabile MISSIONE: Specchi di sabbia
 62 
VIAGGIO TURBOLENTO di Paolo Maroncelli
20 ottobre 1999

    CHAMERSIS II
    Ionosfera superiore

    - Amundsen a Unicorn. Incontriamo forti perturbazioni! Stiamo ballando parecchio, qui'! -

    Lo Shuttle piombava verso la superficie del pianeta sfrecciando attraverso gli strati superiori dell'atmosfera, e i tre occupanti della navetta scoprirono nuovi modi di descrivere un "viaggio turbolento": invece di affondare dolcemente nella ionosfera, cullati e coccolati dai perfetti meccanismi di stabilizzazione e di smorzamento del mezzo, i componenti della squadra di recupero avevano l'impressione di trovarsi nel bel mezzo delle colossali formazioni cicloniche tipiche delle giganti gassose, e di sforzarsi nel vano tentativo di contrastare la violenza di una perturbazione planetaria che avrebbe disintegrato lo shuttle e i suoi occupanti a livello sub-atomico.
    Il pilota della navetta aveva gia' disattivato tutti i sistemi di stabilizzazione; inutile sprecare energia preziosa in un ridicolo tentativo destinato al fallimento. Risultato immediato: gli occupanti del mezzo avevano una precisa idea di come ci si dovesse sentire all'interno di uno di quei disintegratori meccanici di Toledite ancora in uso dai fabbricanti di legno sintetico nel sistema Mengeti.
    Il tenente Peters fece l'impossibile per salvaguardare il prezioso equipaggiamento su cui la squadra faceva affidamento per il recupero del gruppo scomparso, mentre il pannello trasparente dell'abitacolo di pilotaggio restituiva solo spesse nuvole di sabbia che gli sfrecciavano contro.
    Il rumore sordo e profondo provocato dalle vibrazioni costringeva i componenti della squadra a gridare tra di loro per sentirsi, e rimanere tutti quanti in silenzio non era sufficiente per riuscire a cogliere con chiarezza le comunicazioni dalla Unicorn.

    U.S.S. UNICORN
    Ponte di comando

    - Vi sentiamo molto male Amundsen. Ripetete, prego. - disse il capitano rivolto agli altoparlanti della plancia che avrebbero dovuto trasmettere la voce del tenente Peters, e che invece si limitavano a restituire forti scariche di statica e bisbigli inintelligibili.

    - .......<zzzzzzz>..........Amun...en........Unicorn. Incontriam........rti pertur<zzzz>zion.......iamo ball...<zzzz> o parecchio..... -

    - Signor Dephisol, - disse Knight rivolto al filosiano, - come mai le comunicazioni sono cosi' disturbate? -
    Dephisol fisso' perplesso la propria consolle e rispose dopo qualche secondo, scuotendo lievemente il capo:
    - Onestamente capitano.....non saprei. Quello che sta succedendo su Chamersis II invalida clamorosamente tutte le stime e i modelli che il computer ha elaborato; c'e' una gran numero di parametri i cui valori non sono congruenti con le rilevazioni ai sensori. In parole povere, temo di non essere in grado di prevedere gli sviluppi delle perturbazioni atmosferiche che in questo momento stanno interessando l'area di sbarco. Se dovessi fare affidamento sulle simulazioni teoriche, sarei portato a dire che il fenomeno ciclonico dovrebbe spostarsi molto velocemente in direzione sud - sud ovest, abbandonando la zona di interesse tra non piu' di 25 - 30 minuti, ma sta di fatto che esistono altre previsioni clamorosamente smentite dai fatti, come la ionizzazione dell'atmosfera. -
    - Si spieghi, tenente. -
    - Il segnale di soccorso della Shyron Yurik e' giunto a noi senza grossi problemi; non proprio forte e chiaro, ma comunque intelligibile. Ora invece le comunicazioni sono decisamente piu' difficoltose. Una variazione cosi' repentina nel livello di ionizzazione dell'atmosfera non e' spiegabile utilizzando i modelli che i planetologi della Federazione hanno elaborato, e che, finora, si sono sempre dimostrati validi. E poi c'e' questa perturbazione, che su un pianeta sabbioso privo di acqua e con precipitazioni zero e' piuttosto inusuale. -
    - Qual e' la sua valutazione, tenente? Qualche agente esterno che ancora ignoriamo? -
    - Non direi, capitano. A mio avviso, quel pianeta non e' fatto come un pianeta normale. So che nessuna rilevazione ha fatto emergere anomalie di sorta, ma i fatti e le analisi che sto svolgendo stanno portando alla luce uno scenario che stride chiaramente con quello di un normale planetoide di classe K. -
    Dephisol fisso' il capitano negli occhi per pochi attimi, durante i quali un silenzio glaciale calo' sulla plancia.
    - Questa storia mi piace sempre meno. - disse Knight. - Cosa mi dice degli specchi, hanno qualcosa ha che fare con le sue analisi? -
    - Paradossalmente, gli specchi orbitali sono l'ultima delle mie preoccupazioni in questo momento. Fino ad ora, nulla lascia presagire che possano divenire operativi in tempi rapidi, e in stato di quiete la loro presenza e' assolutamente irrilevante. - rispose Dephisol.

    Knight si passo' una mano tra i capelli e si gratto' la nuca.
    - Molto bene. Prosegua le analisi, signor Dephisol, e veda se riesce a fare qualcosa per rendere piu' chiaro il segnale della Amundsen. -
    - Si' signore. -

    CHAMERSIS II
    Stratosfera inferiore

    Pareva impossibile, ma i venti che minacciavano di sgretolare anche lo scafo rinforzato al Tormònio della Amundsen allentavano lentamente la loro morsa, mentre le nuvole iniziavano a mostrare squarci di sereno attraverso i quali era possibile scorgere la brulla e rovente superficie sabbiosa del pianeta.

    - Buone notizie, tenente. - disse il pilota dello Shuttle a Peters. - Pare che la perturbazione si stia muovendo. Se diminuiremo la velocita' di discesa potremo aspettare di essere usciti completamente dal ciclone, per poi atterrare. Non siamo molto lontani dalla zona di sbarco della squadra del comandante Dhek. -
    - Ah.....diavolo Wolan.....questo volevo sentirti dire! E smettila di chiamarmi "tenente", altrimenti dovro' chiamarti "comandante" e ti ricordero' in continuazione che sei piu' vecchia di me! -
    Il Tenente Comandante Wolan Goryme rivolse a Peters un sorrisetto smorfioso e torno' immediatamente a concentrarsi sui comandi della navetta quando una delle ultime, violente raffiche di vento rischiarono di fare cadere tutti dalla propria poltroncina.



Torna all'inizio della pagina