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PRIVAZIONI di Paolo Maroncelli
31 gennaio 1999

    Seduto sulla poltrona centrale, il capitano Knight gustava i dolci momenti di calma che spesso fanno da epilogo alle situazioni frenetiche e concitate che i ritmi elevati della Flotta Stellare costringono a fronteggiare. Tutto il personale della Braben aveva trascorso gli ultimi ventidue giorni sotto pressioni che ufficiali men che ottimi avrebbero trovato insostenibili: la richiesta dei mondi gemelli Crosnen II e III di entrare a far parte della Federazione Unita dei Pianeti aveva richiesto una puntigliosa ed attenta analisi delle effettive motivazioni che spingevano i due governi a compiere un passo che avrebbe cambiato per sempre l'assetto politico del proprio pianeta.
    In aggiunta allo sforzo diplomatico richiesto per fare emergere tutte le zone d'ombra che potevano offuscare le buone intenzioni dei governi locali, l'equipaggio della Braben si era trovato a dover affrontare l'indifferenza di quella parte della popolazione che non riteneva che l'annessione alla Federazione avesse potuto portare particolari benefici al proprio mondo, ma soprattutto alla propria vita quotidiana.
    Quando però l'indifferenza diffusa aveva losciato il posto alla violenza terroristica di piccole frange estremiste, allora il lavoro si era fatto veramente duro.
    E fu con il cuore in mano che il capitano Knight dovette stilare un rapporto negativo, il che avrebbe costretto i governi di Crosnen II e III a tentare di appianare le proprie divisioni interne, prima di entrare a far parte di qualcosa che, in questo stato, li avrebbe schiacciati sotto il peso della propria fragilità.

    L'equipaggio di plancia svolgeva silenziosamente le proprie mansioni di routine, accompagnato dai rumori soffusi delle sofisticate apparecchiature elettroniche che davano vita alla nave. Al capitano non restava altro che incrociare le gambe, socchiudere gli occhi e crogiolarsi in uno stato onirico, indotto dalle figure quasi ipnotiche che le scie luminose delle stelle tracciavano sullo schermo principale, mentre la nave sfrecciava a velocità di curvatura verso la prossima destinazione.............casa.
    Oh, certo, solamente un terzo dell'equipaggio imbarcato poteva chiamare casa il terzo pianeta del Sistema Solare, ma di sicuro ognuno avrebbe potuto godure di un lungo periodo di franchigia sulla superficie del gioiello della Federazione.

    Riusciva già a ricreare nella propria mente la maestosa magnificienza delle piramidi e della Sfinge nella piana di Giza, nel luogo dove aveva conosciuto e amato sua moglie; grazie alle nuove tecniche di conservazione adottate a metà del 22mo secolo, questi preziosissimi manufatti umani sarebbero durati in eterno.
    Considerato che molti ufficiali non avevano mai avuto l'occasione di apprezzare tali meraviglie, neanche durante il periodo di tempo trascorso all'Accademia della Flotta Stellare, il capitano Knight aveva promesso a molti di loro una visita guidata alle località esotiche dell'Antico Egitto. Knight non sapeva con certezza se l'assenso dei suoi ufficiali fosse dovuto al rispetto o ad un sincero interesse intellettuale; di sicuro questo non sarebbe stato il modo in cui solitamente si trascorre la franchigia..........

    ...........la voce del Ufficiale alle Comunicazioni ed il <beep> elettronico che ne precedette le parole ebbero l'effetto di dissolvere all'istante le fantasie del capitano, che ripiombò alla realtà.
    - Capitano, comunicazione in arrivo dal Comando della Flotta Stellare. Personale, dall'Ammiraglio Royneorr. -
    - Bene tenente, me la passi in sala tattica. A lei il comando Numero Uno. - disse il capitano mentre si alzava e si dirigeva verso il proprio studio personale, osservando con la coda dell'occhio il proprio Primo Ufficiale prendere il suo posto sulla poltrona centrale.
    Dopo essersi lasciato cadere sulla sedia dietro alla scrivania, il capitano Knight attivò il piccolo terminale che vi campeggiava sopra, e sul display il logo della Federazione fu immediatamente sostituito dal volto familiare dell'Ammiraglio Royneorr.
    - Buongiorno Ammiraglio, è un piacere rivederla. Mi dica pure. -
    - Buongiorno a lei capitano. Purtroppo devo chiedere a lei ed al suo equipaggio di positicipare di qualche giorno il vostro periodo di meritato riposo sulla Terra. Il Comando ha valutato con attenzione, e ha stabilito che lei potrebbe essere un buon candidato per il comando della Unicorn, ora che il capitano Sortyn ha lasciato l'incarico. -
    Knight rimase qualche secondo in silenzio, strizzando gli occhi e fissando intensamente la figura aliena dell'Ammiraglio Royneorr. Come tutti i nativi di Prosevim Primo, Royneorr era snello e longilineo, con lineamenti fini e delicati; pareva una creatura senza età e senza sesso, dall'aspetto androgino ed etereo. Creature indubbiamente affascinanti i Prosevimiani, pensò tra sé e sé, siano essi maschi o femmine. L'Ammiraglio, comunque, era un maschio.
    Alla fine decise che era il momento di realizzare, e fu come se un macigno gli fosse precipitato addosso senza possibilità di salvezza.
    - Ma Ammiraglio.....io ho già il comando della Braben. Servo su questa nave da ormai sei anni, di cui uno in qualità di ufficiale comandante; posso dire di aver imparato a conoscere bene il mio equipaggio, e di aver raggiunto con esso un livello di affiatamento che non stenterei a definire ottimale. - disse Knight in tono quasi supplichevole e tutt'altro che dignitoso. Cercò quindi di recuperare il controllo di sé, si schiarì la gola e proseguì mantendendo un tono più formale.
    - Francamente, Ammiraglio, ritengo che la mia rimozione da questo incarico potrebbe essere controproducente. Conosco tanti giovani ufficiali, ansiosi di ottenere il loro primo comando e di creare un legame con un equipaggio. -
    L'Ammiraglio assunse un'espressione infantile, sinceramente sorpresa e stupita, e assolutamente disarmante: - Ma Capitano....la Unicorn è una nave splendida. E' un'Ammiraglia della Flotta, e rappresenterebbe per lei un grosso salto di qualità, con tutto il rispetto per la Braben ed il suo equipaggio, si intende. -
    - Ammiraglio, questa non è una questione di bella o brutta......grande o piccola. Stiamo parlando di persone, di rapporti professionali e personali. Ora più che mai, dopo la missione al sistema Crosnen, sento di essere legato a questi uomini, e di aver ottenuto un livello di empatia tale da rendere inopportuno il mio allontanamento. Con tutto il rispetto, Signore, credo che il Comando abbia preso una decisione sbagliata. -
    I delicati lineamenti dell'Ammiraglio abbandonarono la rilassatezza e si indurirono leggermente: - Capisco benissimo la sua situazione Capitano; il Comando non è insensibile, e si rende perfettamente conto che l'affiatamento dell'equipaggio è una risorsa preziosa e indispensabile. Tuttavia, non possiamo permetterci di assegnare la Unicorn ad un ufficiale privo di esperienza di comando......mi dispiace capitano Knight, sinceramente. -
    Knight tentò l'ultima carta: - Esperienza di comando? Ma io ho ottenuto il mio primo comando appena un anno fà! Non credo di essere l'ufficiale più esperto, in questo senso. - disse Knight alzando leggermente la voce, e perdendo il proprio self-control di perfetto gentleman inglese.
    - Me ne rendo conto, capitano, - replicò l'Ammiraglio - ma il Comando sa bene che durante i cinque anni in cui lei ha servito in qualità di Primo Ufficiale, l'allora capitano Echevarria le ha più volte affidato la nave in situazioni critiche, e il suo ruolino di servizio mostra chiaramente che le sue decisioni furono quasi sempre esemplari. -
    L'Ammiraglio si concesse una pausa e riprese in tono intimo e colloquiale: - Senta Edward.....come le ho già ripetuto, capisco il suo stato d'animo, ma devo chiederle di rispettare la decisione del Comando della Flotta Stellare. A tutti capita di dover affrontare dei sacrifici; lei è una persona assennata, sono sicuro che comprenderà. -
    Ed in effetti Knight cominciava ad accettare la rassegnazione, e si sforzava di giustificare con sé stesso la decisione del Comando. L'Ammiraglio riprese prima che Knight potesse aprire bocca: - Gli ordini sono di fare rotta per la Base Stellare 137, dove avrà tutto il tempo per accomiatarsi con il suo equipaggio e per godere di un breve periodo di franchigia. La Braben imbarcherà il capitano Simron, un giovane promettente che, sono sicuro, le piacerà senz'altro, e riprenderà la rotta verso la Terra. Lei invece assumerà il comando della Unicorn, che la raggiungerà alla Base Stellare 137 a breve. -
    Royneorr riprese con dolcezza, facendo affiorare un sorriso consolatorio sul volto: - Questo è quanto, capitano. Il Comando le augura buona fortuna. Flotta Stellare....chiude. -
    Knight rimase a fissare il logo della Federazione per qualche secondo, poi trasse un lungo respiro, si alzò e riguadagnò la plancia.
    - Grazie, Numero Uno. - disse al proprio Primo Ufficiale mentre ques'ultimo lasciava libera la poltrona centrale.
    - Guardiamarina... - disse, rivolto al giovane timoniere della Braben. - Faccia rotta per la Base Stellare 137. Curvatura 5. -
    - Rotta impostata, capitano. - rispose con voce squillante, dopo aver fatto volare le proprie dita sulla consolle.
    Cercando di cancellare l'espressione di chi ha appena ricevuto la notizia della morte di un congiunto, il capitano concluse l'ordine:
    - Attivare. -

    Pochi minuti di meditazione furono sufficienti al capitano Knight per fare ordine nella propria mente, e riprendere in mano il controllo della situazione. Mentre la Braben bruciava rapidamente i milioni di chilometri che la separavano dalla Base Stellare 137, Knight rivolse lo sguardo alla sua destra dove, oltre la figura del Primo Ufficiale, l'addetta alle comunicazioni era impegnata alla propria postazione.
    - Tenente - disse il capitano, - vorrei parlare all'equipaggio. -
    L'ufficiale attivò immediatamente una serie di comandi sulla propria consolle e tornò a rivolgersi al capitano:
    - parli pure signore. -
    Inconsciamente il capitano Knight si compose sulla propria poltrona, si schiarì la gola e dopo pochi secondi iniziò a parlare ad alta voce, sforzandosi di mantenere un tono distaccato e formale:
    - Vi parla il capitano. Mi dispiace comunicarvi che il Comando della Flotta Stellare richiede la presenza della Braben alla Base Stellare 137, verso la quale stiamo ora facendo rotta; di conseguenza il nostro arrivo alla Terra è posticipato di qualche giorno. -
    Knight decise che, pur non conoscendo la reale entità del ritardo che la permanenza della Braben alla Base Stellare avrebbe causato, "qualche giorno" poteva essere accettabile.
    - Inoltre.... - riprese il capitano per poi tornare ad interrompersi qualche secondo per trarre un respiro più profondo degli altri,
    - ...... la Flotta Stellare ritiene che la mia esperienza di comando possa essere messa a buon frutto a bordo di un'ammiraglia della Flotta, la Unicorn, che si trova al momento sprovvista di un ufficiale comandante. Alla Base Stellare 137 la Braben imbarcherà il capitano Simron, che da quel momento in poi sarà il nuovo comandante di questa unità, e tornerà a fare rotta verso la Terra. Sono convinto che alla Base Stellare avremo il tempo per accomiatarci nei dovuti modi, dunque per ora è tutto. Knight, chiudo. -
    L'addetto alle comunicazioni tornò ad agire sui comandi della propria consolle e chiuse l'interfono, mentre il Primo Ufficiale della Braben ruotò il capo verso sinistra e fissò il volto del proprio capitano con un'espressione stupita ed interrogativa allo stesso tempo, a bocca semi aperta. Knight intuì tutte le domande che in quel momento dovevano affollare la mente del comandante Reggen, e si rivolse al proprio Primo Ufficiale senza girarsi, mantenendo lo sguardo fisso di fronte a sé, in direzione dello schermo principale:
    - Sì, è proprio così Numero Uno. L'Ammiraglio Royneorr è stato molto chiaro al proposito, e in fondo comincio a credere che la decisione del Comando non sia del tutto sbagliata. Oh, mi creda, - continuò il capitano, ruotando il volto e guardando negli occhi il proprio interlocutore, facendo emergere un lieve sorriso di complicità, - non c'è orgoglio nelle mie parole. Comincio semmai ad avvertire tutto il peso del comando di un'ammiraglia della Flotta! -
    Il capitano concluse la frase con un sorriso più marcato e sereno, che sarebbe dovuto servire a mettere in quiete il proprio animo tormentato; di certo il comandante Reggen non sembrò sollevato.
    - Non ha dunque intenzione di opporsi alla decisione del Comando di Flotta, signore? Voglio dire...... -, si interruppe, cercando di comporre una frase che non risultasse offensiva, - non ho nessun dubbio sulla sua capacità di comandare una nave più grande e più problematica di questa. Solo che il suo primo anno in qualità di ufficiale comandante della Braben è appena trascorso, e forse questa nave e questo equipaggio avrebbero ancora molto da darle, signore. -
    - Comandante, - disse il capitano, poggiando una mano sulla spalla del proprio Primo Ufficiale, - comprendo il suo stato d'animo, e la sua lealtà mi lusinga; non dimenticherò mai questa nave, e gli uomini che le danno un'anima. Ma la Flotta andrebbe in pezzi se ogni singolo ufficiale anteponesse i propri interessi o i propri affetti al dovere.- Knight si accorse in quel momento che molti altri ufficiali di plancia avevano rivolto lo sguardo nella loro direzione, e avevano presumibilmente colto il dialogo. Si diffuse nell'ambiente un certo imbarazzo, e ognuno riprese ad occuparsi della propria postazione; anche il comandante Reggen distolse lo sguardo dalla figura del capitano, e riprese a seguire i dati che scorrevano sullo schermo del terminale accanto alla propria poltrona.
    Ancora una volta il capitano si ricompose sulla poltrona di comando e si rivolse al navigatore della Braben: - guardiamarina, quanto manca alla Base Stellare 137? -
    Il giovane ufficiale, che aveva ruotato leggermente la propria poltrona per cogliere l'ordine del capitano, interpellò velocemente la consolle di navigazione e rispose:
    - 6 ore e 32 minuti signore, mantenendo una velocità di crociera di curvatura 5. -
    - Grazie guardiamarina. -
    - Bene. Comandante....... - disse il capitano al proprio Primo Ufficiale, mentre si alzava e si spolverava distrattamente i pantaloni dell'uniforme - ......io le lascerei la plancia fino alla fine del turno. Può trovarmi nel mio alloggio. -
    Ciò detto, il capitano Knight si diresse lentamente verso il turbo-ascensore, dal quale si fece ingoiare dopo aver indicato al computer la destinazione desiderata.

    Il trillo elettronico del campanello distolse Knight dalle meditazioni nelle quali era ripiombato mentre, disteso sulla poltrona del suo alloggio, aveva preso a fissare i vetri panoramici e le stelle che vi schizzavano dietro da una parte all'altra.
    Nonostante la semioscurità, il capitano si alzò continuando a tenere in mano il bicchiere di cognac che si era fatto replicare parecchi minuti prima, e si diresse con sicurezza verso la porta; quest'ultima si aprì non appena la mano di Knight ebbe attivato il pannello di controllo sulla destra, rivelando, stagliata contro la luce che irrompeva dal corridoio, una esile figura femminile.
    - Posso disturbarla capitano? - chiese timidamente la ragazza.
    - Ma certo guardiamarina.....entri pure. - disse, indicando l'interno dell'alloggio con il braccio sinistro.
    La ragazza avanzò lentamente nella stanza, e il capitano le si accodò mentre le porte si chiudevano automaticamente.
    - Si sieda pure dove preferisce - le disse, notando l'imbarazzo. Osservando la ragazza sedersi sulla poltrona più piccola, il capitano si portò al replicatore e chiese con tono garbato:
    - Cosa le posso offrire? -
    - Succo di arancia, grazie. - rispose la giovane.
    Il replicatore svolse il proprio compito in pochi secondi, e il capitano tornò a sedersi, non prima di aver porto il bicchiere colmo di liquido arancione all'ospite.
    - Allora, cara Taroina, cosa posso fare per lei? -
    - Beh, capitano, è vero che lascerà la nave? - chiese la ragazza in tono sommesso, con lo sguardo al pavimento ed entrambe le mani sul bicchiere.
    - Sì guardiamarina. Gli ordini del Comando della Flotta Stellare non lasciano spazio alle interpretazioni. - rispose seriamente Knight. Il capitano conosceva bene il guardiamarina Taroina Sery, attualmente assegnata alla sezione Scienze ed Esobiologia. Knight era grande amico dei suoi genitori, una cara coppia che tanto aveva insistito perchè la propria figlia potesse godere della protezione e dell'aiuto di un tutore esperto. Durante tutto il periodo trascorso all'Accademia della Flotta Stellare Knight fu una guida e un sostegno per Taroina, e fu per lei una sorta di surrogato di padre in quei pochi momenti in cui il capitano non galoppava tra le stelle e passava un po' del proprio tempo libero a San Francisco. Anche quando il dovere portava Knight milioni di chilometri lontano da lei, era a lui che arrivavano i messaggi subspaziali, piuttosto che ai genitori su Betazed, il che a volte era davvero imbarazzante......
    C'è da dire che anche il capitano si era subito affezionato a questa sorta di figlia adottiva, riversando su di lei ansie ed aspettative che non aveva ancora potuto esprimere nei confronti di figli suoi. Quando la ragazza alzò lo sguardo, il capitano notò ancora una volta quel paio di occhi nerissimi, che si intonavano perfettamente con i capelli corti e corvini; e Knight trovava che il volto tondo e pieno costituisse una cornice perfetta, piuttosto che un motivo per una dieta.
    - Ma lei cosa ne pensa.....degli ordini, intendo. - riprese la giovane.
    - Cara ragazza, lei è una rappresentante del popolo betazoide. Dovrebbe sapere benissimo cosa penso! - rispose il capitano sorridendo, sorriso che fu ripreso da Taroina mentre replicava:
    - Andiamo capitano, sa benissimo quanto sia alto il valore che diamo alla privacy dei non telepatici. Io ho imparato prestissimo a schermare la mia mente dai pensieri altrui; e con lei in particolare posso giurare su quanto ho di più caro di non essermi mai permessa di leggere i suoi pensieri. -
    Il capitano continuò a sorridere, sorseggiando un goccio di cognac dal bicchiere:
    - Certo, lo so benissimo, cara ragazza. Vuole sapere.........vuoi sapere come mi sento? Non troppo bene, a dire il vero! - Knight si complimentò con sé stesso per il tono asciutto, semplice e diretto che aveva dato a quest'ultima frase; niente giri di parole con Taroina.
    - Ma alla Flotta Stellare dovrebbero averti insegnato ad affrontare i momenti difficili. Io poi comincio ad essere imbarazzato dall'importanza che mi si dà. Penso che mi si stia sopravvalutando, in fin dei conti. -
    Ciò detto svuotò il bicchiere in un colpo solo, riversando il capo all'indietro e reprimendo a fatica un colpo di tosse.
    Si fissarono silenziosi per almeno mezzo minuto, lasciando emergere sul viso un abbozzo di sorriso.
    Fu infine Taroina a poggiare il proprio bicchiere ancora pieno sul tavolo di cristallo che le stava di fronte; il capitano, intuendo l'intenzione della ragazza di accomiatarsi, si alzò di rimando e allargò le braccia con espressione consolatoria. La ragazza allora sprofondò in un abbraccio vigoroso, poggiando la testa nell'incavo della spalla di Knight.
    - Mia cara ragazza, pensavo che alla tua età i giovani desiderassero distaccarsi dai genitori! - disse il capitano a voce bassa.
    La giovane alzò il viso e non riuscì ad evitare che un paio di lacrime le rigassero il volto:
    - Tu non sei mio padre, capitano. -
    - Già, anche questo è vero - disse Knight, con la voce più dolce e tenera che un inglese potesse ottenere. Poi le afferrò il viso con entrambe le mani e le schioccò un bacio sulla fronte.
    - E ora, guardiamarina, torni immediatamente alla sua postazione! -
    La ragazza decise di stare al gioco e, scattando sull'attenti, rispose in tono serioso:
    - Sì signore. -
    Nessuno dei due riuscì a reprimere un risolino; anche quando le porte si chiusero alle sue spalle, Knight la sentì sghignazzare nel corridoio.

    La Braben si avvicinava lentamente alla Base Stellare 137, che in questo momento campeggiava maestosa sullo schermo principale. Dopo essere uscita dalla curvatura, la nave aveva attraversato a un quarto d'impulso il sistema Mersionna, fino a giungere in prossimità del quarto pianeta. Circondato da una sottile atmosfera di classe M, che dallo spazio dava luogo ad ampi vortici e a gigantesche striature di nuvole su uno sfondo azzurro, Mersionna IV costituiva una risorsa preziosa per la Federazione Unita dei Pianeti, e la Base Stellare 137 era stata allestita non appena i planetologi ne avevano colto l'importanza.
    - Tenente, apra un canale con la stazione. - disse il capitano rivolto all'ufficiale alle comunicazioni.
    - Canale aperto, parli pure capitano. -
    - Nave stellare della Federazione Braben chiede il permesso di attraccare. -
    Il capitano rimase in attesa di una risposta dalla stazione, che non si fece attendere:
    - Benvenuti Braben. Permesso di attracco accordato. - fu la replica asciutta ed essenziale del Comando Scalo della stazione.
    Il capitano assunse un atteggiamento rilassato, e si lasciò sprofondare leggermente nella poltrona centrale.
    - Manovra di attracco standard, guardiamarina. - disse, rivolto al navigatore della nave.
    - Sì signore. - rispose, mentre già iniziava ad operare attivamente alla propria consolle.
    La nave continuò il suo lento avvicinamento, spinta in avanti dai soli reattori di manovra, e sorpassò un piccolo vascello di classe Oberth che stazionava all'esterno della stazione.
    L'attracco ad una Base Stellare era sempre una manovra affascinante e ricca di pathos; il portellone principali dell'imponente installazione, vagamente somigliante ad un enorme fungo metallico, si faceva sempre più vicino, fino a quando le segnalazioni luminose che lo circondavano presero vita ed iniziarono a definirne i contorni emettendo un'intensa luce bianco-azzurra.
    A questo punto i sistemi automatici della stazione dettero inizio alla sequenza di apertura, a seguito della quale le porte presero lentamente a dischiudersi rivelando il percorso che avrebbe condotto la nave all'interno dell'enorme hangar di attracco.
    Diretta verso la coppia di scie luminose che si rincorrevano e convergevano nell'hangar, la Braben oltrepassò le porte spaziali e fece il suo ingresso nello spazio interno; queste ultime presero a richiudersi mentre la nave ancora si muoveva per raggiungere la posizione ad essa assegnata, in compagnia di atri cinque vascelli federali che già riposavano immobili sotto l'enorme cupola illuminata.
    Raggiunto il punto esatto, il navigatore della Braben disattivò i reattori di manovra e lasciò che i raggi traenti della stazione terminassero il lavoro.
    Quando sullo schermo principale della nave le pareti interne dell'hangar smisero di ruotare, indicando che la Braben si era infine fermata, il guardiamarina Plenam allontanò le mani dalla consolle, ruotò leggermente la poltrona della propria postazione e parlò al capitano in tono serio e professionale:
    - Attracco effettuato, capitano. -
    - Ottimo, guardiamarina. - rispose Knight compiaciuto. Poi si rivolse al proprio Primo Ufficiale: - Allora, Numero Uno, vediamo un po' cosa ci propone........... -
    La sua frase fu interrotta da quella dell'ufficiale alle comunicazioni:
    - Messaggio in arrivo dal comandante della stazione, signore. -
    - Sullo schermo. - disse Knight, cercando di nascondere la sorpresa. La vista dell'interno dell'hangar di attracco, sullo schermo principale, fu sostituita immediatamente dal mezzo busto del comandante Tiica, che Knight non aveva mai avuto modo di conoscere, anche se i tratti somatici lo identificavano inequivocabilmente quale rappresentante del popolo tellarita.
    Knight fissò per un attimo il volto paffuto e rotondo, incorniciato da un folta capigliatura che costituiva un continuo unico con la barba grigiastra; gli occhi erano piccoli e neri, infossati sopra due guance piene e carnose. I tellariti non erano considerati precisamente affascinanti dagli umani, che trovavano la loro incredibile somiglianza con i suini terrestri fonte di ilarità, se non di disgusto; ma i futili giudizi estetici lasciavano il posto a considerazioni più nobili e profonde quando si ricordava che Tellar era uno dei membri fondatori della Federazione.
    Gli altoparlanti della plancia della Braben riportarono la voce di Tiica prima che Knight potesse formulare un saluto di circostanza:
    - Benvenuto alla Base Stellare 137 capitano Knight. La puntualità della sua nave è impressionante. - disse il tellarita con la voce gutturale tipica del suo popolo, sorridendo.
    = Dunque è già tutto programmato.... = pensò tra sé il capitano.
    - Il Comando della Flotta Stellare ha dato disposizioni precise, e desidererebbe velocizzare le procedure per permettere alla Braben di ripartire per la Terra nel più breve tempo possibile. Il capitano Simron attende di essere trasportato a bordo per i passaggi formali e la cerimonia di insediamento.
    = Così presto?? = si chiese il comandante, addolorandosi per il poco tempo a disposizione.
    - A quel punto lei sarà gradito ospite della stazione in attesa dell'arrivo della Unicorn; potrebbe anche esserci il tempo per una breve visita sulla superficie del pianeta che, mi creda, è un posto meraviglioso. -
    - Tutto chiaro, comandante. Disponga il trasporto del capitano Simron tra quaranta minuti. Ci prepareremo ad accoglierlo con il massimo degli onori. - rispose Knight cercando di mantere un timbro di voce naturale e disinvolto.
    - Perfetto, capitano. A presto. Tiica, chiudo -
    Il volto del tellarita sparì e la vista dell'interno dell'hangar tornò a riempire lo schermo principale.
    Il capitano si sentiva come quando all'Accademia della Flotta Stellare il professor Grover anticipava le date degli esami, togliendo agli studenti quei pochi giorni preziosi in cui ognuno si riproponeva di colmare le lacune.
    Emise un sospiro, si alzò stancamente in piedi e si diresse al turbo-ascensore, dopo essersi rivolto al proprio Primo Ufficiale:
    - Dia disposizioni perchè tutti gli ufficiali superiori indossino l'alta uniforme e si preparino ad accogliere il capitano Simron. Faccia allestire il bar di prora per il passagio di consegne e la cerimonia di insediamento, e si faccia trovare in sala teletrasporto 3 tra quaranta minuti. -
    Ciò detto, lasciò che il turbo ascensore lo portasse al proprio alloggio.

    Il capitano Knight partecipò alla cerimonia in stato di trance, come se la propria mente si fosse distaccata del corpo. Strinse la mano a Simron, gli rivolse auguri calorosi, pronunciò un discorso di commiato e ascoltò a sua volta quello del nuovo capitano in uno stato di semi-incoscienza, mentre i suoi pensieri volavano altrove; e prima che se ne potesse rendere conto, la Braben non era più sua. Quando tutti i partecipanti alla cerimonia iniziarono a defluire dal bar di prora, il capitano declinò l'invito cortese di Simron, che si offriva di fare assieme a lui la strada fino a quello che una volta era stato il suo alloggio (e che Knight aveva già prontamente liberato dai propri effetti personali). Decise invece di rimanere ad osservare, attraverso i grandi vetri panoramici, le navette di manutenzione che effettuavano una serie di controlli di routine su tutte le navi che attraccavano alla Base Stellare. In quel preciso istante, uno di quei piccoli shuttle stava spazzando lo scafo di una grande nave di classe Ambassador con quello che Knight sapeva essere un fascio polarizzato di greoni pesanti, allo scopo di rimuovere le particelle radioattive di cui la permanenza nella vicinanze di una stella favoriva l'accumulo.
    Il capitano seguì l'operazione per tutti i venti minuti necessari al suo completamento, dopo di che decise che era infine giunto il momento di sbarcare sulla stazione, non prima di aver rivolto un ultimo saluto a quei membri dell'equipaggio che gli erano particolarmente cari. Imboccato il corridoio che lo avrebbe condotto al turbo-ascensore più vicino, l'interfono diffuse nell'aria una comunicazione di servizio:
    - La presenza del capitano Knight è richiesta sul ponte ologrammi. -
    Era indubbiamente la voce del comandante Reggen, che doveva aver preparato una festa di addio qualche tipo.
    = Pessima idea = pensò tra sé il capitano, che odiava la mondanità e la folla.
    Giunto però al turbo-ascensore, il capitano indicò al computer il ponte che ospitava la sala ologrammi e, una volta che le porte si furono aperte, vi si diresse.
    All'esterno delle massicce porte stagne del ponte ologrammi regnava il silenzio; il pannello di controllo sulla destra indicava chiaramente che il generatore olografico era in funzione, ma le proprietà del programma attivo in quel momento erano state nascoste. A Knight non restò altro che attivare i controlli e aprire le porte.
    Fu il caos.
    Il capitano si accorse con terrore che almeno duecento persone, abbigliate in modo decisamente bizzarro, si contorcevano e si dimenavano al ritmo frenetico e martellante di una sorta di musica di intrattenimento dal gusto leggermente retrò. L'ambiente era semibuio, illuminato soltanto da un gruppo di dispositivi appesi al soffitto che diffondevano nell'ambiente fasci di luce colorata e intermittente, dall'effetto quasi ipnotico.
    Taroina emerse dalla folla e si diresse verso di lui. La prima cosa che il capitano notò fu il suo abbigliamento........decisamente sconveniente, paurosamente succinto e sicuramente non regolamentare.
    - Venga capitano! Tutto questo è per lei! - disse la ragazza, mentre con espressione ilare ed estatica afferrava il polso di Knight e tirava per trascinarlo all'interno della sala ologrammi.
    - No no no, mia cara ragazza. - disse il capitano facendo resistenza.
    - Oh...su! sono sicura che non ha mai fatto nulla del genere in vita sua, vero? - disse raggiante Taroina.
    - Certo che no. E ci mancherebbe altro! - replicò il capitano, intuendo la catastrofe che stava per travolgerlo.
    - Allora colga l'occasione finchè può, prima che gli impegni la schiaccino! - disse, per poi strattonare il braccio del capitano con tutta la forza che possedeva.
    Knight pensò a quello che avrebbero detto i suoi antenati, tra i quali si contavano anche fedeli servitori della vecchia Casa Reale. Tuttavia non oppose troppa resistenza a Taroina e si fece inghiottire dalla massa, mentre le porte massicce della sala ologrammi si chiudevano alle sue spalle con un rumore idraulico.



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