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IN VIAGGIO di Luigi Russo - Marco Dalmonte
2 febbraio 1999

    Diario del Primo Ufficiale Scientifico
    Data Stellare 9901.18
    Registrazione del Tenente Comandante Quill Voorr


    Quill si svegliò di malumore.

    Non che il dormire gli fosse stato di qualche giovamento, comunque; dopo l'increscioso incidente successo il giorno prima in sala riunioni, durante il quale aveva minacciato la sua squadra scientifica e la Dottoressa Selenjak con il suo phaser d'ordinanza (seppure, a quanto pareva, sotto l'influenza nefanda di un misterioso virus), una sensazione di inadeguatezza si era impadronita di lui, e non accennava ad andarsene.

    Nell'alzarsi dal letto ebbe un pericoloso attacco di vertigini, che lo fecero barcollare; "Gran bella idea, quella di affogare i miei problemi nel Whisky Arturiano..." pensò; "Stupidostupidostupido!"

    Nemmeno una lunga doccia ebbe l'effetto sperato; Quill era sveglio, vestito e pronto a riprendere il lavoro... ma non se la sentiva di farlo.

    "Ho perforato lo scafo della nave e distrutto uno dei computer d'emergenza", rifletteva durante il tragitto, "per dare la caccia ad uno stupido virus informatico... il quale, viste le mie referenze, avrei dovuto mangiarmi a colazione. Ho provocato, indirettamente o meno, la morte di Shiron solo per non andare sotto i ferri della Dottoressa Selenjak, che pure è premio Nobel per la medicina... Ed ora, ho quasi ammazzato una decina di persone in preda ad un dannato virus schizoide!"

    Quill si fermò, davanti alla porta che dava nella sezione scientifica.

    "Forse dovrei farmi assegnare ad un lavoro d'ufficio, magari in una placida e tranquilla stazione spaziale di periferia, o - perchè no? - sul mio pianeta natale..."

    Anni di vita passarono come un lampo nella mente di Quill; la sua infanzia di Andoria, il suo duro tirocinio come Guerriero Ru'Kal, il suo scontro con il Grendel e con suo Padre, la sua promessa...

    "Ho sempre saputo che la vita nella Flotta Stellare non sarebbe stata facile; ne ho avuto conferma un milione di volte, quando ero al comando del Capitano McGuinness, sulla "Garrett", e ne sto avendo conferma adesso. Se non sono in grado di affrontare queste difficoltà, allora la mia presenza a bordo di questa nave non può essere altro che un intralcio, e la mia assegnazione ad un compito di secondaria importanza è inderogabile."

    "La domanda è: Mi sento in grado di affrontare, al massimo delle mie capacità, le attuali circonstanze, la possibile ed anzi probabile ostilità delle persone che troverò oltre quella porta, l'eventuale inchiesta sul mio comportamento, ed altre cose, magari più terribili ancora, che potranno accadermi in futuro... pur di continuare a prestare servizio su di una nave della Flotta stellare, e viaggiare tra le stelle?"

    Quill esitò, prese un profondo respiro, poi fece un passo avanti.

    La porta si aprì sussurrando, e Quill si ritrovò nella <<sua>> sezione scientifica; i computers stavano mormorando i loro dialoghi fatti di numeri ed equazioni, ed i membri del personale erano seduti ai loro posti. Eppure...

    Quill avvertì immediatamente che qualcosa non andava. L'atmosfera della stanza era quasi palpabile, e Quill poteva sentire gli sguardi di ognuno dei presenti volti su di lui, anche se in effetti essi non lo stavano guardando direttamente... non con gli occhi, perlomeno.

    Passarono alcuni terribili secondi d'immobilità, durante i quali Quill si rese conto che non avrebbe mai e poi mai potuto non solo lavorare, ma nemmeno vivere in un ambiente che lo considerava indegno della carica che attualmente ricopriva. Un pesante velo di tristezza calò su di lui.

    Alla fine il Tenente Drash smise di fingere di esaminare con morboso interesse lo schermo dei sensori secondari di coda (che comunque erano disattivati), e si volse verso Quill. Il suo sguardo era impenetrabile.

    "Comandante Quill..." disse, scegliendo con cura le parole, "Le spiacerebbe molto decidersi una buona volta a guardare alla sua destra?"

    Quill girò perplesso le antenne nella direzione indicata, ed un attimo dopo di volse a destra come se fosse stato colpito da una fucilata.

    Fissata sulla parete accanto alla porta d'entrata, vi era una piccola teca di metallo, con una parete trasparente. Su di essa, vi era una scritta: "IN CASO DI NECESSITA' ROMPERE IL VETRO".

    La teca conteneva un phaser.

    Una manciata di secondi dopo, tutti i membri dell'equipaggio che si trovarono a passare entro dieci metri dalla sezione scientifica poterono udire le risate.


    Diario dell'Ufficiale Esecutivo
    Data Stellare 9900.80
    Registrazione del Tenente Comandante Tomeron Dhek


    Il viaggio verso la Base Stellare 137 si sta svolgendo senza particolari intoppi. In attesa che il Comandante Kraar riprenda appieno le forze e rientri in servizio attivo, il Comandante Voorr ha assunto l'incarico di facente funzioni di capitano, e in qualità di ufficiale più anziano a bordo, sono attualmente Primo Ufficiale della nave. Una posizione che tutto sommato non mi dispiace.

    Ho risistemato i turni delle sezioni scientifica, tecnica e di sicurezza d'accordo con i capi dei vari settori in seguito all'imbarco dei nuovi arrivati e sto preparando un rapporto dettagliato sullo stato della nave, assistito dal Tenente Newport, e una scheda sullo stato di servizio dell'equipaggio con note lasciatemi dal Capitano Sortyn da consegnare al nuovo capitano una volta imbarcato a bordo. E' mia intenzione far sì che abbia subito una buona impressione della nave e dei suoi ufficiali, e la collaborazione che mi stanno offrendo rende giustizia alle valutazioni più che positive del Capitano Sortyn.

    Curioso. Sono su questa nave da appena una settimana, e già ho visto l'avvicendamento al comando tra due capitani, un paio di assalti del Dominio e un matrimonio con relativa festa di commiato. Mi domando se questo sia l'effettivo tenore di vita sulla Unicorn, perché in questo caso sono sicuro che avrò bisogno di almeno due vite per riuscire a tenere il passo con tutti questi avvenimenti. Non che questo sia un problema, comunque.

    Ho avuto modo di riflettere durante il viaggio verso la base 137, e solo ora mi rendo conto che ho commesso senza volerlo un grave torto a cui non ho ancora riparato. Credo sia giunto il momento di farlo.

    Ore 21.00
    Ponte 15


    Fino all'ultimo momento era stata incerta se avrebbe accettato o meno l'invito. Non che avesse paura di qualcosa in particolare, ma gli avvenimenti dell'ultima settimana l'avevano un po' scombussolata e non sapeva più bene con chi aveva a che fare. Ciononostante ora si trovava a camminare lungo il corridoio diretta al luogo dell'appuntamento senza nemmeno accorgersene. I suoi piedi la stavano conducendo là senza che il suo cervello volesse veramente opporsi. Era curiosa, forse questo era stato il motivo che l'aveva indotta a recarsi lì. Di cosa avrebbe dovuto parlarle il trill una volta finito il suo turno giornaliero? Si trattava ancora di questioni di sicurezza? O era qualcosa di più.. importante?

    Il guardiamarina Taylor si fermò di fronte all'alloggio del Comandante Dhek e si stirò l'uniforme prima di suonare. La porta si aprì e la accolse il sorriso disarmante del giovane trill, vestito con una semplice tunica di cotone decorata con motivi floreali e cinta in vita da una fusciacca. "La prego, si accomodi." La invitò Dhek con un lieve inchino, scostandosi un poco di modo che potesse vedere l'interno del suo alloggio. Il tavolo al centro della stanza era apparecchiato per due persone e un buon profumo di vitello arrosto mescolato ad essenze bajoriane riempiva la stanza. La ragazza rimase sulla porta interdetta, mentre il trill continuava a fissarla ora divertito.
    "Non capisco, signore..." balbettò lei.
    "Sbaglio o io le devo ancora una cena?" la ragazza lo fissò senza capire.
    "Ma non si preoccupi, questa volta le prometto che non ci saranno mutaforma a rovinare la serata. Non sarà paragonabile alla festa del Capitano, ma volevo comunque scusarmi con lei per averle dato buca.." la ragazza scoppiò a ridere senza lasciarlo finire, e Dhek si unì a lei dopo qualche secondo.
    Una volta ricompostasi, il guardiamarina Taylor fissò Dhek dritto negli occhi, e ancora trattenendo a stento le risa esordì:
    "La perdono ad una sola condizione: che ci del buon vino andoriano a condire il tutto."
    "Mia cara," rispose Dhek avvicinandosi a tavolo e scoprendo una bottiglia nascosta da un tovagliolo "un ufficiale esecutivo che si rispetti sa perfettamente quali sono i gusti del suo equipaggio. Specie quando deve invitarne a cena i membri." La forma della bottiglia e il colore del liquido al suo interno indicavano chiaramente che si trattava proprio di liquore andoriano.
    Ringraziando mentalmente il mutaforma per avere mandato all'aria il suo precedente appuntamento, la ragazza entrò e le porte si richiusero dietro di lei.


    Diario del Primo Ufficiale Scientifico
    Data Stellare 9902.03
    Registrazione del Tenente Comandante Quill Voorr


    Tra 48.3 ore, dovremmo arrivare alla Base Stellare 137.

    Dopo tutto il trambusto dei giorni passati, questo viaggio, che sino ad ora si è dimostrato tranquill e rillassato, è stata una vera benedizione: il morale e l'efficenza dell'intero equipaggio mostrano una decisa ripresa, ed in particolare, il personale di plancia, che era stato coinvolto in "prima linea" nelle varie emergenze, si sta godendo un meritato periodo di relax. Benedetta Routine.

    Parlando in prima persona, e (finalmente) a mente fredda, sto realizzando quanto, lo stress da me accumutalo dalla missione AAII sino alla partenza da Betazed, stesse minando la mia efficenza professionale, e la mia stessa personalità; sebbene sia sempre stato fermamente contrario a farmi fare un'uniforme refrigerante, per mantenere la mia temperatura corporea sui 17°C in ogni situazione, ed avere così sempre il pieno controllo di mè stesso, sempre più spesso mi ritrovo a pensare a come sarebbero potute andare le cose se la carica emotiva di quei momenti non avesse potuto influenzare (come di fatto è stato) le mie azioni.

    Parlando di azioni influenzate, il Comandante Kraar è finalmente uscito dal coma rigenerativo, e sta recuperando le forze. Attualmente sta seguendo una serie di trattamenti riabilitativi psico-motori assegnatagli dalla Dottoressa Selenjak, e valuto che sarà quantomeno all'80% delle sue piene potenzialità entro il nostro arrivo alla base.

    A quanto pare, nessun ricordo delle passate esperienze di sabotatore è rimasto nella sua mente, indice che la sua coscienza era stata completamente bypassata e resa inoperativa, ma nonostante ciò, pur non essendo io uno psicologo, vi sono segni che il Comandante stia attribuendosi colpe che non ha. Tipico degli Umani.

    Questo, mi porta a valutare ancora una volta il problema della mancanza di un Consigliere a bordo della nave; in più di un'occasione, un valido sostegno morale e psicologico, specie nei momenti di maggiore stress, avrebbe sortito un benefico effetto, impedendoci, forse, di commettere alcuni degli errori che facemmo. Mi piacerebbe parlare di questo con il nuovo Capitano, ma immagino che il passaggio di consegne ed il periodo di adattamento alla "Unicorn" saranno già abbastanza duri di per sè...

    Pensavo anche alla Dottoressa Selenjak; a conti fatti, la sua introduzione a bordo della "Unicorn" è avvenuta in maniera assai poco ortodossa, per non dire proprio forzata, e proprio a causa di ciò, ella non figura ufficialmente tra l'equipaggio, ma tra i civili.

    Questo mi porta a temere, che una volta raggiunta la base spaziale, la Dottoressa chieda, con tutte le ragioni di questo mondo, di sbarcarvi e tornare alle sue precedenti occupazioni.

    Professionalmente parlando, sarebbe una grossa perdita per la "Unicorn": la Dottoressa Selenjak è l'unico medico le cui capacità possano rivaleggiare con quelle del Dottor Altekor Kreos, con il quale ho a lungo lavorato sulla "U.S.S. Garrett", e che reputo un mio buon amico.

    Personalmente parlando, invece, non posso nascondere a me stesso una crescente simpatia e stima nei confronti della Vulcaniana; la mia educazione ed i miei studi, mi hanno portato ad apprezzare l'efficenza e la professionalità come doti rare, e la Dottoressa ne possiede in quantità, anche se (purtroppo), la sua vera personalità risulta schiacciata sotto il peso della logica. Peccato.

    Da diverso tempo, non ho più avuto l'occasione di gironzolare per il bar di prora; avrei veramente voglia di scambiare due chiacchere con O'Broinn, Krugar, Dhek... persino il Tenente Newport, ora che l'ho potuto vedere in azione, mi appare in una nuova e migliore luce!

    Oh, beh... c'è ancora un po' di tempo, dopotutto... l'attività nella sezione scientifica, ora che l'efficenza è tornata al 100%, può proseguire anche senza il mio diretto intervento, ed i turni in plancia, che noi ufficiali anziani stiamo facendo a sostituzione del Capitano Sortyn, non sono poi così pesanti...

    Ho deciso! Dal momento che le relazioni personali sono importanti quanto quelle professionali, quest'oggi lo dedicherò totalmente a loro!

    Ho intenzione di andare al bar di prora, alla sezione tecnica, in infermeria... voglio riallacciare tutte quelle amicizie più o meno accentuate che lo scorso periodo mi ha fatto trascurare!



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