Questo post ha luogo prima degli eventi narrati in "Le Luci della Città"
>Il Capitano attivo' il proprio comunicatore:
>- Knight a Krugar. - La voce del tenente Krugar risuono' dagli
>altoparlanti >della plancia.
>- Qui' Krugar. -
>- Qual e' l'attuale situazione della squadra di sbarco? -
>- Ci accingiamo a lasciare il centro operativo per la vicina metropoli,
>>signore.-
>- Qualche altro problema con la fauna locale? -
>- No, signore. La situazione e' sotto controllo. - - Bene. Purtroppo abbiamo
>una situazione di emergenza su Chamersis II. Dopo lo sbarco, si e' interrotta
>ogni comunicazione con la squadra di ricognizione, e la
>Shyron Yurik e' in balia di una violenta tempesta che potrebbe seriamente
>danneggiarla. Siamo costretti a fare rotta per il secondo pianeta, nella
>speranza di poter recuperare squadra e navetta. Dica al tenente Newport
>che mi dispiace rischiare di vanificare la splendida manovra che ci aveva
>consentito di arrivare fin qui' senza destare il minimo sospetto;
>speriamo che i locali non siano in grado di rilevarci. Nel frattempo,
>avete i piu' ampi poteri decisionali. Tutto chiaro? -
>- Certo signore. Faremo del nostro meglio. -
>- Mi fa piacere sentirglielo dire, tenente. Knight, chiudo. -
Nel piccolo ambiente che avevano adottato come saletta comune, le parole
del capitano erano rimaste congelate nell'aria. In teoria la squadra su C2
avrebbe dovuto avere il compito meno rischioso anche se più complicato, ora
invece le cose sembravano essersi capovolte. Newport smise di calibrare un
tricorder per osservare l'espressione del tenete Krugar. La loro presenza
sul pianeta avrebbe dovuto essere puramente marginale. Il vero lavoro
sarebbe spettato ad una squadra specializzata che avrebbe preso contatto
con la popolazione, studiato le motivazioni del progetto chamersiano e
cercato di porre rimedio. Un paio di ingegneri, un ufficiale della
sicurezza, un dottore e qualche generico, difficilmente avrebbero avuto
voce in capitolo. Invece era quello che era appena accaduto.
Krugar letteralmente fremeva. Come tutti, aveva sentito nella voce del
capitano una nota di emergenza e probabilmente pensava che sarebbe dovuto
stare in plancia e non al comando di una squadra di sbarco poco preparata.
Probabilmente irritato, con un colpo secco afferrò un phaser e prese a
controllarlo. Quel gesto sembrava rassicurarlo. Nonostante fosse un
mezzosangue, il comandante aveva tutto l'aspetto e le emozioni di un
klingon. Controllare che il suo piccolo mondo fosse in ordine e sotto
controllo era probabilmente la sola cosa che potesse fare in quel momento.
Poi si scosse, si rendeva conto della situazione e disse.
-Bene. A quanto pare dovremo fare noi tutto il lavoro, suggerimenti?-
Selenjak, velocemente richiamò sul monitor la piantina della città vicina.
-Questa é Vengim. Secondo i dati che abbiamo in nostro possesso, la
principale citta di questa parte del continente. Noi ci troviamo a poca
distanza, qui, in quella che pare una zona protetta e per questo poco
frequentata.-
-Ma in città le cose cambieranno radicalmente. È un grosso centro urbano,
molto affollato secondo le stime. Dovremo per forza adottare un
camuffamento per passare inosservati.-
-Nessun problema,- rispose il dottore. -Abbiamo la necessaria attrezzatura.
Semmai il problema maggiore saranno le particolarità fisiche che non
potremo camuffare.-
Con un tatto eccezionale, la dottoressa aveva evitato di fare nomi ma tutti
si girarono verso il comandante Krugar che con la sua altezza dominava
tutti. Questi li guardò poi disse risoluto.
-Indosserò una tuta occultante. Dovremmo averne in dotazione. Abbiamo già
un bersaglio?-
Per i klingon tutto sembrava ridursi ad una guerra.
Selenjak non sembrava essere comunque toccata da quella nuova impostazione
della cosa e mostrò un dpad sulla quale si vedeva il volto di un aborigeno.
-Costui é Jeer Roines, Governatore Delegato di Ornamio. Il progetto sembra
essere una sua personale creatura. Secondo logica, dovrebbe essere la
persona più qualificata che dovremmo contattare ed avvertire del pericolo
che corre il pianeta quando entreranno in funzione gli specchi orbitanti.
Non sarà un compito facile trovarlo, la città é grande ma cercare di
convincere qualcun altro, sarebbe uno spreco di risorse.-
Newport aveva ascoltato con attenzione e stava studiando la cartina della
città quando ebbe un idea e accese una periferica su una consolle laterale.
Era il momento di darsi da fare al massimo delle sue capacità.
Era chiaro che la situazione si era presentata piuttosto rischiosa. In caso
di emergenza, come capo ingegnere, il suo posto era in sala macchina e in
questo condivideva i sentimenti del capo della sicurezza. In più c'era
anche l'aspro pensiero che se fosse successo qualcosa alla nave, tutti loro
sarebbero rimasti bloccati in territorio ostile con scarse probabilità di
un salvataggio a breve termine.
Brutti pensieri su cui indulgiare.
-L'ho trovato.- disse dopo qualche minuto.
Il capo medico e Krugar si avvicinarono alla postazione di Newport che
mostrava un lungo listato di nomi e cifre.
-Cosa? - Chiese il capo della sicurezza.
-Jeer Roines. Governatore Delegato, uffici del, Abitazione del.
L'interfaccia abusiva che abbiamo attivato con il sistema cibernetico
locale funziona perfettamente e sono riuscito a inserirmi in un
indirizzario ufficiale. L'edificio si trova a non più di qualche chilometro
da qui, presso il centro della città.-
-Bene, rispose il klingon. Potremmo teleportarci direttamente sul luogo ed
evitare di esporci.-
A quel punto vennero raggiunti dal tenente Morgan che aveva recuperato la
tuta occultante per Krugar.
-Non credo che possa essere una buona idea.- disse.
Alla muta domanda dei suoi colleghi, continuò.
-L'atmosfera urbana é fortemente inquinata da onde elettromagnetiche
causate dalla rete energetica e dai sistemi elettronici usati dai
chamersiani. I Chamersiani probabilmente non ne risentono ma il nostro
teletrasporto potrebbe avere dei problemi nel focalizzare il punto di
arrivo. Per poterlo usare con sicurezza dovremmo ricalibrarlo e tenere
conto delle interferenze. Ci potrebbero volere delle ore, più di sei.-
Newport assentì con il suo ingegnere nonostante l'evidente disappunto del
comandante.
-Cosa dobbiamo fare allora, attraversare tutta la boscaglia? Il tempo
stringe e ci vorrebbero delle ore solo per raggiungere la periferia
dell'abitato.-
-Non necessariamente. Il campo di disturbo é limitato solo al centro di
Vengim, dove probabilmente ci sono la maggior parte delle attrezzature
elettroniche. Ci potremmo teleportare in un luogo sicuro della periferia e
da lì prendere un mezzo pubblico per il centro. Sarebbe il mezzo più
sicuro.-
-È possibile?- chiese la dottoressa.
-Senza nessun problema.- intervenne Newport -Qui ho anche la mappa dei
servizi pubblici e questi servono la città capillarmente.-
-Facciamolo allora.- Sentenziò il Klingon. -Andremo io, la dottoressa, Il
tenente Newport e il guardiamarina Peevel. Dottoressa in quanto tempo può
camuffarci?-
-Per gli altri trenta, quaranta minuti, per lei ci vorrà più tempo.-
Krugar rifletté su questo.
-Daccordo, cominci con me mentre gli altri si occuperanno di replicare il
vestiario adatto. Veda di fare un buon lavoro. Proprio non vorrei indossare
quella tuta. Mi renderebbe meno efficiente-
-Vedremo.- rispose Selenjak.
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