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SU CHAMERSIS . . . di Aristide Gorizia
11 ottobre 1999

    Questo post ha luogo prima degli eventi narrati in "Le Luci della Città"

    >Il Capitano attivo' il proprio comunicatore:
    >- Knight a Krugar. - La voce del tenente Krugar risuono' dagli
    >altoparlanti >della plancia.
    >- Qui' Krugar. -
    >- Qual e' l'attuale situazione della squadra di sbarco? -
    >- Ci accingiamo a lasciare il centro operativo per la vicina metropoli,
    >>signore.-
    >- Qualche altro problema con la fauna locale? -
    >- No, signore. La situazione e' sotto controllo. - - Bene. Purtroppo abbiamo
    >una situazione di emergenza su Chamersis II. Dopo lo sbarco, si e' interrotta
    >ogni comunicazione con la squadra di ricognizione, e la
    >Shyron Yurik e' in balia di una violenta tempesta che potrebbe seriamente
    >danneggiarla. Siamo costretti a fare rotta per il secondo pianeta, nella
    >speranza di poter recuperare squadra e navetta. Dica al tenente Newport
    >che mi dispiace rischiare di vanificare la splendida manovra che ci aveva
    >consentito di arrivare fin qui' senza destare il minimo sospetto;
    >speriamo che i locali non siano in grado di rilevarci. Nel frattempo,
    >avete i piu' ampi poteri decisionali. Tutto chiaro? -
    >- Certo signore. Faremo del nostro meglio. -
    >- Mi fa piacere sentirglielo dire, tenente. Knight, chiudo. -


    Nel piccolo ambiente che avevano adottato come saletta comune, le parole del capitano erano rimaste congelate nell'aria. In teoria la squadra su C2 avrebbe dovuto avere il compito meno rischioso anche se più complicato, ora invece le cose sembravano essersi capovolte. Newport smise di calibrare un tricorder per osservare l'espressione del tenete Krugar. La loro presenza sul pianeta avrebbe dovuto essere puramente marginale. Il vero lavoro sarebbe spettato ad una squadra specializzata che avrebbe preso contatto con la popolazione, studiato le motivazioni del progetto chamersiano e cercato di porre rimedio. Un paio di ingegneri, un ufficiale della sicurezza, un dottore e qualche generico, difficilmente avrebbero avuto voce in capitolo. Invece era quello che era appena accaduto.

    Krugar letteralmente fremeva. Come tutti, aveva sentito nella voce del capitano una nota di emergenza e probabilmente pensava che sarebbe dovuto stare in plancia e non al comando di una squadra di sbarco poco preparata.

    Probabilmente irritato, con un colpo secco afferrò un phaser e prese a controllarlo. Quel gesto sembrava rassicurarlo. Nonostante fosse un mezzosangue, il comandante aveva tutto l'aspetto e le emozioni di un klingon. Controllare che il suo piccolo mondo fosse in ordine e sotto controllo era probabilmente la sola cosa che potesse fare in quel momento. Poi si scosse, si rendeva conto della situazione e disse.
    -Bene. A quanto pare dovremo fare noi tutto il lavoro, suggerimenti?-
    Selenjak, velocemente richiamò sul monitor la piantina della città vicina.
    -Questa é Vengim. Secondo i dati che abbiamo in nostro possesso, la principale citta di questa parte del continente. Noi ci troviamo a poca distanza, qui, in quella che pare una zona protetta e per questo poco frequentata.-
    -Ma in città le cose cambieranno radicalmente. È un grosso centro urbano, molto affollato secondo le stime. Dovremo per forza adottare un camuffamento per passare inosservati.-
    -Nessun problema,- rispose il dottore. -Abbiamo la necessaria attrezzatura. Semmai il problema maggiore saranno le particolarità fisiche che non potremo camuffare.-
    Con un tatto eccezionale, la dottoressa aveva evitato di fare nomi ma tutti si girarono verso il comandante Krugar che con la sua altezza dominava tutti. Questi li guardò poi disse risoluto.
    -Indosserò una tuta occultante. Dovremmo averne in dotazione. Abbiamo già un bersaglio?-
    Per i klingon tutto sembrava ridursi ad una guerra.
    Selenjak non sembrava essere comunque toccata da quella nuova impostazione della cosa e mostrò un dpad sulla quale si vedeva il volto di un aborigeno.
    -Costui é Jeer Roines, Governatore Delegato di Ornamio. Il progetto sembra essere una sua personale creatura. Secondo logica, dovrebbe essere la persona più qualificata che dovremmo contattare ed avvertire del pericolo che corre il pianeta quando entreranno in funzione gli specchi orbitanti. Non sarà un compito facile trovarlo, la città é grande ma cercare di convincere qualcun altro, sarebbe uno spreco di risorse.-
    Newport aveva ascoltato con attenzione e stava studiando la cartina della città quando ebbe un idea e accese una periferica su una consolle laterale. Era il momento di darsi da fare al massimo delle sue capacità.
    Era chiaro che la situazione si era presentata piuttosto rischiosa. In caso di emergenza, come capo ingegnere, il suo posto era in sala macchina e in questo condivideva i sentimenti del capo della sicurezza. In più c'era anche l'aspro pensiero che se fosse successo qualcosa alla nave, tutti loro sarebbero rimasti bloccati in territorio ostile con scarse probabilità di un salvataggio a breve termine.

    Brutti pensieri su cui indulgiare.

    -L'ho trovato.- disse dopo qualche minuto.
    Il capo medico e Krugar si avvicinarono alla postazione di Newport che mostrava un lungo listato di nomi e cifre.
    -Cosa? - Chiese il capo della sicurezza.
    -Jeer Roines. Governatore Delegato, uffici del, Abitazione del. L'interfaccia abusiva che abbiamo attivato con il sistema cibernetico locale funziona perfettamente e sono riuscito a inserirmi in un indirizzario ufficiale. L'edificio si trova a non più di qualche chilometro da qui, presso il centro della città.-
    -Bene, rispose il klingon. Potremmo teleportarci direttamente sul luogo ed evitare di esporci.-
    A quel punto vennero raggiunti dal tenente Morgan che aveva recuperato la tuta occultante per Krugar.
    -Non credo che possa essere una buona idea.- disse.
    Alla muta domanda dei suoi colleghi, continuò.
    -L'atmosfera urbana é fortemente inquinata da onde elettromagnetiche causate dalla rete energetica e dai sistemi elettronici usati dai chamersiani. I Chamersiani probabilmente non ne risentono ma il nostro teletrasporto potrebbe avere dei problemi nel focalizzare il punto di arrivo. Per poterlo usare con sicurezza dovremmo ricalibrarlo e tenere conto delle interferenze. Ci potrebbero volere delle ore, più di sei.-
    Newport assentì con il suo ingegnere nonostante l'evidente disappunto del comandante.
    -Cosa dobbiamo fare allora, attraversare tutta la boscaglia? Il tempo stringe e ci vorrebbero delle ore solo per raggiungere la periferia dell'abitato.-
    -Non necessariamente. Il campo di disturbo é limitato solo al centro di Vengim, dove probabilmente ci sono la maggior parte delle attrezzature elettroniche. Ci potremmo teleportare in un luogo sicuro della periferia e da lì prendere un mezzo pubblico per il centro. Sarebbe il mezzo più sicuro.-
    -È possibile?- chiese la dottoressa.
    -Senza nessun problema.- intervenne Newport -Qui ho anche la mappa dei servizi pubblici e questi servono la città capillarmente.-
    -Facciamolo allora.- Sentenziò il Klingon. -Andremo io, la dottoressa, Il tenente Newport e il guardiamarina Peevel. Dottoressa in quanto tempo può camuffarci?-
    -Per gli altri trenta, quaranta minuti, per lei ci vorrà più tempo.- Krugar rifletté su questo.
    -Daccordo, cominci con me mentre gli altri si occuperanno di replicare il vestiario adatto. Veda di fare un buon lavoro. Proprio non vorrei indossare quella tuta. Mi renderebbe meno efficiente-
    -Vedremo.- rispose Selenjak.



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