CHAMERSIS II
Da qualche parte, sotto la superficie
= Molto........molto..........molto strano.......... =
Le energie erano agli sgoccioli. L'osservatore aveva ormai smesso di
estendere la propria coscienza fuori dal rifugio, e l'unico contatto che
ancora lo mantenesse legato al compito che originariamente gli era stato
affidato......alla propria missione, se cosi' si voleva intenderla, era un
filo sottile che si tendeva nel vuoto cosmico per milioni di chilometri
fino all'unica forma di vita intelligente che potesse consentirgli un
futuro sereno, conscio di aver fatto tutto il possibile per non deludere
chi aveva scelto nessun'altro se non lui.
Sembrava che le cose stessero andando per il verso giusto: i dispositivi
che il proprio contatto aveva escogitato, seppur frutto di un'idea
quantomeno discutibile, avrebbero potuto sortire un risultato positivo;
ancora qualche attimo di pazienza, e l'osservatore avrebbe compiuto
l'ultimo sforzo per indicargli di dare il via all'operazione.
Eppure........eppure negli ultimi tempi stava accadendo qualcosa di molto
strano: la situazione era stata perturbata in un modo che l'osservatore,
con le scarse risorse a disposizione, non era in grado di stabilire. Pareva
quasi che un oggetto estraneo, spinto attraverso lo spazio da una forma di
trasporto estremamente primitiva ma obiettivamente analoga a quella che la
sua razza utilizzava da tempo, si fosse significativamente avvicinato al
sistema.
La cosa non sarebbe stata di per se' negativa; la sua gente era sempre
ansiosa di cogliere elementi nuovi e spunti di riflessione in ogni contatto
con forme di vita sconosciute. Solo, questo era il momento meno opportuno
per farlo, e ogni perturbazione nella delicata operazione che l'osservatore
stava cercando di portare a termine avrebbe potuto essergli fatale.
Ma c'era dell'altro: qualcosa, o qualcuno, all'interno dell'oggetto
misterioso, pareva essere molto ricettivo nei suoi confronti. Quando ancora
era capace di estendere la propria coscienza, l'individuo in questione
aveva intercettato con estrema naturalezza i propri schemi di pensiero, e
per pochi attimi aveva rivelato i suoi all'osservatore.
Un'incredibile occasione di studio, persa per uno stupido errore nella
valutazione dei tempi evolutivi dei nativi!
Ma questa era la realta'; non c'era ne' tempo, ne' risorse per approfondire
l'aspetto culturale della questione: bisognava semplicemente evitare che
l'estraneo ostacolasse inavvertitamente la delicata operazione in corso.
E..........veramente curioso. L'osservatore non era solo!
Era quasi sicuro che qualcuno avesse messo piede sulla superficie del suo
habitat; di piu'............si stava avvicinando al nucleo operativo
centrale!
Troppe novita' in una volta sola, e troppa poca energia per padroneggiare
la situazione che si era venuta a creare; l'osservatore comincio' a temere
che il suo destino fosse segnato. Ma era inutile tormentarsi inutilmente.
Non poteva certo fermare gli inattesi visitatori, ne' poteva spiegare
all'oggetto estraneo la drammatica situazione in cui si trovava. Poteva
solo sperare che l'operazione proseguisse senza intoppi.
E l'unico essere vivente a cui potesse rivolgersi viveva sul terzo pianeta
del sistema, e aveva iniziato qualcosa che avrebbe condotto al successo, o
alla rovina finale.
CHAMERSIS III
Citta' di Vengim, capitale di Ornamio
Residenza privata del Governatore Delegato
Jeer Roines conduceva ormai da parecchi giorni un'esistenza eremitica.
Rapporti, moduli, prospetti, progetti e tutti gli altri documenti ufficiali
che potessero coinvolgere l'autorita' del Governatore Delegato giacevano
disordinatamente su qualsiasi superficie che fosse in grado di ospitarli.
Assieme ad essi, tre plichi spediti personalmente dalla Presidentessa
Rivett, ancora chiusi e sigillati, erano stati gettati tra i rifiuti
assieme a cartacce e scarti di cibo vecchi di giorni.
In altre circostanze, Jeer Roines non avrebbe certo snobbato in questo modo
la cara vecchia amica, e se fosse riuscito a trovare la forza mentale per
aprirli e leggerli forse qualcosa sarebbe cambiato.
Ma ora come ora, mentre l'RP continuava a suonare senza che nessuno si
decidesse almeno a spegnerlo, il Governatore Delegato di una delle maggiori
potenze economico/politiche del pianeta se ne stava seduto sul letto, con
la schiena poggiata alla parete e gli occhi fissi verso la veranda e lo
scorcio di citta' che si intravedeva attraverso di essa.
Da quando la creatura aveva smesso di tormentarlo, le sue condizioni non
erano migliorate affatto; anzi, il suo fisico pareva essersi completamente
prosciugato da ogni energia. Il dottor Foren aveva detto che era malato,
che aveva un disturbo neurologico grave ma trattabile.
Ogni volta che iniziava a crederci, all'interno di lui una scintilla
scoccava improvvisa, e tutti i turbinosi pensieri che avevano affollato la
sua mente negli ultimi tempi si facevano piu' vividi e pressanti.
A quel punto, il secondo pianeta del sistema e i congegni che aveva fatto
mettere in orbita con inganni e sotterfugi inimmaginabili si ripresentavano
chiari e cristallini di fronte ai propri occhi.
Il perche' non lo sapeva, e iniziava a pensare che non sarebbe mai riuscito
a capirlo. L'unica cosa certa era che l'importanza di quegli specchi era
capitale; qualcuno contava su di lui. Sospettava che si trattasse della
creatura, ma ora che quest'ultima aveva smesso di tormentarlo capi' che il
suo ruolo nella vicenda non poteva essere centrale.
Negli ultimi giorni ebbe modo di riflettere sui suoi rapporti con le
persone che gli volevano bene, e si rese conto di averli pericolosamente
incrinati, qualcuno forse definitivamente.
La presidentessa Rivett, innanzitutto: una cara donna, ma non stupida, e
sicuramente non disposta a sopportare le sue recenti stravaganze; senza
considerare che chi le stava attorno non sarebbe certo stato altrettanto
benevolo nei suoi confronti quanto avrebbe potuto esserlo l'anziana
presidentessa.
Rabbrividi' nuovamente nel ripensare al sogno in cui un veicolo Gilimiano
diretto verso gli specchi con l'intenzione di distruggerli veniva
completamente disintegrato dalla sua sola forza di volonta'; sarebbe
veramente arrivato a dare l'ordine di aprire il fuoco su un'unita'
Gilimiana? In condizioni normali certamente no, ma ora non avrebbe saputo
dare una risposta certa.
C'erano i suoi collaboratori e il collegio interno: gli organi politici
ornamiensi non avrebbero aspettato ancora molto per dichiararlo infermo di
mente e farlo destituire. La sua influenza sulle personalita' che contano
era molto forte, ma il limite era stato ormai superato da tempo.
E poi c'era Breni, suo partner, suo consigliere personale......la persona
piu' fidata che potesse avere; aveva troppo buon cuore per lasciarlo
perdere, ma il modo in cui la stava trattando lo intristiva piu' di
qualunque altra cosa che lo tormentasse in questo momento.
La sua vita andava a rotoli, e questo non avrebbe potuto evitarlo in alcun
modo. Poteva......doveva solo sperare che l'operazione sul secondo pianeta
fosse andata a buon fine prima che tutto il castello gli crollasse addosso.
Questi pensieri e questi schemi mentali scorrevano in continuazione nella
sua mente senza soluzione di continuita', come se il suo cervello fosse in
corto circuito.
Fino a quando qualcosa sembro' improvvisamente mutare:
= C'e' qualcosa? Che vuol dire che c'e' qualcosa? =
Scosse la testa violentemente ma non riusci' a togliersi dalla mente quella
semplice e banale constatazione.
C'era qualcosa.
Non si chiese chi glielo avesse detto e come avesse fatto a
comunicarglielo......queste erano domande alle quali si era rassegnato a
non avere risposta.
Penso' invece a cosa potesse essere questo "qualcosa".
Senti' un improvviso impulso a recarsi sul balcone e scrutare il cielo con
il proprio telescopio laser; il cielo era coperto......sapeva che era in
atto una violenta perturbazione in tutto il continente.........ma il
miracolo di elettronica che stava usando avrebbe funzionato ugualmente.
Spazzolo' avidamente tutta la volta celeste, alla frenetica ricerca di
"qualcosa" che sapeva esserci........da qualche parte.
Nulla.
Nulla di nulla.
Rientro' in casa, in preda ad una frustrazione che sentiva essere non sua.
Chiuse gli occhi e tento' di fare ordine nel caos mentale che gli
attanagliava il cervello, cercando di discernere almeno una delle voci che
si accavallavano tra i suoi pensieri.
Colse invece un'immagine.
Incredibile! Era appena percettibile, sfocata e nebulosa, ma era certo di
non averla mai vista prima in vita sua.
Che cosa poteva essere......qualcosa di metallico forse? Sembrava che il
sole lo illuminasse molto intensamente, forse perche' era nello spazio.
Ecco, si', era nello spazio! Le stelle erano numerosissime e si stagliavano
contro un cielo nero come la pece. E si vedeva anche un mondo azzurro,
bellissimo, che avrebbe anche potuto essere il proprio pianeta.
E c'era questa cosa che gli girava attorno...........in orbita? Oh, si',
molto probabile. Affascinante. Uno shuttle? No, piu' grande.
Un veicolo interplanetario gilimiano? Non sembrava proprio ne' della forma
ne' del colore giusti.
Qualcosa di alieno?
Accidenti....probabile. Molto probabile! Anzi, ne era sicuro.....o meglio,
chi gli aveva comunicato l'immagine ne era sicuro.
Provo', o gli vennero fatti provare, sentimenti contrastanti: una grande
gioia per un contatto con qualcosa di diverso, e una terribile apprensione
nei confronti di un'operazione delicata che la minima perturbazione avrebbe
potuto fare fallire.
Era triste pensarlo, ma quella cosa che se stava in orbita attorno al suo
pianeta poteva essere una terribile minaccia.
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