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GOTCHA! di Paolo Maroncelli
8 settembre 1999

    CHAMERSIS II
    Da qualche parte, sotto la superficie

    = Molto........molto..........molto strano.......... =

    Le energie erano agli sgoccioli. L'osservatore aveva ormai smesso di estendere la propria coscienza fuori dal rifugio, e l'unico contatto che ancora lo mantenesse legato al compito che originariamente gli era stato affidato......alla propria missione, se cosi' si voleva intenderla, era un filo sottile che si tendeva nel vuoto cosmico per milioni di chilometri fino all'unica forma di vita intelligente che potesse consentirgli un futuro sereno, conscio di aver fatto tutto il possibile per non deludere chi aveva scelto nessun'altro se non lui.
    Sembrava che le cose stessero andando per il verso giusto: i dispositivi che il proprio contatto aveva escogitato, seppur frutto di un'idea quantomeno discutibile, avrebbero potuto sortire un risultato positivo; ancora qualche attimo di pazienza, e l'osservatore avrebbe compiuto l'ultimo sforzo per indicargli di dare il via all'operazione.

    Eppure........eppure negli ultimi tempi stava accadendo qualcosa di molto strano: la situazione era stata perturbata in un modo che l'osservatore, con le scarse risorse a disposizione, non era in grado di stabilire. Pareva quasi che un oggetto estraneo, spinto attraverso lo spazio da una forma di trasporto estremamente primitiva ma obiettivamente analoga a quella che la sua razza utilizzava da tempo, si fosse significativamente avvicinato al sistema.
    La cosa non sarebbe stata di per se' negativa; la sua gente era sempre ansiosa di cogliere elementi nuovi e spunti di riflessione in ogni contatto con forme di vita sconosciute. Solo, questo era il momento meno opportuno per farlo, e ogni perturbazione nella delicata operazione che l'osservatore stava cercando di portare a termine avrebbe potuto essergli fatale.

    Ma c'era dell'altro: qualcosa, o qualcuno, all'interno dell'oggetto misterioso, pareva essere molto ricettivo nei suoi confronti. Quando ancora era capace di estendere la propria coscienza, l'individuo in questione aveva intercettato con estrema naturalezza i propri schemi di pensiero, e per pochi attimi aveva rivelato i suoi all'osservatore. Un'incredibile occasione di studio, persa per uno stupido errore nella valutazione dei tempi evolutivi dei nativi!
    Ma questa era la realta'; non c'era ne' tempo, ne' risorse per approfondire l'aspetto culturale della questione: bisognava semplicemente evitare che l'estraneo ostacolasse inavvertitamente la delicata operazione in corso.

    E..........veramente curioso. L'osservatore non era solo!
    Era quasi sicuro che qualcuno avesse messo piede sulla superficie del suo habitat; di piu'............si stava avvicinando al nucleo operativo centrale!
    Troppe novita' in una volta sola, e troppa poca energia per padroneggiare la situazione che si era venuta a creare; l'osservatore comincio' a temere che il suo destino fosse segnato. Ma era inutile tormentarsi inutilmente. Non poteva certo fermare gli inattesi visitatori, ne' poteva spiegare all'oggetto estraneo la drammatica situazione in cui si trovava. Poteva solo sperare che l'operazione proseguisse senza intoppi.
    E l'unico essere vivente a cui potesse rivolgersi viveva sul terzo pianeta del sistema, e aveva iniziato qualcosa che avrebbe condotto al successo, o alla rovina finale.

    CHAMERSIS III
    Citta' di Vengim, capitale di Ornamio
    Residenza privata del Governatore Delegato

    Jeer Roines conduceva ormai da parecchi giorni un'esistenza eremitica.
    Rapporti, moduli, prospetti, progetti e tutti gli altri documenti ufficiali che potessero coinvolgere l'autorita' del Governatore Delegato giacevano disordinatamente su qualsiasi superficie che fosse in grado di ospitarli.

    Assieme ad essi, tre plichi spediti personalmente dalla Presidentessa Rivett, ancora chiusi e sigillati, erano stati gettati tra i rifiuti assieme a cartacce e scarti di cibo vecchi di giorni.
    In altre circostanze, Jeer Roines non avrebbe certo snobbato in questo modo la cara vecchia amica, e se fosse riuscito a trovare la forza mentale per aprirli e leggerli forse qualcosa sarebbe cambiato.

    Ma ora come ora, mentre l'RP continuava a suonare senza che nessuno si decidesse almeno a spegnerlo, il Governatore Delegato di una delle maggiori potenze economico/politiche del pianeta se ne stava seduto sul letto, con la schiena poggiata alla parete e gli occhi fissi verso la veranda e lo scorcio di citta' che si intravedeva attraverso di essa.

    Da quando la creatura aveva smesso di tormentarlo, le sue condizioni non erano migliorate affatto; anzi, il suo fisico pareva essersi completamente prosciugato da ogni energia. Il dottor Foren aveva detto che era malato, che aveva un disturbo neurologico grave ma trattabile.
    Ogni volta che iniziava a crederci, all'interno di lui una scintilla scoccava improvvisa, e tutti i turbinosi pensieri che avevano affollato la sua mente negli ultimi tempi si facevano piu' vividi e pressanti.
    A quel punto, il secondo pianeta del sistema e i congegni che aveva fatto mettere in orbita con inganni e sotterfugi inimmaginabili si ripresentavano chiari e cristallini di fronte ai propri occhi.

    Il perche' non lo sapeva, e iniziava a pensare che non sarebbe mai riuscito a capirlo. L'unica cosa certa era che l'importanza di quegli specchi era capitale; qualcuno contava su di lui. Sospettava che si trattasse della creatura, ma ora che quest'ultima aveva smesso di tormentarlo capi' che il suo ruolo nella vicenda non poteva essere centrale.

    Negli ultimi giorni ebbe modo di riflettere sui suoi rapporti con le persone che gli volevano bene, e si rese conto di averli pericolosamente incrinati, qualcuno forse definitivamente.
    La presidentessa Rivett, innanzitutto: una cara donna, ma non stupida, e sicuramente non disposta a sopportare le sue recenti stravaganze; senza considerare che chi le stava attorno non sarebbe certo stato altrettanto benevolo nei suoi confronti quanto avrebbe potuto esserlo l'anziana presidentessa.
    Rabbrividi' nuovamente nel ripensare al sogno in cui un veicolo Gilimiano diretto verso gli specchi con l'intenzione di distruggerli veniva completamente disintegrato dalla sua sola forza di volonta'; sarebbe veramente arrivato a dare l'ordine di aprire il fuoco su un'unita' Gilimiana? In condizioni normali certamente no, ma ora non avrebbe saputo dare una risposta certa.
    C'erano i suoi collaboratori e il collegio interno: gli organi politici ornamiensi non avrebbero aspettato ancora molto per dichiararlo infermo di mente e farlo destituire. La sua influenza sulle personalita' che contano era molto forte, ma il limite era stato ormai superato da tempo.
    E poi c'era Breni, suo partner, suo consigliere personale......la persona piu' fidata che potesse avere; aveva troppo buon cuore per lasciarlo perdere, ma il modo in cui la stava trattando lo intristiva piu' di qualunque altra cosa che lo tormentasse in questo momento.

    La sua vita andava a rotoli, e questo non avrebbe potuto evitarlo in alcun modo. Poteva......doveva solo sperare che l'operazione sul secondo pianeta fosse andata a buon fine prima che tutto il castello gli crollasse addosso.

    Questi pensieri e questi schemi mentali scorrevano in continuazione nella sua mente senza soluzione di continuita', come se il suo cervello fosse in corto circuito.
    Fino a quando qualcosa sembro' improvvisamente mutare:
    = C'e' qualcosa? Che vuol dire che c'e' qualcosa? =
    Scosse la testa violentemente ma non riusci' a togliersi dalla mente quella semplice e banale constatazione.
    C'era qualcosa.
    Non si chiese chi glielo avesse detto e come avesse fatto a comunicarglielo......queste erano domande alle quali si era rassegnato a non avere risposta.

    Penso' invece a cosa potesse essere questo "qualcosa".
    Senti' un improvviso impulso a recarsi sul balcone e scrutare il cielo con il proprio telescopio laser; il cielo era coperto......sapeva che era in atto una violenta perturbazione in tutto il continente.........ma il miracolo di elettronica che stava usando avrebbe funzionato ugualmente.
    Spazzolo' avidamente tutta la volta celeste, alla frenetica ricerca di "qualcosa" che sapeva esserci........da qualche parte.

    Nulla.
    Nulla di nulla.

    Rientro' in casa, in preda ad una frustrazione che sentiva essere non sua.
    Chiuse gli occhi e tento' di fare ordine nel caos mentale che gli attanagliava il cervello, cercando di discernere almeno una delle voci che si accavallavano tra i suoi pensieri.
    Colse invece un'immagine.

    Incredibile! Era appena percettibile, sfocata e nebulosa, ma era certo di non averla mai vista prima in vita sua.
    Che cosa poteva essere......qualcosa di metallico forse? Sembrava che il sole lo illuminasse molto intensamente, forse perche' era nello spazio. Ecco, si', era nello spazio! Le stelle erano numerosissime e si stagliavano contro un cielo nero come la pece. E si vedeva anche un mondo azzurro, bellissimo, che avrebbe anche potuto essere il proprio pianeta.
    E c'era questa cosa che gli girava attorno...........in orbita? Oh, si', molto probabile. Affascinante. Uno shuttle? No, piu' grande.
    Un veicolo interplanetario gilimiano? Non sembrava proprio ne' della forma ne' del colore giusti.
    Qualcosa di alieno?

    Accidenti....probabile. Molto probabile! Anzi, ne era sicuro.....o meglio, chi gli aveva comunicato l'immagine ne era sicuro.

    Provo', o gli vennero fatti provare, sentimenti contrastanti: una grande gioia per un contatto con qualcosa di diverso, e una terribile apprensione nei confronti di un'operazione delicata che la minima perturbazione avrebbe potuto fare fallire.

    Era triste pensarlo, ma quella cosa che se stava in orbita attorno al suo pianeta poteva essere una terribile minaccia.



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