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TEMPESTA DI SABBIA di Fabio Patricolo
6 agosto 1999

    Il Ten. O'Broinn avanzava silenziosamente aprendo la fila della carovana. Chissa' perche' ma pensava che la scelta di metterlo li' davanti avesse qualcosa a che fare con la sua figuraccia rimediata poco prima con il Com. Quill.

    Perche' doveva comportarsi sempre in modo cosi' inequivocabilmente poco professionale? Eppure aveva studiato bene tutti i rapporti che erano stati messi a disposizione della squadra... Avrebbe dovuto riflettere un po' di piu' prima di aprire quella sua dannatissima bocca.

    Lancio' uno sguardo dietro di se', sia per controllare di essere ancora vicino all'Andoriano (aveva fatto una promessa e intendeva mantenerla) sia perche' vpòeva verificare se l'espressione del comandante tradisse una qualche irritazione nei suoi confronti. Pia illusione! Anche senza quell'ingombrante casco, il volto dell'andoriano non avrebbe lasciato trapelare nessun segnale sul suo stato d'animo.

    L'irlandese continuo' allora a concentrarsi sui suoi strumenti e a muoversi lentamente lungo la retta che li avrebbe dovuti condurre all'origine del campo di smorzamento.

    Si guardo' intorno. Non c'era davvero nient'altro che sabbia. Una sabbia rossa e finissima in cui i suoi piedi sprofondavano rendendo difficile e piu' faticoso il cammino. Cio' nondimeno O'Broinn non aveva nessuna intenzione di lasciare capire che le sue energie erano agli sgoccioli: gia' era sufficiente il fatto che lo considerassero un incompetente, senza che fosse necessario che pensassero a lui come un peso morto, privo di resistenza fisica e robustezza.
    Anzi, aumento' il passo. Presto comincio' ad affannare e il vetro del casco si appannava tanto di frequente che il sistema interno per eliminare l'umidita' in eccesso, era praticamente sempre in funzione.

    Apparentemente il gruppo lo seguiva senza troppa difficolta', Quill in testa sembrava non risentire affatto nel cambio di passo del giovane irlandese... Il Timoniere comincio' a chiedersi su quale base Fran ritenesse che l'andoriano non fosse in grado di cavarsela da solo! A vederlo cosi', camminare senza fatica su quella sabbia cosi' infida, Quill dava piuttosto l'impressione di poter affronatare e portare a termine la missione anche da solo, senza una squadra di supporto. E, O'Broinn ne era sicuro anche se non poteva vederli, probabilmente anche Dhek e gli altri avevano lo stesso aspetto concentrato e tranquillo....

    Eppure quella ragazz.. quella entita' sembrava essere molto sicura di se' stessa e aveva perorato la causa del comandante Quill con molto fervore. Sembrava davvero terrorizzata, o l'equivalente per un'entita' di quella natura, s'intende, all'idea che l'andoriano potesse trovarsi da solo su Chamersis II. Chissa' quale era la natura dei rapporti tra quei due... "Fran e' molto carina" si sorprese a pensare O'Broinn, subito scuotendo la testa con forza per allontanare quel pericolosissimo pensiero...

    "Qualche problema, tenente?" la voce di Quill risuono' nel casco di Patrick.
    "No, signore...anf...nessun problema...pant..." per quanto si sforzasse non riusciva a nascondere il suo affaticamento "Stavo solo pensando...anf...che siamo fortunati a non aver...pant...incontrato una tempesta di sabbia... Dal paesaggio circostante direi che non...anf...devono...anf...essere troppo infrequenti..."

    Non aveva nemmeno terminato di parlare che un forte vento comincio' a soffiare in direzione S, alzando una grande nuvola di sabbia che oscuro' la vista al gruppo.
    Consciamente O'Broinn sapeva che era soltanto una coincidenza... Tuttavia non riusciva a scacciare dalla mente quella famosa legge di Murphy che negli ultimi tempi lo stava perseguitando....

    La piccola carovano si fermo'. Dhek e Quill studiarono i loro strmenti e confabularono per qualche secondo. Nonostante il vento si stesse facendo sempre piu' forte, bisognava andare avanti, non c'era molto tempo.

    "Proseguiamo..." Quill si rivolse verso O'Broinn "Tenente, lasci a me il posto in testa alla fila, Lei si sposti dietro."
    L'irlandese ebbe un moto d'orgoglio "NO, Signore! Ehm... cioe'...volevo dire... posso ancora stare io davanti...signore... A meno che non sia un ordine.... comandante... preferirei continuare a guidare io il gruppo... ehm... signore..."
    Quill non rispose e l'irlandese interpreto' la cosa come un assenso e si incammino' nuovamente verso il punto indicato dagli strumenti.

    Proseguirono cosi' per un pezzo, attraversando la tempesta di sabbia che violenta cercava di ostacolarli, creando un muro di granelli rossi che rendeva praticamente impossibile vedere a piu' di qualche metro di distanza.

    "O'Broinn! Riesce a vedere nulla? Ormai dovremmo esserci..." chiese Dhek Senza smettere di camminare, l'irlandese rispose "Nossignore... qui davanti non c'e' nient'altro che sabbia, sabbia e....AHHHH!"

    "TENENTE!" grido' Dhek "Che succede?"

    "O'Broinn!" gli fece eco Quill "Dov'e' finito?!"

    Un voce debole e lamentosa risuono' nei caschi degli ufficiali:
    "Signore...ahi...mmmmh... Sono qui sotto... non avanzate... fate attenzione... mmmmh..dio che male... c'e' una voragine proprio davanti a voi.... Ci sono caduto dentro... e, signore... ... credo di essermi fratturato il braccio sinistro...."

    "OK... Tenente.. stia calmo... ora vediamo di tirala fuori. Cosa vede la sotto?"

    "Un momento...mhpf.. devo girarmi... che male.... sembra che non ci sia nulla... anzi.. un attimo... c'e' una specie di tunnel... pero' non riesco a vedere dove arrivi... la torcia non ce la fa... e' troppo scuro... Pero' le pareti (e anche il fondo...purtroppo...) sono di roccia. Sembra che sia stato scavato.. le pareti sono lisce e dritte..."



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