U.S.S. UNICORN
Ponte 12, Laboratorio Scientifico 9
La dottoressa Selenjak rilesse rapidamente il dettagliato rapporto che
aveva iniziato a preparare un paio di ore prima, e che era finalmente
pronto.
All'interno del laboratorio si respirava aria di soddisfazione, e molti si
scambiarono sorrisi di distensione.
- Potete tornare alle vostre normali mansioni, signori. Il nostro incarico
puo' ritenersi concluso. - disse la vulcaniana mentre si dirigeva verso
l'uscita della sala.
Chi la conosceva sapeva benissimo che nessuno si sarebbe dovuto aspettare
elogi o pacche sulle spalle, ma qualcuno dimostro' una certa perplessita',
se non delusione.
Il medico capo della Unicorn percorse il corridoio del ponte 12 a passo
spedito, mentre gli altri giovani ufficiali che si trovavano ad incrociarla
evitavano con cura di intralciare il suo cammino e si scansavano
rispettosamente.
Inizio' a rallentare il passo e si arresto' a qualche metro dal
turbo-ascensore nello stesso momento in cui le porte di quest'ultimo si
aprivano rivelando la figura massiccia del Tenente Krugar.
Il Klingon avanzo' lungo il corridoio fino a raggiungere la vulcaniana:
- Tutto bene, dottore? -
La dottoressa pareva immersa nei suoi pensieri, e i suoi occhi fissavano un
punto indefinito della paratia di sinistra.
- Come? -
- Le ho chiesto se si sente bene. - ribadi' il Klingon.
- Si' tenente. Ho i risultati delle analisi delle trasmissioni dei
chamersiani. Ritengo che possano tornare piuttosto utili in vista di un
eventuale sbarco; vado ad illustrarli al Capitano. -
Cio' detto, la vulcaniana percorse pochi metri e attese che le porte del
turbo-ascensore si riaprissero, per poi scomparire al suo interno.
Krugar riflette' tra se' e se' per qualche secondo, e riprese il suo
cammino.
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Sala Tattica del Capitano
- Avanti. - rispose Knight al trillo elettronico del campanello del suo
studio.
Le porte si aprirono istantaneamente.
- Con permesso, Capitano -
- Entri pure dottoressa. -
La vulcaniana avanzo' all'interno della sala e porse un PADD al Capitano
con un gesto particolarmente aggraziato.
Knight si alzo' dalla comoda poltrona e lo afferro', intuendo cio' che
poteva contenere.
- La mia squadra di ricerca ha completato le analisi delle rilevazioni
elettromagnetiche dalla superficie di Chamersis III. Le fara' piacere
sapere che siamo stati in grado di evincere una grande quantita' di
informazioni.....piu' di quante nessuno di noi si aspettasse di ricavare
all'inizio delle operazioni. Giudichera' lei stesso, ma credo che molti dei
risultati che abbiamo ottenuto possano dare un deciso impulso alle
operazioni di sbarco. -
Knight prese a fissare il PADD e si risistemo' sulla poltrona.
- Si sieda pura, dottoressa. -
Selenjak getto' una rapida occhiata dietro di se' e sedette con
compostezza, mentre il Capitano effettuava una rapida lettura della prima
pagina del rapporto.
Knight sollevo' lo sguardo dal PADD e osservo' il volto inespressivo della
dottoressa con estrema soddisfazione:
- E' veramente stupefacente. Questi dati sono gia' stati confermati? -
- Si', Capitano. Abbiamo effettuato tre controlli incrociati su tutte le
rilevazioni. -
- Beh, allora la prego di rivolgere i miei complimenti alla squadra di
ricerca. Ma mi tolga una curiosita': come siete riusciti ad ottenere dati
cosi' precisi e dettagliati sulla fisiologia chamersiana? -
- Vede Capitano, i chamersiani fanno un utilizzo intensivo della rete di
comunicazione satellitare per ogni tipo di trasmissione a lunga distanza;
l'interconnessione dei sistemi informatici si avvale della stessa
tecnologia, e non e' stato particolarmente difficile intercettare il
traffico telematico di un ospedale locale. A quel punto, abbiamo avuto
accesso a una grande quantita' di informazioni mediche. -
- Per caso il Tenente Comandandate Quill faceva parte della vostra
squadra?- chiese Knight abbozzando un sorriso scherzoso.
La dottoressa incarco' un sopracciglio:
- Certo che no. Il Tenente Comandante Quill e' in missione su Chamersis II,
e non e' intercorsa nessuna comunicazione.......-
- Si' dottore, certo. - la interruppe Knight, cercando di non apparire
sgarbato.
Selenjak osservo' perplessa il Capitano e riprese:
- Ad ogni modo, le ipotesi che erano state avanzate durante la nostra
ultima discussione in merito sono confermate: i chamersiani sono una forma
di vita umanoide di tipo 2, vale a dire molto simili agli esseri umani, dal
punto di vista sia fisico che biologico; le poche e sostanziali differenze
riguardano l'apparato respiratorio ed il sistema immunitario. Come le
dicevo, rispetto alle caratteristiche parametriche medie di un mondo di
classe M, l'atmosfera di Chamersis III e' meno ricca di ossigeno e i
polmoni dei locali sono piu' piccoli ma dotati di alveoli piu' voluminosi e
maggiormente capaci di assorbire l'ossigeno. Le differenze del complesso
laringe, esofago e trachea sono quindi piuttosto compensibili.
Le analisi hanno poi confermato che l'efficienza del sistema immunitario
chamersiano appare notevolmente ridotta rispetto a quella di qualunque
ufficiale che presti servizio su questa nave.
Ultima, e meno importante, e' la questione altezza. E' confermato che
l'altezza media di un maschio adulto e' pari a 1 metro e 60 centimetri,
mentre quella di una femmina e' di 1 metro e 55 centimetri. Ricorda il
discorso che le feci riguardo la possibilita' di spacciarsi per un abitante
di uno dei continenti settentrionali, dove, secondo i dati preliminari
raccolti dalla Flotta Stellare, i locali vantavano una statura maggiore? -
- Si', certo. -
- Pare che questo non sia del tutto esatto. Gli abitanti delle zone in
questione sono poco piu' alti della media dell'intera popolazione del
pianeta, e una statura superiore al metro e settantacinque incide con una
percentuale di 7/100. Decisamente troppo bassa. -
- Uhmmm........ha gia' in mente qualcosa, che non implichi necessariamente
la scelta di membri dell'equipaggio di bassa statura? -
- Si' Capitano. Sarebbe possibile utilizzare un dispositivo olografico
personale ideato dal Tenente Comandante Quill, gia' utilizzato in passato,
per alterare la statura dei membri della squadra di ricognizione.-
- Ma, se non sbaglio, quell'apparecchio malfunziono', e un membro della
squadra, privo della copertura, venne ucciso da uno dei locali -
- Questo e' vero, ma se ci limitassimo ad utilizzarlo per una semplice
modifica della statura, affidandoci poi alle procedure standard di
camuffamento per le squadre di sbarco, ritengo che i rischi sarebbero
minimi. Tutte le altre questioni non pongono particolari problemi, se si
esclude la necessita' di una completa sterilizzazione e di una permanenza
ridotta a non piu' di 48 ore, quando gli effetti delle basse concentrazioni
di ossigeno si farebbero sentire. -
- Allora l'opportunita' di un quartier generale a terra e' lampante. Daro'
disposizioni perche' sia dotato di un sistema di supporto vitale e di un
dispositivo di sterilizzazione. A quel punto, la squadra risultera'
completamente autonoma dalla Unicorn. -
- Mi sembra una buona idea, Capitano. Ha qualche disposizione particolare
per la sezione medica? -
- Inserisca questi dati nel computer e li renda disponibili a tutte le
sezioni. Appronti tutto il necessario per il camuffamento e faccia rapporto
in plancia. -
- Si', Capitano. -
Cio' detto, la vulcaniana si alzo' in piedi e si congedo', uscendo dallo
studio.
Knight penso' con soddisfazione che tutti gli ingranaggi funzionavano alla
perfezione, e che questo era veramente un equipaggio eccezionale.
Poi abbandono' la Sala Tattica e fece ingresso in plancia, accolto dai
rumori sommessi dei dispositivi elettronici e del personale in servizio.
- Notizie dalla squadra di sbarco per Chamersis II? - chiese all'ufficiale
che in quel momento sostituiva il Tenente Krugar alla postazione tattica.
- La "Shyron Yurik" e' atterrata, Capitano, e il Tenente Comandante Dhek
comunica che la squadra ha appena iniziato la ricognizione preliminare
della zona di sbarco. -
- Molto bene. Novita' dalla superficie di Chamersis III? -
- Niente da riferire, signore. -
Knight sedette sulla poltona centrale e si rivolse all'ufficiale
scientifico filosiano che avrebbe sostituito Quill durante la sua assenza:
- Signor Dephisol, continui a scandire la superficie del pianeta a ciclo
continuo, e riferisca di qualsiasi elemento che ritenga significativo. C'e'
traffico aereo? -
- Finora abbiamo rilevato 47 veicoli. Due di essi avevano caratteristiche
tali da consentire un viaggio interplanetario, signore. Comunque, nessuno
di questi ha mai lasciato l'atmosfera del pianeta. - rispose la voce
dell'ufficiale tattico, alle spalle del Capitano.
- Mi avvisi immediatamente nel caso in cui un veicolo chamersiano dovesse
raggiungere lo spazio orbitale. -
- Si', signore. -
Il pianeta continuava a campeggiare placido sul visore principale, e
l'equipaggio di plancia aveva ormai imparato a memoria la disposizione dei
continenti e la conformazione delle terre emerse.
La voce profonda del Capo della Sicurezza risuono' attraverso' l'interfono,
preceduta da un trillo elettronico:
- Krugar a plancia. -
- Dica pure, tenente. -
- Siamo quasi pronti, signore. Tra non piu' di 30 minuti avremo approntato
tutto il materiale necessario per un'installazione fissa occultata; il
Tenente Newport ha ideato una nuova tecnica di installazione che dovrebbe
consentirci di rendere operativo il quartier generale in meno di 15 ore. -
- Questa e' un'ottima notizia, Tenente. Riferisca alla sezione tecnica che
il centro operativo dovra' essere dotato di un sistema di supporto vitale e
di un dispositivo di sterilizzazione. Pensa che questo possa rallentare i
lavori? -
- No, non credo, signore. -
- Bene. Quando avrete terminato, scegliete con cura i membri della squadra
tecnica che si occupera' delle operazioni di installazione a terra, e
recatevi in infermeria. La dottoressa Selenjak si occupera' del
camuffamento e vi aggiornera' sulla fisiologia della popolazione locale;
poi, fate rapporto in plancia. -
- Ricevuto, signore. Krugar....chiudo. -
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Infermeria
Il Tenente Krugar giaceva disteso su uno dei lettini dell'infermeria da
un'eternita', e la dottoressa Selenjak pareva ben lungi dall'aver finito.
Negli ultimi 30 minuti, la vulcaniana non aveva fatto altro che scrutare
con incomprensibile attenzione i dispositivi bio-metrici che gli aveva
piazzato sulla fronte e su tutto il corpo, continuando a picchiettare le
dita sul PADD che teneva in mano; con il tenente Newport e con i cinque
componenti della squadra tecnica che quest'ultimo aveva scelto, la
procedura era stata molto piu' rapida!
- Ha finito, dottoressa? - chiese il Klingon con una punta di impazienza.
- Non ancora, tenente. Il suo camuffamento richiede una procedura molto
piu' complessa di quella degli altri ufficiali. -
Krugar strinse la bocca con disappunto e riprese a fissare il soffitto, in
preda ad un disagio che iniziava ad essere insopportabile.
- Rimanga fermo, per cortesia. Ho bisogno di letture molto precise. -
Il Klingon non rispose, ma chiuse gli occhi e tento' di fare ricorso alle
discipline mentali di auto-controllo apprese nella prima infanzia su
Kronos.
Immagino' la sala dell'Alto Consiglio, pervasa da canti di guerra e onore,
e gremita di nobili ed anziani guerrieri Klingon, testimoni viventi della
gloria secolare di un popolo forte ed orgoglioso.
- Kumas....figlio di (?????), vieni avanti. - disse il Capo dell'Alto
Consiglio dal fondo della Sala, seduto sullo scranno che da sempre era
riservato ai leader dell'Impero.
Krugar avanzo' tra due ali di guerrieri, per nulla intimidito dai loro
sguardi severi e dal fatto che non indossasse un uniforme da battaglia, ma
una divisa della Flotta Stellare; giunto al cospetto del Capo dell'Alto
Consiglio, si inginocchio' e, abbassando lo sguardo, disse:
- Porgo i miei rispetti al Leader Supremo dell'Impero Klingon, Capo
dell'Alto Consiglio e voce di Kahless l'Indimenticabile. -
- Kumas........ti si accusa di non perseguire con la necessaria devozione
la causa dell'Impero. Molti anziani ritengono che il tuo retaggio Breen
costituisca un ostacolo insormontabile per il raggiungimento dello status a
cui ogni guerriero Klingon deve aspirare. Cosa puoi dire in tua difesa? -
- Che rispetto l'Impero e tutti i suoi membri, e che impegno il mio onore e
quello della mia famiglia per dimostrare la mia sincerita'. -
- E allora per quale motivo non indossi un'uniforme da battaglia? -
- Perche' ho scelto di dedicare la mia lealta' anche ai popoli della
Federazione, amici dell'Impero. -
Il Capo dell'Alto Consiglio scatto' in piedi e lascio' scivolare a terra il
mantello cerimoniale che aveva indossato fino a quel momento.
- Tu non sei un Klingon puro sangue, e percorri la sala dell'Alto Consiglio
indossando abiti che incarnano valori molto lontani dalla nostra cultura e
dalle nostre tradizioni. Se sostieni di rispettare l'Impero, allora dovrai
dimostrarlo! -
Dalla sinistra, un gerriero scaglio' un bat'telh in direzione di Krugar,
che lo afferro' con precisione facendo scorrere le mani sull'impugnatura.
Prevedendo cio' che sarebbe successo, il Klingon impugno' con forza l'arma,
piego' leggermente le ginocchia assumendo una posizione di difesa e scruto'
con attenzione l'area della sala occupata dal Capo dell'Alto Consiglio.
Uno dei membri anziani abbandono' la fila che fiancheggiava lo scranno e si
mosse in direzione di Krugar, estraendo dalle falde dell'uniforme da
battaglia cerimoniale un bat'telh.
Se un membro anziano dell'Alto Consiglio sfidava direttamente un giovane
guerriero, esistevano una serie di implicazioni che non si potevano
ignorare: a quanto pareva, gli accusatori di Krugar......i puristi
dell'Impero........erano esponenti di famiglie potenti, che avevano membri
nell'Alto Consiglio; se Krugar l'avesse ucciso, la loro posizione
oltranzista e intollerante avrebbe improvvisamente perso rappresentanza
ufficiale, ma la famiglia di Krugar avrebbe avuto nuovi, potenti nemici
sotterranei, che avrebbero agito contro il parere dell'Alto Consiglio, ma
che non sarebbero stati per questo meno pericolosi.
Se invece Krugar avesse avuto la peggio, l'Alto Consiglio avrebbe avuto la
forza per affermare con solennita' il rifiuto di Klingon mezzo-sangue
all'interno dell'Impero.
Conscio dell'impossibilita' di rifiutare lo scontro, Kumas si mise in
guardia ed inizio' ad avanzare lentamente, mentre il suo anziano avversario
faceva altrettanto. Il suo volto era attraversato da una fitta ragnatela di
rughe, e i lunghi capelli bianchi gli cadevano sulle spalle fino alla
schiena; in questo momento, Kumas combatteva con una fetta di storia
dell'Impero Klingon.
- Ho finito, Tenente. - disse la voce acuta della dottoressa Selenjak.
Krugar sbatte' le palpebre un paio di volte e si costrinse ad abbandonare
la fantasia che la sua mente rilassata aveva generato.
- Puo' alzarsi. - aggiunse la vulcaniana mentre abbandonava il lettino.
Libero dalle apparecchiature, il Klingon si alzo' e si rese immediatamente
conto di provare una strana sensazione sul viso e su tutto il corpo.
Si avvicino' ad uno dei pannelli elettronici che occupavano le pareti ed
attivo' i controlli dei sensori interni. Sul grande visore del terminale
apparve la sua figura, come se il Klingon si stesse osservando ad uno
specchio; la sua pelle ora era chiarissima, di un pallore intenso che
sarebbe stato insolito anche per un essere umano. Baffi e barba erano stati
notevolmente ridimensionati e apparivamo come un pizzo spezzato agli angoli
della bocca, mentre il naso era liscio e sagomato con una linea dolce e
delicata. Le creste ossee sulla fronte erano completamente sparite,
ricoperte da una spessa pellicola polimerica che, grazie ad una particolare
tecnica chirurgica, si integrava con lo strato epidermico esterno e andava
a costituire una seconda pelle; non ci sarebbe stato modo di rimuoverla, se
non ricorrendo alla chirurgia.
Nel complesso questi chamersiani erano molto simili agli esseri umani,
anche se la pelle chiarissima ed estremamente liscia anche in eta' avanzata
conferiva loro un aspetto fanciullesco.
Krugar si osservo' per qualche altro secondo, pensando che per tornare alla
normalita' avrebbe dovuto passare un'altra ora in infermeria, ed usci'
dalla sala salutando la dottoressa con un cenno del capo. In quello stesso
momento penso' che se il suo camuffamento era stato problematico, quello
della vulcaniana lo sarebbe stato almeno attrettanto.........
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Ponte di comando
- Cattive notizie, capitano. - disse il tenente Dephisol dopo venti minuti
di accurate letture ai sensori.
- Pare che almeno dieci dei satelliti artificiali in orbita attorno al
pianeta siano progettati per effettuare scansioni spettrometriche
dell'intera superficie. I satelliti sono dotati di un gruppo di sensori
iono-magnetici ad alta risoluzione; molto probabilmente la loro funzione
primaria e' la misura della concentrazione dei gas nell'atmosfera, ma e'
piuttosto probabile che almeno sei di essi siano in grado di effettuare
rilevamenti sulle variazioni di densita' del campo magnetico.
Stando cosi' le cose, i satelliti potrebbero teoricamete riuscire a
rilevare un teletrasporto: si presenterebbe come un picco di radiazione
elettromagnetica di brevissima durata ma molto intenso, che non passarebbe
certo inosservato. -
Il capitano aggrotto' la fronte.
- Capisco. Cosa mi puo' dire delle trasmissioni? -
- Nessun problema, capitano. Pare che i chamersiani non possiedano alcuna
conoscenza sulla tecnologia subspaziale, e la portata degli effetti
collaterali di una trasmissione sul campo elettromagnetico sarebbero
infinitesimali. E' altamente improbabile che i chamersiani siano in grado
di rilevarli. -
- Questa e' una buona notizia, tenente. Esamini con cura i percorsi
orbitali dei satelliti e le zone della superficie controllate, e mi
fornisca una stima sulla percentuale di rischio di rilevamento. -
- Si', signore. - rispose Dephisol senza distogliere lo sguardo dalla
propria consolle.
- Notizie dalla superficie? - chiese Knight all'ufficiale che aveva preso
il posto di Krugar al tattico.
- L'allestimento e' quasi ultimato, capitano. La squadra non ha nulla da
riferire. Nessuna notizia neanche dalla squadra del comandante Dhek. -
- Comunichi al tenente Krugar che da questo momento in poi ogni attivita'
di teletrasporto va ridotta al minimo; che la squadra si prepari ad
allestire la postazione per una permanenza continuata, e che faccia
rapporto a lavori conclusi. -
- Si', signore. - rispose l'ufficiale tattico.
CHAMERSIS III
Foresta di Rono
Fiume Meynar
La squadra di sbarco composta dal tenente Krugar, dal tenente Newport,
dalla dottoressa Selenjak e da un gruppo di cinque ufficiali della sezione
tecnica occupava il letto di un grande fiume asciutto. Una volta le acque
scorrevano impetuose a giudicare dalla conformazione del terreno e dalla
forma arrotondata dei grandi massi che di tanto affioravano. Era notte
fonda, e la vegetazione fittissima impediva di scorgere il cielo; un vero
peccato, considerando che la luna maggiore era piena, mentre quella minore,
seppur piccolissima, sarebbe comunque stata visibile come un piccolo disco
di colore grigio spento.
In compenso, la squadra poteva deliziarsi dell'odore inebriante di resina e
vegetazione che la fredda aria autunnale portava con se'; in effetti, il
tenente Dephisol aveva ragione: solo un botanico avrebbe potuto cogliere
elementi alieni negli alberi che costituivano la foresta; questo bosco era
del tutto simile a quelli che costituivano un tipico paesaggio canadese.
Quando la squadra rallentava i movimenti, e il rumore delle foglie secche
pestate si faceva meno intenso, si coglievano i segni dell'attivita' delle
forme di vita che popolavano il sottobosco.
Il trasporto del materiale era avvenuto nel modo piu' discreto possibile,
senza che gli abitanti della vicina citta' si fossero accorti di nulla. Si
era poi proceduto immediatamente all'installazione della postazione sulla
parete sinistra del fiume, che era risultata sufficientemente alta.
Si era verificato un unico momento di tensione quando, dopo un paio d'ore
di lavoro, si era diffuso nell'aria il rombo assordante di un veicolo
aereo. La vegetazione era troppo fitta per vederlo, ma tutti ne avvertirono
chiaramente il passaggio sopra le loro teste, a poca distanza dal suolo.
I membri della squadra rimasero immobili per dieci interminabili minuti, e
ripresero il proprio lavoro quando ritennero che il pericolo fosse cessato.
La torcia al plasma, che aveva ormai finito di vaporizzare il terreno sulla
sponda del fiume, lavorava nel silenzio piu' assoluto e nel giro di pochi
minuti la squadra avrebbe potuto procedere con l'installazione vera e
propria; grazie alla tecnica modulare con cui i dispositivi erano stati
montati e pre-calibrati, la cosa non avrebbe richiesto piu' di un'ora.
Il ronzìo del campo di forza che avvolgeva l'area di lavoro attiro'
l'attenzione di tutti; la dottoressa Selenjak si mosse in direzione del
perimetro e rivolse il proprio tricorder alla creaturina che ansimava
impaurita all'esterno del campo. Pareva un piccolo coniglio, fatta
eccezione per le orecchie che erano cortissime; l'animale mosse un passo
incerto in avanti e colpi' una seconda volta il campo di forza. Questa
volta giro' immediatamente su se stesso e spari' di volata nel sottobosco.
Un generatore olografico provvisorio occultava la zona di lavoro, e se al
posto di un piccolo roditore si fosse presentato un grosso carnivoro, gli
effetti elettrostatici del campo di forza sarebbero bastati per
spaventarlo, senza che la loro presenza costituisse un richiamo di alcun
tipo.
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