Post precedente: "Passato, presente e futuro - parte II"Post successivo: "Gli osservatori"Primo post della missione: "Specchi di sabbia - parte I"Ultimo post della missione: "La fine"Missione precedente: "Base Stellare 137: Un Nuovo Inizio"Missione successiva: "Centro Medico Triven Soth"Apre una pagina adatta alla stampaPagina stampabile MISSIONE: Specchi di sabbia
 38 
SEGRETI E BUGIE di Aristide Gorizia
13 luglio 1999

    Questo é un perfetto fill-in. In realtà non centra molto con la nostra attuale missione ma riguarda strettamente il ten. Newport.
    Si inserisce tra la partenza della navetta e la riunione col capitano (vedete voi dove)e fa riferimento al passato del capo ingegnere prima che si imbarcasse.


    Il capo ingegnere si lasciò cadere pesantemente sulla poltroncina del suo cubicolo e questa emise un gemito di resistenza per l'improvviso sforzo.

    Non tutti sanno che in una sala macchina ci sono tre categorie di lavoro: delicati, di precisione e pesanti.
    Calibrare la frequenza di conversione di un cristallo di dilitio per esempio, é un lavoro molto delicato. La minima alterazione, un minimo cambiamento, può causare l'alterazione dell'efficienza del cristallo in maniera addirittura inprevedibile.
    Sostituire, combinare o analizzare altri componenti invece, può essere definito un lavoro di precisione, in quanto, anche se sono procedure che non richiedono eccessiva delicatezza, necessitano comunque di procedure, se non complicate, almeno complesse nel loro procedimento. Ma a bordo di una astronave ci sono anche, piazzati qua e là, meccanismi che sono tanto semplici quanto ingombranti.

    In genere vengono alloggiati all'interno delle paratie e a volte fanno parte della struttura degli scafi e sono poco visibili. Per questo la loro esistenza viene dimenticata ma rimangono comunque sotto la responsabilità dell'ingegnere capo.

    Quando un macchinario "pesante" supera i cinquecento chili di massa, si preferisce revisionarlo o addirittura sostituirlo approfittando del personale e delle attrezzature di un arsenale. Non é detto però che avendo tempo e capacità, e quando l'oggetto in questione non é di importanza vitale per il sostentamento del vascello, non si possa eseguire un ciclo di manutenzione di classe uno utilizzando solo parte del personale ingegneristico.

    Un induttore di potenza secondario per esempio, supera abbondantemente la mezza tonnellata di massa e le varie protuberanze, i condotti di collegamento e tutta la cavistica necessaria per il controllo e comando lo rendono uno dei meccanismi più ingobranti di tutta la nave. Fortunatamente non é visibile dalle aree comuni. Piazzato dietro un pannello divisorio, tra i magazzini ricambi e i serbatoi del deuterio, la sua presenza passa del tutto inosservata.
    Anche quando é sotto manutenzione passa inosservato e alla fine si nota solo lo spazio che lascia libero.
    In genere un area delle dimensioni di una cabina che prima non c'era.

    Altrettando sfortunatamente però la sua rimessa in sede non é cosi semplice come si crede.
    Il lavoro rispecchia tutte le tre qualità di un lavoro tipo in sala macchina: delicatezza, precisione e forza fisica.
    Anche con dei sospensori antigravitazionali infatti, la massa del meccanismo richiede la forza di almeno quattro persone per essere spostata. E deve essere fatto anche con precisione e in momenti differenti. Contemporaneamente infatti, altri tecnici piazzati qua e là (due addirittura piazzati sul soffitto con scarponi magnetici) devono provvedere al collegamento delle varie parti con il resto dell'astronave mentre l'intero blocco viene inserito in loco.
    Un totale di diciotto persone, in un arco di tempo che va dalle quattro alle sei ore, solo per rimettere a posto un meccanismo che raramente viene usato se non mai.
    Newport si chiedeva ora, seduto nel suo piccolo ufficio, se valeva la pena di fare tenti sforzi, visti i risultati. Anche considerando la mole di lavoro burocratico che lo attendeva sulla scrivania.

    Dopo i primi novanta minuti la maggior parte delle giacche erano volate in un angolo, allo scoccare della terza ora, qua e là si sentivano bestemmie, maledizioni e imperperi vari all'indirizzo sia della macchine che del capo ingegnere.
    Newport faceva finta di non ascoltare e reindirizzava i commenti più coloriti alla volta dei progettisti di Utopia Planitia che non avevano previsto una procedura più semplice.
    Alla fine, un capo operazioni ci stava quasi rimettendo le mani, limitando i danni alla bruciatura superficiale delle sopracciglie, un guardiamarina di prima nomina aveva deciso di cambiare specializzazione, passando da ingegneria ad astrocartografia e il tenente Tabatha Morgan esibiva cerotti sulla punta di otto dita.

    Tutto questo solo per trovare il componente perfettamente funzionante e in grado di reggere almeno altri dieci anni di viaggi.
    La Morgan raggiunse Newport nel suo ufficio per consegnargli gli ultimi aggiornamenti su datapad, esibendo grazie alla canotta, una muscolatura invidiabile, evidenziata da uno strato sottile di sudore.
    Newport si disse che era il momento di dedicarsi maggiormente alla ginnastica, al momento però era preoccupato per le dita dell'ufficiale.

    -Come vanno i polpastrelli, tenente?-
    Morgan si guardò le dita come se si accorgesse solo allora di averle.
    -Bah, niente che un colpo di protoplaser non possa guarire. Ci penserò dopo aver fatto una doccia, nella mia cabina.-
    Newport accusò il colpo e prese il datapad dalle mani dell'ingegnere.
    -Posso farle una domanda, tenente?-
    -Spari Morgan.-
    -Aveva già fatto una cosa del genere?-
    -Cosa? Il controllo dell'induttore secondario?-
    Morgan annuì
    -Si una volta. Quando era ancora un guardiamarina di stanza agli arsenali di Utopia Planitia. Ne cambiammo uno alla vecchia Merrimac classe Ambassador.-
    Al ricordo il capo ingengere fece una smorfia.
    -Chissa perché, ricordavo la procedura più semplice.-
    -in giro cominciano a scommettere sulla prossima grana che ci farà risolvere.-
    -Cosa..?-
    -La più quotata dice che intende rialliniare la gondola centrale per aumentare l'aereodinamicità della nave.-
    Entrambi sorrisero all'idea. Quello dell'aereodinamicità delle navi stellari é uno scherzo vecchio un paio di secoli...
    -E tutto in caduta libera- continuò la Morgan-
    -A proposito di caduta libera, come si sente il tenente Pris?-
    -Oh sta bene. Tre ore a testa in giù l'hanno un pò scombussolata, per questo non si reggeva in piedi ma domani mattina sarà passato tutto.-
    -E il tenente Trak...Tkar...Trakaqualunquesiailrestodelnome ?-
    -Trakairanbucericantampao?-
    -(singh...)-
    -Anche lui sta bene. Per la sua razza, stare a testa in giù é una seconda natura. Dice che si é divertito e che non capisce la reazione di Pris.-
    A questo punto Newport spense il terminale e si alzò.
    -Bene allora. Con questo abbiamo finito e visto che ormai l'ora di pranzo é già passata, credo che sia il caso di darsi una pulita e anticipare la cena. Mi fa compagnia tenente?-
    -Come no. Offro io però. In onore dell'unico capo ingegnere che conosca che abbia fatto fare all'equipaggio di una nave stellare il lavoro ingrato di un cantiere.-
    Newport fece un smorfia e stavano per dirigersi alle rispettive cabine quando fu bloccato dal comunicatore.
    -Plancia a tenente Newport.-
    -Qui Newport, che succede?-
    -Tenente c'é una comunicazione personale per lei in audio e video da parte del comando di flotta.-
    Newport rimase interdetto. Alzò le spalle e fece cenno alla ragazza di avviarsi.
    -Va bene. La prendo nel mio ufficio.
    - L'unica persona che Newport conoscesse al comando di flotta e che potesse permettersi una comunicazione personale a quella distanza era l'ammiraglio Sen. Per quanto intuisse che non dovevano essere delle buone notizie, quando comparve il logo dell'ufficio federale che trattava la protezione dei testimoni, fu felice all'idea di rivedere il suo vecchio amico. Stava per salutarlo, quando invece le parole gli rimasero bloccate in gola.
    -Buona sera "tenente" Newport.-
    Il monitor non mostrava l'ammiraglio Sen ma il primo dei suoi assistenti. Una persona che si augurava di non rivedere mai più. Per qualche secondo non seppe cosa dire, poi decise di essere almeno cortese e si sforzò.
    -Buona sera a lei, comandante Prentiss.-


    L'ex privato cittadino John B. Newport aveva un contenzioso aperto col comandante Prentiss.
    Appena dopo il processo che vide il capo ingegnere come testimone principale, si presentò la necessità di proteggerlo e di rendere sicura la sua vita. Fu in parte questo che portò al suo imbarco sulla Unicorn. Al comandante Prentiss, all'epoca ufficiale dei servizi investigativi però non parve vero di poter avere un aggancio sicuro con il sottobosco del contrabbando lungo la zona neutrale e considerava legittima la sua richiesta di far ritornare Newport in quell'ambiente, sponsorizzato questa volta dalla flotta stellare.
    Segretamente ovviamente.
    Quello che Prentiss non aveva considerato era che il processo di Ben Zavi AL aveva avuto un certo clamore nell'ambiente e che ormai, per Newport non era più salutare farsi rivedere dalle parti dell'asteroide RuR. Quando i due si incontrarono per discutere la cosa, le argomentazioni usate cominciarono a trascendere la discussione civile. In realtà ci vollero ben tre alfieri della sicurezza per staccare Newport dal collo del comandante. L'ammiraglio Sen fece del suo meglio per impedire che Newport finisse in prigione per aggressione e riuscì a manovrare alcuni agganci per mandarlo più lontano possibile dal comando.
    Newport riuscì anche ad ottenere che il suo fascicolo rimanesse particolarmente riservato all'ammiraglio.
    Era per questo che Newport non era felice che il comandante lo avesse contattato. Doveva essere successo qualcosa di grave.
    -Ecco una persona che non mi aspettavo di vedere.-
    Esordì il capo ingegnere. Prentiss ricambiò il saluto con un cenno contenuto della testa.
    -Non creda che la cosa mi faccia piacere ma ci sono gravi novità per lei.-
    Newport non riuscì a trattenersi dall'accigliarsi.
    -Non riesco a capire per quale motivo é lei che mi contatta e non l'ammiraglio Sen.-
    -L'ammiraglio Sen é stato momentaneamente allontanato da questo ufficio.-
    Newport si scurì ancora di più.
    -Oh, non si preoccupi tenente. Niente di grave. Vista l'approssimarsi dell'età della pensione, l'ammiraglio é stato trasferito ad uffici più tranquilli presso il docentato dell'accademia.-
    Ora un chiaro sospetto si formava nella mente del tenente. Da quando conosceva Sen, ovvero da quando erano entrambi all'accademia, l'anziano ammiraglio aveva sempre affermato di odiarla. In qualche maniera doveva essere stato scavalcato.
    -Ancora non capisco però come abbia fatto lei a conoscere la mia posizione.-
    Prentiss si tocco i gradi sul colletto con falsa indifferenza e Newport li notò.
    -Ah ecco. Vedo che ora é commodoro. Noto con piacere che al comando di flotta le carriere corrono più velocemente che nello spazio.-
    Prentiss non apprezzò quella insinuazione.
    -Al momento dirigo ad interim questo ufficio. Almeno fino a quando non verrà designato un nuovo direttore. Fino a quel momento ho la possibilità di prendermi personalmente cura del suo caso.-
    Newport ne era consapevole e non ne era felice.
    -Purtroppo ho delle cattive notizie per lei.-
    -Lo pensavo. Non mi sembra il tipo da fare visite di cortesia.-
    -La cosa potrebbe essere più grave di quanto creda, non é il caso di fare lo spiritoso. Da alcune fonti abbiamo saputo che la sua posizione attuale é divenuta nota a Ben Zavi AL e grazie ad alcuni appoggi nella colonia penale, abbia agito di conseguenza.-
    -Bene,- disse Newport -Dovevo immaginarmi che prima o poi mi avrebbe trovato. Alla faccia della vostra "protezione". Fortunatamente, per il momento sono perfettamente al sicuro e fino a quanto la Unicorn non rientrerà nello spazio federale, ho tutto il tempo per predisporre una via di fuga.-
    -Per questo non deve preoccuparsi. Il mio ufficio sa come prendersi cura delle sue fonti. Ho mandato da lei una navetta veloce per prelevarla e per portarla in un posto sicuro.-
    Newport non si fidava e fiutava odore di trappola. Doveva restare sulla Unicorn. Solo così avrebbe avuto qualche possibilità.
    -Solo per curiosità, dove sarebbe questo posto sicuro?-
    -Rubkat terzo. C'é un impianto di estrazione mineraria automatico. Il personale é composto da quattro tecnici e un ingengere come lei farebbe molto comodo.
    Come vede ho pensato a tutto.-
    Come no, si disse Newport. E perché mai dovrei finire a solo duecentocinquanta anni luce dalla terra quando ci sono posti più sicuri?
    -Rubkat terzo...mai sentito. Com'é come pianeta?-
    -Ah, mi dicono che é un posto incantevole. Ci sono dei problemi con una precipitazione meteorica periodica ma in compenso é un vero paradiso e la fauna locale é molto interessante. Per essere al sicuro le basterà restare all'interno degli scudi di protezione e nell'area della base.-
    Ecco! Una perfetta prigione. Almeno dal punto di vista del capo ingegnere. Chiuso senza via di scampo insieme a quattro probabili maniaci omicidi e se anche non lo fossero, ricordava benissimo che Ben Zavi AL a suo tempo aveva contrabbandato anche siluri fotonici. Ne sarebbe bastato uno e addio capo ingegnere.
    Newport ne aveva abbastanza di essere gentile. Ora non aveva più senso e decise di tagliare i ponti con Prentiss.
    -Prentiss lei é un imbecille!-
    Il commodoro strabuzzo gli occhi. Newport vide nei suoi occhi la fine della sua carriera nella flotta. Come se la cosa avesse poi importanza...
    -Newport, lei non si può permettere di...-
    -Le dico io cosa "lei" non può permettersi. Primo; secondo gli accordi presi a suo tempo, lei o chiunque altro del suo ufficio non può trasferirmi da nessuna parte senza il mio esplicito consenso. E vista la situazione, non ho nessuna voglia di rintanarmi su Rubkat terzo. Quindi si tenga la miniera, la pioggia meteorica e la sua fauna "interessante". al momento mi trovo bene qui.-
    -Questo é irrilevante. La navetta sarà da lei entro una settimana. Si prepari ad essere trasbordato.-
    -...secondo; lei non é mai stato neanche per sbaglio a bordo di una nave e non sa quello che sta facendo. Prova ne é che altrimenti saprebbe che Chamersis é zona interdetta. Se non lo sapesse, significa che senza un ordine diretto del consiglio per gli affari xenologici (tutta gente al di sopra del suo grado, se non erro) non ci si può avvicinare se si intende rimanere nella legalità. Non so chi comanda la sua navetta ma la consiglio di richiamarla se vuole conservare quei gradi a cui tiene tanto.
    -Newport, qui é lei che non sa di cosa sta parlando. Lei non é un vero ufficiale della flotta. Non lo é mai stato. Lei é un civile travestito e sono sempre stato contrario al suo imbarco. A ragion veduta a quanto vedo.-
    Newport stava per perdere realmente le staffe a quel punto.
    -Lei porterà solo rovina a quella nave. Se per causa sua la Unicorn subirà solo un graffio, io la distruggerò.-
    -Signor Prentiss- continuò freddo il capo ingegnere -Quali che siano le mie capacità e le mie attitudini, lei non é in grado di comprenderle. Quanto al servizio che rendo su questa nave, solo il capitano Knight é in grado di giudicarlo. A questo punto, se la cosa può farla piacere, rinuncio fin d'ora a qualunque protezione che il suo ufficio potrebbe offrirmi. Visto e considerato che non é stato neanche in grado di tenere riservata la mia posizione, credo che sia meglio che pensi da solo alla mia sicurezza.-
    -Questo non può farlo. Fino a quando starà a bordo di quella nave, tutto quello che fà, sarà di competenza mia e di questo ufficio.-
    -Mi metta alla prova-
    -Non faccia lo stupido. Solo io posso assicurarle di rimanere in vita, sarebbe un uomo morto appena sbarcherebbe da qualunque parte.-
    Newport ora era sicuro che Prentiss mentisse. Tanta apprensione per l'uomo che gli aveva rotto il naso era più che sospetta.
    -Non mi cerchi più Prentiss. Il prezzo che lei chiede per la sua cosiddetta "protezione" é troppo alto. Finita questa missione, sparirò dalla circolazione e lei non avrà più il dispiacere di sentirmi nominare. Se però vengo a sapere che lei in qualche modo é coinvolto con chi mi da la caccia, le posso assicurare che non ci sarà pianeta abbastanza lontano dove io non possa raggiungerla.-
    Prentiss divenne paonazzo dalla rabbia.
    -Non so quale funzione crede di asservire in quell'ufficio ma da ora in poi, io non ne faccio più parte. Addio.-
    E prima che il commodoro potesse replicare, chiuse la comunicazione.
    Le cose si facevano più semplici e più complicate allo stesso tempo. Finquando restava nel sistema Chamersis era relativamente al sicuro ma non sarebbe durato a lungo. Comunque il tempo gli sarebbe dovuto bastare per organizzare una difesa adeguata.
    In casi come quello l'unica difesa adeguata sarebbe stato un attacco ma non sapendo da che direzione sarebbe giunto il pericolo, le sue opportunità stavano calando paurosamente. La fuga non era un opzione pratica e dormire con un phaser sotto il cuscino non gli avrebbe certamente fatto bene. Doveva escogitare qualcosa di valido.
    Quella conversazione non gli aveva tolto il bisogno di una doccia ed avrebbe fatto bene anche a mettere qualcosa nello stomaco. Pensava meglio dopo aver mangiato.

    Uscì non preoccupandosi di chiudere l'ufficio. Non che ce ne fosse mai stata necessità ma ormai non c'era veramente più bisogno di restare attaccato a qualcosa. Non era sicuro di come si sarebbe comportato in futuro ma una cosa era certa, in caso di fuga improvvisa, non avrebbe potuto permettersi di pensare al bagaglio o a cosa lasciava alle sue spalle. Entrò nel turboascensore diretto al suo alloggio con una nuova consapevolezza; mai più fare il bravo ragazzo.



Torna all'inizio della pagina