Diario del Capitano
Data Stellare 9907.9
La "Virago", ribattezzata "Shyron Yurik" in onore di un membro
dell'equipaggio tragicamente scomparso, ha imbarcato una squadra di
ricognizione e ha lasciato la Unicorn facendo rotta per Chamersis II.
La presenza di una nave Maquis a bordo mi ha inizialmente turbato, ma e'
stata sufficiente una rapida lettura dei diari di bordo e della
documentazione disponibile per fugare ogni perplessita'.
Il viaggio della navetta procedere regolarmente e il suo ingresso nello
spazio orbitale di Chamersis II e' previsto entro 40 minuti.
[Nota: questo post si colloca prima dello sbarco della Virago]
Per ora, nulla lascia supporre che la nostra presenza, ne' quella della
navetta, sia stata rilevata; mi affido alle capacita' di valutazione della
squadra di sbarco per limitare al minimo la remota possibilita' che gli
specchi in orbita attorno al secondo pianeta possano, in qualche modo,
rilevare una presenza estranea.
Nel frattempo, l'equipaggio della Unicorn e' impegnato su un altro fronte:
l'analisi delle rilevazioni elettromagnetiche passive (con la speranza di
completare il profilo biologico e psicologico dei chamersiani attraverso
uno studio delle loro trasmissioni), affidate al gruppo di ricerca diretto
dalla dottoressa Selenjak, e un'attenta valutazione tattico/scientifica
della superficie di Chamersis III, al fine di individuare un luogo sicuro
in cui una squadra di sbarco possa eventualmente installare una stazione di
osservazione che funga da quartier generale per le operazioni a terra,
concedendo alla squadra sufficiente autonomia per ridurre al minimo il
trasporto di personale da e per la nave; le notevoli competenze del tenente
Krugar in materia di incursioni terrestri ne fanno l'ufficiale piu' adatto
per questo tipo di ricerca.
Lavoriamo senza dimenticare che sulle nostre teste pende una minacciosa
spada di Damocle: gli specchi orbitali in orbita attorno a Chamersis II non
sono ancora operativi, e non sappiamo ne' "se", ne' "quando" lo saranno; ma
in quel momento, se non saranno sopraggiunti cambiamenti degni di nota,
dovremo lasciare il sistema.
Io comunque desidero fortemente risolvere l'enigma dei chamersiani e del
loro strano mezzo di autodistruzione, e nulla sara' lasciato al caso.
U.S.S. UNICORN
Sala Osservazioni
Sul visore principale della Sala Osservazioni campeggiava una
rappresentazione topografica piuttosto particolareggiata della superficie
di Chamersis III. Dopo aver ingrandito l'immagine di almeno 6 fattori, cio'
che veniva visualizzato in questo momento era un'ampia regione
verdeggiante, caratterizzata da piccole macchie marroni e da un'intricata
rete di luminose linee spezzate che introducevano elementi chiaramente
tecnologici in un ambiente altrimenti bucolico.
Al centro dell'immagine, come punto nodale dei segmenti, era visibile un
enorme agglomerato luminescente, in cui le luci superavano sia un numero
che in dimensione le zone meno luminose; si aveva l'impressione che
l'immagine intera fosse attraversata da una griglia di linee piu' scure,
punteggiate da migliaia di piccolissime macchie di luce; la luminescenza
sfumava in direzione della periferia, e a quasi trenta chilometri di
distanza dal centro, la formazione non era nulla piu' che un grappolo di
macchie luminose.
- Tutto lascia pensare che questo sia uno degli agglomerati urbani piu'
rilevanti di tutto il pianeta. - esordi' il tenente Krugar, in piedi
accanto al visore.
Il Capitano, il Tenente Newport e il Tenente Dephisol ascoltavano le sue
parole con molta attenzione.
Il Kingon riprese:
- Sappiamo che non esiste una forma di governo planetaria, e che questa
citta' non puo' quindi essere la capitale dell'intero pianeta; si puo'
comunque pensare che possa essere la citta' che fa capo ad uno dei tre
blocchi politico/economici nei quali la popolazione e' divisa. -
Faceva un certo effetto ascoltare un discorso cosi' tecnico e puntiglioso
dalla voce baritonale di un Klingon; certo, nessuno dei presenti accettava
il luogo comune che faceva dei Klingon un popolo barbaro e selvaggio, ma di
sicuro non era loro abitudine assegnare troppa importanza all'aspetto
accademico delle questioni. Krugar aveva certamente analizzato con cura i
dati raccolti, e aveva preparato questa dettagliata analisi.
- Inoltre, pare che questo agglomerato assorba e consumi piu' energia di
tutte le altre citta' del continente messe assieme. Deve avere un ruolo
chiave nella vita sociale dei locali. -
- Molto bene, signor Krugar. - disse Knight. - Dunque questa sarebbe una
destinazione ideale per un'eventuale squadra di sbarco. -
- Si', certo, ma sicuramente non adatta all'installazione di una stazione
di osservazione occultata. L'attivita' dei locali e' troppo intensa, e ci
costringerebbe a scegliere una zona periferica in cui, in realta', non ci
sarebbe molto da osservare.....a meno che non vogliamo pensare
all'installazione come ad un semplice quartier generale. - disse Krugar.
- Ecco....in effetti stavo rivalutando l'opportunita' della stazione di
osservazione. I piani originali prevedevano che sarebbe dovuta servire per
osservare direttamente i chamersiani, al fine di ottenere tutti i dati
biologici necessari a preparare un camuffamento utile alla squadra che
avrebbe poi agito direttamente tra la popolazione per coglierne le
caratteristiche culturali. Ma se i risultati delle analisi della dottoressa
Selenjak dovessero rivelarsi piu' dettagliati di quanto ci aspettiamo, e'
possibile che la prima fase del piano si riveli superflua. In questo caso,
la stazione di osservazione assumerebbe i connotati di un quartier generale
a terra, e potremmo anche permetterci di installarla nella zona boscosa,
lontano dai centri abitati. - disse Knight, indicando la zona verdeggiante
attorno al grande agglomerato sullo schermo.
- Qual e' il suo parere, signor Krugar? -
- Personalmente, ritengo che una base di appoggio a terra possa rivelarsi
estremamente preziosa. Se questa debba essere o meno una stazione di
osservazione, o un semplice quartier generale, dipende dai dati che il
gruppo di ricerca della dottoressa Selenjak riuscira' ad ottenere. -
- Sono d'accordo. Inoltre, teniamo presente che non ci troviamo di fronte
ad una civilta' rurale o primitiva. I chamersiani hanno notevoli conoscenze
tecnologiche, e sarebbe assai difficile occultare una stazione di
osservazione installata a pochi metri dal loro naso. -
Il Tenente Dephisol emerse dall'angolo della Sala nel quale si era
sistemato, immobile e silenzioso, e si avvicino' allo schermo; tutti i
presenti lo fissarono per pochi attimi, in attesa di un suo intervento, ma
ripresero la conversazione dopo essersi accorti che, in realta', il
filosiano non aveva nulla da aggiungere.
Fu Krugar ad intervenire per primo:
- Bene. Se vogliamo declassare la stazione di osservazione a semplice
quartier generale per le operazioni a terra, allora ritengo che la
posizione piu' favorevole sia senz'altro questa. -
Allungo' il braccio destro ed indico' un punto immerso nel verde,
notevolmente distante dall'agglomerato centrale; come se il diagramma
avesse intuito le intenzioni del Klingon, l'immagine si ingrandi'
automaticamente di un fattore 2, e divennero evidenti i contorni di
qualcosa che poteva somigliare ad una gola, o ad una vallata.
Krugar rimase interdetto per pochi attimi, e osservo' con un certo stupore
il pannello di controllo dello schermo. Poi riprese:
- La citta' e' circondata da una zona boscosa piuttosto fitta ..... -
- Conifere. - disse il signor Dephisol.
- Come? - chiese Krugar.
- Conifere. Il bosco in questione e' popolato da forme di vita vegetali
legnose resinose molto simili alle conifere terrestri. - rispose il
filosiano.
Newport osservo' divertito l'espressione del tenente Krugar mentre
quest'ultimo, a sua volta, fissava il signor Dephisol con una punta di
esasperazione.
- Si'.....conifere. Ad ogni modo, e' probabile che l'avvallamento che
stiamo osservando sia il letto di un grande fiume, ora completamente
asciutto; potrebbe essere un'ottima posizione per l'installazione di una
piccola base a terra, considerando che la distanza dalla citta' e'
sufficientemente elevata da rendere difficile qualsiasi rilevamento, ma
sufficientemente ridotta da permettere alla squadra di sbarco un rapido
spostamento. - concluse Krugar.
Dephisol intevenne nuovamente:
- Mi perdoni, tenente, ma stiamo parlando di una civilta' che ha messo in
orbita 732 satelliti artificiali. Non esiste zona sulla superficie che i
chamersiani non possano osservare. -
- Questo e' vero solo in parte. In realta', l'esperienza mi dice che le
caratteristiche ambientali e morfologiche di questa regione renderanno
molto difficile ogni rilevamento. -
- Su che base puo' affermarlo? - ribatte' Dephisol.
Knight colse la luce negli occhi di Krugar ed intervenne prima che il
Klingon si lasciasse travolgere dall'impazienza:
- Va bene, ammettiamo di avere scelto il sito. Signor Krugar, signor
Newport, che tipo di difficolta' incontreremmo per l'installazione di una
base operativa occultata? -
L'ingegnere capo della Unicorn precedette Krugar, che continuava a fissare
Dephisol, e rispose immediatamente:
- Beh, capitano.........non e' un tipo di attivita' alla quale mi dedichi
tutti i giorni, comunque credo che le uniche difficolta' sarebbero
rappresentate dalla necessita' di trasportare ed assemblare il materiale
nel piu' breve tempo possibile, per evitare di essere scoperti. Sarebbe
necessario effettuare qualche test, per verificare che la matrice
olografica e il generatore di energia non emettano radiazioni rilevabili da
eventuali dispositivi chamersiani.........ma lo ritengo piuttosto
improbabile. Personalmente, credo che nel giro di 20 ore una squadra
tecnica sarebbe in grado di allestire l'installazione. -
- E nessuno si accorgerebbe di niente? - chiese Knight.
- No, se presteremo la massima attenzione; il bosco e' molto fitto, e
piuttosto lontano da ogni centro che si possa ritenere abitato. - rispose
Krugar.
Knight medito' per qualche secondo, poi si rivolse al Klingon:
- Bene. In attesa che la dottoressa Selenjak completi le sue analisi,
voglio che lei e il tenente Newport approntiate tutto il materiale
necessario per l'allestimento di un centro operativo occultato. Studiate
qualunque soluzione che permetta di ridurre i tempi di installazione. -
- Questa citta' e' troppo grande, capitano. - disse il tenente Dephisol.
- Si spieghi meglio, tenente. -
- Voglio dire che questa e' sicuramente la metropoli piu' popolosa del
continente, se non dell'intero pianeta. Ci esporremo a rischi ugualmente
grandi scegliendola come luogo di studio. -
- Questo e' vero, ma quale luogo migliore per studiare una cultura, se non
attraverso l'osservazione diretta di una grande citta', dove hanno
presumibilmente sede molte istituzioni di governo? -
- Si potrebbe scegliere un luogo piu' piccolo e meno popolato, riducendo i
rischi e mantenendo a livelli accettabili l'attendibilita' delle
osservazioni. -
- Questa e' l'unica grande citta' dove sia possibile individuare una zona
cosi' favorevole per l'installazione di un centro operativo, capitano. -
intervenne Krugar.
- Si'. Per ora continuiamo a lavorare su questa soluzione, ma grazie per la
giusta l'obiezione, signor Dephisol. - disse Knight.
- E' tutto. -
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