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RICERCHE di Paolo Maroncelli
10 luglio 1999

    Diario del Capitano
    Data Stellare 9907.9

    La "Virago", ribattezzata "Shyron Yurik" in onore di un membro dell'equipaggio tragicamente scomparso, ha imbarcato una squadra di ricognizione e ha lasciato la Unicorn facendo rotta per Chamersis II. La presenza di una nave Maquis a bordo mi ha inizialmente turbato, ma e' stata sufficiente una rapida lettura dei diari di bordo e della documentazione disponibile per fugare ogni perplessita'.
    Il viaggio della navetta procedere regolarmente e il suo ingresso nello spazio orbitale di Chamersis II e' previsto entro 40 minuti.
    [Nota: questo post si colloca prima dello sbarco della Virago]

    Per ora, nulla lascia supporre che la nostra presenza, ne' quella della navetta, sia stata rilevata; mi affido alle capacita' di valutazione della squadra di sbarco per limitare al minimo la remota possibilita' che gli specchi in orbita attorno al secondo pianeta possano, in qualche modo, rilevare una presenza estranea.
    Nel frattempo, l'equipaggio della Unicorn e' impegnato su un altro fronte: l'analisi delle rilevazioni elettromagnetiche passive (con la speranza di completare il profilo biologico e psicologico dei chamersiani attraverso uno studio delle loro trasmissioni), affidate al gruppo di ricerca diretto dalla dottoressa Selenjak, e un'attenta valutazione tattico/scientifica della superficie di Chamersis III, al fine di individuare un luogo sicuro in cui una squadra di sbarco possa eventualmente installare una stazione di osservazione che funga da quartier generale per le operazioni a terra, concedendo alla squadra sufficiente autonomia per ridurre al minimo il trasporto di personale da e per la nave; le notevoli competenze del tenente Krugar in materia di incursioni terrestri ne fanno l'ufficiale piu' adatto per questo tipo di ricerca.
    Lavoriamo senza dimenticare che sulle nostre teste pende una minacciosa spada di Damocle: gli specchi orbitali in orbita attorno a Chamersis II non sono ancora operativi, e non sappiamo ne' "se", ne' "quando" lo saranno; ma in quel momento, se non saranno sopraggiunti cambiamenti degni di nota, dovremo lasciare il sistema.
    Io comunque desidero fortemente risolvere l'enigma dei chamersiani e del loro strano mezzo di autodistruzione, e nulla sara' lasciato al caso.

    U.S.S. UNICORN
    Sala Osservazioni

    Sul visore principale della Sala Osservazioni campeggiava una rappresentazione topografica piuttosto particolareggiata della superficie di Chamersis III. Dopo aver ingrandito l'immagine di almeno 6 fattori, cio' che veniva visualizzato in questo momento era un'ampia regione verdeggiante, caratterizzata da piccole macchie marroni e da un'intricata rete di luminose linee spezzate che introducevano elementi chiaramente tecnologici in un ambiente altrimenti bucolico.
    Al centro dell'immagine, come punto nodale dei segmenti, era visibile un enorme agglomerato luminescente, in cui le luci superavano sia un numero che in dimensione le zone meno luminose; si aveva l'impressione che l'immagine intera fosse attraversata da una griglia di linee piu' scure, punteggiate da migliaia di piccolissime macchie di luce; la luminescenza sfumava in direzione della periferia, e a quasi trenta chilometri di distanza dal centro, la formazione non era nulla piu' che un grappolo di macchie luminose.

    - Tutto lascia pensare che questo sia uno degli agglomerati urbani piu' rilevanti di tutto il pianeta. - esordi' il tenente Krugar, in piedi accanto al visore.
    Il Capitano, il Tenente Newport e il Tenente Dephisol ascoltavano le sue parole con molta attenzione.
    Il Kingon riprese:
    - Sappiamo che non esiste una forma di governo planetaria, e che questa citta' non puo' quindi essere la capitale dell'intero pianeta; si puo' comunque pensare che possa essere la citta' che fa capo ad uno dei tre blocchi politico/economici nei quali la popolazione e' divisa. -
    Faceva un certo effetto ascoltare un discorso cosi' tecnico e puntiglioso dalla voce baritonale di un Klingon; certo, nessuno dei presenti accettava il luogo comune che faceva dei Klingon un popolo barbaro e selvaggio, ma di sicuro non era loro abitudine assegnare troppa importanza all'aspetto accademico delle questioni. Krugar aveva certamente analizzato con cura i dati raccolti, e aveva preparato questa dettagliata analisi.
    - Inoltre, pare che questo agglomerato assorba e consumi piu' energia di tutte le altre citta' del continente messe assieme. Deve avere un ruolo chiave nella vita sociale dei locali. -
    - Molto bene, signor Krugar. - disse Knight. - Dunque questa sarebbe una destinazione ideale per un'eventuale squadra di sbarco. -
    - Si', certo, ma sicuramente non adatta all'installazione di una stazione di osservazione occultata. L'attivita' dei locali e' troppo intensa, e ci costringerebbe a scegliere una zona periferica in cui, in realta', non ci sarebbe molto da osservare.....a meno che non vogliamo pensare all'installazione come ad un semplice quartier generale. - disse Krugar.
    - Ecco....in effetti stavo rivalutando l'opportunita' della stazione di osservazione. I piani originali prevedevano che sarebbe dovuta servire per osservare direttamente i chamersiani, al fine di ottenere tutti i dati biologici necessari a preparare un camuffamento utile alla squadra che avrebbe poi agito direttamente tra la popolazione per coglierne le caratteristiche culturali. Ma se i risultati delle analisi della dottoressa Selenjak dovessero rivelarsi piu' dettagliati di quanto ci aspettiamo, e' possibile che la prima fase del piano si riveli superflua. In questo caso, la stazione di osservazione assumerebbe i connotati di un quartier generale a terra, e potremmo anche permetterci di installarla nella zona boscosa, lontano dai centri abitati. - disse Knight, indicando la zona verdeggiante attorno al grande agglomerato sullo schermo.
    - Qual e' il suo parere, signor Krugar? -
    - Personalmente, ritengo che una base di appoggio a terra possa rivelarsi estremamente preziosa. Se questa debba essere o meno una stazione di osservazione, o un semplice quartier generale, dipende dai dati che il gruppo di ricerca della dottoressa Selenjak riuscira' ad ottenere. -
    - Sono d'accordo. Inoltre, teniamo presente che non ci troviamo di fronte ad una civilta' rurale o primitiva. I chamersiani hanno notevoli conoscenze tecnologiche, e sarebbe assai difficile occultare una stazione di osservazione installata a pochi metri dal loro naso. -

    Il Tenente Dephisol emerse dall'angolo della Sala nel quale si era sistemato, immobile e silenzioso, e si avvicino' allo schermo; tutti i presenti lo fissarono per pochi attimi, in attesa di un suo intervento, ma ripresero la conversazione dopo essersi accorti che, in realta', il filosiano non aveva nulla da aggiungere.

    Fu Krugar ad intervenire per primo:
    - Bene. Se vogliamo declassare la stazione di osservazione a semplice quartier generale per le operazioni a terra, allora ritengo che la posizione piu' favorevole sia senz'altro questa. -
    Allungo' il braccio destro ed indico' un punto immerso nel verde, notevolmente distante dall'agglomerato centrale; come se il diagramma avesse intuito le intenzioni del Klingon, l'immagine si ingrandi' automaticamente di un fattore 2, e divennero evidenti i contorni di qualcosa che poteva somigliare ad una gola, o ad una vallata. Krugar rimase interdetto per pochi attimi, e osservo' con un certo stupore il pannello di controllo dello schermo. Poi riprese:
    - La citta' e' circondata da una zona boscosa piuttosto fitta ..... -
    - Conifere. - disse il signor Dephisol.
    - Come? - chiese Krugar.
    - Conifere. Il bosco in questione e' popolato da forme di vita vegetali legnose resinose molto simili alle conifere terrestri. - rispose il filosiano.
    Newport osservo' divertito l'espressione del tenente Krugar mentre quest'ultimo, a sua volta, fissava il signor Dephisol con una punta di esasperazione.
    - Si'.....conifere. Ad ogni modo, e' probabile che l'avvallamento che stiamo osservando sia il letto di un grande fiume, ora completamente asciutto; potrebbe essere un'ottima posizione per l'installazione di una piccola base a terra, considerando che la distanza dalla citta' e' sufficientemente elevata da rendere difficile qualsiasi rilevamento, ma sufficientemente ridotta da permettere alla squadra di sbarco un rapido spostamento. - concluse Krugar.
    Dephisol intevenne nuovamente:
    - Mi perdoni, tenente, ma stiamo parlando di una civilta' che ha messo in orbita 732 satelliti artificiali. Non esiste zona sulla superficie che i chamersiani non possano osservare. -
    - Questo e' vero solo in parte. In realta', l'esperienza mi dice che le caratteristiche ambientali e morfologiche di questa regione renderanno molto difficile ogni rilevamento. -
    - Su che base puo' affermarlo? - ribatte' Dephisol.
    Knight colse la luce negli occhi di Krugar ed intervenne prima che il Klingon si lasciasse travolgere dall'impazienza:
    - Va bene, ammettiamo di avere scelto il sito. Signor Krugar, signor Newport, che tipo di difficolta' incontreremmo per l'installazione di una base operativa occultata? -
    L'ingegnere capo della Unicorn precedette Krugar, che continuava a fissare Dephisol, e rispose immediatamente:
    - Beh, capitano.........non e' un tipo di attivita' alla quale mi dedichi tutti i giorni, comunque credo che le uniche difficolta' sarebbero rappresentate dalla necessita' di trasportare ed assemblare il materiale nel piu' breve tempo possibile, per evitare di essere scoperti. Sarebbe necessario effettuare qualche test, per verificare che la matrice olografica e il generatore di energia non emettano radiazioni rilevabili da eventuali dispositivi chamersiani.........ma lo ritengo piuttosto improbabile. Personalmente, credo che nel giro di 20 ore una squadra tecnica sarebbe in grado di allestire l'installazione. -
    - E nessuno si accorgerebbe di niente? - chiese Knight.
    - No, se presteremo la massima attenzione; il bosco e' molto fitto, e piuttosto lontano da ogni centro che si possa ritenere abitato. - rispose Krugar.

    Knight medito' per qualche secondo, poi si rivolse al Klingon:
    - Bene. In attesa che la dottoressa Selenjak completi le sue analisi, voglio che lei e il tenente Newport approntiate tutto il materiale necessario per l'allestimento di un centro operativo occultato. Studiate qualunque soluzione che permetta di ridurre i tempi di installazione. -

    - Questa citta' e' troppo grande, capitano. - disse il tenente Dephisol.
    - Si spieghi meglio, tenente. -
    - Voglio dire che questa e' sicuramente la metropoli piu' popolosa del continente, se non dell'intero pianeta. Ci esporremo a rischi ugualmente grandi scegliendola come luogo di studio. -
    - Questo e' vero, ma quale luogo migliore per studiare una cultura, se non attraverso l'osservazione diretta di una grande citta', dove hanno presumibilmente sede molte istituzioni di governo? -
    - Si potrebbe scegliere un luogo piu' piccolo e meno popolato, riducendo i rischi e mantenendo a livelli accettabili l'attendibilita' delle osservazioni. -
    - Questa e' l'unica grande citta' dove sia possibile individuare una zona cosi' favorevole per l'installazione di un centro operativo, capitano. - intervenne Krugar.
    - Si'. Per ora continuiamo a lavorare su questa soluzione, ma grazie per la giusta l'obiezione, signor Dephisol. - disse Knight.
    - E' tutto. -



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