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PASSATO, PRESENTE E FUTURO - PARTE I di Fabio Patricolo
6 luglio 1999

    O'Broinn seguì la squadra a bordo della navetta e, impacciato come sempre, inciampò un paio di volte prima di riuscire a raggiungere la sua postazione.
    I due guardiamarina scelti da Dhek per la missione si guardarono in silenzio. Per O'Broinn non fu difficile immaginare che stessero domandandosi perché mai il Capitano Knight avesse scelto un navigatore cosi' imbranato: schiantarsi con la navetta sul pianeta non avrebbe di certo contribuito alla buona riuscita della missione....

    Quello che non sapevano era che O'Broinn quella navetta l'aveva già pilotata...
    E la prima volta ancora prima di salire sull'Unicorn.

    Si assestò alla sua posizione e si preparò a partire. La Unicorn aveva gia' autorizzato il decollo e la Virago era pronta a uscire dall'hangar navette.
    Con un ultimo sospiro, O'Broinn manovrò fuori dall'hangar.

    Sentì Kalz e Taylor lanciare sommessi gridolini di sorpresa per la delicatezza con cui il timoniere aveva condotto la navetta lontano dal rassicurante ventre della Unicorn, ma non ci fece caso... per una volta non gli importava di quello che stavano pensando gli altri.

    Il fatto di pilotare nuovamente la navetta Maquis lo coinvolgeva molto, e i suoi pensieri erano tutti rivolti a cercare di afferrare il senso di quella che era stata la sua vita sulla Unicorn dal giorno in cui aveva provato per la prima volta i comandi della Virago...

    Ciò che lo colpiva di più era l'assoluta mancanza di significato di molte cose che erano avvenute.
    Si era iscritto all'Accademia perché sapeva che la vita nella Flotta Stellare serebbe stata una vita con uno scopo, con un obiettivo importante al quale sacrificare le proprie esigenze personali...

    Tuttavia... a volte si domandava se davvero non fosse tutto privo di senso... I gradi sul suo colletto, la divisa che portava, la gerarchia militare... la loro stessa presenza nello Spazio... che senso aveva tutto questo se per un errore... o un incidente... tutto sarebbe potuto finire?

    La Virago era ormai giunta in prossimita' della atmosfera di Chamersis II e da quella posizione il planetoide sembrava tranquillo e pacifico.... Davvero nulla di cui avere timore...
    Eppure, per qualche strano motivo, Patrick era teso. Non per la manovra di avvicinamento alla superficie, quella avrebbe potuto farla ad occhi chiusi... Non sapeva dire il motivo esatto della sua tensione... eppure qualcosa c'era... come un'inquietudine che gli si insinuava in quello spazio indefinibile tra i pensieri e l'inconscio profondo....

    Decise di scuotersi e comincio' a manovrare in scioltezza, come faceva all'Accademia, prendendosi qualche rischio di troppo, magari, ma divertendosi molto di piu'....

    Chamersis II era una strana apparizione davanti ai loro occhi. Una grande massa rossa... non che fosse davvero rosso...certo.. ma l'atmosfera rifrangeva i raggi del Sole del sistema in modo netto, proiettandoli in una gamma di colori piuttosto uniforme che andava dal rosso vivo ad un rosso un po' piu' scuro, meno brillante, ma sempre carico.
    Era inquietante, ma spettacolare a suo modo.

    Man mano che la navetta si avvcinava al pianeta, O'Broinn riusciva a cogliere sempre qualche particolare in piu'. Lo colpi' l'assoluta assenza di acqua. Non un solo lago o mare che spezzasse la monotonia delle grandi pianure e degli altopiani che lentamente comparivano sulla superficie uniforme del pianeta.
    Certo, aveva studiato i dati tecnici della loro destinazione... sapeva bene che non poteva aspettarsi niente di diverso da un pianeta la cui atmosfera era densa di moltissimi gas, e la cui temperatura era di circa 69° C. Tuttavia osservare con i suoi occhi quella desolazione lo intristiva.

    "Entriamo nell'atmosfera di Chamersis II" comunico' al resto della squdra
    "Tenetevi forte, non sara' una passeggiata..."

    Viro' decisamente, e la Virago si precipito' impavida verso quello scudo gassoso che avvolgeva il pianeta rosso. Forse O'Broinn avrebbe dovuto chiudere un po' di piu' l'angolo di approccio, ma il timoniere sapeva bene che la struttura della navetta Maquis non avrebbe avuto nessun problema.... a parte forse il fatto che il computer impiego' qualche minuto in piu' del normale per controllare l'aumento della temperatura interna.... Ma oltre a questo e a qualche scossone un po' troppo forte, non si verifico' nessun problema.

    Prima di atterrare, O'Broinn procedette a un rapido scan della zona dove avevano programmato lo sbarco. Nessuna novita' da segnalare. Era tutto tranquillo come da copione... (ma allora perche' continuava a sentirsi cosi' inquieto?)

    La Virago assunse la posizione di atterraggio e dopo pochi minuti tocco' dolcemente terra.
    L'irlandese senti' distintamente un sospiro si sollievo provenire dalle sue spalle, ma non aveva voglia di approfondire, anche perche' subito la voce di Dhek ordino' di verificare l'equipaggiamento e indossare le tute per lo sbarco.

    O'Broinn fini' di controllare la strumentazione, e lo fece con molta flemma, quasi che di colpo non avesse piu' molta voglia di scoprire cosa gli riservava quel pianeta... Sentiva solo una profonda fiacca. Eppure lui non era cosi'... Perche' d'un tratto era cosi' stanco?
    Si attardo' a studiare i dati che il computer di bordo stava elaborando sullo stato della Virago. Non c'era nulla che non fosse fuori posto, ma continuo' a fissare lo schermo davanti a lui.
    Poi senti' una voce dietro di lui...
    "Cosa?" chiese voltandosi
    "Vuole venire con noi, oppure ha deciso di rimanere qui?" lo sferzo' dall'interno del casco la voce di Dhek.
    Solo allora si accorse che tutti glia ltri erano gia' fuori e lo aspettavano per iniziare la missione a terra.

    "S-si.. certo... Arrivo subito!" balbetto' alzandosi in piedi e afferrando la sua tuta.

    La infilo' rapidamente e usci' anche lui dalla Virago. Dhek e gli altri lo guardarono mentre poggiava i piedi sulla sabbia immota che ricopriva tutta la superficie del pianeta.

    Dentro il casco l'orecchino bajoriano tintinnava oscillando ad ogni movimento, mentre O'Broinn andava a piazzarsi di fianco a Quill.



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