Diario del Capitano
Supplemento
Il viaggio di andata della Unicorn è terminato.
L'equipaggio è riuscito a mettere in pratica la tecnica di avvicinamento
elaborata dal Tenente Newport, e in questo momento la nave orbita attorno a
Chamersis III, in una posizione che può definirsi sicura.
Ma l'incarico vero e proprio inizia ora, e sarà necessario smaltire in
fretta l'euforia e iniziare al più presto le indagini.
U.S.S. UNICORN
Ponte di comando
Knight annuì con un sorriso di soddisfazione e si rivolse al giovane
timoniere della nave:
- Ben fatto tenente. Complimenti, una manovra perfetta. -
Allentando la presa sui braccioli della poltrona, avvertì alle estremità
delle dita il fastidio tipico del sangue che all'improvviso riprende a
circolare. Non che avesse mai temuto il peggio; 20 anni tra le stelle lo
avevano preparato ad ogni tipo di difficoltà, ma una cosa era certa: ciò
che era appena stato fatto non poteva essere considerato un'operazione di
routine, e un equipaggio men che ottimo avrebbe avuto non poche
difficoltà.
Aprì e chiuse velocemente i pugni per sgranchire le articolazioni delle
mani e si alzò in piedi, muovendo qualche passo in direzione dello schermo
principale. Come lui, tutto il resto del personale, ancora scosso ed
eccitato, osservava la vista a campo largo che i sensori esterni
rimandavano in plancia.
- Magnifico..... -
Pronunciò la parola a bassa voce, a proprio uso e consumo, ma tutti
poterono udirla.
- Un altro mondo che nasconde la......magia....... -
Sul visore campeggiava una falce azzurra, il cui contorno era appena
percettibile. Il sole del sistema illuminava il corpo celeste da dietro, e
i pochi raggi che giungevano dalla parte opposta disegnavano con
strabiliante precisione la curva morbida ed eterea del terminatore
notturno.
I sensori esterni della nave polarizzavano la luce ed effettuavano una
varietà di miglioramenti e di intensificazioni dell'immagine; ne risultava
che sulla superficie in ombra era comunque possibile scorgere un buon
numero di dettagli.
La conformazione delle terre emerse appariva sempre.......strana ed aliena;
questi erano gli aggettivi che ricorrevano più spesso di fronte ad un mondo
nuovo. Un eso-geologo avrebbe certamente notato i segni di una deriva
continentale, inevitabile in un pianeta di classe M, ma il cuore romantico
avrebbe semplicemente visto un enorme territorio inesplorato da scoprire,
conoscere e toccare con le proprie mani.
O'Broinn ricordò la Terra in tempi remoti, e le epiche spedizioni
esplorative ai Poli e all'equatore; allora si rischiava la vita per andare
incontro all'ignoto. Ora tutti conoscevano la Terra nei minimi dettagli,
dal nucleo fuso fino al mantello esterno.........ma quello era un pianeta
tutto nuovo!
Le striature e i vortici delle candide formazioni nuvolose apparivano dense
e corpose, e conferivano al pianeta un aspetto ovattato; solo la zona del
Polo Sud era risparmiata dalle volute circolari dei corpi nuvolosi, e il
cielo che sovrastava l'enorme massa bianca di ghiaccio e terra doveva
apparire terso e limpido ad un osservatore sulla superficie.
Ed ecco la magia:
Muovendo lo sguardo in direzione dell'equatore, i lembi di terra
risparmiati dalle formazioni nuvolose erano costellati da un numero enorme
di piccoli punti luminosi, che non sarebbe certo stato possibile apprezzare
senza l'ausilio tecnologico dei filtri del visore.
A volte le luci erano disposte in spazi ristretti, e apparivano come
grappoli di nodi luminescenti a delimitare le estremità dei segmenti di
un'enorma ragnatela di luce.
Lì sotto, milioni di individui senzienti ed intelligenti dormivano, si
divertivano, lavoravano........o forse guardavano le stelle e si chiedevano
se ci fosse vita nell'universo.
= Non sapete quanta...... = disse Knight tra sé e sé.
Sbarcare e prendere contatto con quella gente. Una parte del Capitano
avrebbe voluto farlo, e si sarebbe compiaciuta di aver squarciato il velo
di ignoranza che impediva agli abitanti del pianeta di carpire i segreti
dell'universo; un'altra parte sapeva, invece, che nella maggior parte dei
casi questo era stato controproducente: affrontare una questione così
importante senza possedere la necessaria maturità culturale avrebbe
sconvolto la vita di questa gente, e avrebbe gettato il pianeta nel caos e
nel terrore.
Troppe volte questo era accaduto, prima che la Federazione decidesse di
promuovere la Prima Direttiva.
Tutto a suo tempo.
Il Tenente Comandante Quill levò gli occhi dalla propria postazione
scientifica, e decise che per qualche attimo poteva trascurare F'Rann e la
miriade di dati che scorrevano sullo schermo del terminale per osservare
l'immagine sul visore principale.
L'occhio razionale e calcolatore non poté fare a meno di cogliere un
particolare che, in fondo, poteva avere una certa rilevanza: una parte dei
contorni tracciati dalle terre emerse sulla superficie di Chamersis III
presentava regolarità quantomeno sospette, sfoggiando linee ed angoli che
difficilmente si sarebbe potuto attribuire alla natura.
= La capacità di controllare ed alterare l'ambiente a livello continentale
è compatibile con il livello di sviluppo tecnologico assegnato a questa
civiltà. Compatibile, ma comunque notevole; ci sono tutti i presupposti
per una rapida conquista dello spazio. =
Quill si rese conto che tale valutazione era degna di essere comunicata al
Capitano, e si ripromise di farne menzione in un prossimo, probabile
rapporto.
-[ Bello, vero? ]-
La scritta sovrastava le colonne di numeri che scorrevano inafferrabili
sullo schermo del terminale , e Quill tornò a concentrarsi sulla
postazione scientifica.
-[ Sì F'Rann. A volte i mondi di classe M si somigliano molto, ma bisogna
ammettere che Chamersis III visto dallo spazio offre un bello spettacolo.
Non sono sicuro di preferirlo ad Andoria, però. ]-
-[ Oh, beh, se è per questo neanch'io. Sei riuscito a trasformarmi in
un'andoriana a tutti gli effetti, ti ho mai fatto i complimenti per questo? ]-
-[ Ti piace così tanto essere andoriana? ]-
-[ No....cioè sì, ma non era questo che intendevo. Volevo semplicemente
complimentarmi con te per le tue stupefacenti abilità informatiche. ]-
-[ Grazie. Comunque.....sì, l'avevi già fatto! ]-
Quill digitò quest'ultima frase con un leggero sorriso sulle labbra, e
realizzò che F'Rann lo avrebbe notato.
-[ E' bello sentirsi vivi. Potrà sembrarti stupido, considerando che prima
non lo ero, e che quindi non potevo provare nulla con cui effettuare un
confronto; ciò nonostante, nulla potrebbe convincermi a rinunciare alle
sensazioni che ora sono in grado di provare. ]-
-[ Beh, certo che controllare i sistemi di un'installazione in rovina e
tenere compagnia ad un vecchio è piuttosto diverso che vivere su una nave
stellare della Federazione. ]-
-[ Non mi riferivo alle mie mansioni precedenti. ]-
-[ Sì, certo, l'avevo capito. Prima eri un algoritmo, ora sei una forma di
vita; bel cambiamento, eh? ]-
-[ Sì Quill! Il migliore in cui potessi sperare. ]-
-[ Credimi. Questo vale anche per me, F'Rann ]-
- Capitano? -
Il Comandante Dhek si rivolse a Knight dopo aver gettato una rapida
occhiata al terminale accanto alla propria poltrona.
Knight mantenne lo sguardo sul visore principale per qualche altro secondo,
poi girò la testa e rispose alla voce che proveniva alle sue spalle.
- Sì Numero Uno? -
- Riceviamo rapporti da tutti i ponti. Qualche danno minore alle
infrastrutture interne della nave e quattro feriti lievi, con contusioni e
traumi non gravi. -
Il Capitano tornò ad osservare Chamersis III. Quando si accorse che
l'immagine era ormai impressa nella propria memoria, girò i tacchi e
tornò a passo spedito verso la propria poltrona, non prima di aver
elargito una pacca sulla spalla al Tenente O'Broinn.
- Bene. Rimaniamo comunque in Allarme Giallo; dobbiamo essere certi che
questa posizione sia realmente sicura prima di intraprendere qualsiasi
altro tipo di azione. -
- Posso suggerire un'analisi preliminare dello spazio planetario e della
superficie di Chamersis III? Potremmo ottenere dati piuttosto interessanti
anche utilizzando i sensori in modalità passiva, signore. -
- Certo, Numero Uno. Signor Quill..... -
L'andoriano girò la testa e attese gli ordini del Capitano.
- ......Analisi scientifica completa di Chamersis III e dello spazio
orbitale. Veda anche cosa riesce a scoprire di quella stazione scientifica
che dovrebbe essere installata sulla luna maggiore. -
- Sì, Capitano. - rispose l'andoriano.
-[ Al lavoro, Quill! ]- era la frase che campeggiava sul terminale della
postazione scientifica.
Rise tra sé e sé e la fece sparire con un paio di tocchi sui comandi. Poi
mise alla frusta quei nuovi sensori la cui efficacia sarebbe stata presto
verificata.
- Signor Krugar, voglio un'analisi tattica della situazione. Veda se gli
abitanti hanno armi o strumenti di offesa sulla superficie o in orbita
attorno al pianeta. Dovrebbe essere piuttosto probabile. -
- Sì signore. Direi che è quasi certo. - rispose il Tenente Krugar, e
riprese a parlare fissando la consolle tattica:
- Dei 732 satelliti artificiali in orbita, almeno 12 sono costituiti da
missili balistici strategici a testata nucleare. Comunque, secondo i
sensori, le testate hanno perso la capacità di essere armate e dovrebbero
risultare inservibili. -
- Confermato. - aggiunse Quill dalla postazione scientifica:
- E' probabile che le armi siano state lanciate nello spazio parecchie
decine di anni fa, e che ora siano in disuso; in fondo i rapporti della
Flotta Stellare parlano di una popolazione piuttosto pacifica. -
Krugar attese la fine dell'intervento di Quill e riprese a sua volta:
- Nessuna minaccia per la Unicorn nello spazio orbitale, Capitano. Continuo
le analisi sulla superficie. -
- Bene Tenente. Plancia a Sala Macchine. -
In sala macchine, il tenente Newport e tutta la squadra tecnica si stavano
togliendo le ingombranti tute antiradiazioni, senza mai perdere d'occhio le
consolle e i terminali diagnostici.
- Quì Newport. -
- Rapporto, Tenente. -
- Ce la siamo cavata molto bene, Capitano. Nessun danno degno di nota: un
paio di rele' del deflettore di navigazione sono saltati, e saremo
costretti a disattivare la griglia di contenimento secondaria per
effettuare le riparazioni. -
- Niente giochetti con il deflettore per.....15 minuti? -
Newport ricordò che Knight era stato ingegnere sulla Palomino e sulla
Esperantia.
- Esatto Capitano. Niente di grave, comunque. -
- Ottimo. I miei complimenti a tutta la sezione tecnica per l'ottimo lavoro
svolto fino a questo momento. Knight, chiudo. -
U.S.S. UNICORN
Infermeria
La bimbetta sedeva su uno dei lettini della sala principale dell'infermeria
e faceva dondolare ritmicamente le gambe.
Durante il passaggio della Unicorn attraverso il campo di asteroidi, uno
scossone più violento degli altri aveva fatto cadere uno dei vasi di
ceramica che la famiglia aveva portato dall'India; il manufatto era
carambolato su una delle mensole inferiori ed era finito sulla testa della
piccola, provocandole una serie di tagli superficiali.
La dottoressa Selenjak aveva già cicatrizzato buona parte delle ferite, e
si accingeva a passare il protoplaser sopra il taglio più profondo, mentre
la madre osservava in piedi, libera ormai da ogni preoccupazione per le
condizioni della bambina.
I grandi occhioni color nocciola fissavano intensamente il capo della
dottoressa........le orecchie, a dire il vero.
Selenjak continuò imperterrita il proprio lavoro, e solo per pochi attimi
non poté trattenersi dal ricambiare lo sguardo della bambina.
- Sei una Vulcaniana? - disse, con voce infantile.
- Deduzione esatta, ma non eccessivamente logica. Se ti riferisci alle mie
caratteristiche somatiche, devo comunicarti che nel solo territorio
federale esistono più di 29 forme di vita vulcanoidi, il cui aspetto
fisico è pressoché identico al mio. Ti servirebbero altri elementi per
affermare con esattezza che la persona che stai osservando proviene da
Vulcano. -
- Il mio papà dice che i Vulcaniani sono musoni e noiosi. -
La dottoressa Selenjak inarcò un sopracciglio, e non si accorse che la
madre della bambina aveva strabuzzato gli occhi ed era improvvisamente
impallidita, coprendosi poi il viso con un mano e sperando che il pavimento
si spalancasse sotto i suoi piedi.
- Un'analisi piuttosto grossolana. Il modo di vivere dei nativi di Vulcano
è senza dubbio diverso, e ha il proprio fondamento su una diversa scala di
valori. Ma credo che tu sia troppo piccola per poter capire; del resto,
spesso questo riesce difficile anche a molti umani adulti, come il tuo caso
sembra dimostrare. -
La dottoressa cercò conferma alle proprie parole girandosi ad osservare la
madre della bambina, la quale si limitò a sfoggiare un sorriso ebete per
poi tornare a coprirsi con una mano.
- Ehi.....non fa più male! - squittì la bambina toccandosi la testa.
- No, la ferita è completamente rimarginata. La prossima volta, quando la
nave sta per effettuare una manovra brusca o particolarmente violenta, ti
consiglio di seguire alla lettera le indicazioni della plancia, e di
trovare una posizione sicura in cui nessun oggetto che dovesse cadere ti
possa raggiungere. -
La madre si avvicinò con scatto fulmineo e afferrò la bimba per un
braccio, costringendola a scendere dal lettino.
- Ma certo dottoressa, a-a-avremmo dovuto stare più attenti.
Grazie.....grazie mille; non so come ringraziarla. Vieni Gisha, andiamo. -
Le due lasciarono l'infermeria, e la bambina continuò ad osservare la
vulcaniana fino a che le porte si furono chiuse alle loro spalle.
Selenjak ripose il protoplaser in uno degli appositi alloggiamenti con un
gesto lento e distratto. Stava fissando meditabonda un punto imprecisato
sul soffitto dell'infermeria, e il rumore dell'attrezzo che cadeva a terra
distrasse i suoi pensieri.
Lo raccolse, si accertò che non si fosse danneggiato e lo ripose con più
attenzione. Ma c'era qualcosa che toccava le corde più profonde dei suoi
sensi; quelli sensibili ed allenati della mente, ai quali un vulcaniano
dava grandissimo valore, e che coltivava e svilluppava con grande cura.
- Qualcosa non va, dottoressa? - disse una delle infermiere presenti nella
stanza.
Selenjak rispose articolando a fatica le parole, come se la sua
concentrazione fosse completamente assorbita da qualcos'altro:
- No.......non si preoccupi. -
L'infermiera fissò per qualche attimo la vulcaniana e decise che forse era
il caso di tornare al lavoro su quelle colture.
Era qualcosa di molto debole.....quasi impercettibile. Coscienza.....schemi
di pensiero complessi e coerenti, ma fievolissimi; segnali che persino lei
aveva difficoltà a discernere..........ma presenti....e impossibili da
ignorare.
Si sedette e chiuse gli occhi per qualche attimo, tentando di attingere a
tutte le risorse mentali di cui disponeva.
Per pochi secondi riuscì a mutare la propria coscienza in una tela vuota,
e si accorse che qualcuno, da molto lontano, tentava di tracciarvi segni e
immagini. Percepì debolezza, ansia, fretta, e una grande
aspettativa.....quella che precede qualcosa di molto importante.
Aprì gli occhi nel momento in cui si accorse che ciò che aveva contattato
pareva rispondere ai suoi stimoli mentali e comportarsi di conseguenza. Se
il segnale non fosse stato così debole e indistinto avrebbe persino potuto
effettuare una elementare fusione mentale!
Meditò a lungo sull'opportunità di riferire immediatamente la questione
agli altri Ufficiali Superiori, e si accorse con un certo disgusto di aver
imboccato la strada dell'emotività.
Cercò allora di ripulire la propria mente e di ristabilire i giusti
equilibri della logica e della razionalità: spesso un dubbio o una mezza
verità generano ansia e confusione, e contribuiscono ad intorbidire un
ambiente che, al contrario, si deve fare forte della propria limpidezza di
intenti.
Si ripromise quindi di approfondire la questione in ogni modo, e ogni volta
che le fosse stato possibile, al fine di fornire al Capitano qualcosa di
concreto su cui riflettere.
Questo sarebbe stato il modo più logico di agire.
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