Mancava ormai un'ora all'arrivo nel sistema Chamersis. Era il
momento di cominciare. Knight sistemò la giacca del'uniforme e si recò in
plancia.
Il primo ufficiale si alzò prontamente dalla poltrona centrale, quindi disse:
-Capitano, mancano quindici minuti per dare inizio alla manovra per
l'arrivo nel sistema chamersiano in modalità silenziosa. Col suo permesso
vorrei assistere a tutta la procedura dalla postazione scientifica due-
Knight annui. Sospettava che come ufficiale scientifico, Quill Voor fosse
stato interessato ad osservare la manovra d'arrivo in volo planato ed
analizzare i risultati.
-Bene numero uno. Accordato. -
Alla destra del capitano prese posto il comandante Dhek. Knight si
girò e trovò alla postazione tattica il tenente Krugar pronto. Un cenno
d'intesa del Klingon-Breel gli indicò che era pronto a tutto. Poi rivolse
lo sguado alla postazione del timoniere. Le spalle dritte del tenente
O'Broinn non lasciavano intuire se fosse o no nervoso. Pochi istanti prima
aveva saputo che i risultati delle simulazioni non erano state per nulla
incoraggianti. Ma aveva fiducia nelle capacità dell'irlandese.
-Rallentare a curvatura sei. - esordì quindi
-Stand by per il disinserimento della propulsione a curvatura e pronti per
l'anzamento a velocità inerziale.-
Sullo schermo principale il sole del sistema Chamersis era ancora
un puntino in lontananza, Knight sentì che l'atmosfera si era fatta più
tesa. Al solito non volava una mosca ma sentì comunque il primo ufficiale
borbottare qualcosa alla postazione. Era strano. Non aveva fatto caso a
quella caratteristica dell'andoriano.
-Numero uno?-
-Capitano?- rispose Voor.
-Ha finito i calcoli per l'angolo di avvicinamento?-
-Si signore. I dati d'approccio in volo inerziale, sono ora completi. Li
trasferisco alla postazione del signor Tambla.-
Il navigatore felinoide accusò ricevuta con un gesto silenzioso della
testa. La sua era una razza che non si perdeva in inutili chiacchiere e per
questo il capitano si accontentò di quel cenno. Insospettatamente parlò.
-Rotta calcolata. Pronta per l'inserimento. Al suo comando. -
Knight pensò che doveva essere un segno di nervosismo. Si rivolse quindi al
comandante Dhek.
-Comandante...-
Il Trill annuì e si alzò immediatamente rivolgendosi sia alla plancia che a
tutta l'astronave.
-Allarme giallo. Tutti alle proprie postazioni.
L'atmosfera sembrò quindi riscaldarsi di nuovo.L'eccitazione che
trasmetteva una condizione "gialla" in qualche modo faceva dimenticare la
pericolosità di quello che stavano per affrontare. Una pura iniezione di
adrenalina pervase tutto il personale.
Anche nel tenente O'Broinn, che aveva l'incarico più delicato. Il capitano
notò che le spalle del timoniere si erano leggermente irrigidite. Quel
ragazzo dovrà imparare a rilassarsi nelle condizioni di stress, si disse o
non avrebbe retto a lungo. Poi si collegò con la sala macchine.
-Tenente Newport? Come vanno le cose li?-
-Qui Newport. Noi siamo pronti capitano. Quando vuole può far disattivare
la propulsione. Manterremo da qui un campo di curvatura stanziale.-
-Bene Tenente. Signor O'Broinn ha sentito? la nave é tutta sua. Quando è
pronto può iniziare la manovra.-
-Si signore. Ancora otto minuti e diciasette secondi alla disattivazione
della propulsione a curvatura.-
O'Broinn mosse istintivamente le mani sulla consolle. Ora sembrava più facile.
Sembrò passare un eternità fino a quando il tenente O'Broinn finalmente disse:
-Arrivo al punto di disattivazione tra dieci secondi. Sei ... cinque ... quattro ...
angolo d'approccio inserito-
continuò -Tre, due, uno: propulsione disinserita ora. Siamo in volo libero
signore.-
A Knight sembrò che sostanzialmente non cambiasse nulla. Ebbe comunque
l'impressione che mancasse qualcosa nell'aria. Il nucleo del generatore era
ancora in funzione...sperava. Forse era solo una sensazione.
In sala macchine il capo ingegnere osservava le fasi inziali della manovra
da un monitor della sala principale. Continuava a mordicchiare i guanti
della tuta di sicurezza che aveva indossato e che aveva fatto indossare a
tutto il suo staff. Vide il cilindro del reattore rallentare i propri
battiti. Ora era solo questione d'abilità manuale pensò. Tripitaka che si
trovava poco lontano, si voltò verso di lui e chiese.
-Tenente é proprio necessario indossare queste tute?-
Tripitaka era stato sfortunato, non aveva trovato quella della sua misura.
-Non si sa mai Tri. Passeremo molto vicini al sole Chamersiano é voglio
essere preparato a qualunque emergenza.-
Sorrise alla vista dell'ingegnere che quasi nuotava nella tuta e attivò il
comunicatore.
-Newport a Morgan. Come vanno le cose in sala deflettore?-
-Tutto pronto signore. Aspettiamo il comando dalla plancia.-
-Bene. Si tenga in contatto-
-Si Signore. Morgan chiude-
Avere una squadra pronta nella centrale del deflettore era una precauzione
non proprio indispensabile ma non si rimodula spesso il campo del
deflettore tutti i giorni. Era meglio avere qualcuno sul posto. Poi
considerò che alla fine di tutto, metà dello staff avrebbe avuto bisogno di
una bella doccia.
In plancia il comandante Quill continuava a parlottare sottovoce come se
qualcosa lo preoccupasse. Il capitano Knight non aveva idea che invece si
rivolgeva a qualcuno che gli rispondeva. Quill alzò la voce improvvisamente
e disse
-Ci troviamo a quattro U.A. da Chamersis. signore.-
Knight annui.
-Signor O'Broinn situazione prego.-
-Stiamo rallentando velocemente. Siamo passati ora da curvatura cinque a
quattro punto sei e scendiamo costantemente-
Era normale. Il sottile campo di curvatura che ancora circondava la nave
non era sufficiente a mantenere la velocità.-
-tattico sul visore- Chiese.
La vista esterna fu improvvisamente sostituita dalla rappresentazione
grafica. Il simbolo che rappresentava la nave stava velocemente percorrendo
la linea della rotta calcolata. La linea che da rossa passava a verde dopo
il passaggio dell'icona, intersecava i cerchi delle orbite planetarie con
un angolo di cinquanta gradi. Un colore per ogni pianeta. Chamersis 1 aveva
un cerchio giallo e la linea rossa lo sfiorava di pochissimi millimetri.
-Quattro gradi d'appruamento.- Intervenne Quill.
O'Broinn annuì al suggerimento e mentre osservava i dati sulla sua consolle
eseguì la correzione automaticamente. Sullo schermo la linea della rotta si
alzò di qualche grado verso il limite estremo del sole.
Quando l'icona della nave si trovò a qualche centimetro dalla linea gialla
O'Broinn fece sentire di nuovo la sua voce.
-Attivo il deflettore modificato. Alzo gli scudi laterali.-
Krugar Si accigliò. Non aveva mai visto quella conformazione e non gli
piaceva, quindi intervenne.
-Indebolimento progressivo degli scudi deflettivi. Sono scesi all'ottanta
per cento e la scala continua a calare .-
-Non si preoccupi tenente .- Rispose il capitano. -Era previsto. Dobbiamo
estendere gli scudi alla massima distanza. Tenga pronti i siluri quantici
nel caso ci sia qualche ostacolo imprevisto.-
-A questa distanza ho una buona lettura del quadrante planetario capitano.-
Rispose Quill. -Non ci sono ostacoli di cui preoccuparsi. Solo dei residui
cometari. Signore questo confermerebbe la teoria che vede C.1 come un
protoplanetoide ancora in fase di costituzione .-
-Bene.- rispose il capitano evidentemente poco interessato
Da un oblo in sala deflettore il tenente Morgan, vide partire il raggio
deflettivo. L'enorme emissione da bianca e brillante diventò sempre più
evanescente e opaca. Finì per sparire in lontananza.
Pensò che era magnifico. Come allungare un braccio per spostare gli oggetti
su scala planetaria. Una sensazione eccezionale.
Quill era ancora preoccupato per l'intelligenza artificiale che aveva
ancora una volta rifiutato di disattivarsi. F'Rann controllava ora la
maggior parte dei calcoli della navigazione e dell'impianto tattico. Sperò
che fosse così infallibile che si proclamava. Comunque ne approfittò per
fargli gestire anche i sensori laterali.
-Avresti dovuto calcolare una rotta più distante dal sole- disse sottovoce.
-Passare così vicino al sole potrebbe influenzare la lettura dei sensori.-
"Non preoccuparti", comparve scritto sullo schermo. "Non ci sono problemi.
Posso gestire qualunque alterazione delle letture e porvi rimedio molto
prima di quanto tu possa fare. E poi, un angolo meno stretto avrebbe
allungato il viaggio. Così invece manterremo il calcolo previsto dal
capitano."
-Di tempo ne abbiamo in abbondanza. E' la sicurezza della nave che mi
preoccupa.-
"Non hai motivo di essere preoccupato. Ti ricordo che anch'io abito qui.
Non ho nessun motivo per mettere in pericolo nemmeno il minimo bullone di
questo vascello. Non sarebbe logico."
Quill inarcò un sopraciglio e sperò che non ci fosse un elemento vulcaniano
nella programmazione base di F'Rann. Poi senti dire dalla postazione di
O'Broinn
-Pronti per la rotazione. Comincio a ruotare la nav...-
Allora tutte le strutture della nave cominciarono a tremare. E la
vibrazione cresceva.
O'Broinn non fu l'unico ad alzare gli occhi. Il tenente Tambla emise anche
un sommesso ringhio, strinse le pupille verticali e socchiuse gli occhi
voltandosi verso O'Broinn in cerca di una risposta.
L'irlandese non sapeva che dire. Non aveva idea di quello che stava
succedendo. Ora cominciava a raggelare. La vibrazione continuava a salire
ed anche in capitano divenne un po' nervoso quando vi si aggiunsero dei
rimbombi cupi.
Le mani Di O'Broinn volavano letteralmente sulla tastiera in cerca di una
risposta. Non era nervoso si disse. Era perfettamente logico o almeno così
sperò. Non era mai successo nelle simulazioni. Era un bene o un male?
Considerando che dalle simulazioni ne era uscito sempre perdente?
La voce del capitano non mostrava la tensione ma il tono sembrava
leggermente più alto del normale
-Che succede?-
La richiesta era evidentemente diretta all'ufficiale scientifico ma avendo
finalmente la soluzione davanti gli occhi, O'Broinn intervenne prima di Voor
-Si tratta dello sciame che il "rostro" tachionico sta attraversando e
spostando signore. Le vibrazioni provocate dall'urto con le particelle si
diffondono lungo l'asse energetico degli scudi e del deflettore e si
ripercuotono sullo scafo. I rimbombi più forti sono le masse più grandi.
Gli scudi in ogni modo tengono.-
-Confermo.- Intervenne il primo ufficiale. -L'effetto dovrebbe cessare
quando supereremo la linea orbitale.-
-Scudi al sessantacinque per cento- disse preoccupato Krugar.-In continua
discesa.-
Il capitano si rivolse al comandante Dhek
-Danni?-
-Nessun danno rilevato.- rispose il trill tenendo gli occhi sul monitor da
bracciolo. -I campi di contenimento strutturale sono attivi. C'é un piccolo
abbassamento degli schermi inerziali ma niente di preoccupante. Se non
colpiamo nulla di troppo grosso in maniera violenta, non dovremmo avere
grossi problemi.-
E neanche se l'avesse predetto, uno spostamento laterale quasi scaraventò
l'equipaggio giù dalle poltrone. Dhek guardò il capitano negl'occhi
dispiaciuto.
-...come non detto...-
-Quello era il nostro ostacolo più grosso. Ora abbiamo il campo libero. -
Quill Voor si voltò dalla postazione scientifica e indicò lo schermo.
-Stiamo attraversando ora la linea dell'equatore!-
Newport osservava da un monitor in sala macchina.
-Morgan- disse al comunicatore. -pronta a riconvertire il deflettore e gli
schermi.-
-Aye, Aye!-
Bene pensò Newport, la prima ora era passata senza nessun danno.
Cosa ci avrebbe riservato la seconda metà del viaggio?
Il capo ingegnere sperava solo che la sezione non friggesse viva per le
radiazioni solari una volta che si fossero avvicinati all'eliosfera solare.
Controllò che i suoi guanti e il casco della sua tuta di protezione fossero
dove potesse afferrarli. La sua sezione era quella più esposta visto che la
nave offriva quella parte della nave alla superfice del sole.
Il resto del suo staff probabilmente sudava rinchiusi nelle loro tute più
per il nervosismo che per il caldo. Aveva preferito avere le mani libere
per permettere ai naniti di intervenire in caso di emergenza ma cominciava
ad avere le mani sudate anche lui.
Sessantuno minuti e fino a quel momento non c'erano stati problemi.
In infermeria invece la dottoressa Selenjak stava leggendo tranquillamente
un dpad. Come tutti aveva alzato gli occhi quando le vibrazioni avevano
pervaso la nave ed era coscentemente consapevole della vicinanza del sole
chamersiano ma non poteva farci nulla. Aveva dislocato otto squadre di
infermieri e medici ad intervalli in tutta la nave e ne teneva altre
quattro pronte a tutto che si annoiavano in infermeria. Aveva giudicato
quella manovra potenzialmente pericolosa e vi si era preparata per
affrontarla al meglio delle capacità della sua sezione, non potendoci fare
nulla. Fortunatamente, le sue fosche previsioni non si erano ancora
avverate. Quando le vibrazioni cessarono riprese a leggere.
Non aveva senso far salire la tensione più di quanto non fosse già alta.
Una goccia di sudore correva anche sulla fronte del timoniere. Al richiamo
del primo ufficiale, O'Broinn non poté fare a meno di scrutare lo schermo
principale e si rese conto di quanto vicino al sole la nave passava. Aveva
gli stessi dati sulla sua tastiera ma vederli sul monitor grande in qualche
modo, li rendeva spaventosamente più reali.
-Manovra di rotazione completata. Stiamo mostrando la zona ventrale della
nave al sole. Su quel lato gli schermi sono più forti. Viaggiamo ora
sull'emisfero meridionale del sole chamersiano. La nostra velocità é di 0.8
di impulso e continuiamo a rallentare.-
L'esterno della Unicorn era fortemente illuminato mentre essa sfrecciava
verso la sua destinazione. Nessuno aveva pensato che si trovavano entro il
raggio d'azione di una eruzione solare se il sole chamersiano avesse deciso
di fargli una sorpresa. O meglio, qualcuno a bordo lo sapeva.
L'intelligenza artificiale che albergava nel computer della nave aveva
calcolato la possibilità che potesse accadere ma le probabilità di
incontrare una eruzione solare erano molto basse ed F'Rann era giunta alla
conclusione che il gioco valesse la candela.
Ovviamente aveva purgato tutti i rapporti di quella sua conclusione e da
quello che aveva ascoltato attraverso i microfoni di bordo, non sembrava
che a qualcun'altro fosse venuto in mente di controllare se Chamersis era
soggetto o meno ad eruzioni.
Comunque aveva fretta di arrivare. Non avrebbe lasciato che qualcuno
scombinasse i suoi piani. Anche a costo di manomettere pesantemente i
rapporti.
Il tempo passava e il comandante Quill aveva raggiunto le spalle del
navigatore. Il Tenente Tambla fissava i propri comandi seguendo la
direzione del vascello. Voor notò che esibiva gli artigli ancestrali tipici
del suo popolo e che sul bordo della consolle erano comparse otto tacche
dove il tenente Tambla aveva evidentemente fatto presa per reggersi.
Riparazione numero 124 della lista odierna dei piccoli danni pensò.
Sostanzialmente si era rivelata una manovra pulita e senza troppe scosse.
La nave era andata soggetta ad una tensione torsionale molto forte a causa
della vicinanza del campo magnetico solare ma si era comportata
egregiamente. Fino a quel momento, come il solito, era il personale che a
causa della tensione sembrava provocare più danni.
Quill Voor giunse alla conclusione che in fondo, si stava divertendo.
Ed anche il tenente O'Broinn stava provando le stesse sensazioni.
Disinserito il "rostro" tachionico che aveva sgombrato la strada alla
Unicorn, nessuna delle catastrofiche previsioni che aveva affrontato sul
ponte ologrammi si era avverata. Gli schermi deflettivi, dopo un brevissimo
istante che erano crollati, causando un probabile colpo apoplettico al
tenente Krugar, si erano alzati nuovamente e più forti di prima continuando
a rafforzarsi.
Superato il polo sud magnetico del sole, erano diretti, praticamente
"lanciati" dal campo magnetico, verso Chamersis tre.
La velocità relativa si era leggermente alzata da 0,8 a 0,9 percentuale di
impulso.
Il leggero campo di curvatura che circondava la nave non consentiva un
sostanziale cambiamento della rotta ma era il prezzo per passare
praticamente inosservati a chiunque non possedesse la tecnologia della
federazione. L'unica cosa che O'Broinn potesse fare era girare la nave su
se stessa. Non era neanche consigliabile attivare i motori ad impulso, non
sapevano se i chamersiani erano in grado o meno di percepire i leggeri
residui di scarico del motori. Meglio non rischiare.
O'broinn continuava a ripetersi "siamo invisibili...siamo invisibili..."
-Passare a visione esterna- chiese il capitano.
Il visore principale mostrò allora la loro destinazione: Chamersis Terzo.
Il pianeta sembrava molto simile alla terra. Almeno da quella distanza e
considerando una quantità maggiore di terre emerse. A Knight però parve
anche strano. La rotazione del pianeta aveva qualcosa che non andava,
girava al contrario. Poi si ricordò che a differenza della rotta
d'avvicinamento standard, stavano arrivando dalla parte dell'emisfero sud e
che la loro stessa posizione era capovolta.
-Signor O'Broinn, non potrebbe ruotare ancora una volta la nave?-
-Si signore ma questa posizione ci permetterà di raggiungere l'orbita di
parcheggio senza dover fare troppi aggiustamenti.-
Knight si diede dell'imbecille per non averci pensato da solo.
-Velocità?-
-Siamo scesi ad un quarto di impulso. E continuiamo a rallentare. T.A.P.
tre minuti e venti secondi.-
-Confermo.- disse sommessamente il navigatore Tambla. Il felinoide aveva
ritirato gli artigli e sembrava burbero e rilassato come sempre.
Knight controllò il cronometro sul bracciolo della sua poltrona.
Perfettamente in orario. La nave ed il suo equipaggio aveva lavorato in
sintonia e con perizia. Non capiva per quale motivo la Unicorn avesse una
così pessima reputazione al comando della flotta stellare.
Quill si riavvicinò alla postazione scientifica ed avviò un programma di
rivelazione e registrazione sensoriale passiva del pianeta a cui si
approssimavano. Non potendo usare i sensori attivi, aveva comunque
intenzione di registrare qualsiasi cosa possibile nel database di bordo.
Poi ritornò alla sua poltrona che fu prontamente liberata dal comandante
Dhek.
Mancavano solo sessanta secondi all'arrivo quando O'Broinn diede un paio di
colpetti ai freni inerziali per rallentare ulteriormente.
-Spengo il campo di curvatura- avvertì.
La nave fu quindi catturata dal campo magnetico del pianeta anche se
manteneva ancora una velocità relativamente alta. Rischiava di essere
rilanciata di nuovo nello spazio se l'irlandese non si fosse arrischiato ad
attivare i retropropulsori ad impulso per qualche secondo. La nave rallentò
ulteriormente fino a quando non si fermò completamente e dolcemente sulla
linea del polo sud magnetico.
La distanza dalla superficie era un pò più bassa di quanto avessero
previsto ma si trovavano nel cono d'ombra proiettato del pianeta.
Perfettamente nascosti a qualunque sguardo. Un breve uso dei getti di
manovra avrebbe parcheggiato il vascello ad una distanza più opportuna.
O'Broinn si voltò verso il capitano e con un ampio sorriso esclamò
-Siamo arrivati a Chamersis terzo capitano. Siamo fermi in orbita polare
geosincrona.-
Knight annuì con un sorriso di soddisfazione.
-Ben fatto tenente. Complimenti, una manovra perfetta.-
E si sentì in tutti i corridoi un sospiro di sollievo.
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