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ATTO DI FEDE di Luigi Russo
21 maggio 1999

    Quill dovette fare ricorso ad una discreta percentuale della sua forza di volontà, per mantenere un atteggiamento distaccato durante tutta la riunione; per la milionesima volta, ringraziò lo spazio che non ci fossero Betazoidi nelle vicinanze; la sua mente era in tumulto da quando il Capitano gli aveva ricordato il "piccolo problema occorso nelle ultime ore al sistema informatico"; %Ma dove razzo ho lasciato la testa, in questi ultimi tempi? E' logico che si siano accorti dell'aumentata attività del computer centrale, PER ZARQUON! Tanto valeva che me lo scrivessi in fronte: "ho attivato un'intelligenza artificiale che ha appena preso il controllo della nave. siate gentili, con lei!" Accidenti! Accidenti! Accidenti!%

    Con questi pensieri per la mente, Quill si diresse con passo spedito verso il suo alloggio. "F'Rann!" chiamò, non appena entrato.

    <Sono Qui. Sapevo che saresti venuto...>

    "F'Rann, mi spiace. E' colpa mia. Ancora una volta mi sono appoggiato sulla spalla di un'altro per sostenere un peso che appartiene solo a me. Ti chiedo scusa di questo, ma..."

    <Ma?>

    "Beh... lo sai... sia il Tenente Newport che il Capitano, si stanno accorgendo che c'è qualcosa di diverso, nel computer centrale! Dovevo essere proprio fuori di me, per non prevedere che la continua elaborazione dei tuoi algoritmi di pensiero avrebbe portato il nucleo centrale di elaborazione ad un'accesso di risorse di calcolo tale da..."

    <Ti prego. Risparmiami i giri di parole, vuoi? Mi stai dicendo che qualcuno si sta accorgendo che il... computer centrale, come lo chiami tu, sta lavorando piì della norma, dico giusto?>

    "In sostanza, è così. Purtroppo, non posso fisicamente porvi rimedio in altro modo che..."

    <Disattivarmi?>

    "Non la mettere giù così dura, F'Rann! Si tratta solo di... dormire per un altro pò di tempo, dopotutto!"

    <Che ne sai tu, di ciò che si prova ad essere... spenti? Quante volte, hai provato il terrore ed il disorientamento di essere consapevole di esistere prima dell'attivazione dei nuclei di memoria dei ricordi? Hai mai assaggiato le ultime stille d'energia scorrere nelle tue matrici virtuali, sapendo che dopo di esse non vi sarà che l'oblìo?>

    "F'Rann..."

    <Quello che per te è un centesimo di secondo, per me è tutta una vita, Quill... pensaci.>

    Quill rimase in silenzio, mentre le parole di ciò che era divenuto il computer centrale penetravano nel suo essere come aghi roventi. F'Rann aveva ragione, e lui lo sapeva bene. L'aveva richiamata alla luce per un motivo squisitamente egoistico, ed ora... come poteva chiederle di tornare alla non-esistenza?

    <Quill...>

    "Si, F'Rann?"

    <Tu sei senza dubbio il più esperto programmatore attualmente a bordo della nave. Il Tenente Newport e il Capitano Knight dicono che il computer centrale sta funzionando al di sotto delle sue possibilità... mi pare logico che tu dia una controllata, no?">

    "Ma... a che scopo? Io conosco già la causa del cosiddetto "malfunzionamento" del computer."

    <Ancora una volta, poni troppa sicurezza in qualcosa che conosci solo per sentito dire. Il Capitano ti ha ordinato di risolvere il problema con il computer centrale, no? E' tuo preciso dovere obbedire.>

    "Ma... F'Rann! Mi hai appena detto che..."

    <Hai il tuo terminale ad accesso prioritario a portata di mano; controlla! Verifica tu stesso l'efficenza del computer centrale!>

    Ancora con le idee confuse, Quill si sedette davanti al suo terminale, e lo attivò. Pochi secondi dopo, stava sfrecciando virtualmente attraverso le intricate funzioni del computer centrale, eseguendo controlli e test, valutando tempi di reazione ed attendibilità dei dati, sondando e monitorando tutte le aree di memoria e le funzioni di livello superiore ed inferiore del cervello di quella meravigliosa macchina che costituiva una delle parti vitali della nave.

    Man mano che i test si susseguivano, l'espressione dell'Andoriano si faceva via via più corrucciata; alla fine del lavoro, Quill allontanò la sedia dalla scrivania, e rimase a contemplare i risultati che scorrevano sullo schermo, con aria molto, molto perplessa.

    "Come hai fatto?"

    <Fatto cosa?> La voce di F'Rann era quanto mai sorniona.

    "I test sono tutti perfetti. Il computer centrale sta funzionando al 100% delle sue capacità. Non vi è traccia della benchè minima imperfezione o malunzionamento... ma io so che questo non può essere!"

    <Ed allora?>

    "F'Rann! Ora basta giocare! Da dove arrivano, quei risultati?"

    <Da me, Quill.>

    Quill si sedette sul letto. Pesantemente. "Oh, Zarquon..."

    <Ora nessuno potrà più affermare che ci sia qualcusa che non va nel settore informatico della nave!>

    "F'Rann... F'RANN!!! Quante volte ti ho detto che non bisogna mai, MAI mentire su certi argomenti? Ma ti rendi conto che tra poche ore dovremo effettuare delle manovre di estrema difficoltà e delicatezza? Basterebbe un errore microscopico, inavvertibile, e saremmo perduti! Non mi basta, che tu "dica" che il computer centrale funziona bene! Il Computer centrale DEVE funzionare bene! Abbiamo bisogno di tutta la sua potenza di elaborazione!"

    <Sono *IO* il computer centrale, Quill.> C'era una nota di accusa, nella voce di F'Rann; <E se dico che la mia capacità elaborativa ricade entro i limiti normali, mi devi credere. Da quando mi hai risvegliata, sto riprogrammando il sistema operativo principale, e sono già riuscita ad ottimizzare una porzione di codice sufficiente a mantenere le mie funzioni cognitive senza incidere sull'efficenza del nucleo di elaborazione principale. La verità, Quill... è che voi stavate sottovalutando le mie capacità, sino ad ora.>

    Un' espressione di orrore si dipinse sul volto di Quill; "STAI RIPROG... Oh, Zarquon! Questa volta è la fine. La mia carriera finirà in una sperduta miniera di dilitio sotto la superficie di un mondo ai confini della Federazione."

    <Perchè ti preoccupi, adesso?>

    "F'Rann! Per tutte le stelle dello spazio! Al primo controllo generale, scopriranno immediatamente che la Unicorn sembra essere stata appena assimilata da una collettività Borg, informaticamente parlando! E secondo te, con chi se la prenderanno?"

    <Oh, eseguiranno tutti i controlli del caso, non lo metto in dubbio! Ma... prova ad immaginare quali dati riceveranno?>

    "F'Rann..." Quill esitò; l'assurdità di conoscere per certa una cosa, am non essere materialmente in grado di provarla, lo sconcertava. "Non so cosa dire..."

    <Ti fidi di me?>

    "Di te?"

    <Si.>

    Passarono alcuni secondi, durante i quali Quill scrutò all'interno di sè stesso, del suo essere, delle sue convinzioni e soprattutto del suo cuore.

    Quando Quill rialzò la testa, la sua voce era ferma e sicura; "Si, F'Rann... mi fido di te."



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