Diario del Capitano
Data Stellare 9905.17
La Unicorn ha quasi completato il viaggio di andata verso il sistema
Chamersiano; il nostro arrivo è previsto in 9 ore e 30 minuti.
Buona parte delle migliorie ai sistemi sono state approntate, o lo saranno
a breve.
Un ultimo scambio di idee permetterà all'equipaggio di definire una linea
d'azione che consenta di portare a termine con successo quello che,
essenzialmente, è un delicato incarico di analisi ed osservazione.
Si è già discusso sull'opportunità di effettuare rilevamenti in prima
persona sia sulla superficie ostile di Chamersis II, oggetto della
pericolosa attenzione degli specchi orbitali, sia su quella decisamente
più ospitale di Chamersis III, al fine di valutare il modus vivendi della
popolazione locale, ma ponendo la massima attenzione al rispetto della
Prima Direttiva.
Confesso di non aver mai accettato con entusiasmo la seconda proposta, ma
devo riconoscere che le argomentazioni della dottoressa Selenjak, e di
altri membri dell'equipaggio, sull'opportunità di approfondire la nostra
conoscenza sulla civiltà che ha originato la questione che ci apprestiamo
ad approfondire, sono più che valide e non possono essere ignorate.
Continuo a nutrire la speranza che i risultati delle nostre indagini
portino alla luce elementi che ci consentano una maggiore libertà
d'azione; è in virtù di questa speranza che ho intenzione di autorizzare
lo sbarco di almeno una squadra di ricognizione, affinché ogni eventuale
mistero possa essere svelato. Ma se così non dovesse essere, la Unicorn
non potrà fare altro che registrare e riferire al Comando della Flotta
Stellare, rammaricandosi delle conseguenze del tragico errore di una
civiltà promettente ma immatura.
Spero solo che i congegni orbitali ci lascino tempo sufficiente per portare
a termine le indagini, prima di divenire operativi e causare
l'irreparabile.
Annotazione tecnica:
la Unicorn accusa un problema al sistema informatico che andrà
assolutamente risolto prima del nostro arrivo. Il tenente Newport ha
assicurato che il computer centrale riacquisterà in pieno la propria
capacità operativa nel giro di poche ore, e dal momento che fino ad ora i
buoni propositi della Sezione Tecnica sono sempre stati mantenuti, non ho
motivo di dubitarne.
U.S.S. UNICORN
Sala Riunioni, ore 15.40
< sniff.....sniff....... >
Magnifico! L'aroma che giungeva alle narici del capitano dalla tazza
fumante che teneva tra le mani era inebriante; un odore forte e intenso di
cioccolato, ammorbidito dalla fragranza amarognola e vellutata, appena
percettibile, di nocciole e mandorle. Da perdercisi...........
Aveva resistito solo alla panna, ma qualche minuto sarebbe sicuramente
bastato per cedere anche a quell'ultima tentazione.
Andava sempre in quel modo; si tratteneva fino a non poterne più, e a quel
punto la golosità era come un fiume in piena che rompeva gli argini della
volontà: nessun freno e nessun ritegno! L'unico inglese della galassia che
preferisse il cioccolato al te'.
E comunque............Santo Cielo!..........Knight non si era mai reso
conto che i replicatori fossero in grado di sintetizzare un cioccolato alle
mandorle e nocciole dal sapore così ricco e pieno; pareva addirittura
migliore di quello che sua moglie gli preparava con ingredienti *genuini* !
(Ci sarebbe stato tutto il tempo per valutare anche le palestre della
nave..........)
Gli Ufficiali Superiori occupavano la Sala Osservazioni per l'ultima
riunione prima dell'inizio della missione vera e propria.
Era già stato detto molto, durante gli ultimi incontri, ed era ormai
chiaro che, in mancanza di altri dati oggettivi oltre a quelli già in
possesso dell'equipaggio, questo briefing sarebbe stato piuttosto breve.
Si poteva notare un piccolo cambiamento nella disposizione degli Ufficiali
lungo il tavolo: il comandante Kraar era assente e il suo posto vicino al
capitano era occupato dal tenente comandante Dhek che, a sua volta, aveva
lasciato il posto precedentemente assegnatogli al signor Quill.
Le porte della Sala si aprirono e rivelarono la massiccia figura del
tenente Krugar. Il Klingon aveva un aspetto concitato, con gli occhi vigili
e spalancati che punteggiavano un volto contratto e all'apparenza
affaticato. Qualcuno si accorse che ansimava leggermente, e che il viso
mostrava tracce lucide di sudore.
- Chiedo scusa per il ritardo, signore. - disse, facendo risuonare la
propria voce baritonale nella sala e avanzando per prendere posto.
- Non si preoccupi tenente. - gli rispose il capitano seguendolo con lo
sguardo.
In effetti, benché la sua presenza alla riunione fosse ovviamente
indispensabile, questo non era il suo turno di servizio; forse il Klingon
aveva interrotto una sessione di esercizi in Sala Ologrammi.
In ogni caso, ciò che aveva interrotto pareva essergli piaciuto parecchio,
dal momento che, dopo essersi accomodato al proprio posto, a Knight parve
che, per qualche decina di secondi, la sua mente si trovasse altrove, e che
Krugar accompagnasse i proprio pensieri con un sorriso malizioso.
Il cioccolato scottava attraverso la tazza, e Knight levò le mani
accaldate poggiandole sul tavolo.
- Bene. Desidero innanzitutto complimentarmi con la Sezione Tecnica e
Scientifica per il lavoro svolto con cura e, soprattutto, in tempi
rapidissimi; la portata dei sensori a corto raggio è stata aumentata e le
emissioni dei sistemi di propulsione sono state limitate al minimo. -
Il capitano rivolse un sorriso a Newport e Quill; quest'ultimo oggi pareva
particolamente sereno, se non allegro.
Poi riprese:
- La Unicorn si affida ancora a voi per la soluzione del piccolo problema
occorso nelle ultime ore al sistema informatico; una capacità elaborativa
ridotta può compromettere la missione, e sono sicuro che ognuno, nei
limiti delle proprie competenze, farà del proprio meglio per ripristinare
la funzionalità nominale del computer centrale. -
- Venendo alla missione vera e propria, ho riflettuto parecchio
sull'attenta esposizione del tenente Newport durante l'ultima riunione, e
devo riconoscere che la sua soluzione.... - continuò il discorso
rivolgendosi direttamente all'Ingegnere Capo, - ..... è ottima e non
lascia nulla al caso. Dunque, se nessuno ha altro da aggiungere, credo si
possa adottare. -
Knight rivolse il proprio sguardo al tenente O'Broinn: - Le manovre
proposte sono indubbiamente complesse ed articolate, quindi la pregherei di
rileggere con attenzione il rapporto che il tenente Newport ha stilato in
proposito. -
- Sì signore........ - rispose il giovane timoniere della nave.
Molti dei presenti notarono il velo che era sceso sul suo volto mentre
parlava; nella mente di O'Broinn scorsero velocemente le immagini e i
diagrammi che avevano accompagnato l'intervento di Newport durante l'ultima
riunione, e l'irlandese realizzò la notevole complessità delle manovre
che avrebbe dovuto far compiere alla Unicorn.
Lasciò che un'ondata d'ansia lo assalisse senza opporre nessuna
resistenza, e immaginò in rapida successione le conseguenze di ogni
piccolo errore che avrebbe potuto compiere.
Sapeva che nessuno lo avrebbe criticato se avesse deciso di lasciare il
timone della nave ad un ufficiale più esperto durante le delicate fasi di
avvicinamento a Chamersis III.
= Non si tratta di autostima o di insicurezza. = disse tra sé e sé il
tenente O'Broinn.
= E' una semplice questione di salvaguardia della missione. =
Ma ogni tentativo di fornire una giustificazione ai propri timori finiva
per generare un frustrante sentimento di insoddisfazione personale. Decise
quindi di non aggiungere altro.
Il capitano mantenne lo sguardo fisso sul timoniere della nave per qualche
secondo, in attesa che la bocca desse voce alla sua espressione
preoccupata, e lo distolse solo quando era chiaro che O'Broinn non aveva
nulla da controbattere.
- Venendo al modo in cui le nostre indagini andranno condotte, credo che i
suggerimenti della dottoressa Selenjak e di alcuni di voi in merito
all'opportunità di organizzare due squadre di sbarco vadano presi in seria
considerazione.
Penso che vada assegnata priorità maggiore all'esplorazione di Chamersis
II, in considerazione del fatto che il fattore tempo può essere
determinante.
Sì, so a cosa sta pensando tenente. - disse Knight rivolgendosi a Newport,
il quale in realtà non aveva nessuna intenzione di controbattere.
- La sua soluzione di avvicinamento ci porterà in una zona sicura, in
orbita attorno al *terzo* pianeta. Ciò non toglie che la nostra attenzione
vada rivolta da subito a Chamersis II; l'aumentata capacità dei sensori a
corto raggio ci permetterà di raccogliere dati piuttosto precisi anche a
distanza, ma sono dell'idea che un esplorazione diretta sia indispensabile,
se è vero che esiste almeno una regione del pianeta refrattaria ai raggi
sensori. Il modo in cui una squadra di sbarco possa raggiungere il secondo
pianeta senza costringere la Unicorn a lasciare l'orbita sicura di
Chamersis III è ancora da stabilire, ma ritengo che un piccolo Shuttle sia
in grado di eludere facilmente i dispositivi di rilevamento chamersiani;
questo, unito al fatto che la tecnologia locale non è in grado di
intercettare comunicazioni subspaziali, ci permetterebbe di condurre
agevolmente le operazioni.
Successivamente, se la situazione non sarà mutata in maniera
significativa...... -
Tutti i presenti sapevano ciò a cui Knight si riferiva.
- ..........potremo organizzare una squadra di studio per Chamersis III. Se
non sbaglio, la dottoressa suggeriva di organizzare lo sbarco in due fasi:
una prima che si occupasse di raccogliere informazioni sulla fisiologia dei
nativi, e una seconda che, basandosi sulle informazioni raccolte, potesse
avvalersi di un camuffamento efficace per ottenere un contatto diretto con
la popolazione locale. In questo modo potrebbe essere più chiaro il modo
di fare, di pensare e di agire dei chamersiani, e le nostre indagini
potrebbero acquisire maggior spessore. -
Il capitano gettò un'occhiata distratta alle scie luminose dietro i
pannelli trasparenti della stanza, e riprese:
- Ecco........ogni suggerimento è bene accetto; comunque, io pensavo che
non sarebbe una cattiva idea accorpare le due fasi dello sbarco in un'unica
azione. Se fossimo in grado di individuare una zona relativamente sicura
sulla superficie del pianeta, potremmo allestire un'installazione fissa,
debitamente occultata, da utilizzare come centro operativo per condurre le
operazioni di studio e di contatto, limitando quindi al minimo il trasporto
di cose e persone da e per la nave. Sarebbe addirittura possibile, in caso
di assoluta emergenza, portare la Unicorn fuori dall'orbita di Chamersis
III senza limitare l'operatività della squadra di sbarco.
Resta il fatto che questa fase della missione è subordinata agli sviluppi
sul secondo pianeta: se gli specchi dovessero entrare in funzione in tempi
rapidi, e Chamersis II andasse incontro alla catastrofe che abbiamo
previsto, la permanenza nel sistema e l'opportunità di sbarcare su
Chamersis III sarebbero da rivedere.
Ad ogni modo, sono una persona ottimista e mi piace pensare che la
situazione non precipiterà prima che la Unicorn abbia avuto modo di
portare a termine tutte le indagini.
Commenti? -
Dopo che il capitano ebbe finito di parlare Krugar prese la parola:
-"Signore io proprendo per la seconda ipotesi sbarcare due volte sul pianeta
moltiplicherebbe la possibilita di essere scoperti e intercettati e questo
non ce lo possiamo permettere, sia per la nostra sicurezza che per il
mantenimento della Prima Direttiva."
Dopo rivolse il suo sguardo verso i suoi compagni aspettando un ulteriore
commento.
E aggiunse:
-"Se permette, capitano, vorrei essere io insieme a qualche altro ufficiale
di sua scelta a organizzare la spedizione sul pianeta, ho una grande
esperienza in incursioni terrestri e le assicuro che non si accorgeranno
minimanente della nostra presenza"
Newport cominciava a trovare noiose quelle riunioni.
Ormai il rituale di inizio si era istituzionalizzato.
Cominciava col capitano che si procurava una buona tazza di cioccolato e
dopo averne assaporato entusiasticamente gli aromi, si avvicinava al tavolo
dove lo attendevano gli ufficiali.
Poi esordiva con un piccolo discorso di presentazione e alla fine,
inevitabilmente, chiedeva le opinioni dei presenti.
Il rito aveva una o due varianti ma era pressapoco lo stesso.
Questa volta il capo ingegnere aveva dimenticato di portare un caffé per
alleviare la noia ma sedeva al suo solito posto, tenendo le mani
intrecciate sul tavolo.
Il volto del capitano era estasiato. Probabilmente il programma del
replicatore della sala riunioni doveva essere migliore di quelli della
sezione ingegneria.L'espressione di Knight era esplicita.
Il cambio della guardia in plancia era ormai molto evidente. Tranne lui che
continuava a sedere in fondo al tavolo, tutti gli altri erano avanzati di
un posto più vicino al capitano.
Al fianco del capo ingegnere non sedeva più l'andoriano.Il posto era vuoto
e Newport non aveva ancora avuto il coraggio di sedercisi.
- Bene. Desidero innanzitutto complimentarmi con la Sezione Tecnica e
Scientifica per il lavoro svolto con cura e, soprattutto, in tempi
rapidissimi;
Esordì il capitano.
Poi:
la portata dei sensori a corto raggio e' stata aumentata e le
emissioni dei sistemi di propulsione sono state limitate al minimo. -
Newport raggelò in un istante preveggendo quello che il capitano stava per dire
- Venendo alla missione vera e propria, ho riflettuto parecchio
sull'attenta esposizione del tenente Newport durante l'ultima riunione, e
devo riconoscere che la sua soluzione.... - continuo' il discorso
rivolgendosi direttamente all'Ingegnere Capo, - ..... e' ottima e non
lascia nulla al caso. Dunque, se nessuno ha altro da aggiungere, credo si
possa adottare. -
Poi il capo ingegnere si sentì arrossire. Non era abituato a sentirsi
lodare in quel modo. In genere cercava di passare inosservato. Ora invece
tutti gli avevano lanciato delle occhiate al seguito della nota del
capitano.
Inalberò un sorriso di circostanza e si mostrò calmo e rilassato.
Sentì prepotente il desiderio di affondare il volto in una buona tazza di
caffé ma non avendola, strinse ancora di più le mani.
Comunque non si fece illusioni. Quel pubblico elogio era anche un preciso
indirizzamento di responsabilità. Se qualcosa fosse andato storto
nell'avvicinarsi al sistema Chamersis, la colpa sarebbe stata senz'altro
tutta sua. Bella situazione.
Non ebbe il coraggio di dire che lui stesso aveva trovato delle pecche nel
suo piano. Niente di preoccupante ma era sempre un bel casino se il pilota
non calcolava bene la rotta.
Diede un occhiata al tenente O'Broinn. Era giovane, sembrava affidabile e
aveva tutta la fiducia dell'equipaggio.
No, si disse, non ci sarebbero stati problemi. Almeno non da quel punto di
vista.
Quando la riunione giunse finalmente al termine, Newport si alzò di scatto.
Niente si sarebbe frapposto tra lui e quel replicatore e stava per ordinare
il suo caffé quando sentì una voce alle sue spalle.
-Ehm...mi scusi tenente Newport.-
O'Broinn sembrava preoccupato. Il capo ingegnere pensò di invitarlo a
dargli maggiore confidenza però si fece l'idea che l'avrebbe solo
imbarazzato di più.
-Dica tenente, Qualche problema?-
-Si tenente. Volevo chiederle, so che lei possedeva una nave privata
qualche tempo fà. Ha già effettuato una manovra di avvicinamento del
genere?.-
-Si. Qualche volta mi era necessario accostarmi a qualche pianeta in
maniera...discreta. -
-Non é il genere di manovra che insegnano all'accademia. Non potrebbe darmi
qualche consiglio? Quante volte ha effettuato questa manovra?-
-Quante volte? Compresa questa?-
O'Broinn sembrava ansioso di avere una risposta o comunque un pò di
incoraggiamento.
-Compresa questa che faremo nel sistema Chamersis, saranno due.-
O'Broinn impallidì. Poi Newport continuò ironico
-Sa, non é esattamente il genere di manovra che insegnano all'accademia. Ed
é piuttosto pericolosa da effettuare.-
-Ma..ma..lei ha detto...-
-So perfettamente quello che ho detto. Ma esistono delle condizioni di
maggior importanza da considerare. Visto che non abbiamo un sistema di
occultamento a bordo, comportarci in maniera differente sarebbe come farci
annunciare da una fanfara. Non dimentichi gli ordini che abbiamo ricevuto.-
Il timoniere della Unicorn sembrava demoralizzato. Solo il suono del
replicatore in funzione riuscì a scuoterlo. Newport afferrò il boccale
fumante e vi immerse il volto per evitare di guardare il giovane timoniere
negl'occhi.
Decisamente quel replicatore funzionava meglio di quelli a cui era abituato.
-In fondo quali possono essere i problemi.- Continuò speranzoso O'Broinn.
-In fondo si tratta solo di utilizzare il campo magnetico del sole per
l'avvicinamento al pianeta. All'inizio del volo spaziale era una manovra
comune per rallentare ed anche per accellerare, quando si usava ancora la
propulsione chimica.-
-Vero.- Concordò il capo ingegnere. -Sfruttare l'effetto fionda del campo
magnetico solare o di un pianeta gioviano era allora, l'unica possibilità
per lanciare un vascello in rotta extrasolare. Anche se a velocità
ridicolmente subluce. L'importante per noi é non arrivarci in curvatura.-
-Certo. Per evitare l'effetto transtemporale.-
-vedo che conosce la lezione O'Broinn.-
-Si é un avvertimento che fanno spesso al corso di pilotaggio. La nave
rischierebbe di andare indietro del tempo se riuscisse a sopportare lo
sforzo strutturale. E se di un giorno o di un secolo dipenderebbe solo dal
rapporto Massa/curvatura. Ma questo non é il nostro caso visto che la nave
arriverà nell'orbita con la curvatura spenta.-
-Non proprio spenta. Manterremo un leggero campo di curvatura intorno alla
nave per essere meno evidenti ed apparire al massimo come un anomalia ma
sarà tutto lì. Da quel punto di vista non ci dovrebbero essere problemi.-
-Da quel punto di vista? Intende dire che ci sono altri intoppi da prendere
in considerazione?-
Newport trovava l'ingenuità del timoniere quasi commuovente. E cominciò a
dirigersi verso la sala macchina.
-Certo che ci saranno altri intoppi. C'é ne sono sempre. Non ha mai
letto"le leggi di Murphy"? -
L'espressione di O'Broinn denunciò questa lacuna nella sua cultura ma non
voleva una lezione, voleva delle risposte e Newport si sentì in dovere di
esaudire le sue richieste.
-Tanto per cominciare; La nave dovrà utilizzare il campo magnetico del sole
Chamersiano per farsi "lanciare" verso il terzo pianeta. E questo é
assodato.
Ma chi ci garantisce che il centro magnetico del sole non sia eccentrico
rispetto al nucleo del sole? Questa notizia non é riferita nei rapporti che
ci hanno fornito ma non significa che non esista una possibilità del
genere. Non credo che al comando o da qualche altra parte abbiano
preventivato la manovra che stiamo per fare. Però se per colpa di una
qualche anomalia geomagnetica del sole che noi non conosciamo, sbagliassimo
l'inclinazione di approccio, potremmo iniziare una curva troppo stretta ed
essere catturati dalla forza gravitazionale o potremmo farne una troppo
larga mancando il nostro bersaglio e lasciandoci esposti.-
O'Broinn assentiva con la testa prendento appunti mentali. Come pilota,
capiva il problema perfettamente.
-Controllare l'assetto magnetico di Chamersis. Chiaro.-
-E non é tutto- continuò Newport.
-C.1 e C.2 sono praticamente degli asteroidi. Chi ci assicura che non ne
troveremo altri che ci aspettano dal lato che intendiamo attraversare?
Un altra piccola lacuna del rapporto informativo che ci hanno fornito.
Per quanto ne sappiamo potremmo trovarci un intera fascia asteroidale sulla
nostra rotta.-
-Ma in questo caso non potremmo mai evitarli!- esclamò preoccupato O'Broinn
-Viaggiando per inerzia non possiamo eseguire delle manovre elusive.
Considerando che per centrare il bersaglio non ci potremmo permettere la
minima oscillazione dalla rotta. Ci scontreremmo!-
Newport fece un occhiolino al timoniere.
-Una prospettiva inquietante, non é vero? Ma la cosa non é così tragica
come sembra.-
Newport posò la tazza vuota in un replicatore vicino al turbo ascensore e
diede l'ordine di riciclaggio. O'Broinn a questo punto sembrava più
sconfortato di prima.
-Non si preoccupi tenente. A questo abbiamo già pensato io e l'ufficiale
scentifico. Prima di arrivare al piano orbitale cambieremo la
configurazione degli schermi deflettivi. Utilizzeremo il raggio del
deflettore principale come un lungo cuneo e avvolgeremo gli scudi laterali
intorno ad esso in modo da formare un cono molto allungato con la nave alla
base.
Ci costerà un mare di energia ma quando entreremo nel piano orbitale, la
punta del cono sposterà lateralmente tutto quello che potremmo incontrare
senza causare danni. Chamersis tre si troverà dall'altra parte del sole e
nessuno noterà la differenza e noi passeremo senza far danni.
Visto il periodo di rivoluzione solare, non ci sarà pericolo che qualche
detrito possa andare a cadere da qualche parte. Se manterremo una velocità
di approccio relativa, gli effetti del nostro attraversamento non dureranno
più di un paio di giorni. Sempre che ci sia qualcosa da attraversare,
comunque.-
Mentre aspettava il turboscensore e O'Broinn rifletteva su quello che aveva
appena sentito, il capo ingegnere stette qualche istante ad osservare la
tazza mentre spariva.
Il caffé migliore che aveva assaggiato fin da quando era salito a bordo.
Avrebbe dovuto scoprire quali miscele erano programmate nel replicatore
della sala riunioni. Ne aveva provate molte e in quasi tutti i replicatori
della nave. Almeno una volta. Ma quello era decisamente il migliore che
avesse mai assaporato. Poi si accorse di una cosa e immediatamente si
accigliò.
Fu però distratto dal tenente O'Broinn che esordì;
-Penso che andrò a fare quanche esercitazione sul ponte ologrammi. Abbiamo
solo nove ore prima di arrivare. Voglio prepararmi prima di provare quella
manovra.-
-Cartografia Stellare.- rispose Newport.
-Come?-
-È meglio se si esercita in cartografia stellare. Sicuramente il terminale
della sezione cartografica é più aggiornata sul sistema Chamersiano e
potrebbe contenere anche dati più vecchi. Senza pensare che sono da
considerare anche le influenze gravitazionali di tutti i sistemi
confinanti. E poi non ha nove ore a disposizione.-
-Ma il capitano ha detto...-
-...che arriveremo tra nove ore e dispari minuti e ha ragione. Però lei ne
ha al massimo solo sette per prepararsi. Poi dovremo spegnere la curvatura
e sperare che l'angolo di incedenza e di penetrazione nel campo
gravitazionale sia quello giusto.
-Ha ragione. Ho davvero poco tempo per prepararmi...Ora devo andare. Grazie
di tutto.-
-Non c'é di che tenente. E buona fortuna.-
Detto questo Newport entrò nel turbo ascensore e salutò con un cenno il
giovane timoniere. Poi si mise al centro della cabina, mise le braccia
dietro la schiena e attese. Il turboascensore si chiuse e cominciò a
scendere, dirigendosi verso la sezione ingegneria.
Newport si accigliò di nuovo. Era accaduto di nuovo. Prima nella sala
riunioni, dove il replicatore gli aveva servito un caffé senza aspettare
che lui formulasse la richiesta. Ed anche del tipo che preferiva nella
maggior parte dei casi.
Ora era accaduto di nuovo.
Il turboscensore si stava dirigendo nella direzione che voleva. O almeno in
quella che a rigor di logica avrebbe dovuto prendere.
E non aveva neanche aperto bocca per lanciare il comando vocale.
C'era qualcosa che non andava.
Quello non era il comportamento normale dei computer.
"Decisamente" c'era qualcosa che non andava…
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