- Che succede, comandante? - chiese allarmato Knight a Dhek, osservando il
corpo inerme del comandante Kraar disteso sul pavimento della plancia.
Tutti gli ufficiali erano in piedi, e formavano un ampio cerchio attorno al
Primo Ufficiale della Unicorn. La dottoressa Selenjak era china sul suo
corpo e tentava affannosamente di rianimarlo con una serie di energiche
pressioni sul petto, intervallate dalla respirazione bocca a bocca.
Dhek si rivolse al capitano come se solo in quel momento si fosse accorto
della sua presenza:
- Il comandante Kraar ha avuto una crisi, capitano. Dopo aver accusato un
malessere si è accasciato a terra, proprio mentre la dottoressa Selenjak
stava controllando le sue condizioni di salute. -
Il comandante Dhek si interruppe e spostò lo sguardo sulle porte del
turboascensore, che si aprivano in questo momento e lasciavano entrare in
plancia una squadra medica.
Mentre il capitano e il tenente O'Broinn assitevano inermi, la dottoressa
si rivolse con risolutezza all'infermiera che le si stava avvicinando con
una valigetta:
- Cordrazene, 40cc -
La giovane donna estrasse velocemente una fiala e la inserì in un
hypospray, che passò alla dottoressa.
Dopo aver premuto l'apparecchio sulla spalla sinistra del comandante Kraar,
la dottoressa afferrò il tricorder medico che l'infermiera le stava
porgendo e fece scorrere la sonda lungo il corpo.
Tutti i presenti cercavano di decifrare lo sguardo impenetrabile del medico
vulcaniano, che non parlava se non per chiedere aiuto ai propri assistenti.
- Stimolatore corticale. -
La dottoressa sistemò il piccolo congegno che l'infermiera le aveva
passato sulla fronte del comandante Kraar, quasi fosse un qualche tipo di
buffo diadema, ed iniziò ad operare sui controlli disposti sulla sua
superficie esterna.
Poi si ritrasse e continuò a sondare il corpo con il proprio tricorder
medico, nell'attesa che lo stimolatore sortisse qualche effetto.
Il capitano si azzardò a rompere il muro di silenzio:
- Cos'ha, dottoressa? -
- Arresto cardiaco dovuto a grave insufficienza cerebrale e scarsa
attività dell'isocorteccia. - fu la risposta asciutta di Selenjak.
Pochi dei presenti avevano competenze mediche all'infuori della vulcaniana
e del personale infermeristico, ma le conoscenze di base che ognuno
possedeva erano sufficienti a capire che la situazione era critica.
Quando lo stimolatore corticale emise un breve <beep> elettronico, il
personale medico parve rasserenarsi, tranquillizzando anche il resto
dell'equipaggio che in quel momento affollava la plancia.
Il volto di Selenjak, tuttavia, non mutò espressione, e la dottoressa si
rivolse velocemente al capitano:
- Devo immediatamente portare il comandante Kraar in infermeria. Ora è
stabile, ma le sue condizioni restano critiche. -
Knight rispose meccanicamente, con lo sguardo fisso sul corpo del Primo
Ufficiale:
- Ma certo dottoressa. -
La vulcaniana attivò il proprio comunicatore, mentre gli infermieri
iniziarono ad allontanarsi.
- Plancia a teletrasporto 3. Due da trasportare direttamente in
infermeria.-
Il raggio teletrasporto catturò velocemente la dottoressa Selenjak e il
comandante Kraar, e quando il ciclo di smaterializzazione fu completato, in
plancia piombò una calma irreale, spezzata solo dall'attività del
personale medico che raccoglieva le attrezzature lasciate sul pavimento.
- Signor Dhek, a lei il comando. Io vado in infermeria. - disse Knight,
mentre si accingeva a seguire gli infermieri verso il turboascensore.
Ansia ed apprensione ripresero a tormentare il capitano nel momento in cui,
entrato in infermeria, notò la concitazione e la preoccupazione sui volti
del personale medico.
Il corpo immobile del comandante Kraar giaceva su uno dei bio-lettini della
sala, e la dottoressa Selenjak operava con eccezionale rapidità sui
comandi del massiccio dispositivo che ingabbiava il torace del Primo
Ufficiale della Unicorn.
Contemporaneamente, un'infermiera teneva d'occhio le bio-letture del
pannello sopra il lettino, mentre un giovane medico sedeva ad una delle
consolle posizionate lungo le pareti della stanza, e studiava un complesso
schema tridimensionale, di cui il capitano riusciva a cogliere solo pochi
dettagli.
Knight avanzò all'interno della stanza, ma si fermò prima che la sua
presenza potesse essere d'intralcio al personale.
Non era un medico ma, gettando una rapida occhiata alle scansioni del
bio-lettino, qualunque Ufficiale della Flotta Stellare avrebbe capito che i
segni vitali del comandante Kraar erano molto deboli; solo un indicatore
contrastava con la desolante immobilità della maggior parte delle letture,
e vagava freneticamente sul pannello di controllo, tra un'estremità e
l'altra della propria linea di indicazione, costringendo il computer a
continue variazioni di scala.
Il medico estrasse due fiale dal replicatore accanto alla consolle alla
quale stava lavorando, e si avvicinò al dispositivo che avvolgeva il
torace di Kraar. Colse un cenno di assenso della dottoressa Selenjak e
inserì le fiale in un paio di appositi alloggiamenti; la vulcaniana agì
in sincrono e iniziò una lunga e complessa sequenza di comandi, facendo
volare le dita affusolate su tutta la superficie dell'apparecchio.
Quando, sul pannello delle bio-letture, anche quell'ultima freccia ribelle
fu domata, andando a posizionarsi diligentemente accanto alla altre, tutto
il personale medico presente nella stanza trasse un rumoroso sospiro di
sollievo; tutti ad eccezione della dottoressa Selenjak, che comunque aveva
il viso imperlato di sudore.
Il capitano ebbe l'impressione che la vulcaniana si fosse già accorta
della sua presenza, e ne ebbe conferma quando, continuando a gettare
occhiate serie al lettino sul quale giaceva un pallidissimo Kraar, si
diresse verso di lui.
- Dottore, mi può dire esattamente cosa è successo? - chiese Knight,
senza riuscire a nascondere la propria preoccupata impazienza.
Selenjak osservò con la coda dell'occhio il personale dell'infermeria, e
poi fissò il suo sguardo in quello del capitano:
- Vede capitano, durante la nostra ultima missione, il comandante
Kraar..... -
- Sì dottoressa, so cosa è successo a Kraar, ma pensavo che il problema
fosse ormai risolto. -
- E' logico pensare che in effetti non fosse così. - rispose con un
candore e un'innocenza disarmanti.
Poi riprese:
- I disturbi neurologici sono spesso subdoli, e sfuggono alle normali
rilevazioni mediche di routine. Il morbo di Neveloh, ad esempio, può
essere individuato solo con uno scanner corticale duo-magnetico ad
altissima concentrazione di Sodminio solido; ne esistono sette in tutto il
territorio Federale, e nessuna nave stellare ne ha uno a bordo. -
- Non ha ancora risposto alla mia domanda: di cosa si tratta, e qual è il
legame con i problemi di Kraar durante l'ultima missione della Unicorn? -
- Ritengo che le passate esperienze del comandante Kraar abbiano indotto lo
svilupparsi di una patologia al livello dell'isocorteccia superiore, con
gravi ripercussioni in tutto il sistema nervoso centrale. Poco fa abbiamo
avuto un arresto cardiaco, ma potrebbe anche verificarsi un collasso di
tutto il sistema nervoso; una situazione che probabilmente non saremmo in
grado di affrontare. -
= Niente giri di parole: chiara e diretta. Mi piace questa dottoressa. =
pensò Knight.
Il capitano riprese a parlare dopo qualche secondo di pausa:
- Ma ora è stabile, non è vero? -
- No, capitano. Almeno, non in maniera assoluta. Abbiamo diminuito
l'attività nervosa del comandante Kraar, ma questo non annulla le
probabilità di una crisi. -
- Che cosa sta cercando di dirmi, dottoressa? Che siamo inermi, e che non
esiste una cura efficace? - disse Knight, spostando nervosamente il proprio
peso sull'altra gamba e facendo vagare lo sguardo su tutta la stanza, e
sulle apparecchiature che conteneva.
La dottoressa Selenjak percepì la frustrazione del capitano, ma non poté
fare a meno di rispondere con franchezza:
- C'è ben poco che possiamo fare, quì sulla Unicorn. Le apparecchiature a
nostra disposizione sono molto sofisticate, ma insufficienti ad affrontare
la situazione attuale. Il comandante Kraar necessita delle cure di un
Centro Medico specializzato. -
Knight emise un sospiro e prese a passeggiare nervosamente.
Selenjak lo seguì con lo sguardo e continuò:
- Mi permetterei di suggerire la soluzione che in questo momento appare
più logica. -
Il capitano sollevò lo sguardo da terra e riprese a guardare Selenjak
negli occhi:
- Dica, dottore. -
- Stasi. L'unica strada percorribile è quella di mantenere il comandante
Kraar in animazione sospesa fino al completamento della nostra missione. A
quel punto, in territorio Federale ci sarà chi potrà occuparsi di lui.
Non sono particolarmente pessimista; penso che possa rimettersi, ma la
guarigione sarà possibile solo grazie ad un intervento altamente
specializzato.....e comunque non sarà rapida. Ma ora, anche in questo
preciso momento, il comandante Kraar sta rischiando la vita. -
Knight rifletté tra sé e sé, poi prese a parlare:
- Tenerlo in stasi fino al completamento della missione? Io veramente stavo
pensando di fare immediatamente ritorno in territorio Federale. -
La dottoressa Selenjak inarcò un sopracciglio:
- Non credo che il Comando di Flotta potrebbe giustificare......-
- No, certo che no. La stasi è la soluzione ottimale. Proceda pure. -
Knight si sforzò di apparire calmo e conciliante:
- Ha dimostrato grande competenza e prontezza di spirito, dottore. Vorrei
complimentarmi con lei. -
- Questo non è assolutamente necessario, capitano. E' il mio compito;
sarebbe quantomeno illogico da parte mia non sfruttare al massimo le mie
capacità.-
Knight riuscì a sorridere:
- Certo, ha ragione dottore. Mi tenga aggiornato, mi raccomando. -
Rivolse un rapido gesto di saluto al resto del personale medico e fece
ritorno in plancia.
|