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IL DESTINO DI KRAAR di Paolo Maroncelli
12 aprile 1999

    - Che succede, comandante? - chiese allarmato Knight a Dhek, osservando il corpo inerme del comandante Kraar disteso sul pavimento della plancia.

    Tutti gli ufficiali erano in piedi, e formavano un ampio cerchio attorno al Primo Ufficiale della Unicorn. La dottoressa Selenjak era china sul suo corpo e tentava affannosamente di rianimarlo con una serie di energiche pressioni sul petto, intervallate dalla respirazione bocca a bocca.

    Dhek si rivolse al capitano come se solo in quel momento si fosse accorto della sua presenza:
    - Il comandante Kraar ha avuto una crisi, capitano. Dopo aver accusato un malessere si è accasciato a terra, proprio mentre la dottoressa Selenjak stava controllando le sue condizioni di salute. -

    Il comandante Dhek si interruppe e spostò lo sguardo sulle porte del turboascensore, che si aprivano in questo momento e lasciavano entrare in plancia una squadra medica.

    Mentre il capitano e il tenente O'Broinn assitevano inermi, la dottoressa si rivolse con risolutezza all'infermiera che le si stava avvicinando con una valigetta:
    - Cordrazene, 40cc -
    La giovane donna estrasse velocemente una fiala e la inserì in un hypospray, che passò alla dottoressa.

    Dopo aver premuto l'apparecchio sulla spalla sinistra del comandante Kraar, la dottoressa afferrò il tricorder medico che l'infermiera le stava porgendo e fece scorrere la sonda lungo il corpo.

    Tutti i presenti cercavano di decifrare lo sguardo impenetrabile del medico vulcaniano, che non parlava se non per chiedere aiuto ai propri assistenti.

    - Stimolatore corticale. -

    La dottoressa sistemò il piccolo congegno che l'infermiera le aveva passato sulla fronte del comandante Kraar, quasi fosse un qualche tipo di buffo diadema, ed iniziò ad operare sui controlli disposti sulla sua superficie esterna.
    Poi si ritrasse e continuò a sondare il corpo con il proprio tricorder medico, nell'attesa che lo stimolatore sortisse qualche effetto.

    Il capitano si azzardò a rompere il muro di silenzio:
    - Cos'ha, dottoressa? -
    - Arresto cardiaco dovuto a grave insufficienza cerebrale e scarsa attività dell'isocorteccia. - fu la risposta asciutta di Selenjak.

    Pochi dei presenti avevano competenze mediche all'infuori della vulcaniana e del personale infermeristico, ma le conoscenze di base che ognuno possedeva erano sufficienti a capire che la situazione era critica.

    Quando lo stimolatore corticale emise un breve <beep> elettronico, il personale medico parve rasserenarsi, tranquillizzando anche il resto dell'equipaggio che in quel momento affollava la plancia.
    Il volto di Selenjak, tuttavia, non mutò espressione, e la dottoressa si rivolse velocemente al capitano:
    - Devo immediatamente portare il comandante Kraar in infermeria. Ora è stabile, ma le sue condizioni restano critiche. -

    Knight rispose meccanicamente, con lo sguardo fisso sul corpo del Primo Ufficiale:
    - Ma certo dottoressa. -

    La vulcaniana attivò il proprio comunicatore, mentre gli infermieri iniziarono ad allontanarsi.
    - Plancia a teletrasporto 3. Due da trasportare direttamente in infermeria.-

    Il raggio teletrasporto catturò velocemente la dottoressa Selenjak e il comandante Kraar, e quando il ciclo di smaterializzazione fu completato, in plancia piombò una calma irreale, spezzata solo dall'attività del personale medico che raccoglieva le attrezzature lasciate sul pavimento.

    - Signor Dhek, a lei il comando. Io vado in infermeria. - disse Knight, mentre si accingeva a seguire gli infermieri verso il turboascensore.

    Ansia ed apprensione ripresero a tormentare il capitano nel momento in cui, entrato in infermeria, notò la concitazione e la preoccupazione sui volti del personale medico.

    Il corpo immobile del comandante Kraar giaceva su uno dei bio-lettini della sala, e la dottoressa Selenjak operava con eccezionale rapidità sui comandi del massiccio dispositivo che ingabbiava il torace del Primo Ufficiale della Unicorn.
    Contemporaneamente, un'infermiera teneva d'occhio le bio-letture del pannello sopra il lettino, mentre un giovane medico sedeva ad una delle consolle posizionate lungo le pareti della stanza, e studiava un complesso schema tridimensionale, di cui il capitano riusciva a cogliere solo pochi dettagli.

    Knight avanzò all'interno della stanza, ma si fermò prima che la sua presenza potesse essere d'intralcio al personale.
    Non era un medico ma, gettando una rapida occhiata alle scansioni del bio-lettino, qualunque Ufficiale della Flotta Stellare avrebbe capito che i segni vitali del comandante Kraar erano molto deboli; solo un indicatore contrastava con la desolante immobilità della maggior parte delle letture, e vagava freneticamente sul pannello di controllo, tra un'estremità e l'altra della propria linea di indicazione, costringendo il computer a continue variazioni di scala.

    Il medico estrasse due fiale dal replicatore accanto alla consolle alla quale stava lavorando, e si avvicinò al dispositivo che avvolgeva il torace di Kraar. Colse un cenno di assenso della dottoressa Selenjak e inserì le fiale in un paio di appositi alloggiamenti; la vulcaniana agì in sincrono e iniziò una lunga e complessa sequenza di comandi, facendo volare le dita affusolate su tutta la superficie dell'apparecchio.

    Quando, sul pannello delle bio-letture, anche quell'ultima freccia ribelle fu domata, andando a posizionarsi diligentemente accanto alla altre, tutto il personale medico presente nella stanza trasse un rumoroso sospiro di sollievo; tutti ad eccezione della dottoressa Selenjak, che comunque aveva il viso imperlato di sudore.

    Il capitano ebbe l'impressione che la vulcaniana si fosse già accorta della sua presenza, e ne ebbe conferma quando, continuando a gettare occhiate serie al lettino sul quale giaceva un pallidissimo Kraar, si diresse verso di lui.

    - Dottore, mi può dire esattamente cosa è successo? - chiese Knight, senza riuscire a nascondere la propria preoccupata impazienza.
    Selenjak osservò con la coda dell'occhio il personale dell'infermeria, e poi fissò il suo sguardo in quello del capitano:
    - Vede capitano, durante la nostra ultima missione, il comandante Kraar..... -
    - Sì dottoressa, so cosa è successo a Kraar, ma pensavo che il problema fosse ormai risolto. -
    - E' logico pensare che in effetti non fosse così. - rispose con un candore e un'innocenza disarmanti.
    Poi riprese:
    - I disturbi neurologici sono spesso subdoli, e sfuggono alle normali rilevazioni mediche di routine. Il morbo di Neveloh, ad esempio, può essere individuato solo con uno scanner corticale duo-magnetico ad altissima concentrazione di Sodminio solido; ne esistono sette in tutto il territorio Federale, e nessuna nave stellare ne ha uno a bordo. -
    - Non ha ancora risposto alla mia domanda: di cosa si tratta, e qual è il legame con i problemi di Kraar durante l'ultima missione della Unicorn? -
    - Ritengo che le passate esperienze del comandante Kraar abbiano indotto lo svilupparsi di una patologia al livello dell'isocorteccia superiore, con gravi ripercussioni in tutto il sistema nervoso centrale. Poco fa abbiamo avuto un arresto cardiaco, ma potrebbe anche verificarsi un collasso di tutto il sistema nervoso; una situazione che probabilmente non saremmo in grado di affrontare. -

    = Niente giri di parole: chiara e diretta. Mi piace questa dottoressa. = pensò Knight.

    Il capitano riprese a parlare dopo qualche secondo di pausa:
    - Ma ora è stabile, non è vero? -
    - No, capitano. Almeno, non in maniera assoluta. Abbiamo diminuito l'attività nervosa del comandante Kraar, ma questo non annulla le probabilità di una crisi. -
    - Che cosa sta cercando di dirmi, dottoressa? Che siamo inermi, e che non esiste una cura efficace? - disse Knight, spostando nervosamente il proprio peso sull'altra gamba e facendo vagare lo sguardo su tutta la stanza, e sulle apparecchiature che conteneva.

    La dottoressa Selenjak percepì la frustrazione del capitano, ma non poté fare a meno di rispondere con franchezza:
    - C'è ben poco che possiamo fare, quì sulla Unicorn. Le apparecchiature a nostra disposizione sono molto sofisticate, ma insufficienti ad affrontare la situazione attuale. Il comandante Kraar necessita delle cure di un Centro Medico specializzato. -

    Knight emise un sospiro e prese a passeggiare nervosamente.

    Selenjak lo seguì con lo sguardo e continuò:
    - Mi permetterei di suggerire la soluzione che in questo momento appare più logica. -

    Il capitano sollevò lo sguardo da terra e riprese a guardare Selenjak negli occhi:
    - Dica, dottore. -

    - Stasi. L'unica strada percorribile è quella di mantenere il comandante Kraar in animazione sospesa fino al completamento della nostra missione. A quel punto, in territorio Federale ci sarà chi potrà occuparsi di lui. Non sono particolarmente pessimista; penso che possa rimettersi, ma la guarigione sarà possibile solo grazie ad un intervento altamente specializzato.....e comunque non sarà rapida. Ma ora, anche in questo preciso momento, il comandante Kraar sta rischiando la vita. -

    Knight rifletté tra sé e sé, poi prese a parlare:
    - Tenerlo in stasi fino al completamento della missione? Io veramente stavo pensando di fare immediatamente ritorno in territorio Federale. -

    La dottoressa Selenjak inarcò un sopracciglio:
    - Non credo che il Comando di Flotta potrebbe giustificare......-

    - No, certo che no. La stasi è la soluzione ottimale. Proceda pure. -
    Knight si sforzò di apparire calmo e conciliante:
    - Ha dimostrato grande competenza e prontezza di spirito, dottore. Vorrei complimentarmi con lei. -
    - Questo non è assolutamente necessario, capitano. E' il mio compito; sarebbe quantomeno illogico da parte mia non sfruttare al massimo le mie capacità.-

    Knight riuscì a sorridere:
    - Certo, ha ragione dottore. Mi tenga aggiornato, mi raccomando. -
    Rivolse un rapido gesto di saluto al resto del personale medico e fece ritorno in plancia.



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